“EDUCARE ALLE DIFFERENZE” UNA PROPOSTA PEDAGOGICA DI CO COSTRUZIONE DI SAPERI DEMOCRATICI A PARTIRE DAI MOVIMENT
5. Il gruppo nazionale “kore” del MCE
Ispirandosi alla figura mitica di Kore, figlia di Demetra, il gruppo Kore diviene gruppo nazionale del MCE e si struttura al suo interno, alla fine degli anni Novanta, come un gruppo di educazione alla pedagogia della differenza sessuale, “allo scopo di approfondire la ricerca sui temi del femminile nei suoi riflessi educativi fondendo il patrimonio pedagogico-culturale del MCE con quello delle donne” come evidenzia il sito
http://www.fimem-freinet.org/it/node/1231 rilevato l'11 dicembre 2016, ovvero mettendo assieme i presupposti dell'educazione laica, cooperativa, democratica, interculturale e non violenta con la centralità della differenza di genere e delle questioni portate avanti dal movimento femminista. Kore, nome greco per giovinetta, ragazza, dà un'altra importante indicazione di metodo: la volontà di rileggere i miti antichi come occasioni di riflessione profonda sull'esistenza e la permanenza di una spiritualità arcaica femminile nonviolenta.
Non si tratta più di proporre una separatezza, pure necessaria all'inizio per evidenziare la propria forza e specificità, quanto di mettere a nudo l'impossibilità di un “neutro” maschile che in tutti gli ambiti, non solo quello del linguaggio, impedisca di vedere le molteplici sfumature e differenze di ciascuno. Kore si pone come un momento di ricerca educativa e di riflessione dove, in una nuova visione sistemica ed ecologica della società, ogni insegnante riconosca la sua responsabilità nella costituzione di un'identità complessa e sessuata come quella dell'allievo che ha davanti, e la necessità di “costruire rapporti autentici fra i sessi nella consapevolezza della differenza”. Si fa strada dunque il riconoscimento anche di gruppi e pratiche maschili di autocoscienza e di rilettura del pensiero della differenza, se fra i punti costitutivi delle pratiche di ricerca-azione appaiono i seguenti:
“partire da sé” in relazione alle altre e agli altri, come buona pratica di parola e di ascolto;
ricercare una conoscenza integrata alle emozioni; privilegiare la presenza e la cura;
vigilare sui problemi connessi all’autorità e al potere;
riconoscere i valori nell’ottica della partnership Maschio/Femmina;
coltivare una nuova forma di spiritualità femminile, non separata dal corpo e dalla natura;
prestare attenzione alla ricerca di alcuni gruppi maschili nella direzione del superamento dei rapporti di potere fra i sessi (Martignone, 2005, pp. 181-198).
59
A partire dal corpo, percepito come “laboratorio di laboratori”, il gruppo classe viene invitato a riconoscere desideri ed emozioni, e l'esistenza di tradizioni culturali che attraverso la letteratura, le feste, i miti si oppongono al modello di dominio delle culture patriarcali.
Il Convegno, che il gruppo Kore organizzò dall'1 al 3 luglio 2000 a Vallecrosia, Imperia, presso la Casa Valdese, dal titolo Generi vissuti e modelli culturali, offre un interessante esempio metodologico della pratica educativa teorizzata dai diversi gruppi sulla differenza partecipanti.
All'arrivo un'attività, chiamata "A PARTIRE DA SE’", organizzata dal gruppo “Maestre/Allieve di Bologna” partiva dall'esposizione, in piccoli gruppi, delle motivazioni, dei vissuti e dei desideri individuali che avevano condotto all'incontro, rendendo ciascuna/o, di volta in volta, soggetto della narrazione ed indicando così già le tracce dei percorsi da costruire. Il giorno successivo otto “comunic-azioni inter-attive”, svoltesi in parallelo e in forma laboratoriale, si susseguivano nella giornata ed elaboravano il tema centrale del convegno, dedicato alle "VOCI PER UNA PEDAGOGIA SESSUATA". Può essere interessante scorrere l'elenco delle “comunicazioni inter- attive”che vennero discusse, per meglio comprenderne il senso e la portata pedagogica, scaricandole dal sito http://users.libero.it/infomce/Kore.htm rilevato il 16 dicembre 2016.
Una prima importante elaborazione del Convegno è quella che parte dal senso del potere come dominio nella storia, sottolineando le differenze fra partecipazione democratica e politiche di dominio, all'interno della grande Storia e nei rapporti di genere, dunque a livello sia individuale sia collettivo. La seconda importante acquisizione è quella del livello intersezionale degli stessi macro e microconflitti, nella mediazione culturale fra e all'interno di culture diverse, in cui corpi e pratiche veicolano messaggi connotati in modo culturalmente differente. Una terza importante riflessione appare quella su identità sessuale e autorità, dove l'assertività può essere sviluppata anche attraverso una piena espressione sessuata di sé. Altra importante visione è quella del passaggio generazionale, legata alla realizzazione di sé nelle diverse età della vita: attraverso il recupero del mito e l'ascolto, di sé e dell’altra, Margherita Donzelli ha proposto una ricostruzione autoriflessiva e potenziata di modelli e archetipi femminili. Il gruppo Menopiù, fondato infatti da Margherita Donzelli a Bologna, elaborò diversi percorsi di scrittura creativa attorno a temi del mito femminile.
In "Corpi in-disciplinati" si è messa in atto una ricerca su stereotipi e modelli di genere, in alunni maschi e femmine e in donne insegnanti di scuola media e superiore, dove “corpi reali, corpi immaginati, corpi sessuati di insegnanti e ragazzi/e” si sono messi in relazione per nuove pratiche di libertà e rilettura si sé.
Con "Sputa il rospo", il percorso di ricerca di Biancamaria Cattabriga si è sviluppato all'interno del processo di comunicazione tra maschi e femmine, “nella prospettiva di una trasformazione del conflitto”. Infine, la riflessione di Anna Maria Piussi su “l'intelligenza dell'amore” (Piussi, 1989; Piussi, Bianchi, 1995) ha anticipato quella educazione ai sentimenti che entrava nelle scuole dagli anni Novanta con i progetti per il Benessere e la salute.
60