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GESTAzIONE E PARTO Francesca Dabrassi, Antonio Imbasciat

3.2. PSICOSOmATICA DELLA GRAVIDANzA

Francesca Dabrassi, Antonio Imbasciati

La gravidanza, pertanto, rappresenta un momento critico, di tra- sformazione sia fisica che emotiva, in cui processi intrapsichici e fattori organici si intrecciano a vicenda. I processi psichici modu- lano i meccanismi biologici innescati dal concepimento, mentre le

modificazioni fisiologiche conseguenti, che interessano tutti gli or- gani e i tessuti dell’organismo, comportano, a loro volta, un feed- back sui processi psichici elaborati nella mente (versante somatop- sichico) che, ancora a loro volta, si ripercuotono di nuovo sul soma (versante psicosomatico). Ogni volta che l’unitarietà dello schema corporeo è messa in crisi, stesso evento deve accadere anche per l’identità psichica stessa del soggetto. Se una donna, che vede la propria immagine corporea modificarsi durante la gravidanza, non ha una rappresentazione interiorizzata e stabile di sé, è probabi- le che nella gestazione o al momento del parto manifesti distur- bi psichici anche di rilievo; per esempio gestosi e psicosi puerpe- rali. Sappiamo peraltro che le problematiche di origine psichica si ripercuotono anche sul benessere fetale: maggiore attività fetale in utero, e nella madre irritabilità, sindromi gastrointestinali, tachicar- dia e modificazioni del quadro respiratorio. Un forte stato ansioso materno può dare origine per esempio a una vasocostrizione uteri- na, mediata da una stimolazione di neurotrasmettitori, che potreb- be comportare un ritardo di crescita fetale, secondario ad asfis- sia cronica (Myers 1979). Una rilevante componente psicosomatica viene comunque riconosciuta in alcune sintomatologie e patolo- gie riscontrabili in gravidanza (Maggioni, Mimoun 2003): l’iperson- nia, l’iperemesi, la pseudociesi, l’aborto e la gestosi.

L’ipersonnia, relativa al primo trimestre di gravidanza, correla- ta all’effetto ipnogeno del progesterone, sarebbe dovuta a una re- gressione psichica e a una identificazione con il feto (Maggioni 2004). La sensazione di stanchezza e di fatica che viene rilevata in gravidanza deve essere anch’essa considerata in relazione all’adat- tamento psico-fisico che richiede la gravidanza stessa.

L’emesi (vomito), caratteristica del primo periodo della gravidan- za, in particolare al mattino, è considerato dipendente da un’ipe- reccitabilità del sistema vegetativo su base ormonale. Tale squili- brio sarebbe però anche in questo caso dovuto a fattori psichici: infatti è stata osservata la comparsa di nausea e vomito anche nei casi di gravidanza immaginaria, o dopo la mancanza di ciclo me- struale anch’esso di tipo psicogeno. A volte le ambivalenze e i con- flitti relativi al desiderio di un figlio o meno non riguardano solo l’intrapsichico della donna, ma anche l’ambiente familiare e co- niugale che può essere percepito come ostile alla gravidanza. La Deutsch (1945) e la Benedek (1952) considerano questo tipo di sin- tomatologia (nausea e vomito) legata a istanze emotive che si op- pongono alla gravidanza e alla presenza del feto. La loro scom-

parsa dopo il quarto mese dovrebbe essere dovuta al fatto che la madre inizia a sentire i primi movimenti fetali e, quindi, a con- siderare il feto come parte integrata con il sé. Possiamo pertanto dire che, se questi sintomi si mantengono entro certi limiti, posso- no essere considerati normali: è solo quando li superano, che ac- quistano caratteri di una sindrome patologica, chiamata iperemesi

gravidica. Il fenomeno, mediato da variazioni ormonali, metaboli-

che e comunque umorali, sarebbe espressione di una conflittua- lità tra desiderio e rifiuto della gravidanza. È stata riscontrata una maggiore presenza di iperemesi gravidica in donne che presenta- no maggiori livelli di ansia e di alessitimia (Tempfer, Froelich, Sei- dl 1979). Altre manifestazioni sintomatologiche con caratteristiche di oralità che si manifestano durante la prima metà della gravidanza sono le cosiddette «voglie», accompagnate a momenti di fame in- tensa o a periodici di completa mancanza di appetito, o comunque ad alterazioni del gusto. Sempre secondo la Deutsch (1945) que- sti sintomi sarebbero rappresentativi dell’ambivalenza della donna di voler espellere e nello stesso tempo proteggere l’embrione.

La pseudociesi, la cosiddetta gravidanza immaginaria, origina- ta dal desiderio di maternità, di solito accompagnata da anores- sia, lipotimie, vomito e nausee, comporta un intenso disagio emo- tivo nel contesto personale e sociale, che a sua volta intensifica lo squilibrio funzionale degli organi. In questa sindrome si osservano tutte le funzioni della gestazione, dalle modificazioni utero-ovari- che all’inturgidimento delle mammelle, sino alla secrezione di latte, all’iperemesi, alle modificazioni endocrine (Piscicelli 1979).

Si ha invece una gravidanza negata quando, nonostante le tra- sformazioni somatiche, la donna assume un atteggiamento osti- nato di negazione di quanto sta accadendo dentro di lei (Acciaro 1985). Questa negazione può rappresentare l’esito di un conflitto tra desiderio e rifiuto, una difficoltà ad accettare la realtà di diven- tare madri. Di solito queste sindromi sono associate a disfunzioni psichiche molto complesse.

Si definisce «aborto» un’interruzione della gravidanza che avvie- ne prima della ventiduesima settimana di gestazione, «aborto tar- divo» se avviene tra la ventiduesima e la ventottesima settimana, «aborto prematuro» se avviene dopo la ventottesima. La maggior parte degli aborti spontanei, spesso confusi con mestruazioni ri- tardate e abbondanti, avviene nelle prime settimane di gestazione. Di solito si presentano più spesso prima del quarto mese e sono spesso accompagnati dalla liberazione di prostoglandine specifi-

che prodotte localmente dall’utero, prima che la placenta produ- ca progesterone. Molti autori (Mann 1956, 1957; Weil, Tupper 1960) considerano l’aborto spontaneo come un evento psicosomatico correlato a conflittualità psichiche. Nella cultura popolare è del re- sto diffusa la nozione che l’aborto spontaneo sia causato da fatto- ri emotivi. Nel caso invece che l’aborto sia provocato, importante è capire quali sono gli aspetti psichici e sociali che hanno porta- to a questa decisione. Di solito, a parte i casi in cui l’aspetto socio- culturale è evidente, si tratta di donne che sono a conoscenza dei metodi contraccettivi, ma che hanno una forte resistenza rispetto al loro uso. È come se queste donne volessero «rimanere incinte», per avere una conferma della loro capacità riproduttiva, ma non volessero poi il figlio: si tratta di quelle gravidanze definite senza

maternità e che spesso riguardano le adolescenti (Pasini 1975; Bal-

daro Verde 1987).

Ci sono poi i casi di parto pretermine, che si riscontrano so- prattutto in primipare con una storia alle spalle di aborti pregres- si, che vivono forti vissuti di paura di perdere il bambino e si sento- no incapaci di «trattenere dentro di sé» il feto (Riva Crugnola 1987). Di solito sono donne che non sono state capaci di fantasticare e rappresentarsi adeguatamente il proprio bambino, che è stato im- maginato piuttosto come alieno. In questo senso il parto anticipa- to viene vissuto dalle donne come un’esperienza mai avvenuta, in quanto non sentita propria, o un compito dovuto e rimasto incom- piuto. Si tratta di donne che non hanno modo di farsi carico di una identità materna: questo si esprime spesso nel post-partum con un atteggiamento svalutativo nei confronti del codice materno e posi- tivo verso la tecnicizzazione (come le cure intensive, le incubatrici e via dicendo) che può sostenerle, allontanando le rappresentazio- ni psichiche e corporee angosciose e che, assumendosi il compi- to di prendersi cura del bambino, le solleva da altrettante angosce (Riva Crugnola 1987).

Infine, gestosi viene definita una sindrome multifattoriale che si manifesta nel terzo trimestre di gravidanza, caratterizzata da edemi, proteinuria, ipertensione (Pancheri 1984). Nei casi più gravi possono presentarsi crisi convulsive – eclampsia – se non addirittura mor- te della paziente e del bambino. La patogenesi di questa sindrome non è ancora definita, anche se sembra avere carattere pluricausa- le: più spesso ischemia placentare e/o eccesso di alcuni corticoste- roidi. Per quanto riguarda l’eziologia, sono state avanzate diverse ipotesi, anche se quella che sta prendendo maggiore sopravven-

to è quella psicosomatica: una situazione psichica, caratterizzata in particolare da forte ansia, può essere causa di una abnorme sti- molazione simpatica, la quale a sua volta provoca una vasocostri- zione dei vasi uterini e altri eventi nel corpo materno (Myers 1979), con conseguente ritardo della crescita fetale e/o morte intrauteri- na. È stato anche riscontrato che la gestosi si presenta in particolare in gravide che presentano maggiori disturbi psichici o con rapporti di coppia insoddisfacenti. In particolare sono donne ansiose, non in grado di rapportarsi con il loro problema, o di verbalizzare le ansie e le paure che provano: cioè, con tratti alessitimici.

Abbiamo infine tutta la serie di tumori che insorgono all’inizio o comunque durante la gravidanza: paradigmatico può essere il caso della mola vescicolare, che conduce inevitabilmente alla morte pre- coce dell’embrione: qui le ipotesi psicosomatiche si intrecciano con quelle riguardanti la pluricausalità delle neoplasie.

Ma ancor prima che possa avvenire il concepimento che por- ta alla gravidanza, il complesso di vissuti emotivi elaborato nel- le memorie implicite della bambina (e del resto anche con minor evidenza del maschio) e rielaborato quando la dimensione gene- rativa volge al desiderio di un figlio e al progetto di concretizzar- lo, può incidere psicosomaticamente sul concepimento stesso. A monte delle patologie della gravidanza abbiamo gran parte dei di- sturbi ginecologici della donna, tra i quali spicca la sterilità, parzia- le o totale, temporanea o permanente. La maggior parte dei casi di sterilità è infatti psicogena, mediata da alterazioni ormonali o co- munque umorali, dettati dalle connessioni del cervello emotivo con il S.N.V., il sistema immunitario e tutto il soma (Imbasciati, Bu- izza 2011: capp. 7, 14, 15).

Concepimento e gravidanza (così come pure l’essere fertile piut- tosto che sterili, in entrambi i sessi), è evento vitale che non acca- de per le intenzioni e le decisioni consapevoli, ma matura silenzio- samente nel cervello emotivo, e nel corpo, della persona umana. A monte dunque delle ricerche su che cosa si verifica nella gravidan- za stanno quelle su che cosa genera la gravidanza stessa, ottimale o patologica, possibile o impossibilitata.

Possiamo in conclusione dire che in letteratura rimane tuttora aperta la questione più generale, relativa all’incidenza delle emo- zioni in gravidanza (Maggioni, Mimoun 2003): particolari e diffici- li elaborazioni delle emozioni possono essere all’origine della mag- gior parte delle patologie gravidiche.