1.4 I ritratti e l’autorappresentazione
1.4.2 Le rappresentazioni dall’Asia (durante la guerra)
Se si guarda invece ad evidenze più limpide e appartenenti all’orizzonte del primo conflitto, un centro significativo per la concentrazione e per la produzione di possibili immagini di Mitridate potrebbe con ogni plausibilità essere individuato in Pergamo, che proprio nel corso della guerra ospitò a lungo la residenza del sovrano. E’ certo che a Pergamo funzionò la zecca di Mitridate, e che le coniazioni da questa città videro per prime l’affermarsi del nuovo tipo ‘idealizzato’ del ritratto del sovrano pontico, cui si accompagnava anche un cambiamento ben leggibile per l’immagine presente sul R/ delle monete: al Pegaso che beve si sostituì infatti la cerva che pascola44.
All’orizzonte pergameno possono dunque essere ricondotti, pur con grado di probabilità molto discusso, alcuni ritratti del sovrano pontico: si è creduto di ravvisare infatti le fattezze del sovrano nei panni di Eracle nel cosiddetto ‘gruppo di Prometeo’ proveniente dal santuario di Atena a Pergamo45.
Dell’eroe che libera Prometeo, voltando le spalle al pubblico, è infatti visibile la traccia di un diadema sotto la leontea46, che ha fatto da tempo interpretare il personaggio come rappresentazione di un
sovrano nelle vesti di Eracle. L’ipotesi che il sovrano sia Mitridate VI ha avuto un certo seguito47,
benché anche altre ipotesi plausibili si siano avanzate, accompagnando le oscillazioni circa la datazione del monumento, seguendo le quali in questo Eracle sarebbe da riconoscersi piuttosto Eumene II oppure Attalo II (o anche Attalo III).
In ogni caso, Mitridate potrebbe vestire non inopportunamente i panni del liberatore della Grecità, e non stonerebbe in particolare un’interpretazione che coinvolgesse il Caucaso e l’Asia settentrionale, terre non estranee né ai disegni né all’identità di Mitridate48, e d’altro canto vi è chi suggerisce di vedere
nell’aquila che Eracle si appresta ad abbattere Roma stessa; tuttavia le tracce che suggeriscono l’identificazione del sovrano nei panni di Eracle sono ancora una volta troppo labili per pronunciarsi con certezza49.
44 Confuta la possibilità che la cerva sulle coniazioni pontiche possa alludere a quella che allevò il fondatore di Pergamo, Telefo, figlio di Eracle Højte 2009c, 147.
45 Fa il punto sulla questione di recente Kreuz 2009, 133-4. Vd. figg. 8 e 9.
46 Cfr. Erciyas 2001, 121, che fa brevemente il punto sulla questione. Eracle con diadema potrebbe essere soltanto un simboli di regalità e non riferirsi ad un sovrano in particolare per Brogan 1998, 43.
47 La proposta di Krahmer 1925, 183-185 e 200-205 (ma già in Winter 1908, 176-177) ha dato il via ad un ampio dibattito. Rimane prudente Højte 2009c, 151. Per una breve bibliografia sulla questione, che comprende anche le pubblicazioni in lingua russa, Treister, Dmitriev, Malyshev 1999, 497-498 e nn. 60-69.
48 Particolarmente attraente l’accostamento del passo di App. Mithr. 103, 478, in cui Pompeo “marciò contro i Colchi, seguendo la storia della venuta degli Argonauti, dei Dioscuri e di Eracle, con l’intenzione di vedere in particolare le sofferenze che secondo la tradizione sarebbero toccate a Prometeo presso il monte Caucaso”, sul quale vd. infra cap. 2.5. 49 Vd. anche la posizione molto netta di Kreuz 2009, 134: “yet this identification remains hypotethical… Consequently the Pergamene monument has to be ruled out as a source for Hellenistic royal ideology, at least from that of Mithridates”.
Anche un’altra via è però praticabile per chi cerca di leggere l’impiego di Eracle nella rappresentazione di Mitridate in particolare a Pergamo: si è infatti suggerita la possibilità che siano da riconoscersi i tratti dell’Eupatore nel volto del piccolo Telefo tra le braccia di Eracle50 nella statua
attualmente conservata presso i Musei Vaticani. Secondo l’ipotesi di Andreae, che parte dal riconoscimento di una somiglianza nella capigliatura del fanciullo -poiché è difficile paragonare altri tratti fisiognomici tra la rappresentazione di un sovrano adulto e quella di un infante51-, la scelta di farsi
raffigurare come Telefo veicolerebbe un messaggio a più livelli. Da un lato infatti risulterebbe ribadito il legame diretto con Eracle, in quanto padre di Telefo, e con la città di Pergamo, che riconosceva in Telefo il suo fondatore, e troverebbe una possibile spiegazione anche il cambiamento di immagine nelle coniazioni di Mitridate, che al R/ passano dall’immagine di Pegaso a quella di una cerva al pascolo: secondo il mito infatti, e nella stessa raffigurazione della statua vaticana, il giovane Telefo fu allevato da una cerva52.
Ulteriori indicazioni a favore di una origine ‘mitridatica’ della statua proverrebbero poi dal diadema arrotolato portato da Eracle, in cui Andreae riconosce una foggia peculiare ed anche tracce di infiorescenze che ricorderebbero le decorazioni ‘dionisiache’ nelle coniazioni dell’Eupatore53. Vi è infine
un ulteriore messaggio che proprio l’iconografia della statua vaticana potrebbe voler veicolare: con una postura che dovrebbe richiamare alla mente del pubblico quella della nota statua di Eirene e Pluto di Chefisodoto suggerirebbe anche una promessa di pacificazione e abbondanza54.
Numerosi dubbi però sono stati avanzati, non solo circa l’effetiva possibilità di riconoscere un richiamo all’immagine di Mitridate che risulti sufficientemente leggibile per il pubblico nel volto del piccolo Telefo, ma anche circa l’eventualità che la scelta della cerva nei tipi di Mitridate possa avere qualche relazione con Telefo. Nel fregio dell’altare pergameno infatti è ben visibile il piccolo allattato non da una cerva ma da una leonessa55.
Nonostante siano fragili quindi le basi per sostenere questa identificazione di Telefo con Mitridate, così come quella di Eracle con Mitridate nel ‘gruppo di Prometeo’, la connessione con Eracle e la diffusione di un’iconografia che contenesse forti legami con questo eroe anche a Pergamo è tutt’altro che improbabile, soprattutto alla luce del confronto con altre immagini attribuite al sovrano. Tra queste deve figurare al primo posto il celebre ritratto conservato al Louvre, per il quale si è ipotizzata –su base
50 Così Andreae 1994-1995, 111-122; Højte 2009c, 146-7 invita anche in questo caso alla cautela. Vd. fig. 11.
51 Riconosce tuttavia le “fattezze di un adulto con un profilo e una capigliatura inconfondibili” Andreae 1993-1994, 116, e ne segnala somiglianze con il ritratto di Ostia (ibid. 116-117).
52 Vd. Apollod. 2, 7; 3, 9; con modifiche in Paus. 8, 4, 6; 8, 48, 5; Diod. 4, 33; Hygin. Fab. 99; Tzetzes ad Lycoph. 206. 53 Andreae 1993-1994, 120: “Ercole porta un diadema abbastanza strano. Non è una benda bensì un pezzo di stoffa… arrotolato a forma di diadema e avvolto intorno alla testa. In questo pezzo di stoffa… sono inserite cinque grappoli di corimbi, cioè di fiori d’edera, in una forma che conosciamo solo dal riverso delle monete di Mitridate”. Per questa forma specifica di diadema invita al confronto con quello portato da Antioco VII Griphos.
54 Andreae 1994-1995, 121-122.
stilistica- una provenienza pergamena56, e che è divenuto, accanto alle immagini nelle coniazioni, la
pietra di paragone ineludibile per ogni altra raffigurazione del sovrano57. Il consenso sull’identificazione
di Mitridate è davvero molto vasto, benché non abbia ricevuto appoggi particolarmente convinti da chi ha maggior dimestichezza con le raffigurazioni dalle monete58. Se davvero dunque il ritratto conservato
al Louvre raffigura Mitridate Eupatore, vi si deve leggere il segno di una scelta decisa di adottare l’immagine di Eracle, che certo non può essere priva di relazioni con l’analoga scelta fatta a suo tempo da Alessandro. Con l’adozione e la diffusione di questa iconografia Mitridate non mostrava solo genericamente l’adesione ad un modello di regalità greco, ma poteva anche sottolineare l’origine macedone della propria stirpe.
E’ inoltre altamente probabile che il modello di Eracle avesse conosciuto ampia diffusione non solo nell’Asia costiera, ma anche come si vedrà in aree ben più prossime al cuore del regno di Mitridate.
fig. 10. Louvre, provenienza sconosciuta, forse pergamena (da Smith 1988, nr. 83)
56 Winter 1894, 245-248. Se fosse certa, tale provenienza pergamena sarebbe anche utile per stabilire un orizzonte compatibile con la prima guerra mitridatica per questa raffigurazione, e quindi anche per l’assunzione di Eracle nell’autorappresentazione del sovrano.
57 Vd. tra i molti Smith 1988, 99 e cat. n. 83, che lo accosta alle coniazioni in particolare del primo tipo, ‘veristico’. Vd. fig. 10.
58 deCallatay 1994, 301 non fornisce particolare supporto all’identificazione. La sottolineatura della circostanza, e il punto sulla bibliografia a sostegno rapidamente inTreister, Dmitriev, Malyshev 1999, 469 e n. 62.