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7. La motivazione ad apprendere

7.4. Apprendimento cooperativo

Una specifica considerazione merita l’apprendimento cooperativo e gli effetti che fa riscontrare sulla motivazione. Ormai diversi studi dimostrano che i soggetti impegnati in situazioni di apprendimento cooperativo mostrano un incremento nella stima di sé, una maggiore autoregolazione e una più alta motivazione, rispetto a gruppi di controllo trattati con metodologie tradizionali di insegnamento. Inoltre chi apprende in modo cooperativo risulta più focalizzato sugli obiettivi di competenza e in generale meglio disposto a intrattenere relazioni sociali positive.

Gli studiosi hanno discusso a lungo sui motivi che portano al verificarsi di tali risultati, chiedendosi se l’apprendimento cooperativo abbia effetti positivi perché incrementa la motivazione, perché crea maggiore coesione sociale, perché favorisce una elaborazione condivisa o perché l’interazione fra pari risulta facilitante. Alcuni studiosi hanno proposto invece dei modelli che integrano questi diversi aspetti fra loro, non trovando ragione del perché un motivo debba escludere l’altro. Secondo Slavin29 ad esempio, il gruppo promuove

una motivazione ad imparare, mentre la motivazione, a sua volta, sostiene ciascun membro del gruppo nel compito di apprendere. Tutto ciò porta a far sì che i soggetti si scambino reciprocamente il ruolo di tutor e condividano delle elaborazioni cognitive comuni. Il che conduce inoltre a una notevole coesione sociale del gruppo.

Un caso particolare di modello cooperativo è rappresentato dal cooperative learning, in cui si fanno rientrare una serie di strategie didattiche diverse ma tutte fondate sulla composizione di gruppi e su specifiche richieste cognitive che i soggetti devono fronteggiare come un unico insieme. Una vasta letteratura documenta l’influenza positiva dell’apprendimento cooperativo sulla motivazione e sull’apprendimento30. In particolare, utilizzando questa

strategia didattica si segnala un incremento del piacere nella partecipazione e nell’affrontare

29 Slavin, Robert E. Cooperative learning: theory, research, and practice. Allyn and Bacon, Boston 1995. 30 Anche su questo riferisce ampiamente Robert Slavin.

argomenti specifici, inoltre i soggetti impegnati in questo tipo di apprendimento sperimentano maggiore fiducia nella propria capacità di riuscire ad apprendere contenuti disparati fra loro.

Un altro aspetto su cui diversi autori si sono concentrati è rappresentato dalle relazioni fra

pari. Si tratta infatti di una componente importante che agisce in modo incisivo sulla

motivazione dei discenti in formazione. Determina effetti positivi sul piano dell’apprendimento ma anche sul clima che si va ad instaurare nel contesto formativo. Molti studi hanno analizzato gli effetti che le situazioni dell’imparare insieme come una “comunità di apprendimento” (communities of learners) hanno sulla motivazione. Altri si sono concentrati invece sulla capacità di chiedere aiuto ai pari, anch’essa come situazione che può influenzare la motivazione.

In generale viene confermato che la sensazione di essere sostenuti dai pari è la base per un maggior coinvolgimento nell’apprendere. Inoltre crea un più forte senso di appartenenza che, a sua volta, può ripercuotersi positivamente sulla qualità dell’apprendimento.

Gli elementi che contraddistinguono l’apprendere secondo il modello della “comunità di apprendisti” sono: autenticità dell’impegno nelle diverse attività, responsabilità condivisa, conoscenza distribuita, appropriazione reciproca, negoziazione dei significati. Questa cornice favorisce il processo di apprendimento sulla base di un coinvolgimento più profondo e diretto dei soggetti, più attivo e partecipato. Una simile organizzazione rappresenta quindi un fattore che va ad alimentare la motivazione. In più il lavoro svolto insieme, il sostegno reciproco per comprendere e apprendere i materiali di studio, la discussione e l’elaborazione condivisa, influenzano in maniera positiva le aspettative di riuscita. Ulteriore ricaduta di non poco conto, poi, è che viene riscontrata una maggiore focalizzazione sul processo di apprendimento piuttosto che sull’esito della prestazione.

Il risultato di maggior rilievo è il fatto che i soggetti risultano partecipare a pieno titolo, sono coinvolti in ciò che fanno e il loro coinvolgimento produce livelli di elaborazione cognitiva più elevati. Quindi lo scambio fra pari sembra avere ripercussioni molto positive sulla motivazione e i discenti risultano più implicati a titolo personale in ciò che fanno rispetto a quanto accade nella didattica organizzata secondo i modelli tradizionali di trasmissione del sapere. Nello scambio fra pari le parole chiave sono quindi: cognizione condivisa e distribuita, responsabilità congiunta e autonomia personale nel processo di apprendimento. Nel capitolo in cui ci occuperemo di eLearning, proprio in riferimento a questo modello verrà proposto un cambio di prospettiva e di paradigma. La metafora che si usa costantemente per riferirsi agli strumenti e agli ambienti di eLearning è infatti quella scolastica, mentre si potrebbe proficuamente ripensare il modo di concepire e abitare quegli spazi. Ci si riferirà, come metafora, alla bottega artigiana. Ma il senso è appunto quello espresso nelle righe precedenti, ossia richiamarsi a una comunità di apprendisti che, attraverso lo scambio e la negoziazione, costruiscono insieme il sapere.

Va ricordato da ultimo che il modello sociale non può essere considerato un mero espediente per coinvolgere i discenti o per facilitare il loro apprendere, costituisce piuttosto la trama stessa che sostiene l’impianto formativo e come tale va considerata.

Si è parlato a lungo e diffusamente del modello collaborativo di apprendimento. Aggiungiamo qui in calce al paragrafo due righe sul suo alter ego, spesso disconosciuto in campo educativo: il modello competitivo. La competizione è una leva umana potente, che in quanto tale porta con sé criticità rilevanti. Il carico di aggressività che accompagna le attività che vi afferiscono, per fare l’esempio più classico. Eppure non sembra un buon motivo per ometterla dalle trattazioni. È un elemento presente in ogni gruppo umano, anche quando non affrontato esplicitamente. Inoltre è difficile disconoscere che poche esperienze ci coinvolgono quanto quelle in cui siamo impegnati a misurarci con gli altri. Così, ne daremo conto più avanti nel capitolo sulla Gamification. Lì infatti, nella letteratura che prende in considerazione gli elementi di progettazione del gioco la competizione trova spazio e un suo ruolo.