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Le attività di politica portuale

AN LComplessivamente, nel decennio considerato, la quantità totale di fertilizzanti è aumentata mediamente dell’1,5% attestandosi nel 2003 su una quota pari a 946

LE POLITICHE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE A VENEZIA

3.5 Le attività di politica portuale

Nelle prospettive future di ulteriore sviluppo del porto un ruolo essenziale viene svolto dall’Autorità Portuale di Venezia che, sin dal 1996, si è impegnata nella realizzazione delle azioni definite dai Piani Operativi Triennali ed in particolare nella definizione di un “sistema porto” dotato delle infrastrutture necessarie a rispondere alle crescenti esigenze del traffico. Il porto di Venezia punta infatti a un continuo miglioramento della sua posizione nell’area del Mediterraneo grazie alla capacità di produrre servizi logistici integrati, supportati da investimenti massicci nella realizzazione di nuove infrastrutture che consentono collegamenti più efficaci e diretti delle aree portuali con le reti nazionali. L'obiettivo è quello di avvicinare il settore produttivo alla realtà del porto, attraverso la riduzione dei tempi di transito all’interno delle strutture portuali, connettendo queste ultime alle reti di trasporto in modo più razionale, potenziando il nodo informatico portuale, favorendo lo sviluppo del cabotaggio e delle “Autostrade del Mare”, la navigazione interna e l’insediamento del terziario e della logistica nell’ambito dello scalo.

Nel settore container, Venezia punta a integrare il ciclo di banchina con le attività produttive e distributive dell’entroterra del Nord-Italia e del Centro-Sud Europa, attraverso servizi di collegamento ferroviari che consentano allo scalo di ampliare la propria area di influenza.

Per migliorare la competitività nei comparti tradizionali - rinfuse solide e merci non containerizzate – si punta ad offrire servizi più complessi che vadano oltre la stretta operatività di banchina, in grado di portare nuovo valore aggiunto. Gli operatori portuali partecipano così alle diverse fasi della filiera produttiva apportando la loro competenza e professionalità. I massicci piani di investimento per la realizzazione di opere di grande infrastrutturazione (più di 360.747.000 milioni di Euro previsti nell’ultimo POT 2005-2007) posti in essere dall’Autorità Portuale, la costituzione di società di servizi ad alto valore aggiunto, l’impegno nella tutela ambientale con progetti di crescita eco-compatibili, sono solo alcuni dei fattori alla base dei progressi recenti del porto di Venezia che aprono buone prospettive per ulteriori sviluppi.

La pianificazione portuale fa, puntualmente, riferimento agli indirizzi adottati a livello comunitario (Libro Bianco sui Trasporti e le autostrade del mare) nazionale e regionale: per quanto riguarda gli strumenti di programmazione regionale sia nel Programma Regionale di Sviluppo che nel Piano Territoriale Regionale di Coordinamento i porti sono riconosciuti come centri erogatori di servizi su cui sviluppare il sistema logistico regionale con l’impiego di nuove tecnologie legate ai trasporti nonché come nodo di riferimento per la circolazione delle merci.

Inoltre, l’Autorità Portuale di Venezia ha iniziato da tempo il rinnovo della strumentazione urbanistica di competenza. Vista la vastità e complessità del territorio in gestione, l’Ente ha previsto, in armonia con i nuovi strumenti urbanistici regionali e comunali, la redazione di cinque specifici strumenti di variante:

1. Piano Regolatore Portuale del porto di Venezia per la sezione Porto di Marghera (Comune di Venezia);

2. Piano Regolatore Portuale del porto di Venezia per la sezione di Marittima e del centro storico (Comune di Venezia);

3. Piano Regolatore Portuale del porto di Venezia- Porto San Leonardo (Comune di Mira);

4. Piano Regolatore Portuale del porto di Venezia- cassa di colmata A (Comune di Mira);

5. Piano Regolatore Portuale del porto di Venezia- canali di grande navigazione (Comuni di Venezia, di Mira e del Cavallino).

Il primo piano affrontato è stato quello inerente la sezione di Porto Marghera, la cui variante, dotata di parere favorevole del Consiglio superiore dei lavori pubblici, è stata nel corso del 2002-3003 all’esame del Ministero dell’ambiente per la definizione della procedura di compatibilità ambientale.

Per quanto riguarda il Centro Storico, pur non essendo stato aggiornato il relativo Piano Regolatore, sono stati sottoscritti alcuni specifici protocolli, le cosiddette “Intese”, tra Comune di Venezia ed Autorità Portuale al fine di dare definizione alle previsioni degli strumenti urbanistici comunali vigenti. Le varie intese hanno riguardato gli aspetti trasportistici e urbanistici del sistema di

accessibilità al Centro Storico di Venezia (con previsione di piccoli convogli a trazione funicolare, il people mover) e il Piano particolareggiato di San Basilio.

Nel giugno 2003, con la finalità di sviluppare le attività di Autostrade del Mare, è stato sottoscritto con il Comune di Venezia l’Accordo di Programma per l’utilizzo e l’esproprio dell’area ex Alumix-Sava di Fusina. L’area sarà acquisita al demanio marittimo e destinata alla realizzazione di strutture per lo sviluppo delle attività legate al cabotaggio nazionale o comunitario e, in generale, allo Short Sea Shipping.

Un altro Accordo di Programma è stato firmato con il Comune di Venezia nell’estate 2003 per la realizzazione di un parcheggio multipiano, parte del quale destinato ai residenti. L’area sarà attraversata sia dal people mover sia dal tram ed ospiterà anche altre attività funzionali al traffico crocieristico ed allo stesso tempo utilizzabili pure dai residenti.

Durante il 2003 si sono, inoltre, messe in atto attività di sviluppo relative alla ricerca di:

a. soluzioni operative afferenti al traffico di merci via ferrovia attraverso lo spazio alpino, le integrazioni con il vettore marittimo al fine della sostenibilità dell’interscambio commerciale tra le regioni coinvolte (progetto denominato Alpfrail, Interreg III Bprogramma UE Spazio Alpino, approvato sul finire del 2003 e coordinato, per il versante italiano, dalla Regione del Veneto);

b. una maggiore cooperazione tra città e porti dei mari Adriatico e Ionio sulle tematiche legate alla mobilità e all’ambiente in una prospettiva di sostenibilità (progetto Ionas, Programma UE interact, approvato nei primi mesi dell’anno in corso e coordinato dal Comune di Venezia);

c. finanziamenti per opere in corso di ultimazione nel porto passeggeri della città storica (Programma Urban Italia, recentemente approvato e coordinato dal Comune di Venezia).

Continuano, inoltre, le attività dell’Ente legate ai compiti istituzionali previsti dall’Accordo di Programma per la Chimica a Porto Marghera (DPCM 12.2.1999), con un ruolo di collegamento e coordinamento tra i soggetti operanti nell’ambito

della portualità e nel territorio adiacente al porto. L’attività riguarda prevalentemente l’individuazione dei siti inquinati e la caratterizzazione e quantificazione dei sedimenti presenti nelle aree di intervento, dando origine alla stesura dei relativi progetti di bonifica, alcuni dei quali portati già a termine. In collaborazione con il CNR-Istituto di Studio delle Grandi Masse, è stato avviato uno studio per la soluzione del problema dell’inquinamento dei canali navigabili.

Si è altresì affrontato il problema dei sedimenti contaminati provenienti dai dragaggi ed è stata avviata la procedura per la costruzione di un impianto pilota che si avvale della tecnologia brevettata dalla statunitense BioGenesis. L’impianto è stato realizzato nell’ultima parte del 2003 e ha completato vari cicli lavorativi completi. “L’impianto pilota BioGenesis” è il primo realizzato al mondo nel suo genere ed ha trattato in totale circa 1.000 tonnellate di sedimenti che sono stati trasformati in materiale inerte. Dai risultati prodotti dall’impianto dipendono le future scelte inerenti il destino dei sedimenti contaminati provenienti dai dragaggi.

Sempre relativamente ai dragaggi, dopo una pausa di 15 anni, è ripresa dal 1997 l’attività per il mantenimento dei fondali, ostacolata comunque dalla difficoltà nel reperire siti ove conferire il materiale di risulta proveniente dall’escavazione. L’Autorità Portuale, esaurita la possibilità di conferimento all’Isola delle Tresse, ha presentato progetti per il deposito dei suddetti materiali. Solo nel marzo 2003 la Commissione per la Salvaguardia di Venezia ha autorizzato uno dei progetti (palancolamento provvisorio del molo Sali).

Capitolo 4