IL TRIANGOLO PRImARIO Francesca Dabrassi, Antonio Imbasciat
9.3. UN ASSESSmENT ANCHE PRENATALE
Francesca Dabrassi, Antonio Imbasciati
Gli studi finora condotti (Favez, Frascarolo, Fivez-Depeursinge 2006; Favez et al. 2006) mostrano che il tipo di alleanza familia- re che si instaura tra la triade rimane stabile per tutto il primo anno e mezzo di vita del bambino (Weber 2002): poche ricerche han- no invece cercato di indagare quando queste modalità di funziona- mento si caratterizzano, se alla nascita del bambino stesso o, come invece è ipotizzabile, prima, durante il periodo della gravidanza, nella fase di transizione alla genitorialità (Carneiro, Corboz-Warne- ry, Fivaz-Depeursinge 2006). Sebbene la gravidanza rappresenti un evento naturale del ciclo di vita della donna, in particolare la prima gravidanza si configura come una fase critica – una «crisi evoluti- va» – che implica profondi cambiamenti psicologici, somatici e so- ciali (Deutsch 1945; Bibring 1959, 1961; Pines 1972, 1982; Ammaniti 1992). Stern (1995) definisce «costellazione materna» questa con- dizione di riorganizzazione della vita psichica della donna, caratte- rizzata da profondi cambiamenti delle rappresentazioni di sé come persona, moglie, figlia, madre. L’attesa di un bambino è un periodo
di «trasparenza psichica» per la donna incinta (Bydlowski 1997), ma anche di riadattamento delle relazioni all’interno della famiglia: en- trambi i genitori si preparano psicologicamente alla genitorialità e alla relazione con il bambino atteso, attraverso la costruzione pro- gressiva di un’immagine del bambino, il cosiddetto «bambino della testa», o «bambino nella notte», o «bambino immaginario» (Soulé 1982; Vegetti Finzi 1990; Bydlowski 1997), che poi dovrà fare i con- ti con il «bambino reale» alla nascita. Nonostante questo, le ricer- che si sono principalmente focalizzate su quelle che sono le rap- presentazioni materne sul bambino in pancia, mostrando come esse siano predittive della relazione madre-bambino dopo la na- scita. Pochi sono invece i lavori che hanno indagato le rappresen- tazioni paterne e, ancora meno, quelli relativi alle rappresentazio- ni dei due genitori insieme. Si può citare la ricerca di Bürgin e Von Klitzing (1995) che mostra come le rappresentazioni triangola- ri dei genitori (padre e madre) durante la gravidanza siano preditti- ve del posto che essi offriranno al bambino nelle interazioni triadi- che a quattro mesi dopo la nascita. Altri studi hanno messo in luce l’influenza della relazione coniugale (Gottman, Katz 1989; Cowan, Cowan 1992) e l’impatto della coppia genitoriale – per distinguer- la dalla coppia coniugale (Katz, Gottman 1996; McHale, Cowan 1996; McHale, Fivaz-Depeursinge 1999) – sullo sviluppo del bam- bino. Questo concetto, chiamato co-genitorialità, è stato sottoli- neato anche dalla teoria di Minuchin (1974) e si riferisce alla quali- tà dell’accordo tra adulti nel loro ruolo di genitori (McHale, Cowan 1996; Belsky, Kelly 1994).
Anche se dai risultati delle ricerche emerge come la relazio- ne coniugale abbia un impatto sulla qualità di parenting, in real- tà non tutte le coppie con difficoltà coniugali agiscono il conflitto nel contesto della co-genitorialità, o anche non tutte le coppie con difficoltà co-genitoriali hanno problemi a livello coniugale. Alcu- ne ricerche hanno però dimostrato che il «calore familiare», inteso come la manifestazione di affetto e tenerezza tra i genitori e verso il bambino, ha correlazioni forti con lo sviluppo socio-emotivo del bambino e con le successive interazioni con i pari (McHale, Cowan 1996; McHale, Krasnow, Slavick 1997; McHale, Fivaz-Depeursinge 1999). Ritornando al periodo prenatale, un recente studio di McHa- le (McHale et al. 2002) ha mostrato una forte associazione tra le aspettative prenatali dei genitori sul futuro processo familiare e il funzionamento co-genitoriale osservato nelle interazioni triadiche dopo la nascita.
Supponendo quindi che la co-parentage si fondi già durante la gravidanza, Carneiro e i suoi collaboratori (2006) hanno cercato il modo di predire da questo periodo la qualità dell’alleanza genitoria- le una volta che il bambino sia nato, utilizzando il paradigma dell’LTP (adattandolo per la situazione prenatale). Se l’alleanza familiare è già in formazione tra i genitori durante la gravidanza, si tratta allora di os- servare la cooperazione, definita «alleanza prenatale co-genitoriale», tra i futuri genitori a proposito del figlio che dovrà nascere. In questo caso ai futuri genitori viene chiesto di immaginare e simulare il loro primo incontro con il proprio bimbo, rappresentato da una bambola che ha il corpo di un neonato, ma senza un volto definito.
L’alleanza prenatale co-genitoriale è stata valutata dagli auto- ri (Carneiro, Corboz-Warnery, Fivaz-Depeursinge 2006) utilizzando cinque scale: a) la giocosità co-genitoriale, cioè la capacità da parte della coppia di creare uno spazio giocoso e di co-costruire un gioco; b) la struttura del gioco, cioè la capacità della coppia di strutturare i quattro momenti del gioco in base alla consegna; c) i comportamen- ti genitoriali intuitivi individuati dalla letteratura (Papousek, Papousek 1987) nell’holding e orientamento «en face», nella distanza di dialo- go, nel baby-talk e/o nei sorrisi diretti al bambino, nello accarezza- re e/o nel cullare, nell’esplorazione del corpo del bambino e, infine, nella preoccupazione per il benessere del bambino; d) la coopera- zione di coppia, cioè il grado di cooperazione attiva tra i genitori du- rante il gioco, a livello comportamentale; e) il calore familiare, cioè il grado di affetto e umorismo condiviso dai partner durante il gioco.
È stato anche valutata la soddisfazione coniugale a livello prenata- le utilizzando la Dyadic Adjustment Scale (DAS – Spanier 1976) e l’al- leanza familiare postnatale utilizzando l’LTP postnatale presentato in precedenza.
Dai risultati di questo importante studio è emersa una correlazio- ne significativa tra il grado di coordinazione della coppia a livello pre- natale e il livello di coordinazione familiare postnatale. In particola- re, le dimensioni che sono risultate significativamente correlate con l’LTP postnatale sono state i «comportamenti intuitivi genitoriali» e il «calore familiare», cioè quelle importanti nella coordinazione con il bambino reale. Tra l’altro il fatto che entrambi i genitori siano in gra- do di attivare i «comportamenti intuivi» prima della nascita, fa pensa- re rispetto all’idea diffusa del cosiddetto istinto materno. È vero che i padri che partecipano a questo tipo di ricerche sono poco rappre- sentativi dei padri in generale perché più motivati, ma è altrettanto vero che quando i padri si ritrovano nel ruolo di caregiver primario
mostrano le competenze genitoriali necessarie (Palmeri 1989). In li- nea con questa lettura, alcuni autori (Lamb, Oppenheim 1989) so- stengono l’idea che il motivo per cui le madri risultano più sensibi- li, in sintonia e capaci di adeguarsi maggiormente ai bisogni del loro bambino, risieda nel fatto che le madri se ne occupano di più rispet- to ai padri.
È emersa, inoltre, anche una correlazione significativa tra la soddi- sfazione coniugale e l’alleanza co-genitoriale prenatale, ma solo per i mariti. Wang e Crane (2001) hanno interpretato queste differenze in termini di ruolo che gli uomini hanno rispetto alle donne nella mag- gior parte delle culture: mentre le madri sono considerate le princi- pali caretaker dei loro bambini, i padri hanno invece principalmen- te la responsabilità del sostegno economico della famiglia. Pertanto, secondo questi autori, le madri tendono a impegnarsi di più nelle re- lazioni co-genitoriali e genitoriali, a dispetto della soddisfazione co- niugale, mentre solo i padri con un’alta soddisfazione coniugale si impegnano di più anche in quella genitoriale. In questo studio (Car- neiro, Corboz-Warnery, Fivaz-Depeursinge 2006) è emerso che la soddisfazione coniugale misurata a livello prenatale è correlata con l’alleanza co-genitoriale prenatale; non si è però trovata la stessa re- lazione con l’alleanza familiare postnatale (anche se bisogna dire che non risulta misurata la soddisfazione coniugale a livello postnatale).
Tutto ciò può far pensare a come la soddisfazione sessuale possa risultare collegata a una emozione di cui fanno parte immagini e fan- tasmi generativi (Imbasciati, Buizza 2011): una loro assenza o minor pregnanza indicherebbe vissuti scissi, forse perversi, del piacere ses- suale, più evidenti negli uomini rispetto alle donne, che spiegherebbe i dati delle ricerche sopramenzionate.
I risultati della ricerca della Scuola di Losanna (Fivaz-Depeursin- ge, Corboz-Warnery 1999) hanno dimostrato la necessità di svilup- pare strumenti di assessment che indaghino la famiglia anche prima del suo formarsi, a livello prenatale, in modo da poter essere in grado di rilevare le risorse e le vulnerabilità della coppia prima dell’arrivo del primo figlio e, quindi, di poter intervenire in un’ottica di prevenzione. Lo strumento può essere utilizzato sia come procedura di valutazio- ne clinica, sia come vero e proprio intervento terapeutico (Corboz- Warnery, Fivaz-Depeursinge 2001; Fivaz-Depeursinge, Corboz-War- nery, Keren 2004). E forse potrebbe essere utilizzato per valutare la bontà di un assortimento di coppia prima che questa decida di fare un figlio.