1.5 La famiglia e la corte: un’immagine cronologicamente ‘schiacciata’.
1.5.1 I nomi persiani nella famiglia di Mitridate
Tra le prove più eloquenti di una orgogliosa rivendicazione di identità iranica, e in particolare achemenide, si citano spesso i nomi imposti da Mitridate alla sua numerosa prole. Benchè il numero esatto dei figli del sovrano sia complesso da accertare2, qualsiasi elenco si stili, esso finirà per contenere
una quantità significativa di nomi persiani, e tra essi una percentuale non irrilevante denuncia chiari riferimenti alla più alta nobiltà achemenide. A titolo d’esempio si può riportare l’elenco che McGing trae dal solo Appiano (del resto l’autore più prodigo di informazioni di questo tipo), e alla luce del quale lo studioso conclude che Mitridate Eupatore “made sure to give all his sons good Persian names”3: i
figli del re infatti si chiamarono “Ariarathes, Mitridathes, Machares, Xiphares, Artaphernes, Dareios, Xerxes, Oxathres, Pharnakes, Kyros”4.
A questo elenco esclusivamente appianeo va però aggiunto almeno Arkathias5, che è opportuno
tenere distinto da Ariarate, e di grande interesse sono anche i nomi dati alle figlie del sovrano (due portarono il nome di Cleopatra, ma si conoscono anche Nysa, Eupatra, Mithridatis, Orsabaris e Drypetina), sulle quali però si tornerà. In ogni caso l’elenco qui riportato sembra davvero testimoniare con assoluta evidenza un richiamo alla corte achemenide: Dario, Serse e Ciro ne sono gli esempi più
1 Vd. e.g. Reinach 1890, 295-300 (ma prima di lui molto esplicito il giudizio di Mommsen 1925 [trad. it], 214-247, part. 216- 218).
2 Le cifre variano a seconda spesso di quanti illegittimi si sceglie di includere nella lista: Reinach 1890, 297-298 conosceva il nome di venti figli di Mitridate, vd. in merito di recente Ballesteros Pastor 1996, 321-323.
3 McGing 2009, 205 e n. 9 4 McGing 2009, 213 n. 9. 5 App. Mithr. 62-68; 137; 156.
vistosi, ma anche Artaferne, Oxatre e Xifare sono certamente persiani6, mentre per Mitridate e Farnace,
pur ‘iranici’ la spiegazione più semplice è che siano stati scelti perchè nomi ‘dinastici’, così come Ariarate è nome imposto ad un figlio di Mitridate solo al momento della sua ascesa al trono di Cappadocia7.
Tuttavia se si considerano i contesti in cui questi nomi sono conservati in Appiano, un dato emerge con grande chiarezza: la maggior parte delle testimonianze appartengono alle ultimissime fasi della Terza Guerra mitridatica8. Xifare infatti compare solo quando la madre Stratonice cerca senza successo
di garantirgli la sopravvivenza accordandosi con Pompeo9, e molti altri sono poi citati nelle fasi
conclusive della guerra o tra quanti comparvero nel trionfo del generale romano: muoiono assumendo il veleno accanto al padre le figlie ancora non sposate Mithridatis e Nyssa10, mentre i figli di Mitridate
caduti nelle mani di Pompeo sono Artaferne, Dario, Serse, Oxatre, e tra le figlie Eupatra e Cleopatra11.
Nel trionfo di Pompeo poi si registra la presenza di Artaferne, Ciro, Oxatre, Dario e Serse, e delle figlie Orsabaris e Eupatra12, mentre un’altra figlia Cleopatra riesce a fuggire13. In occasione della resa di questi
personaggi al generale romano però si rende esplicita una circostanza decisiva: tra i figli di Mitridate il maggiore è Artaferne, di circa quarant’anni14, tutti gli altri figli -quelli maschi almeno- sono ‘paides’,
quindi di età considerevolmente inferiore. E’ dunque evidente che tutti questi figli dal nome persiano, fatta eccezione per Artaferne, devono essere nati in un momento ampiamente successivo alla prima guerra mitridatica, per essere ancora definibili paides intorno al 63, anche supponendo che possa essere interesse della fonte presentare in una situazione carica di pathos l’età dei fanciulli come particolarmente tenera. Quindi l’accumulo di nomi persiani parla certo di un’orgogliosa rivendicazione di nobiltà persiana ed achemenide, ma collocata in un periodo in cui ogni prospettiva politica di intervento o di allargamento del regno pontico in Europa era definitivamente tramontata, e rimaneva praticabile un ampliamento -e poi soltanto una difesa- di un regno con sbocchi solo orientali.
Quali indicazioni si possono trarre invece dai nomi imposti ai figli più vecchi di Mitridate, quelli che nacquero durante il primo periodo di regno del sovrano? Tra questi si possono includere con sicurezza i figli avuti dalla moglie/sorella Laodice, per la nascita dei quali vi è l’ovvio terminus ante costituito
6 Un Oxatre compare tra i figli di Dario II e Parisatide (vd. Plut. Art. 1, 2; Ctesias 49); ma lo stesso nome portava anche un fratello di Dario III, particolarmente distintosi a Isso (vd. Diod. 17, 34, 2-3; Curt. 3, 11, 8), e che rimase con il re fino alla fine (Curt. 6, 2, 9-11). Su questi personaggi vd. di recente Heckel 2006 s.v. Artaferne è il nome di un fratello di Dario I, ed anche di un nipote di Dario II (per una panoramica sui più celebri persiani con questo nome vd. e.g. Lecoq 1986, 651-652). 7 Non ha troppo rilievo qui stabilire se si trattasse o meno di Arkathias, visto che solo la scelta nome è oggetto di attenzione, ma sulla questione i pareri sono molti, vd. e.g. Mastrocinque 1999, 12 n. 5 e 44-47.
8 Non mi sembra invece significativa la circostanza che questi siano figli di concubine, come sottolinea invece Mayor 2009, 114: “the boys born to concubines were named after illustrious Persians…”.
9 App. Mithr. 107, 502-509. Diverse tradizioni riguardano le azioni e i moventi di Stratonice nelle fonti antiche, vd. Plut. Pomp. 36; Dion. Cass. 37, 7.
10 App. Mithr. 111, 536 (entrambe sono definite korai, e se ne ricorda il matrimonio progettato rispettivamente con il re d’Egitto e quello di Cipro).
11 App. Mithr. 108, 512. 12 App. Mithr. 117, 572. 13 App. Mithr. 108, 513-514. 14 App. Mithr. 108, 513.
dall’eliminazione della regina stessa15, avvenuta in un momento non ben precisabile durante le prime
fasi di regno del sovrano, stando agli scarni dati delle fonti. Tra i figli di Laodice va inclusa certamente Drypetina (Laodice regina nata)16, e almeno un figlio maschio17 (probabilmente omonimo del padre). Sono
di Laodice con alta probabilità anche i figli di Mitridate che appaiono in età adulta o comunque già nati ai tempi dello scoppio del primo conflitto: Arkathias che guida truppe pontiche in Tracia e Macedonia18, il giovane che assume il nome di Ariarate al momento dell’ascesa al trono di Cappadocia19,
la Cleopatra che viene concessa in sposa a Tigrane d’Armenia20. Possono essere figli della regina
probabilmente anche quelli che hanno raggiunto un’età adulta prima dello scoppio dell’ultima guerra, Machares cui è inizialmente affidato il governo sul Bosforo, ed anche Farnace che subentrerà a Machares dopo il tradimento di quest’ultimo.
Dai nomi di questi figli però non emerge affatto un quadro limpido e netto a favore di un’identità ‘persiana’. Alcuni nomi sono infatti greci (Machares, Arkathias21) o ‘dinastici’ (Mitridate, Farnace, come
anche Cleopatra, nome ricorrente in molte dinastie ellenistiche), con l’eccezione però di Artaferne e di Drypetina.
Artaferne è un nome di grande eco nelle fonti greche, portato dal fratello di Dario I figlio di Istaspe22, e può testimoniare un richiamo alla nobiltà persiana e alla linea achemenide, anche se non
direttamente ai più prestigiosi sovrani, perfettamente in linea con le rivendicazioni di origini persiane della dinastia dei Mitridatidi.
Il caso di Drypetina sembra però di particolare interesse: il personaggio, che ebbe una certa fama nel tardo medioevo come exemplum di amore filiale, aveva colpito le fonti antiche per una particolarità fisica (una doppia fila di denti)23, e se ne conosceva la scelta di condividere il destino del padre nella sconfitta,
nonchè la morte ad opera dell’eunuco Menofilo che volle risparmiarle la sorte di prigioniera dopo la sconfitta di Mitridate24.
15 E’ collocata all’indomani della spedizione contro gli Sciti in Iust. 37, 3, 6-8: Post haec in regnum, cum iam perisse crederetur, reversus est invento parvulo filio, quem per absentiam eius soror uxorque Laodice enixa fuerat. Sed inter gratulationem post longam peregrinationem adventus sui et filii geniti veneno periclitatus est, siquidem Laodice soror, cum perisse eum crederet, in concubitus amicorum proiecta, quasi admissum facinus maiori scelere tegere posset, venenum advenienti paravit. Quod cum ex ancillis Mithridates cognovisset, facinus in auctores vindicavit.
16 Val. Max. 1, 8, 13.
17 Iust. 37, 3, 6, in cui però il figlio è lasciato anonimo.
18 In App. Mithr. 17, 63-64 e 18, 66-68 ha il comando di alcune truppe del padre mentre affronta le forze romane di M’. Aquilio e di Cassio; è alla testa delle truppe dirette in Grecia in App. Mithr. 35, 137.
19 Che per alcuni è identificabile con Arkathias, vd. il punto sulla questione in Mastrocinque 1999, 44-47.
20 Per il matrimonio di Cleopatra con Tigrane vd. Iust. 38, 3. Vi è un’altra figlia di nome Cleopatra, il cui anno di nascita non è facile da determinare con precisione, vd. App. Mithr. 108, 513.
21 Il nome non è molto frequente, tuttavia, anche se se ne riscontra qualche esempio (di tarda età imperiale) in Attica (IG II² 10813) o in Caria (Aphrodisias 508).
22 Hdt. 5, 25, e.g.
23 Val. Max. 1, 8, 13: Mitridatis vero regis filia Drypetine, Laodice regina nata, duplici ordine dentium deformis admodum comes fugae patris a Pompeio devicti fuit. Da questa testimonianza le parole di Boccaccio in De mul. clar. 75.
24 Così da Amm. Marc. 16, 7, 9-10: Ingenti proelio superatus a Romanis et Pompeio rex praedictus, fugiens- que ad regna Colchorum, adultam filiam nomine Drypetinam vexatam asperitate morborum in castello Synhorio huic Menophilo commissam reliquit: qui virginem omni remediorum solatio plene curatam patri tutissime servans, cum a Manlio Prisco Imperatoris legato munimentum, quo claudebatur, obsideri
Il nome di questa figlia però può avere un certo significato, se nonostante la leggera storpiatura è da riconoscervi una derivazione da Drypetis, una delle figlie di Dario III caduta nelle mani di Alessandro, e destinata poi a sposare Efestione nella grande cerimonia dei matrimoni collettivi a Susa25. Se così fosse,
sarebbe leggibile da parte di Mitridate Eupatore la scelta, già in una fase iniziale del proprio regno, di imporre ad una figlia un nome achemenide e insieme legato alla vicenda di Alessandro, in significativa consonanza dunque con quell’immagine che integra -e non oppone- due facce, macedone e achemenide, quale può essere ricostruita per il sovrano.
In questo senso potrebbero essere letti anche altri tra i nomi assegnati più tardi ai figli del sovrano: se Serse, Dario e Ciro richiamano alla mente naturalmente i maggiori sovrani achemenidi, nomi come Oxatre (più noto alle fonti nella sua versione Oxyathres come padre di Rossane26) potrebbe ancora una
volta essere scelto per la sua pertinenza all’orizzonte cronologico della vittoria di Alessandro su Dario. Inoltre, se i nomi scelti per i membri della famiglia regale possono conservare l’eco di piani politici o di orientamenti culturali, l’esame dei nomi propri dei differenti personaggi presenti alla corte dell’Eupatore non sarebbe completo se non si tentassero confronti con quanto è noto o ricostruibile circa i suoi predecessori. Il quadro, ad esempio per quanto riguarda la famiglia del padre dell’Eupatore, Mitridate V Evergete, è certo molto lacunoso e difficile da cogliere nei particolari, ma almeno si possono prendere in considerazione i nomi imposti ai figli del re che ci sono pervenuti: oltre ai due maschi Mitridate Eupatore e Mitridate Chrestos -entrambi onorati a Delo ed entrambi portatori del nome ‘dinastico’, e alle due figlie di nome Laodice (di cui una andrà in sposa ad Ariarate VI di Cappadocia e l’altra al fratello Mitridate Eupatore), sono noti i nomi di altre figlie dell’Evergete, Nysa (o Nyssa)27, Stateira e Rossane, menzionate come sorelle dell’Eupatore e presenti alla sua corte al
momento della presa di Cabira ad opera di Lucullo28. Se Nysa è il nome, seleucide, già della moglie di
coepisset, defensoresque eius deditionem meditari sentiret: veritus ne parentis opprobrio puella nobilis captiva superesset et violata, interfecta illa mox gladium in viscera sua compegit.
25 Così un anonimo FGrH 151 F 5 conserva che le figlie di Dario finite nelle mani di Alessandro furono Stateira e Drypetis (καὶ ὁ μὲν Δαρεῖος ἀπογνοὺς τὰ τῆς σωτηρίας ἔφυγεν καταλιπὼν τὰ φίλτατα, Ἀλέξανδρος δὲ τήν τε γυναῖκα αὐτοῦ ἠιχμαλωτίσατο καὶ τὴν μητέρα καὶ τὰς θυγατέρας Στ[ρ]ατείραν καὶ Δρύπετιν καὶ τὸν υἱὸν Ὦχον), cfr. Briant 2002, 1044. Su Drypetis anche Arr. Anab. 7, 4, 5: Ὁ δὲ καὶ γάμους ἐποίησεν ἐν Σούσοις αὑτοῦ τε καὶ τῶν ἑταίρων· αὐτὸς μὲν τῶν Δαρείου θυγατέρων τὴν πρεσβυτάτην Βαρσίνην ἠγάγετο, ὡς δὲ λέγει Ἀριστόβουλος, καὶ ἄλλην πρὸς ταύτῃ, τῶν Ὤχου θυγατέρων τὴν νεωτάτην Παρύσατιν. ἤδη δὲ ἦν αὐτῷ ἠγμένη καὶ ἡ Ὀξυάρτου τοῦ Βακτρίου παῖς Ῥωξάνη. Δρύπετιν δὲ Ἡφαιστίωνι δίδωσι, Δαρείου παῖδα καὶ ταύτην, ἀδελφὴν τῆς αὑτοῦ γυναικός· ἐθέλειν γάρ οἱ ἀνεψιοὺς τῶν παίδων γενέσθαι τοὺς Ἡφαιστίωνος παῖδας· Così anche Phot. 68, b10: Τὴν μέντοι Δρυπέτιν, θυγατέρα καὶ αὐτὴν οὖσαν Δαρείου, Ἡφαιστίωνι δίδωσι. Con diversa grafia anche in Diod. 17, 107, 6: ὁ δὲ βασιλεὺς τοῦτον μὲν ἔθαψε πολυτελῶς, αὐτὸς δὲ παρελθὼν εἰς Σοῦσα τὴν μὲν πρεσβυτέραν τῶν Δαρείου θυγατέρων Στάτειραν ἔγημεν, τὴν δὲ νεωτέραν Ἡφαιστίωνι συνῴκισε Δρυπῆτιν.
26 Vd. Mehl 1986, 17-19.
27 Il nome di Nyssa (o Nysa) è dato anche ad una figlia dell’Eupatore (vd. supra), a riprova della sua fortuna come nome ‘dinastico’. 28 Plut. Lucull. 18, 1-3: Τὰ δὲ Κάβηρα λαβὼν καὶ τῶν ἄλλων φρουρίων τὰ πλεῖστα, θησαυρούς τε μεγάλους εὗρε καὶ δεσμωτήρια, πολλῶν μὲν Ἑλλήνων, πολλῶν δὲ συγγενῶν τοῦ βασιλέως καθειργμένων, οἷς πάλαι τεθνάναι δοκοῦσιν οὐ σωτηρίαν, ἀλλ᾿ ἀναβίωσιν καὶ δευτέραν τινὰ γέννησιν ἡ Λευκόλλου χάρις παρέσχεν. ἑάλω δὲ καὶ ἀδελφὴ τοῦ Μιθριδάτου Νύσσα σωτήριον ἅλωσιν· αἱ δ᾿ ἀπωτάτω τοῦ κινδύνου καὶ καθ᾿ ἡσυχίαν ἀποκεῖσθαι δοκοῦσαι περὶ Φαρνάκειαν ἀδελφαὶ καὶ γυναῖκες οἰκτρῶς ἀπώλοντο, Μιθριδάτου πέμψαντος ἐπ᾿ αὐτὰς ἐκ τῆς φυγῆς Βακχίδην εὐνοῦχον. ἦσαν δὲ μετὰ πολλῶν ἀδελφαί τε δύο τοῦ βασιλέως, Ῥωξάνη καὶ Στάτειρα, περὶ τετταράκοντα ἔτη παρθενευόμεναι, καὶ γαμεταὶ δύο, γένος Ἰωνίδες, Βερενίκη μὲν ἐκ Χίου, Μονίμη δὲ Μιλησία.
Farnace I del Ponto, e quindi un nome ormai ‘familiare’, ‘dinastico’, gli altri due attingono chiaramente alla nobiltà persiana –pur non esclusivamente achemenide, nel caso di Rossane29-, e alludono
probabilmente a quei personaggi che furono in primo piano proprio nelle fasi finali del regno di Dario III, e il cui destino proseguì poi nella corte di Alessandro.
Si può solo di sfuggita notare l’assenza di un nome femminile appartenente all’orizzonte cronologico di Alessandro Magno e che, secondo alcune ricostruzioni moderne, potrebbe aver giocato un qualche ruolo per la famiglia dei Mitridatidi, ovvero Barsine. Se si segue infatti la ricostruzione della genealogia dei Mitridatidi così come essa è suggerita da Bosworth e Wheatley, infatti il Mitridate padre dello Ktistes avrebbe avuto il controllo di Pergamo mentre vi prendeva dimora la nobile persiana concubina di Alessandro, con il figlio Eracle30. Se essa fece in qualche misura parte della ‘galleria degli antenati’ dei
primi Mitridatidi, si può solo constatare il silenzio circa la sua figura nelle ultime generazioni, almeno per quanto è possibile ricostruire sulla sola base dei nomi propri assegnati alla prole del re.
Come si è detto da un orizzonte prettamente achemenide per i nomi delle figlie dell’Evergete sembra staccarsi soltanto Rossane, ma se si cercasse di ricondurre anche questo personaggio alla famiglia dell’ultimo sovrano di Persia, non mancherebbero testimonianze antiche esplicite su questo punto, che ne fanno la figlia di Dario31. In particolare nel Romanzo di Alessandro è evidente una certa oscillazione
nella presentazione del personaggio: se Dario morente indicandola come propria figlia la concede in sposa ad Alessandro32, nel testamento di Dario si allude a lei come alla figlia del satrapo di Battriana33.
Altre fonti invece, di altra collocazione cronologica, non solo ne conoscono ma ne sottolineano l’origine esterna alla casa persiana34: in Arriano infatti tra le spose ‘straniere’ dei Macedoni di due
soltanto ricorda la nazionalità, Rossane, figlia del ‘battriano’ Oxyartes, e Apame, figlia del battriano Spitamene, la sposa –mai ripudiata- di Seleuco. Si può immaginare che sia stata registrata la provenienza soltanto di queste perché era diversa da quella delle altre, tutte ‘persiane’.
Le ragioni per scegliere di ricordare Rossane al tempo di Mitridate V non sono però da ricercarsi in quell’origine non achemenide che ne aveva forse suggerito la scelta da parte di Alessandro, che come
29 Vd. infra.
30 Erciyas 2001, 77-78 afferma che “this situation may have solidified his [scil. Mithridates’] connection with both the Persian Empire and Alexander”.
31 Così nel romanzo di Alessandro, Ps.Call. 2, 20, 11; 2, 22, 3; Malalas 8, 194: ῾Ο δὲ αὐτὸς ᾿Αλέξανδρος τὴν θυγατέρα Δαρείου τοῦ βασιλέως Περσῶν ῾Ρωξάνην λαβὼν αἰχμάλωτον, παρθένον οὖσαν, ἠγάγετο εἰς γυναῖκα. παρέλαβε δὲ καὶ πάντα τὰ ᾿Ινδικὰ μέρη καὶ τὰ βασίλεια αὐτῶν ὁ αὐτὸς ᾿Αλέξανδρος, λαβὼν καὶ Πῶρον τὸν βασιλέα ᾿Ινδῶν αἰχμάλωτον· καὶ τὰ ἄλλα πάντα τὰ τῶν ἐθνῶν βασίλεια δίχα τῆς βασιλείας τῆς Κανδάκης τῆς χήρας τῆς βασιλευούσης τῶν ἐνδοτέρων ᾿Ινδῶν· ἥτις συνελάβετο τὸν αὐτὸν ᾿Αλέξανδρον τῷ τρόπῳ τούτῳ. Per un quadro sulle fonti e breve bibliografia su Rossane vd. di recente Heckel 2006, 241-242. 32 Ps.Call. 2, 20, 11: καὶ τὴν θυγατέρα ῾Ρωξάνην δίδωμί σοι, / ἵν' εἴ τι καὶ ἐν φθιτοῖσι λείπεται γνώμης…
33 Ps. Call. 3, 33: καὶ γυναῖκα τούτῳ Κλεοπάτραν τὴν ἀδελφὴν ᾿Αλεξάνδρου. τοῖς δὲ ἐπάνω [τῇ] τῆς Βαβυλωνίας χώρας στρατάρχην καὶ ἐπιμελητὴν Φανοκράτην καὶ γυναῖκα τούτῳ ῾Ρωξάνην τὴν Βακτριανήν. Vd. in merito le osservazioni di Franco 2001, 232-233.
34 Diod. 18, 3, 3; 19, 48, 2; Paus. 1, 6, 3; Curt. 10, 3, 11; Strabo 11, 11, 4; Liber de morte 118, 121; si nota una certa imprecisione in Arr. Anab. 7, 4, 4 e 6. Vd. in merito Mehl 1986, 17-19.
Seleuco non si era legato in un primo momento a eredi dirette della casa achemenide, ma alla figlia di un potente locale.
E’ infatti plausibile che le oscillazioni circa la provenienza dinastica di Rossane nelle fonti a noi pervenute riflettano l’esistenza di tradizioni differenti sulla figura della sposa di Alessandro e madre del provvisorio erede del suo impero, che non sarà arbitrario immaginare già circolanti in quel clima di grande riattualizzazione della figura di Alessandro che fu il II e poi il I secolo a.C.
Del resto vi sono segnali anche per pensare che una particolare attenzione fosse concessa in anni vicini a quelli qui presi in esame alla famiglia di Alessandro e ai suoi possibili legami anche di sangue sia con quella achemenide che con quella seleucide: benchè sia evidente che la strategia adottata inizialmente dai primi seleucidi non prevedesse legami di sangue né con Alessandro né con gli Achemenidi, sembra leggibile un tentativo, per un orizzonte cronologico compatibile con il I secolo, di rendere Alessandro capostipite anche dinastico della casa seleucide (se è questo il senso della sua presenza all’inizio della galleria di antenati materni nel monumento di Nemrud Dagh), ma la stessa casa seleucide potrebbe aver cercato nel proprio passato la possibile connessione –anche in questo caso, ‘dinastica’- con la tramontata casa achemenide.
I matrimoni che legarono la casa seleucide a quella dei Mitridatidi sono stati interpretati anche come occasioni vantaggiose per entrambi per acquisire legami con i rispettivi gloriosi antenati: se è chiaro il vantaggio per la casa pontica di collegarsi alla gloriosa famiglia dei Seleucidi, si è proposto che i Seleucidi ne ottenessero simmetricamente il vantaggio di acquisire antenati achemenidi35. Nonostante
l’ipotesi poggi su basi fragili, poiché il legame con gli Achemenidi da parte della casa pontica non è così scontato né isolato nel panorama delle dinastie orientali dell’epoca, rimane tuttavia attraente l’idea che già da tempo la casa mitridatica, in consonanza con quella seleucide, stesse ripensando la propria identità guardando con rinnovato interesse a quel momento culminante in cui il trapasso dell’impero achemenide si trasformò nella nascita dei regni ellenistici di Alessandro e dei suoi eredi.
Se questo ripensamento può aver condizionato la scelta dei nomi attribuiti alla prole –anche se si tratta di un riflesso piuttosto debole-, si potrà concludere che non si deve dunque all’Eupatore esclusivamente, ma già al suo predecessore, questa ripresa di nomi che alludono, in modo particolare se si guarda alle donne, alla corte achemenide e soprattutto alla famiglia di Dario III, e quindi al momento di passaggio –un passaggio che attraverso il ramo femminile può forse essere rappresentato nel modo più armonico- verso le trasformazioni del regno di Alessandro.
35 Così Sherwin White, Kuhrt 1993, 38 per le quali “pontic marriages offered something of ‘the grandeur, hierarchy and courtly royal ideology of the Achemenids’. The Mithridatids got Hellenistic recognition, the Seleukids Iranian respectability”. L’idea è di recente accolta da McGing 2009, 205 e n. 11. Sulla questione delle origini dinastiche della casa dei Mitridatidi vd. supra cap. 1.1.