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Le politiche di gestione del porto di Sète

AN LComplessivamente, nel decennio considerato, la quantità totale di fertilizzanti è aumentata mediamente dell’1,5% attestandosi nel 2003 su una quota pari a 946

LE POLITICHE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE NEL TERRITORIO FRANCESE

5.6 Le politiche di gestione del porto di Sète

Data la grande importanza rivestita dal porto di Sète nell’ambito degli scambi commerciali del Mediterraneo, diversi e continui sono gli interventi volti ad una sua maggiore qualificazione. Nel quadro del primo piano di modernizzazione attivato nel 2001 sono stati avviati degli interventi prioritari sostenuti dal FESR, lo Stato e le collettività locali finalizzati alla modernizzazione del sistema porto. Altri investimenti sono stati perseguiti recentemente per il terminal container e nuovi progetti sono stati varati per porre rimedio alla vetustà delle attrezzature portuali, ciò nonostante la rarefazione dei fondi FESR. Tutti questi interventi si fondano su una strategia di sviluppo dei terminal specializzati e dei parchi logistici. Un nuovo

schema direttore è stato varato con la modernizzazione della stazione marittima e l’acquisizione di una nuova area per i container, nel lungo periodo è prevista anche la creazione di una zona logistica. Inoltre, progetti come l’ubicazione nell’area portuale di un’unità di frantumazione del clinker di CHANE France, l’apertura di un officina di biocarburante di SOFIPROTEOL e la ripresa da parte di NOVATRANS del terminale per il trasporto combinato ferrovia/strada dovrebbero permettere la crescita del traffico portuale.

Le attività praticate nei porti marittimi influiscono sulla qualità dell’ambiente acquatico è per questo che, con la circolare 7 marzo 1997 il Ministero dell’ambiente ha messo in opera la Rete nazionale di sorveglianza dei porti marittimi (Répom) a partire dalle reti dipartimentali che si occupano della qualità dei porti e gestiscono le Cellule di qualità delle acque litorali (CQEL) con la partecipazione finanziaria di numerosi enti gestori dei porti. L’obiettivo del Répom è di valutare e seguire l’evoluzione della qualità delle acque e dei sedimenti dei bacini portuali per identificare l’impatto di queste istallazioni portuali sull’ambiente.

CONCLUSIONI

L’analisi degli indicatori ambientali nelle due aree oggetto di studio ha fatto indubbiamente emergere il ruolo determinante detenuto dalle attività antropiche nella definizione degli equilibri lagunari essendo queste all’origine dei conflitti d’uso e delle problematiche ambientali in atto.

La pressione demografica, così come un processo galoppante di urbanizzazione, incidono molto di più nell’area francese che non in quella veneta. In modo particolare, nei 15 comuni che compongono il Bacino versante della Laguna di Thau il notevole incremento della popolazione negli ultimi 25 anni (pari al 32%) si è accompagnato ad una crescita dello spazio occupato dalle costruzioni (9,2%) che è raddoppiato. La crescita accelerata della popolazione urbana tra i censimenti del 1982 e del 1999 pari a 28,9% (rappresentata, nel 1999, dall’82,8% della popolazione totale), proietta il dipartimento dell’Hérault ai vertici della classifica regionale, ciò ha innescato l’adozione di una seria politica di gestione del territorio che si è tradotta in una serie di misure (1963 “Mission Racine”, 1986 “Legge Litorale”, Documento Dipartimentale di Applicazione della Legge Litorale, Piani Urbanistici Locali, 2002 il Piano di sviluppo durevole del litorale, SCOT Schema di coerenza territoriale, SMVM Schema di valorizzazione del mare) sia a livello regionale che dipartimentale e comunale. Inoltre, il litorale dell’Hérault deve fare i conti con un altro fenomeno quello della costruzione abusiva di abitazioni temporanee (“les cabanes”) che, negli ultimi anni, hanno sempre di più acquisito le caratteristiche di abitazioni permanenti.

La conseguenza di questa dilatazione urbana sul corretto funzionamento degli ecosistemi situati sul litorale è devastante avendo innescato, negli ultimi anni, fenomeni preoccupanti quali una riduzione della ricchezza e della diversità biologica, modificazioni del ciclo dell’acqua, rotture della catena alimentare (IFEN/DIREN, 2004).

Non solo, ma la pressione urbana si esercita a detrimento di una risorsa naturale patrimoniale: i suoli dalle potenzialità agronomiche elevate. L’analisi sull’andamento della SAU nelle due aree considerate rileva una preoccupante diminuzione della stessa in entrambe (con valori percentuali che superano il 2%),

preoccupazione in parte attenuata da un aumento delle superfici investite ad agricoltura biologica che, tuttavia, nell’Hérault, sono pari al 2% della SAU (anno 2000) mentre nella provincia di Venezia rappresentano appena lo 0,7% della SAU (sempre nel 2000).

A ciò si aggiunga l’uso considerevole di fertilizzanti e concimi in entrambe le aree indagate. Nella provincia di Venezia la diminuzione dell’uso dei fitofarmaci, soprattutto nelle classi di tossicità più elevate, viene compensata da un contemporaneo aumento dell’uso dei fertilizzanti. Tra le sostanze maggiormente usate emerge l’azoto che, seppur in diminuzione nel decennio considerato (1993- 2003), costituisce ancora l’elemento nutritivo preponderante nel carico totale annuo di inquinanti recapitati in laguna dal Bacino Scolante la cui provenienza è imputata, per una quota percentuale pari ad oltre il 55%, proprio all’uso dei fertilizzanti in agricoltura. L’importanza detenuta dal Bacino Scolante ai fini degli equilibri lagunari pone quest’area al centro dei progetti di pianificazione rurale. Nel Piano di Sviluppo Rurale del Veneto a tale area è stato, infatti, attribuito un livello di vulnerabilità elevato incentivando l'adozione, da parte delle aziende agricole ivi ubicate, delle misure volte a ridurre l'apporto di fattori inquinanti.

Situazioni compromesse anche nel Languedoc-Roussillon dove l’uso dei prodotti fitosanitari in viticoltura, arboricoltura e orticoltura è massiccio. Le sostanze attive che ogni anno vengono usate sui suoli ammontano a circa 14.000 tonnellate mettendo a rischio la salubrità delle acque superficiali dove spesso vengono superate le soglie consentite dalla legge per le acque destinate al consumo umano. La strategia di lotta contro l’inquinamento degli ambienti acquatici dai pesticidi si concretizza con la creazione, nel 1997, della CERPE, Cellula di studio e di ricerca sull’inquinamento dell’acqua dai prodotti fitosanitari. Considerevole anche l’uso dei fertilizzanti, nell’Hérault dove la pressione esercitata sull’ambiente dai concimi azotati è notevolmente aumentata negli ultimi quindici anni raggiungendo i 70 kg/ha, una media nettamente superiore rispetto a quella regionale (pari a 58kg/ha).

Le misure agroambientali (Legge d’Orientamento Agricolo, adozione della direttiva “Nitrati”, operazioni “Fertimieux” e “Phytomieux”) sono mirate ad una gestione del mondo agricolo che prenda in conto non solo lo sviluppo economico e