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Assunti sugli strumenti e sulla struttura operativa delle fasi di monitoraggio e di gestione

NORME PER IL GOVERNO DEL TERRITORIO (B.U 27 aprile 2004, n 45)

4.1 Le fasi del modello

4.1.4 Assunti sugli strumenti e sulla struttura operativa delle fasi di monitoraggio e di gestione

Il monitoraggio costante delle suddette fasi del “modello procedurale” prevede un osservatorio di monitoraggio super partes a livello regionale o provinciale che, raccolti i dati inviati dal nucleo sub-provinciale, in merito alle valutazioni, sia in grado di effettuare le seguenti verifiche, per come esposto sopra: valutazione inerente la razionalità degli obiettivi rispetto ai problemi e alle necessità definite in una prospettiva di medio e lungo termine; valutazione della coerenza degli strumenti con riferimento agli obiettivi; valutazione dell’efficacia dell’azione, raffrontando i risultati prevedibili con gli obiettivi; valutazione l’efficienza degli strumenti, verificandone i risultati.

Per quanto attiene i criteri relativi al monitoraggio, inoltre, è necessario fare riferimento ad appositi indicatori, che ad esempio possono essere riassunti in due macrogruppi di definizione: indicatori di realizzazione e indicatori di impatto.

Gli indicatori di realizzazione, di natura fisica o finanziaria, si riferiscono all’effetto diretto e all’immediato prodotto dalle possibili azioni utilizzate per la realizzazione degli obiettivi operativi, inoltre forniscono informazioni sui cambiamenti a livello di capacità e di prestazioni dei beneficiari diretti.

Gli indicatori di impatto (specifici e globali) si riferiscono alle conseguenze previste al di là degli effetti immediati sui suoi beneficiari diretti. Gli impatti specifici, legati alla qualità delle suddette azioni, sono gli effetti che si registrano dopo un certo lasso di tempo e che generano delle riverberazioni degli intenti sul territorio. Gli impatti globali sono rappresentati dagli effetti che a più lungo termine incidono su un ambito più vasto, la cui misurazione, spesso più complessa, è difficile da stabilire in termini di rapporto tra causa ed effetto.

Tali indicatori possono essere rappresentati da una serie di elementi, raggruppati a loro volta in famiglie di indagine condotte a livello locale, perché, essendo l’ambito di interresse a geometria variabile, occorre comprendere le evoluzioni dei diversi indicatori nei diversi contesti locali che insieme costituiscono l’intero sistema di riferimento.

Le famiglie di indagine imprescindibili e da incrementare al variare dell’obiettivo strategico sono: indicatori del contesto socio-economico di riferimento; indicatori

degli elementi infrastrutturali; indicatori dell’intenzionalità progettuale sul territorio

In riferimento agli indicatori del contesto socio-economico di riferimento, viene trattata la base demografica ed economica dei diversi ambiti di riferimento per valutarne il livello di base, per successivi sviluppi in senso strategico: demografia

(popolazione, densità per Km2, numero di famiglie); economia (reddito pro-capite, consumo pro-capite); distribuzione (percentuale di addetti al commercio sul totale addetti, variazione percentuale addetti); grado di istruzione.

Gli indicatori degli elementi infrastrutturali, invece, si riferiscono alla verifica del livello di accessibilità, tenendo conto del grado di congestione urbana, del tempo di percorrenza, dell’assetto stradale, dei nodi di interscambio, della locazione di stazioni ferroviarie e di aeroporti, della tipologia dei percorsi dolci.

Gli indicatori dell’intenzionalità progettuale sul territorio, infine, permettono di evidenziare i centri con un maggiore livello di dinamicità, ovvero: numero di domande per la realizzazione dei bandi, totale investimenti attesi e approvati, grado di partecipazione e cooperazione agli intenti progettuali dei soggetti pubblici e privati.

Facendo riferimento a una tematica specifica come il turismo a tali indicatori ad esempio potrebbero aggiungersene altri69, quali: indicatori della capacità ricettiva del territorio; indicatori della presenza di attrattori turistici sul territorio; indicatori della notorietà.

La prima famiglia di indicatori verifica il livello di ospitalità in base al numero di posti letto delle strutture ricettive, valutandone l’impatto rispetto al numero dei residenti e l’incidenza per tipologia sulla capacità ricettiva totale della località. In particolar modo si fa riferimento alla dimensione dell’accoglienza (numero posti letto per le diverse tipologie di ricettività, numero ristoranti), alla densità delle strutture di accoglienza (numero posti letto delle diverse tipologie di ricettività), al modello di accoglienza (percentuale di posti letto per tipologia sul totale della capacità ricettiva), alla qualità dell’accoglienza (percentuale di alberghi citati sulle guide specializzate rispetto al totale degli alberghi).

La seconda famiglia analizza alcuni i servizi che vengono considerati come attrattori per i turisti, con attenzione particolare alla esaustività ed alla attendibilità delle fonti. Essi si riferiscono, nello specifico, alla qualità della ristorazione (numero dei ristoranti citati sulle guide specializzate e percentuale rispetto al totale delle imprese di ristorazione), alle attrazioni (numero attrattori e manifestazioni segnalati su guide specializzate, presenza di servizi a supporto del tempo libero, parchi nazionali, porti turistici o altre strutture portuali).

Attraverso la terza famiglia, mediante indagini condotte sui turisti stranieri e italiani e su fonti documentali, vengono individuati i centri che polarizzano le attenzioni dei consumatori, dei media e dell’intermediazione. Tali indicatori sono costituiti dai seguenti fattori: notorietà e attrazione delle località, esperienza della

69 Si rimanda a tal proposito alla ricerca condotta da Confindustria nel 2005 a cura di Magnatti P.

Capitolo 4

Descrizione del modello procedurale

171 destinazione, citazioni sulla stampa estera, citazioni sui cataloghi dei Tour Operator stranieri, numero di righe dedicate sulle guide specializzate.

Considerando, a questo punto, come criteri gestionali di base, al fine di realizzare una adeguata pianificazione strategica, quelli che si sostanziano nella incentivazione e definizione di forme di gestione locale degli interventi, nonché nella definizione delle variabili di valutazione degli interventi utili alla gestione degli stessi, per quanto concerne la fase di gestione integrata dei risultati conseguiti, in particolare modo, è stata prevista la seguente strutturazione (Figura 4.5a e 4.5b).

All’organo di monitoraggio spetta il compito di preoccuparsi, in prima istanza, di informare i nuclei locali (comunali), ovvero gli enti di gestione locali, circa i bandi da segnalare e i relativi finanziamenti, valutandone, in riferimento ai criteri flessibili costruiti a monte, le attività di implementazione, nonché verificandone la coerenza delle selezioni condotte e l’adeguato supporto fornito (in quanto agli enti di gestione locali spetta anche la funzione di sportelli informativi). Agli enti di gestione, inoltre, spetta il compito di inviare, periodicamente, le indagini multi-dimensionali, mediante l’ausilio di Laboratori Comunali, ad un Laboratorio Scientifico, (entrambe di seguito descritti), che può, così, verificare se le azioni previste inizialmente sono state espletate e valutare se gli obiettivi perseguiti dal comune o dai comuni in esame soddisfano i parametri ritenuti necessari per inserire a pieno le azioni nel sistema territoriale. A questo punto, concertate le modalità di azione, anche attraverso l’uso appropriato di strumenti di marketing territoriale, agli enti di gestione spetta il compito successivo di garantire un corretto utilizzo delle strutture e delle infrastrutture riqualificate, sia in termini di destinazioni d’uso che di gestione delle risorse naturali, culturali e tradizionali, nonché di promuovere attività di formazione e comunicazione. All’organo di monitoraggio, invece, in seguito all’attivazione delle suddette azioni, compete la realizzazione delle analisi cadenzate nel tempo in merito alla valutazione delle pratiche di valorizzazione dei manufatti e dei prodotti locali, nonché della qualità delle relazioni tra attività miste e spazi pubblici, alla comparazione tra risultati attesi e conseguiti e alle ricadute a livello regionale e nazionale, attraverso indagini dirette e mediante l’elaborazione delle indagini multi- dimensionali di merito pervenute dalle sedi locali, al nucleo sub-provinciale.

La definizione di questa struttura piramidale mira, dunque, a generare azioni di autogestione dei singoli comuni, supervisionati da una cabina di regia, a cui spetta, soprattutto, il compito di dare voce a tutti i soggetti, garantendo agli stessi equità di espressione, nonché di segnalare, attraverso azioni trasversali periodiche di informazione, comunicazione, ascolto e condivisione degli intenti, altri centri che potrebbero far parte del gruppo selezionato inizialmente. Questa ultima fase per

essere attivata necessita della realizzazione delle verifiche inerenti la funzionalità del “modello” implementato sui diversi contesti in esame, accertandosi, ancor prima, che gli stessi siano opportunamente strutturati per innescare le prime riverberazioni utili alle stesse valutazioni di merito.

Figure 4.5a, 4.5b - Le fasi del monitoraggio e della gestione

Osservatorio di monitoraggio Regionale

Enti di gestione locali

Pratiche di valorizzazione dei manufatti e dei prodotti locali Pratiche di valorizzazione della qualità delle relazioni tra attività miste e spazi pubblici Pratiche di comparazione tra risutati attesi e risultati coseguiti

Finalità: garantire un corretto utilizzo delle strutture e delle infrastrutture riqualificate, sia in termini di destinazioni d’uso che di gestione, nonchédelle risorse naturali, culturali e tradizionali (folkloristiche ed enogastronomiche), e promuovere attività di formazione e comunicazione Azioni trasversali periodiche di informazione, comunicazione, ascolto e condivisione degli intenti, nel tentativo di inserire altri centri nel sistema di eccellenza Indagini multi- dimensionali

Pratiche di analisi inerenti le ricadute a livello nazionale ed internazionale

Osservatorio di monitoraggio Regionale

Enti di gestione locali

Pratiche di valorizzazione dei manufatti e dei prodotti locali Pratiche di valorizzazione della qualità delle relazioni tra attività miste e spazi pubblici Pratiche di comparazione tra risutati attesi e risultati coseguiti

Finalità: garantire un corretto utilizzo delle strutture e delle infrastrutture riqualificate, sia in termini di destinazioni d’uso che di gestione, nonchédelle risorse naturali, culturali e tradizionali (folkloristiche ed enogastronomiche), e promuovere attività di formazione e comunicazione Azioni trasversali periodiche di informazione, comunicazione, ascolto e condivisione degli intenti, nel tentativo di inserire altri centri nel sistema di eccellenza Indagini multi- dimensionali

Pratiche di analisi inerenti le ricadute a livello nazionale ed internazionale

A supporto delle azioni di monitoraggio e di gestione viene individuato lo strumento sit/gis (geographical information system), ovvero sistemi informativi geografici (di tipo vettoriale o raster) che aiutano a produrre informazione geografica, in quanto rappresentano significati caratteri spaziali di un evento.

Osservatorio di monitoraggio Regionale

Enti di gestione locali

Laboratori

Bandi Finanziamenti Valutazione delle attività di

implementazione Verifica coerenza selezioni Verifica adeguato supporto da parte degli sportelli informativi Indagini multi-

dimensionali

Rimodulazione dei contenuti iniziali

Attivazione del circuito di eccellenza

Informazione Comunicazione

Osservatorio di monitoraggio Regionale

Enti di gestione locali

Laboratori

Bandi Finanziamenti Valutazione delle attività di

implementazione Verifica coerenza selezioni Verifica adeguato supporto da parte degli sportelli informativi Indagini multi-

dimensionali

Rimodulazione dei contenuti iniziali

Attivazione del circuito di eccellenza

Informazione Comunicazione

Capitolo 4

Descrizione del modello procedurale

173 Questi sistemi, infatti, vengono utilizzati soprattutto per il monitoraggio, in quanto predisponendo di data base aggiornabili, che possono facilitare la valutazione su tutto lo spettro delle problematiche di scelta, ordinamento, assegnazione o esplorazione.

La messa a punto di data base topologici e geografici (geomorfologico, aerofotogrammetrico, sociodemografico), in cui vengono calcolati indicatori (di densità, appartenenza, conflitto, impatto) a varie scale (overlay), viene effettuata generalmente mediante una procedura valutativa che si sviluppa in quattro stadi: creazione di mappe di sensitività o di opportunità (suitability map); creazione di mappe di sintesi multi-obiettivo; messa in relazione delle mappe; aggregazione delle informazioni sui criteri di valutazione.

Il sistema informativo territoriale, dunque, viene costituito con le seguenti funzioni: repertorio cartografico di base e tematico, dinamicamente aggiornabile nel tempo, strumento per il controllo delle attività esercitate nel territorio, correlato con le basi di dati usate dagli uffici per le attività istituzionali, strumento dinamico e rapido per la domanda istituzionale ai fini della gestione del territorio, sistema di monitoraggio delle azioni progettuali.

Le caratteristiche, inoltre, del sistema possono essere così riassunte: copertura completa del territorio, specifica dell’origine dei dati (fonti, scala di riferimento, epoca di realizzazione), indicazione dei livelli di conoscenza, indicazione degli elementi considerati e metodologia impiegata, dinamicità del documento informatico (cartografia e base di dati) aggiornabili attraverso l’inserimento di nuovi dati derivanti dall’aumento delle conoscenze e dalle variazioni ambientali, possibilità d’accesso ai dati completi attraverso richieste di informazioni su una porzione selezionata di territorio, formazione di liste di attenzione o check-list delle emergenze significative, accesso al sistema da postazioni locali e tramite reti geografiche.

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