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Le politiche di gestione delle attività di pesca e molluschicoltura

AN LComplessivamente, nel decennio considerato, la quantità totale di fertilizzanti è aumentata mediamente dell’1,5% attestandosi nel 2003 su una quota pari a 946

LE POLITICHE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE NEL TERRITORIO FRANCESE

5.3 Le politiche di gestione delle attività di pesca e molluschicoltura

Quello della pesca è un settore che detiene un ruolo primario nello sviluppo regionale, ciò spiega la preoccupazione di fronte alla rarefazione degli stocks- dovuta sia agli inquinamenti di diversa origine, sia alla fragilità delle praterie di posidonia

vere nurserie per i pesci, sia all’eccessivo sforzo di pesca – e la conseguente necessità di intervenire per frenare questo fenomeno dilagante impegnandosi a raggiungere il Rendimento Massimo Sostenibile2 affermato nel Summit di Johannesburg nel 2002.

È proprio questo l’obiettivo principale del Piano per il Futuro della Pesca annunciato a Nantes nell’ottobre del 2005 dal Ministro dell’agricoltura e della pesca, si tratta di un quadro strategico che permette di determinare gli obiettivi e i mezzi per adattare la filiera pesca ai mutamenti intervenuti nel settore permettendole di modernizzarsi. Per far ciò è stato creato un comitato nazionale “Pesca e acquacoltura” che riunisce i rappresentanti della filiera pesca e acquacoltura, insediatosi nel mese di novembre 2005 e delle delegazioni regionali in ogni regione litorale. A questi organismi è delegato il compito di elaborare un piano di interventi che fisserà, marineria per marineria, gli obiettivi quantitativi in termini di livello di sfruttamento (catture, sforzo di pesca) ma anche in termini di selettività (taglia delle catture) al fine di limitare sia la pressione globale sulla risorsa che l’eventuale impatto ambientale.

Una delle strategie individuate è la redazione di piani pluriennali definiti per marineria che veda la collaborazione dello Stato, dei professionisti della pesca e, soprattutto, dei rappresentanti del settore della ricerca (CNPMEM, l’IFREMER e DPMA) al fine di definire le azioni mirate allo sfruttamento sostenibile delle risorse, alla riduzione dei consumi energetici, alla valorizzazione dei prodotti.

Altro punto importante toccato dal Piano è la gestione delle quote e delle autorizzazioni. Il modello ritenuto più valido è quello di una gestione collettiva – in cui le Organizzazioni dei Produttori giocheranno un ruolo determinante - con la creazione di una Commissione incaricata di seguire la ripartizione delle quote. I battelli non aderenti alle Organizzazioni dei Produttori saranno oggetto di disposizioni particolari.

È necessario, inoltre, rinnovare il sistema d’informazione attraverso l’adozione del giornale di bordo elettronico per le navi superiori a 10 metri e lo

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Il Rendimento Massimo Sostenibile (MSY in inglese) è la più grande quantità di biomassa che si può in media estrarre continuamente da uno stock alieutico nelle condizioni ambientali esistenti senza intaccare il processo di riproduzione.

sviluppo del sistema informativo della pesca che permetterà una libera e veloce circolazione delle informazioni verso i professionisti e le loro organizzazioni.

È prevista anche l’implementazione di una serie di misure volte ad aiutare le imprese in difficoltà e a diminuire il carico fiscale.

Al fine di migliorare le condizioni di commercializzazione il Piano insiste sulla creazione di un organismo interprofessionale che vada dalla produzione alla commercializzazione per ripartire meglio il valore aggiunto e fare in modo di adattare la risposta alla domanda dei consumatori.

Il Piano prevede delle misure anche per l’acquacoltura insistendo sulla necessità di attivare una vera e propria strategia interministeriale visto che le competenze di questo comparto si dividono tra differenti ministeri (Ministero dell’agricoltura e della pesca, Ministero dell’ecologia e dello sviluppo sostenibile, Ministero dei trasporti e del mare). È necessario implementare in questo settore un regime di aiuti, rinnovare il controllo sanitario, lanciare un inventario dei siti a potenzialità acquacola ma, soprattutto, cercare soluzioni economicamente sostenibili per permettere l’evoluzione del settore senza conseguenze che pregiudichino l’integrità dell’ambiente (applicazione della Direttiva Quadro sull’Acqua, allevamento di nuove specie, utilizzo di nuove tecnologie). Una tale strategia è essenziale per evitare la delocalizzazione verso altri Paesi dell’Unione europea e dare una nuova opportunità ad un settore che costituisce, in Francia, una filiera di eccellenza (Ministere de l’agriculture e de la pêche, 2006).

Il grave stato di eutrofizzazione in cui versavano le lagune del Languedoc- Roussillon negli anni’70 e, in modo particolare la Laguna di Thau, ha portato all’implementazione di una serie di misure volte a contenere questo fenomeno. Per assicurare il mantenimento della qualità ecologica degli ecosistemi lagunari era necessario appoggiarsi su osservazioni scientifiche precise. A questo scopo è stata creata nel 2000 una rete (Réseau de Suivi Lagunaire) che federa le altre reti esistenti con l’ambizione di restituire le conoscenze acquisite sotto forma di diagnostica.

Questo organismo vuole rispondere ai bisogni degli attori locali di disporre di informazioni regolari sulle lagune per costruire i loro progetti attraverso:

ƒ la valutazione in tempo reale dello stato di eutrofizzazione delle lagune della regione;

ƒ la realizzazione di una sintesi dei risultati acquisiti nel quadro delle altre reti; ƒ la realizzazione di indagini particolari a seconda dei bisogni di ogni struttura

di gestione.

Il REMI (Réseau de Suivi Microbiologique) ha il compito di verificare che il livello di contaminazione microbiologica di ogni zona di produzione o di pesca di molluschi resti conforme alle classificazioni sanitarie definite dalle ordinanze prefettizie. Nel momento in cui viene constato il superamento di alcuni valori l’IFREMER allerta i servizi dello Stato (Affari Marittimi, DDASS, servizi veterinari, servizi prefettizi) che prendono le misure adeguate sotto forma di ordinanze di chiusura.

Il REPHY (Réseau Phytoplanctonique) sorveglia il fitoplancton (alghe microscopiche) per identificare le specie presenti e recensire le proliferazioni di specie tossiche e nocive per la fauna marina. Una sorveglianza particolare è destinata alle specie tossiche, pericolose per i consumatori di molluschi, in caso di test positivo, il prefetto interdice la commercializzazione che può essere ripresa solo dopo due test negativi eseguiti ad una settimana di intervallo.

Il RNO (Réseau National d’Observation de la qualité du milieu marin) sorveglia, a livello nazionale, le possibili contaminazioni chimiche dell’ambiente marino. I parametri misurati sono i metalli pesanti, i pesticidi, gli organoclorati, gli idrocarburi.