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3 “Scusate se voglio far carriera”: una ricerca trasformativa

Fase 3: esempi non familiari e confronto con dilemmi disorientanti Sono stati organizzati incontri con testimoni privilegiate portatrici di storie di successo nel mondo

4. Dalle distorsioni ad un costrutto evolutivo di lavoro 1 Dispositivi e strument

4.2. Apprendimenti in corso Le competenze promosse dall’inquiry

I risultati della ricerca mostrano che le studentesse stanno transitando da posizioni stereotipate a traiettorie evolutive: da una parte sono interessate a esperienze di apprendimento all’estero, come l’Erasmus, e a percorsi professionalizzanti di alta formazione, dall’altra convivono con gli stereotipi di genere, secondo cui un uomo deve giustificarsi se non riesce a far carriera, una donna deve giustificarsi se vuole far carriera. L’orientamento al lavoro, dunque, è un problema di genere. Non solo, quindi, sono promosse hard skills, conoscenze tecniche relative alle professioni, ma anche soft skills, competenze sociali, gestionali, di leadership e imprenditoriali: nell’esperienza del dilemma disorientante9, le studentesse ricercatrici sono professioniste in situazione che non hanno soluzioni prestabilite per i problemi della pratica ma li cercano attraverso l’inquiry. Che cosa hanno appreso le studentesse?

1. la sperimentazione della ricerca come strumento di formazione e di professionalizzazione;

2. possedere la propria esperienza e non essere la propria esperienza (Mezirow, 2003); 3. la concezione del gruppo dei pari come risorsa, dal momento che la condivisione di un problema permette di aggregarsi con compagne di avversità con cui progettare insieme possibili corsi di azione;

4. la capacità di decentramento cognitivo, grazie al confronto con esperienze non familiari e al dialogo riflessivo come procedura rigorosa per diventare consapevoli delle proprie prospettive di significato (Mezirow, 2003);

5. la partecipazione a pratiche intellettuali socialmente situate e condivise che hanno consentito di apprendere in situazione competenze procedurali.

Figura 3. Le competenze promosse dall’inquiry come metodo di ricerca collaborativa

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Le fasi della trasformazione delle prospettive secondo Mezirow (2003, p. 166) originano da uno sconcerto, da un “momento A-Ah!” , da cui deriva l’autoesame, la valutazione critica degli assunti epistemologici, socioculturali o psichici, la scoperta che il proprio processo di trasformazione è comune e che altri hanno già assunto un cambiamento analogo (il confronto con le compagne di avversità, la ricerca di nuovi modelli), l’esplorazione delle opzioni che prospettano nuovi ruoli, nuove relazioni e azioni, la pianificazione di nuovi corsi di azione, l’acquisizione di conoscenze e competenze utili all’implementazione dei propri piani, la sperimentazione e familiarizzazione con nuovi ruoli (le studentesse ricercatrici), una reintegrazione nella propria vita, sulla base delle condizioni imposte dalla nuova prospettiva. pensiero critico flessibilità iniziativa creatività valutazione delle proprie storie di apprendimenti pregressi capacità di risolvere i problemi cooperazione e collaborazion e assunzione di decisioni capacità di gestione costruttiva e proattiva

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5. Considerazioni conclusive

Il contributo ha inteso presentare la sperimentazione di azioni di supporto che nell’ambito di un Dipartimento con corsi di laurea dalle traiettorie occupazionali indeterminate si è concretizzata nella ideazione e realizzazione di progetti di ricerca finalizzati a migliorare la vita universitaria individuando supporti per la prefigurazione di specifici destini professionali. Negli spazi di apprendimento e di ricerca le studentesse si sono sentite membri legittimati di una comunità che progetta e concerta con loro le iniziative per rendere la pratica didattica più vicina alle competenze richieste dal mondo del lavoro. In questo senso si sono create condizioni organizzative e formative in grado di sostenere la costruzione dell’identità professionale delle partecipanti e di traiettorie evolutive del costrutto di carriera, facilitando l’incontro con il mondo del lavoro già durante gli anni dell’università (fin da matricole) e attuando ricerche che possano da una parte consentire di indagare i problemi e i dilemmi disorientanti, dall’altro facilitare il lavoro di gruppo promuovendo azioni riflessive emergenti da scambi e interazioni dialettiche.

Il confronto con le esperienze non note di testimoni privilegiate ha costituito il passaggio all’incontro con il non familiare, con modelli alternativi e l’apertura a possibili cambiamenti (Wenger, 2006). L’invito a guardare ai modelli relativi al genere, alle famiglie di altre culture, di altre nazioni e alla carriera costituisce l’invito a cercare nuovi esempi di storie di successo.

In definitiva, i progetti e le azioni messe a punto, da un lato, hanno permesso di superare nelle giovani donne visioni tradizionali e stereotipate della realtà sociale e, dall’altro, di potenziare le opportunità di trasformazione delle loro identità professionali.

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RELAZIONI SCOLASTICHE GENERATIVE DI RISORSE SOCIALI: IL SAPERE

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