1.3 La titolatura del sovrano
1.3.1 Mitridate ‘basileus basileon’
Fino agli anni ‘80 del secolo scorso la presenza di elementi achemenidi nella titolatura dell’Eupatore poteva essere ancora relegata al rango di ipotesi, basandosi solo su testimonianze successive alla sua morte: due generazioni dopo Mitridate la sua discendente Dynamis, sovrana del Bosforo, faceva allusione a Mitridate in almeno una circostanza come a un ‘basileus basileon’ ([το]ῦ ἐκ βασιλέως βασιλέων Μιθ[ραδά]-/[το]υ Εὐπάτορος [Διο]νύσ[ο]υ) 2. Era plausibile tuttavia che il tempo, la distanza e la volontà
di rivendicarne la memoria, avessero trasformato un ‘basileus’ in un ‘basileus basileon’. Tuttavia dal 1982 dalla città di Ninfeo la scoperta e la pubblicazione di una base di statua con iscrizione costringe a ripensare il quadro: in essa Mitridate è definito “[Β]ασιλέα βασιλ [ων μέγαν Μιθριδάτην Εὐπά]-/τορα Διόνυσον”3. Nel caso di Ninfeo non è il sovrano direttamente il promotore della dedica -con alta
probabilità il dedicante è il demos di Nymphaion4- ma risulta comunque difficile pensare che la formula
non corrisponda a una titolatura ufficiale.
L’attestazione di Ninfeo fornisce dunque la prova del fatto che Mitridate VI avesse portato anche nel corso della sua vita il titolo achemenide di ‘Re dei Re’5, tuttavia questo è ben lontano dall’esaurire la
questione. Occorrerà a questo punto domandarsi quando il titolo fu adottato dal sovrano, e in quali aree 1 Vd. supra cap. 1.1. 2 CIRB 979 da Fanagoria: [β]ασίλισσαν Δύναμιν φιλορώμ[αιον], /[τὴ]ν ἐκ βασιλέω[ς μ]εγάλου Φα[ρνάκου] /[το]ῦ ἐκ βασιλέως βασιλέων Μιθ[ραδά]-/[το]υ Εὐπάτορος [Διο]νύσ[ο]υ,/[τὴ]ν ἑαυτῶν σ[ώτειραν κ]αὶ εὐε[ργέ]-/[τι]ν [ὁ] δῆμ[ος ὁ Ἀγριπ]πέω[ν]. 3 SEG 37, 668: [Β]ασιλέα vacat βασιλ [ων μέγαν Μιθριδάτην Εὐπά]-/τορα Διόνυσον τὸ [- - - -εὐ]-/εργέτην, κρατήσαν[τα - - - -]/πραγμάτων καὶ [- - - -]. La prima edizione, di V.P. Yaylenko in The Black Sea Littoral in the Hellenistic Times (Materials of the 3rd All-Union Symposium on the Ancient History of the Black Sea Littoral, Tsgaltubo 1982, Tbilisi 1985 (non vidi) 617-619 (cfr. SEG 37, 668) è poi ripresa da Ballesteros Pastor 1995, 111-117. Sulla questione più ampiamente infra.
4 SEG 37, 668 l. 2, frutto di integrazione.
5 Per il momento sarà opportuno concentrarsi sulla titolatura di ‘Re dei Re’, sicura alla luce del testo (laddove la presenza di ‘megas’ si deve a integrazione, peraltro in assenza di dati certi circa la lunghezza della lacuna). Sulla questione più ampiamente infra.
si possa ipotizzarne la circolazione. Un’ulteriore riflessione richiederà poi l’esatta formulazione di questa titolatura.
La designazione di Mitridate come ‘Re dei Re’ è tanto più problematica perché apparentemente contraddetta o quanto meno isolata nel panorama delle testimonianze circa la sua titolatura. Nelle coniazioni promosse dal sovrano infatti Mitridate, come i suoi predecessori e come in generale gli altri sovrani ellenistici, si limitò ad indicare sé stesso come ‘basileus Mithradates’, con l’ulteriore qualifica di ‘Eupator’6. Se si considera poi il quadro più ampio dei documenti epigrafici sopravvissuti, sia all’interno
che all’esterno del regno pontico, non si riscontrano varianti particolarmente notevoli: nelle diverse iscrizioni che provengono dal monumento eretto dal sacerdote Helianax a Delo in onore dell’Eupatore e di altri personaggi legati alla sua corte -databili ad un periodo che precedette lo scoppio della I mitridatica-, così come dalle altre testimonianze provenienti dall’isola, egli è il basileus Mithradates
Eupator7 o basileus Mithradates Eupator Dionysos8. Del resto anche se si allarga l’orizzonte a tutte le
testimonianze epigrafiche in lingua greca che lo nominano, dall’Asia Minore ai possedimenti pontici, le varianti apprezzabili sono poche: la titolatura può risultare o meno abbreviata (in particolare per quanto riguarda l’epiteto di Dioniso9, ma in qualche caso anche per quello di Eupatore10), e porta forse traccia
di qualche espansione (potrebbe essere stato anch’egli, almeno in un’occasione, Evergete come il padre11), ma la designazione costante per quanto riguarda la sua ‘carica’ si mantiene basileus, senza
ulteriori aggettivi o precisazioni circa la pertinenza della sua basileia12.
D’altro canto se il titolo di ‘basileus basileon’ indica il vertice di una gerarchia, e non è nato quindi per essere portato da più sovrani contemporaneamente, proprio negli anni di regno di Mitridate Eupatore
6 Nella maggioranza dei casi la titolatura sulle coniazioni lo indica come basileus Mithradates Eupator (BMC Pontus 4); deCallataÿ P005-D7-R2; deCallataÿ P011-D21-R2; deCallataÿ P014-D53-R16; P016-D5-R4; P016-D5-R6; P018-D26-R5; P019-D36-R2a. In almeno uno statere databile intorno al 92 si riscontra abbreviato in ‘basileus Eupator’ (deCallataÿ 1997, 38 (con proposte di interpretazione e cronologia). Sono coeve, ma ormai difficili da ricondurre all’iniziativa del sovrano le coniazioni di alcune città della costa pontica nel nome di Lisimaco e di Alessandro (vd. sulla complessa questione il punto in deCallataÿ 1997, 84-150, mentre per approfondimenti di specifici aspetti circa la monetazione da aree pontiche in nome di Lisimaco deCallataÿ 1995, 39-50 e deCallataÿ 1997b, 55-58; sulle monete a nome di Alessandro deCallataÿ 1987, 238-242; deCallataÿ 1994, 300-342; deCallataÿ 1998, 169-192)
7 Solo a titolo d’esempio si può ricordare come dalle città greche ai confini della terra del Ponto venga indicato come basileus Mithradates Eupatores, come nella celebre iscrizione di Chersoneso Taurica, IosPE I² 352, sulla quale in generale vd. l’esteso commento di Boffo 1989, 211-261 e 369-405.
8 Per quanto riguarda l’epiteto di Dionysos, si era creduto di poter assegnare alla sua comparsa un orizzonte cronologico compatibile proprio con la prima guerra mitridatica (così Homolle 1884, 103) –inserendolo quindi tra i tanti tratti innovativi promossi dalla ‘propaganda’ del sovrano, ma da tempo la sua presenza nelle iscrizioni di Delo (ID 1562, dal monumento di Helianax e ID 2039 nella dedica di Dikaios sacerdote di Serapide) lo testimonia presente già nelle fasi precedenti del regno, vd. per un quadro generale rapidamente McGing 1986, 90 e n. 5. Sul monumento di Helianax ed in dettaglio sulle iscrizioni ad esso pertinenti vd. infra cap. 1.5.2.
9 Esso non è presente (eppure è noto al dedicante, vd. nota precedente) in molte delle iscrizioni dal monumento di Helianax a Delo (e.g. ID 1569-73).
10 Per ragioni opposte l’epiteto viene omesso quando Mitridate stesso si rivolge al suo satrapo di Caria Leonippo (Nysa 7), e manca anche in alcune iscrizioni successive alla guerra mitridatica nella lettera di Silla a Lagina (Lagina 10, e.g. l. 38 o l. 46). 11 Vi si legge qualche traccia forse in ID 1560, dove la titolatura potrebbe avere questo aspetto: basileus Mithradates Eupator Ev[ergete] (?).
esso sembra ben documentato piuttosto per altri sovrani. Anche se ci sono ragioni per credere che la complessa situazione politica in Oriente nel I secolo a.C. possa aver comportato numerose novità circa l’assunzione di questo titolo, dal momento che l’ascesa in particolare di Mitridate II di Partia e il declino delle forze seleucidi crearono uno scenario potenzialmente aperto a molte innovazioni, sarà comunque opportuno tentare di definire con la maggior precisione possibile i momenti in cui fu il titolo risultò assunto da ciascun sovrano ed i periodi in cui si può presumere che esso sia rimasto ‘vacante’.
Il primo sovrano che, dopo la caduta del regno achemenide, sembra essersi fregiato del titolo di ‘Re dei Re’ almeno in documenti in lingua greca13 sembra essere stato Mitridate II di Partia, salito al trono
intorno al 124 e morto poco prima dello scoppio della prima guerra mitridatica14. Prima di Mitridate II
già altri re arsacidi avevano coniato con legenda greca, dichiarando però tutti il titolo di Gran Re, ‘basileus megas’15. In anni successivi alla morte di Mitridate II il titolo di ‘Re dei Re’ non fu assunto dai
suoi successori arsacidi, almeno fino a Orode II (57-38 a.C.)16, per poi divenire canonico nelle sucessive
coniazioni della dinastia.
Tuttavia negli anni non lontani da quelli qui oggetto di indagine è ben noto che tale titolo fu adottato da un altro sovrano, ovvero Tigrane d’Armenia, il genero di Mitridate Eupatore. Tigrane compare infatti come ‘Re dei Re’ tanto nelle coniazioni17, così come in alcune fonti letterarie, in cui proprio
questa titolatura è oggetto di una particolare attenzione: Lucullo designa Tigrane come ‘Re dei Re’ davanti ai propri soldati, e successivamente sceglie di non impiegare tale formula nel rivolgersi al re per lettera, suscitandone -non del tutto involontariamente- l’ira18.
Queste testimonianze letterarie e numismatiche non forniscono però informazioni univoche per stabilire la data in cui tale titolatura fu assunta dal re d’Armenia: l’episodio noto a Plutarco si colloca intorno al 70 a.C., tuttavia la registrazione di un comandante romano che nega un titolo altamente onorifico ad un sovrano orientale è piuttosto ricorrente19, e non si tratta comunque di un’attestazione
assolutamente priva di ombre per quel che riguarda la collocazione cronologica. Anche le evidenze dalla
13 Mitridate I di Partia potrebbe essersi dichiarato ‘Re dei Re’, seppure mai in documenti in lingua greca, e nemmeno nelle coniazioni, nelle quali egli è ‘basileus megas’, vd. in generale Weisehöfer 2001, 121.
14 La data di morte del sovrano arsacide è incerta, usualmente la si collocava a ridosso dell’88 a.C. (e.g. Weisehöfer 2001, 312). Per una data intorno al 91 invece si pronuncia e.g. Bivar 1983, 41-43 e di recente Assar 2008, 1-7.
15 Si vd. e.g. Sellwood 1980, nrr. 10-13 (per Mitridate I); nrr. 15-17 (per Fraate II); nrr. 19; 21-22 (per Artabano I).
16 Tra Mitridate II e Orode si colloca quell’intervallo difficilmente leggibile per il quale si è parlato di ‘Dark Age’ del regno partico, vd. e.g. Assar 2008, 1-7.
17 Per una panoramica sulle coniazioni di Tigrane d’Armenia, con particolare riferimento alle guerre mitridatiche, vd. di recente deCallataÿ 1997, 215-233 con indicazioni per bibliografia precedente. Già nella sistemazione di Foss 1986, 21 le tetradracme con questa titolatura formano un raggruppamento a sé stante (classificato come A), che “stands out …both because of its use of the full title ‘King of Kings’, and its expecially fine portraits” (Foss 1986, 26). Le assegna agli ultimi anni di regno anche deCallataÿ 1997, 229.
18 Si colloca nel 70 l’episodio in cui, dopo l’infruttuosa ambasceria di Appio Clodio a Tigrane, Lucullo si rifiuta di rivolgersi a lui con il titolo di ‘Re dei Re’ Plut. Luc. 21. Nel corso dell’incontro con Clodio Tigrane era stato peraltro descritto come re di molti re, quattro dei quali sempre al suo fianco (Plut. Luc. 21, 5).
19 Analogo mancato riconoscimento del titolo di ‘Re dei Re’ è tramandato per Pompeo nei confronti del sovrano partico Fraate (Plut. Pomp. 38, 2).
monetazione del sovrano d’Armenia sono cronologicamente poco leggibili. Se è corretta infatti l’interpretazione dei monogrammi su queste monete come una data, esse dovrebbero essere collocabili nel 37o o 38o anno di regno (quindi negli anni 59/58 e 58/57)20. Poiché non è necessario che le
coniazioni riflettano immediatamente il cambiamento nella titolatura, il dato numismatico che attesta il titolo di ‘Re dei Re’ negli ultimi anni di regno non fornisce indicazioni utili per fissare una data d’inizio per l’assunzione di questa titolatura.
D’altro canto la scelta di questo uso ‘esteso’ della titolatura nelle coniazioni del re potrebbe essere dettata da fattori di tutt’altro genere: vi è chi suggerisce infatti che Tigrane si sia fregiato del titolo di ‘Re dei Re’ dopo i successi dell’85 a.C., ma che le sue coniazioni abbiano mantenuto il titolo ‘semplice’ di
basileus ad esempio nelle aree esterne all’Armenia21. Il dato numismatico quindi non direbbe nulla di
cronologicamente significativo per determinare l’assunzione della titolatura, ma semmai conterrebbe informazioni utili per provarne un impiego rivolto a specifiche porzioni di territorio.
Se si vuole dunque individuare una data precisa per l’assunzione del titolo di ‘Re dei Re’ da parte di Mitridate Eupatore in un momento in cui il titolo non fosse attribuito ad alcun altro sovrano, si può solo immaginare un certo lasso di tempo, piuttosto breve, in cui, dopo la morte di Mitridate di Partia (intorno al 91 a.C.) e prima che Tigrane d’Armenia iniziasse a fregiarsene (85 a.C.?), il titolo rimase per così dire vacante, e a disposizione quindi del più ambizioso sovrano ‘orientale’ dell’area, Mitridate Eupatore.
D’altro canto per alcuni risulterebbe una data d’inizio particolarmente significativa per l’assunzione della titolatura l’anno 89/88, se in questo momento si colloca l’inizio delle coniazioni in oro del sovrano, che potrebbero essere interpretate quindi come celebrazione del raggiungimento di una maggiore dignità. Le date però dell’inizio di queste coniazioni non possono essere fissate con certezza22.
Tornando quindi al documento di Ninfeo, si è ipotizzato che la stessa acquisizione del regno bosforano avesse fornito legittimità alla qualifica di ‘Re dei Re’, ponendo l’Eupatore per la prima volta nella posizione di regnare su altri re, sebbene lo status del regno del Bosforo all’interno del regno pontico sia tutt’altro che semplice da discernere23. Anche in questo caso però non è necessario
ipotizzare che la diffusione della titolatura avesse immediatamente seguito le conquista del Bosforo.
20 Foss 1986, 19-66, part. 33-38 e di recente deCallataÿ 1997, 228-229. 21 Una discussione sulle differenti posizioni in Foss 1986, 35-36.
22 Riporta e discute l’ipotesi Ballesteros-Pastor 1995, 113 e nn. 5 e 6; Ballesteros Pastor 2005, 395-396.
23 Ballesteros-Pastor 1995, 112-113 ricorda come il Ponto sia un regno troppo ‘ellenistico’, e i ‘re’ che vi si incontrano (cita come esempi Machares figlio di Mitridate posto a capo del Bosforo, che in App. Mithr. 67 è definito ‘basileus’, ma in App. Mithr. 78 soltanto ‘archon’) siano difficilmente da intendersi come sovrani a pieno titolo (del resto Machares non arriverà mai a coniare a proprio nome, vd. Ballesteros-Pastor 1995, 114-115). L’essere ‘re di re’ insomma per Mitridate sarebbe più una vanteria che una realtà. Ma sullo status del regno bosforano vd. di recente Molev 2009, 321-328 (con discussione dell’abbondante bibliografia precedente in lingua russa).
Se infatti il monumento di Ninfeo fosse cronologicamente da collocarsi a ridosso delle vittorie riportate nel Bosforo dal generale pontico Neottolemo24, la titolatura andrebbe collocata in un
momento nettamente precedente alle fasi iniziali della prima mitridatica, e piuttosto lontano anche dai primi attriti con Roma. Questa collocazione cronologica solleverebbe qualche difficoltà: se il titolo poteva, in parte almeno, avere pieno significato se assunto da un solo sovrano per volta, in questi anni vi era senz’altro un altro sovrano che contemporaneamente portava il titolo di ‘Re dei Re’, Mitridate II di Partia, sul trono già dal 123 circa.
La difficoltà maggiore tuttavia è un’altra: se si immagina che l’Eupatore intorno al 106 potesse dirsi ‘Re dei Re’, bisognerebbe spiegare come intorno al 101 a Delo questo titolo venisse riconosciuto invece solo a Mitridate di Partia, mentre l’Eupatore, in un monumento concepito per onorarlo, risulterebbe ‘retrocesso’ a semplice basileus.
Se si considera meno rischiosa l’ipotesi per la quale Mitridate Eupatore si sarebbe attribuito il titolo di ‘Re dei Re’ solo dopo la morte di Mitridate di Partia (intorno al 91, e quindi a ridosso della prima guerra mitridatica), si dovrebbe immaginare un periodo cronologicamente piuttosto ristretto, e coincidente grossomodo con il primo scontro con Roma, in cui l’Eupatore potè fregiarsi del titolo, che poi sarebbe stato abbandonato o in qualche modo ‘ceduto’ a Tigrane d’Armenia.
A riprova di una collocazione plausibile per un Mitridate ‘Re dei Re’ negli anni della prima guerra mitridatica si è invocato il supporto delle fonti letterarie, mai esplicite su questo punto, ma che più volte appaiono attribuire al sovrano pontico, in momenti molto diversi della sua parabola politica, il potere su vari altri sovrani: esplicitamente l’Eupatore sembra regnare su ‘molti re’ nelle parole che in Posidonio Atenione pronuncia ad Atene proprio alla vigilia dello scoppio della guerra25, tuttavia se ciò può aiutare
a ricostruire vagamente un ‘clima’ entro cui l’adozione -o la diffusione- del titolo possa essere avvenuta, non prova al contrario che essa fosse nota in qualche misura ad alcuna fonte letteraria sopravvissuta. Il silenzio delle fonti su questo punto è tanto più preoccupante a fronte dell’impressione che invece sembra aver destato il titolo quando fu Tigrane d’Armenia a fregiarsene26.