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Andamento delle quotazioni dei terreni per qualità di coltura (000 euro per ettaro)

Nel documento L'agricoltura del Molise : rapporto 2013 (pagine 66-70)

i L credito agrario e iL mercato fondiario

Grafico 4.4 Andamento delle quotazioni dei terreni per qualità di coltura (000 euro per ettaro)

€ - € 5.000 € 10.000 € 15.000 € 20.000 € 25.000 € 30.000 € 35.000 € 40.000 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Seminativi irrigui Seminativi non irrigui Prati permanenti Ortofloricole e vivai Oliveti Vigneti DOC Vigneti non DOC

Fonte: Indagine sul Mercato fondiario, INEA.

Negli ultimi anni il mercato regionale ha registrato ribassi delle quotazioni fondia- rie, con dati puntuali che hanno fatto registrare flessioni statisticamente significative (in media -1/2 %) e meritevoli di approfondimento, soprattutto quelli riferiti alle tipologie a maggiore rischio di impresa e di mercato (seminativi irrigui, ortofloricole, legnose agrarie) e quelli relativi alle regioni agrarie con i più alti corsi fondiari su base regionale.

L’azione depressiva sui corsi fondiari è associabile alla forte accelerazione della crisi economica, nazionale e regionale, che ha reso più difficile l’accesso delle aziende agri- cole al credito agrario, sia di esercizio che di miglioramento e che - congiuntamente al proseguimento della tendenza rialzista dei prezzi di alcuni input di processo strategici (carburanti, fertilizzanti, fitofarmaci) ed all’aumento dei regimi impositivi da parte degli Enti locali (IMU) - ha rallentato l’interesse degli operatori del mercato fondiario verso le l’attività agricola a carattere intensivo e maggiormente collegate al mercato (quali legnose agrarie, ortofloricole, colture industriali, etc.), in quanto diventate eccessivamente onerose per la conduzione ed eccessivamente rischiose in termini di strategia di mercato. Peraltro, tali circostanze hanno agito su un comparto agricolo regionale già penalizzato da carenze strutturali mai superate e dall’assenza di liquidità da parte delle imprese agricole, deter- minando così l’attuale stasi dell’attività di compravendita. In Molise, dove le compravendite sono diminuite per il terzo anno consecutivo, le difficoltà economiche che gravano sulle imprese agricole hanno inoltre contribuito all’incremento delle vendite di terreni con aste giudiziarie.

Di fatto insignificante sul mercato fondiario è stato l’effetto delle politiche di promo- zione e sostegno alle attività agricole attivate dalla Regione Molise, limitate nel corso del 2012 ad interventi di recupero dei fabbricati rurali (Misure 3.2.2 e 3.2.3. del PSR Molise

2007-2013) e/o all’agricoltura sociale (Misure 3.1.1 e 3.1.2 del PSR Molise 2007-2013). Ap- pare evidente, stanti le circostanze riferite, che la domanda di terra agricola si è confer- mata molto modesta, ai limiti del trascurabile, sostenuta da un numero sempre minore di transazioni aventi ad oggetto terreni agricoli.

Per quanto attiene l’incidenza sulle quotazioni fondiarie delle forme di sostegno pub- blico (es. pagamento AGEA), l’esiguità dei relativi importi unitari e le complicazioni ammi- nistrative per la loro liquidazioni a favore dei beneficiari, rende di fatto ininfluenti eventua- li maggiorazioni dei prezzi di mercato, salvo improbabili situazioni di estesi corpi fondiari, che giustifichino trasferimenti di risorse pubbliche superiori ai 3.000/4.000 euro/anno. Per contro, nelle aree regionali di migliore vocazione agronomica, anche dove persistono op- portunità di mercato e/o condizioni di filiera stabile, gli alti corsi fondiari e le casse vuote degli operatori agricoli hanno collocato la domanda di terra agricola ai minimi da molti anni a questa parte, con contestuale indebolimento dell’offerta potenziale, con immediate ripercussioni ribassiste sui prezzi di scambio. La domanda di terra si conferma su livelli modesti e viene sostenuta per lo più da allevatori che hanno la necessità di produrre gli alimenti da destinare all’allevamento aziendale per ridurre i costi di produzione.

4.2.2 Il mercato degli affitti

Nel 2012, caratterizzato da un’acuta fase di crisi del settore agricolo regionale, la diffusione dell’affitto si è confermata stabile in termini quantitativi, quale principale, se non unico, strumento possibile a disposizione dell’imprenditore agricolo per entrare in possesso della base fondiaria.

Il trend dominante in termini di importi dei canoni concordati fra le parti relativa- mente alle scadenze in corso d’anno ha confermato gli aspetti già accertati negli ultimi anni: numeri stabili in termini di quantità di contratti “chiusi”, salvo qualche circoscritta contrazione nelle zone ad agricoltura più intensiva, e numeri lievemente decrescenti in termini di valore (importo dei canoni), dove – per la prima volta dopo molti anni – il segno meno ha prevalso sul segno più per non poche delle tipologie colturali nelle zone ad agricol- tura mercantile, come le Colline del Volturno in provincia di Isernia e la Collina costiera, le Colline del medio Biferno e la stessa Montagna di Campobasso in agro al capoluogo di Regione (Tab. 4.4).

La principale novità, peraltro già intuibile dall’anno precedente, ma chiaramente ma- nifestatesi nel 2012, è stata il significativo abbassamento dei canoni in deroga (soprattutto, nei valori massimi) e degli stessi contratti stagionali come chiusi fra le parti nelle aree agricole di maggiore vocazione e potenzialità agronomica, a inequivocabile riprova che non è possibile mantenere sempre rigida ed immodificabile l’offerta di terra, soprattutto per i terreni e le colture ad alto rischio di mercato e di più alto costo gestionale, quando gli ope- ratori agricoli, che sostengono la domanda, stanno vivendo una fase di particolare criticità e contestuale assenza di risorse finanziarie.

Sulla base delle informazioni acquisite presso i testimoni privilegiati, le principali causali che hanno determinato le tendenze annuali del mercato molisano degli affitti, sono rinvenibili nell’ulteriore accentuarsi ed estendersi, nel corso del 2012, della fase di crisi e di perdita di competitività e di risorse delle filiere agro-alimentari molisane, che hanno chiaramente favorito il mantenimento di canoni abbastanza stabili per le colture a minore rischio di impresa e mercato (colture erbacee asciutte, foraggere, legnose tradizionali),

così come la tendenza alla contrazione dei canoni concordati per le colture ad alto rischio di mercato (ortofloricole, legnose agrarie, seminativi irrigui, in generale) in tutti gli ambiti territoriali di maggiore vocazione agronomica regionale. Anche l’assenza di politiche di intervento regionale in agricoltura incisive e capaci di fungere da volano anti-ciclico per lo stimolo della mobilità fondiaria in affitto hanno contribuito a determinare la situazio- ne in atto, unitamente allo sfavorevole andamento dei prezzi per le principali produzioni agricole.

Tabella 4.4 - Quotazioni degli affitti per qualità di coltura (.000 euro per ettaro)

2012 Variazioni %

Min Max Min Max

Contratti in deroga: orticole pianura venafrana 450 620 0,0 -4,6 Contratti in deroga: oliveti asciutti e/o irrigabili collina interna

isernia 120 240 0,0 0,0

Contratti in deroga: seminativi asciutti collina interna isernia

(con titoli aGEa) 80 140 -11,1 0,0

accordo verbale: prati, pascoli di medio-alta collina alto

Molise 20 30 0,0 0,0

Contratti in deroga: vigneti DoC nella pianura costiera 650 850 -4,4 -5,5 Contratti in deroga: seminativi irrigui orticoltura mercantile

nella pianura costiera 450 630 0,0 -6,0

Contratti stagionali: colture orticole-industriali colline basso

Molise 250 320 -7,4 -5,9

Fonte: Indagine sul Mercato fondiario, INEA.

Riguardo alle forme contrattuali occorre segnalare il processo in atto di regolarizza- zione dei contratti, riscontrato già negli ultimi anni, grazie anche al fatto che i principali attori da parte della domanda sono stati i detentori dei titoli PAC alla ricerca di terra, in quanto i contratti unilaterali in scadenza non sono più accettati dall’AGEA ai fini dell’ero- gazione dei relativi premi. Tuttavia, il dualismo strutturale determinato dall’antagonismo tra le zone estensive dell’entroterra, dove dominano forme contrattuali atipiche (restano accordi verbali o dichiarazioni unilaterali per oltre il 60% dei contratti di affitto), e le zone più intensive interessate per la maggior parte dei casi da contratti in deroga, è rimasto ancora evidente.

Nel documento L'agricoltura del Molise : rapporto 2013 (pagine 66-70)