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Distribuzione degli operatori biologici Anno

Nel documento L'agricoltura del Molise : rapporto 2013 (pagine 175-180)

L a struttura deL settore

Grafico 6.23 Distribuzione degli operatori biologici Anno

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% ITALIA

Mezzogiorno Molise

Produttori esclusivi Preparatori esclusivi Produttori/Preparatori Importatori

Fonte: SINAB su dati degli organismi di certificazione.

Tabella 6.45 - Superfici biologiche per tipologia di coltura. Anno 2012 e variazioni percen- tuali su 2011

Italia 2012/2011Var. % Molise 2012/2011Var. %

Cereali 210.543 14,4 2.263 17,7

Colture proteiche, leguminose, da granella 20.837 -2,8 105 1,9

piante da radice 1.175 -36,1 13 1200,0

Colture industriali 13.567 -15,3 63 -43,8

Colture foraggere 255.003 1,8 716 -13,6

altre colture da seminativi 5.031 -52,3 - -

ortaggi* 21.336 -8,8 94 14,6 Frutta** 23.033 -0,9 288 -14,8 Frutta in guscio 30.071 8,0 17 30,8 agrumi 25.340 15,5 - - Vite 57.347 8,6 304 -7,9 olivo 164.488 16,2 551 -4,5

altre colture permanenti 6.386 -15,3 1 - prati e pascoli (escluso il pascolo magro) 205.156 12,7 326 -7,6

pascolo magro 85.545 -8,5 2 -60,0

terreno a riposo 42.504 10,7 78 -46,9

totale colture 1.167.362 6,4 4.823 0,2

* agli ortaggi sono accorpate le voci “fragole” e funghi coltivati”

** la frutta comprende “frutta da zona temperata”, “frutta da zona subtropicale”, “piccoli frutti” Fonte: SINAB su dati degli organismi di certificazione.

Tra le coltivazioni principalmente presenti in regione, si registra un aumento della superficie biologica investita a cereali (+17,7%); al contrario, perdono superficie biologica, la vite (-7,9%), l’olivo (-4,5%), la frutta (-14,8%), le foraggere (-13,6%) e i prati e pascoli (-7,6%). Tale evoluzione introduce un elemento di criticità, rappresentato dalla contrazione

di quelle produzioni che più di altre potrebbero essere interessate da un processo di tratta- mento e lavorazione, che potrebbe determinare difficoltà di approvvigionamento da parte dei numerosi preparatori che pure risultano essere presenti in regione.

Infine, i dati SINAB evidenziano in Italia la presenza di oltre 7.700 aziende zootecni- che biologiche, in crescita del 12,1% rispetto al 2011; il Molise, invece, si colloca all’ultimo posto per il più basso numero di aziende zootecniche biologiche, pari a 2 unità (Tab. 6.46), nonostante la marcata vocazione regionale per le produzioni zootecniche.

Tabella 6.46 - Aziende zootecniche biologiche in Italia

2011 2012 Var.% 2012/2011 totalE 6884 7714 12,1 Sicilia 1568 1735 10,7 Sardegna 1539 1510 -1,9 lazio 766 -100,0 Emilia Romagna 584 662 13,4 toscana 370 474 28,1

trentino alto adige 372 436 17,2

piemonte 309 338 9,4 Calabria 252 328 30,2 Marche 311 -100,0 lombardia 157 230 46,5 Basilicata 175 185 5,7 Veneto 184 180 -2,2 Umbria 141 130 -7,8 puglia 28 117 317,9 liguria 103 102 -1,0 Campania 53 58 9,4 Valle D’aosta 54 54 0,0 abruzzo 53 54 1,9

Friuli Venezia Giulia 41 42 2,4

Molise 1 2 100,0

Fonte: SINAB su dati degli organismi di certificazione.

In conclusione, i dati confermano il ruolo sempre più importante che le produzioni di qualità certificata vanno assumendo nel contesto nazionale. In Molise, nonostante i segnali certamente positivi, lo sviluppo delle produzioni di qualità ha mostrato una crescita molto lenta rispetto al resto del paese. In particolare, nonostante l’esistenza di misure previste nell’ambito del PSR e di azioni intese a migliorare la produzione agricola e la qualità dei prodotti agricoli, emerge ancora una scarsa partecipazione degli imprenditori agricoli mo- lisani ai sistemi di qualità. In effetti, molto spesso gli agricoltori non trovano conveniente sopportare i costi di certificazione necessari per poter introdurre i propri prodotti sul mercato come DOP-IGP o BIO, in considerazione della limitata entità dei benefici attesi (Belletti e Marescotti, 2012). A questo si aggiungono altri limiti che frenano lo sviluppo di questi prodotti quali la criticità nell’organizzazione delle filiere, l’assenza di consorzi di tu- tela allo scopo di salvaguardare la tipicità delle produzioni e di promuovere i prodotti, oltre agli elevati prezzi al consumo che scoraggiano gli acquirenti.

E’ fondamentale pertanto attuare delle strategie in grado di promuovere l’agricoltura di qualità, che può rappresentare una valida alternativa per le aziende localizzate soprat- tutto in aree marginali della regione e uno strumento per la rinascita delle economie locali, andando a valorizzare quelle che sono le risorse e le tradizioni produttive (Unioncamere Molise, 2013).

6.7 Le produzioni forestali

Diverse possono essere le funzioni assegnate ai boschi. Essi rivestono in particolar modo una funzione di protezione del territorio da eventi di estrema gravità quali frane ed alluvioni, contribuendo anche a creare habitat particolari che garantiscono la presenza di numerose specie, sia vegetali che animali che altrimenti correrebbero il serio rischio di scomparire. Inoltre, le foreste svolgono un’altra funzione non meno importante delle altre, quella ricreativa che, in particolar modo in un territorio ancora poco contaminato come quello molisano, può rivelarsi un importante traino di un’attività turistica che potrebbe essere l’arma vincente per contribuire allo sviluppo di quelle aree interne e montane eco- nomicamente più svantaggiate.

Oltre a queste importanti ed essenziali funzioni protettive, le foreste svolgono anche un’importante ruolo economico. Come evidenziato al paragrafo 2.2 di questo studio, il con- tributo del comparto silvicolo alla formazione del valore aggiunto agricolo è infatti del 4%, quale sommatoria dei valori non solo delle produzioni legnose ma anche di altri prodotti di pregio quali castagne, frutti di bosco, funghi e tartufi.

Le statistiche ISTAT sulle tagliate e le utilizzazioni legnose forestali offrono elemen- ti interessanti sulle quantità legnose prodotte e sulle loro utilizzazioni. Dalla lettura dei dati relativi al periodo 2007-2011 (Tab. 6.47), si evince, in generale, una lieve crescita del numero totale delle tagliate, a cui si contrappone però una riduzione delle superfici totali utilizzate, con una conseguente riduzione della dimensione media delle tagliate (-18%), che è passata da 1,4 ha del 2007 a 1,1 ha del 2011. Analizzando le tagliate in ordine alla categoria di proprietà si osserva come i 2/3 dei tagli vengano effettuati da privati, mentre la restante parte è attribuibile ai comuni, che però presentano una dimensione media delle tagliate nettamente più elevata: 3 ha per i comuni, rispetto agli 0,7 ha dei privati. Tuttavia si osserva una netta diminuzione della superficie media tagliata dai comuni (-34% circa) rispetto ai privati che rimane sostanzialmente costante.

Tabella 6.47 - Numero e superficie (in ettari) delle tagliate per categoria di proprietà. Anno 2011

Stato e Regioni Comuni Altri Enti Privati Totale

anno n ha n ha n ha n ha n ha 2007 - - 189 691 - - 732 592 921 1.283 2008 - - 177 622 - - 752 492 929 1.114 2009 - - 236 649 1 8 706 438 943 1.095 2010 - - 208 597 - - 763 464 971 1.061 2011 5 1 267 647 - - 704 461 976 1.109

Tabella 6.48 - Utilizzazioni legnose forestali per tipo di bosco e destinazione (in metri cubi). Anno 2011 Conifere Latifoglie Totale anno Legname da lavoro Legname per uso energetico Perdite di lavorazione in foresta Legname da lavoro Legname per uso energe- tico Perdite di lavorazione in foresta 2007 454 - 5 1.890 120.298 1.221 123.868 2008 45 - - 2.808 135.454 1.385 139.692 2009 694 - 6 2.621 141.410 1.432 146.163 2010 1.857 - 18 3.746 125.425 1.290 132.336 2011 1.078 600 10 1.062 115.157 1.091 118.998 media 1% 0% 0% 2% 96% 1% 100%

Fonte: ISTAT, tagliate e utilizzazioni legnose forestali

Per quanto riguarda le utilizzazioni forestali nel periodo 2007-2011, riportata in ta- bella 6.48, la quasi totalità del materiale prodotto (in media il 96% delle produzioni del quinquennio considerato) è destinata a uso energetico, derivante essenzialmente dai bo- schi di latifoglie, che rappresentano la componente principale per disponibilità di legname per uso energetico e da lavoro.

La produzione di legname da lavoro ha registrato un incremento dal 2007 al 2010 sia da boschi di conifere che di latifoglie. Il legname per uso energetico ha registrato una pro- duttività delle conifere solo nel 2011, mentre la disponibilità di tale materiale da latifoglie è stato consistente per tutto il quinquennio, in media quasi 130.000 m3, registrando un va-

lore massimo di 141.410 m3 nel 2009. L’analisi ISTAT ha permesso di valutare anche le per-

dite ottenute dalle lavorazioni in bosco, consistenti nei boschi di latifoglie e proporzionali alla produttività di tali boschi, pari quasi all’1% del legname prodotto per uso energetico.

Le quotazioni della legna per uso energetico commercializzata all’imposto si colloca sui 40 euro a metro cubo per la legna di conifere, mentre sale a 59 euro per quella di lati- foglie.

I boschi comunali nella maggior parte dei casi sono utilizzati ad uso industriale se- condo un piano dei tagli approvato dal Corpo Forestale dello Stato e trovano allocazione sul mercato attraverso le ditte boschive che si aggiudicano i lotti boschivi mediante aste o avvisi pubblici. Le produzioni e gli assortimenti che ne derivano sono classificabili come legname da ardere per uso domestico.

Per quanto riguarda i prodotti del bosco non legnosi essi possono essere così distinti: funghi, tartufi, frutti di bosco, castagne, erbe aromatiche e medicinali.

I prodotti non legnosi del bosco costituiscono ad oggi una fonte di reddito significa- tiva per le popolazioni che vivono nelle aree interne e montane del Molise, anche se per essi non si dispone di una esatta valutazione. Essi dovranno pertanto essere considerati nell’ambito degli strumenti di incentivazione, in proporzione al loro valore economico e sociale.

Attività di ricerca nell’ambito delle microfiliere, attività di informazione dei produt- tori, adeguamento e rafforzamento delle misure di controllo (limiti quantitativi, modalità di raccolta, ecc.) assicurano una perpetuità delle produzioni garantendo nel contempo una equa ripartizione degli utili tra i diversi soggetti coinvolti nella valorizzazione economica dei prodotti.

Nel documento L'agricoltura del Molise : rapporto 2013 (pagine 175-180)