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Le politiche di riconversione industriale

AN LComplessivamente, nel decennio considerato, la quantità totale di fertilizzanti è aumentata mediamente dell’1,5% attestandosi nel 2003 su una quota pari a 946

LE POLITICHE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE A VENEZIA

3.3 Le politiche di riconversione industriale

Le politiche di riconversione del polo industriale di Porto Marghera si concretizzano nell’Accordo di Programma sulla chimica siglato a Roma il 21 ottobre 1998 e approvato con DPCM del 12 febbraio 1999.

I firmatari dell’Accordo erano: i Ministeri dell’Industria, dell’Ambiente e dei Lavori Pubblici, la regione Veneto, la Provincia e il Comune di Venezia, l’Autorità Portuale, Un industria di Venezia, Federchimica, Ente Zona Industriale, CGIL, CISL e UIL. L’Accordo era, inoltre, sottoscritto dalle società petrolchimiche insediate a Porto Marghera: Enichem EVC, Agip, Agip Gas, Ambinete spa (Gruppo ENI); Edison Termoelettrica, Elf Atochem, Esso Italiana, Api, Ausimont, Montefibre, Crion, Sapio, San Marco Petroli, Decal.

Con un budget pari a circa 710 milioni di euro di investimenti privati, gli interventi previsti dall’Accordo viaggiavano verso due direzioni: risanamento e tutela dell’ambiente; investimenti per l’ambiente e la salvaguardia dell’occupazione. Tra i primi sono stati previsti: scavo dei canali industriali portuali; smantellamento degli impianti in dismissione; messa in sicurezza e/o bonifica dei siti; fissazione di limiti per gli scarichi in Laguna; definizione del piano di sicurezza negli ambiti portuali; riduzione dei rischi nella movimentazione delle merci e controllo a distanza della stessa; accordo volontario per la certificazione ambientale delle industrie chimiche; implementazione del progetto SIMAGE (Sistema Integrato per il Monitoraggio Ambientale e la Gestione del rischio industriale e dell’Emergenza); realizzazione di un’area ecologicamente attrezzata. Per quanto riguarda, invece, la seconda linea di interventi è previsto il finanziamento di misure di riqualificazione e riconversione delle maestranze e reimpiego dei lavoratori espulsi nelle opere di bonifica.

Il 15 dicembre 2000 è stato sottoscritto l’Atto Integrativo all’Accordo per la Chimica di Porto Marghera, approvato con DPCM il 15 novembre 2001, all’interno del quale era prevista l’elaborazione e l’approvazione di un apposito “Master Plan” finalizzato ad individuare una serie di linee di azione relative alle problematiche legate alla bonifica dei siti inquinati. L’obiettivo prioritario del Master Plan è quello di evitare il passaggio di inquinanti da Porto Marghera alla Laguna attraverso:

- la marginatura tramite palancole dell’area industriale, intervento già avviato e di cui si occupano il Magistrato alle Acque di Venezia e l’Autorità Portuale;

- il risanamento dei canali industriali attraverso il dragaggio di oltre 6 milioni di metri cubi di fanghi che saranno stoccati provvisoriamente in apposite aree e poi avviati allo smaltimento all’interno di Porto Marghera;

- la bonifica dei terreni contaminati.

Il Master Plan deve anche individuare: le tipologie degli interventi di risanamento ritenute tecnicamente ed economicamente praticabili applicando le migliori tecnologie disponibili, garantendo comunque il mantenimento delle produzioni industriali e privilegiando gli interventi che favoriscono il trattamento nel sito ed il riutilizzo del suolo, del sottosuolo e dei materiali di riporto sottoposti a bonifica; le modalità organizzative e le soluzioni tecnologiche per lo stoccaggio, il trattamento e lo smaltimento dei materiali che dovranno essere sottoposti a bonifica; la temporalizzazione degli interventi; la valutazione dei costi; i criteri per rendere coerenti gli interventi pubblici e privati.

Nell’Atto Integrativo si prevede che la caratterizzazione dei suoli dell’intera area compresa all’interno del Sito di Interesse Nazionale di Porto Marghera (demandata all’ARPAV) debba essere effettuata con i seguenti criteri:

1. per le aree industriali e per le discariche di rifiuti industriali realizzate prima del DPR 915/82 le indagini devono essere effettuate con maglia equivalente pari ad almeno 50x50 cioè un carotaggio almeno ogni 2.500 metri quadri. Per le aree sulle quali si è già svolta la caratterizzazione con maglia 100x100 deve essere prevista un’integrazione al fine di uniformare l’informazione su maglia 50x50;

2. per le aree sulle quali non si siano mai svolte e non si svolgono attività potenzialmente inquinanti ma potenzialmente interessate da inquinamento passivo la maglia sarà definita sulla storia pregressa di tali aree segnatamente a: prossimità a fonti di inquinamento note, utilizzi in atto; potenziali rischi igienico-sanitari.

Il piano di caratterizzazione deve essere sottoposto ad approvazione in sede di Conferenza dei Servizi1 che, con deliberazione n.1 del 22/04/04 ha predisposto un “Protocollo operativo per le procedure di validazione dei dati analitici dei piani di caratterizzazione” (ai sensi del D.M.471/99 e dell’Accordo di Programma per la Chimica di Porto Marghera, approvato l’11 giungo 2001). A completamento della caratterizzazione del sito di interesse nazionale è prevista l’implementazione dell’analisi di rischio di area vasta che non è sostitutiva delle analisi di rischio specifiche per i singoli siti che, al contrario, dovranno essere predisposte ogniqualvolta si dovesse far ricorso a “bonifica con misure di sicurezza”.

L’incendio verificatosi nel novembre del 2002 all’impianto TDI della Dow Poliuretani Italia (dove si produce una sostanza tossica usata per la produzione dei poliuretani) ha rimesso in discussione l’accordo di programma sostenuto dai sindacati e avversato dagli ambientalisti che chiedevano di abbandonare definitivamente la chimica. Dopo vari incontri tra i vertici dello Stato e i rappresentanti di Regione, Provincia, Comune, industria e sindacati, il 13 marzo 2003 è stato approvato un documento integrativo dell’Accordo per la Chimica nel quale le parti firmatarie hanno riconfermato il loro impegno nel perseguimento di obiettivi di sviluppo sostenibile a Porto Marghera individuando tre obiettivi prioritari: 1) una tempestiva attuazione delle azioni previste per garantire la sicurezza degli impianti e la gestione delle emergenze; 2) la completa realizzazione delle bonifiche pur nella penuria delle risorse finanziarie programmate; 3) il perseguimento della riqualificazione della zona industriale intervenendo nel ridefinizione degli assetti produttivi.

1

La Conferenza dei Servizi è un organo istituito con D.M. 471/99 (art.14) al quale sono chiamati a partecipare gli enti locali interessati, l’ARPA competente per territorio e tutte le amministrazioni competenti per le autorizzazioni, le concessioni, le intese, i nulla osta, i pareri e gli altri atti di assenso di cui al comma 10 del D.M. 471/99.