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Le politiche di gestione degli spazi litoral

AN LComplessivamente, nel decennio considerato, la quantità totale di fertilizzanti è aumentata mediamente dell’1,5% attestandosi nel 2003 su una quota pari a 946

LE POLITICHE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE NEL TERRITORIO FRANCESE

5.1 Le politiche di gestione degli spazi litoral

Nel passato la crescita urbana è avvenuta praticamente in maniera selvaggia solo nel 1963 con la Missione Interministeriale per la gestione turistica del Languedoc-Roussillon (“Mission Racine”) si è cercato di porre un limite a questa espansione mirando a mantenere degli spazi verdi (cordoni naturali privi di edifici e protetti dall’urbanizzazione) interconnessi tra le stazioni turistiche. Alla Mission Racine va il merito di aver avviato un’importante opera di rimboschimento della regione, in modo particolare, il dipartimento dell’Hérault ne ha beneficiato con l’ampliamento e la cura di un ampio spazio verde, situato tra Sète e Montpellier, la foresta della Guardiole (303 ettari) vero polmone verde in una zona fortemente urbanizzata (Mission Interministeriale, Office National des Forêts, 2004).

Una migliore e più attenta gestione del litorale del Languedoc-Roussillon prende il via nel 1986 con l’approvazione della “Legge Litorale” relativa alla gestione, protezione e valorizzazione del litorale attraverso le applicazioni delle disposizioni del codice di urbanizzazione ai comuni litorali. Il codice di urbanizzazione prescrive che i documenti di urbanizzazione locali debbano tener conto degli spazi definiti dalla legge litorale che sono: spazi vicini alla riva (dove è possibile costruire ma solo nel quadro di un aumento misurato dell’urbanizzazione), spazi rimarchevoli (spazi terrestri e marini, siti e paesaggi rimarchevoli o caratteristici del patrimonio naturale e culturale del litorale, ambienti necessari al mantenimento degli equilibri biologici, in questi spazi è possibile elevare solo costruzioni strettamente connesse alla fruibilità degli stessi), “coupure” di urbanizzazione (spazi naturali o agricoli che separano le unità urbanizzate presenti sul litorale, qui sono interdette tutte le costruzioni ad eccezione di: strutture per il

tempo libero e lo sport e attrezzature legate alla gestione dello spazio), banda litorale di 100 metri (sono interdette tutte le costruzioni a meno che non siano legate ad attività economiche che richiedono l’immediata vicinanza all’acqua o a servizi pubblici) e spazi boschivi. I singoli dipartimenti redigono, poi, il loro DDALL (Documento Dipartimentale di Applicazione della Legge Litorale) col quale definiscono, a livello dipartimentale, le misure di protezione applicabili ai comuni litorali. Infine, tutti i comuni sono dotati di un PLU (Piano Urbanistico Locale) che deve tener conto delle disposizioni contenute nel DDALL. In realtà, studi recenti (INEA, 2002) hanno dimostrato che, spesso, i PLU (Piani Urbanistici Locali) violano le disposizioni della Legge Litorale autorizzando un aumento dell’artificializzazione1 del suolo con situazioni più accentuate proprio nel dipartimento dell’Herault dove l’artificializzazione è avanzata in zone interdette come gli spazi rimarchevoli che tra il 1990 e il 2000 hanno visto raddoppiare la sua superficie passando da 31 ettari a 65,2 o nelle “coupure” di urbanizzazione con un aumento del 21% (113 ettari), ciò a discapito degli spazi agricoli.

Nel 2002 il Piano di sviluppo durevole del litorale approvato dal Comitato interministeriale di Gestione e Sviluppo del territorio (CIADT) propone un programma di strutturazione dello sviluppo urbano (operazioni di rinnovo urbano su zone industriali abbandonate) e di nuova gestione turistica “soft” degli ambienti naturali.

Il Progetto di schema regionale di gestione e di sviluppo del territorio (SRADT 2000-2020) integra le politiche di gestione del dipartimento occupandosi, soprattutto, della gestione mirata dell’urbanizzazione nella pianura litorale, spazio che gioca un ruolo preminente per la dinamica economica e ambientale della regione. In particolare, gli obiettivi del Progetto mirano al mantenimento e alla creazione di spazi verdi tra i poli di sviluppo urbani ciò al fine di mantenere e preservare la ricchezza biologica e paesaggistica del territorio. Si tratta di organizzare l’occupazione dei territori orientando l’urbanizzazione verso alcuni settori e limitandola o interdicendola in altri, ciò al fine di proteggere, da una parte, i settori

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Per spazi artificiali si intende: spazi urbanizzati; estrazione di materiali, discariche, cantieri; superfici industriali o commerciali; infrastrutture, spazi ricreativi.

sensibili e strategici (acque sotterranee, litorale lagune, territori particolarmente fragile dal punto di vista paesaggistico) e, dall’altra di favorire le concentrazioni urbane facilitando la messa in opera di sistemi di trasporto economici ed eco- compatibili.

Questo percorso volontario di limitazione dell’urbanizzazione dovrebbe integrarsi nello schema di coerenza territoriale (SCOT) che è concepito come un mezzo per studiare e risolvere i bisogni locali di estensione dell’urbanizzazione. Il progetto SCOT di Montpellier (polo urbano d’eccellenza dell’Hérault), ad esempio, partendo dalla parcellizzazione degli spazi naturali e agricoli privilegia il riciclaggio delle zone industriali abbandonate e le operazioni di riabilitazione, incoraggiando, così, l’integrazione degli spazi urbani, periurbani e rurali.

Infine, tutte queste politiche di gestione e controllo del litorale nell’Hérault trovano il giusto coronamento nello Schema di valorizzazione del mare (SMVM), un documento di pianificazione che ha il fine di armonizzare su un dato territorio gli usi del demanio pubblico marittimo fissandone gli orientamenti e l’utilizzo. Gli orientamenti in termini di protezione, uso e gestione del litorale proposti dal SMVM si impongono sui documenti locali di urbanizzazione e sono applicabili a tutti, pubblici e privati, per l’esecuzione di lavori, costruzioni, piantagioni. Il solo SMVM approvato in Francia nell’aprile del 1995, è quello concernente la Laguna di Thau, il suo obiettivo principale è quello di migliorare le condizioni tecniche e ambientali delle attività di pesca e di molluschicoltura sul Bacino di Thau, attività che definisce come prioritarie in quanto rappresentano la vocazione principale dello stesso Bacino. Lo Schema di valorizzazione del mare (SMVM) interviene anche per frenare il fenomeno della “cabanisation”, spesso, però, viene giudicato inadeguato in rapporto alle caratteristiche del sito. Più incisivi sembrano essere il Contratto di Baia e il Contratto di Qualità della Laguna di Thau, si tratta di accordi tecnici e finanziari su un programma di lavoro (5 anni) tra diversi attori locali e i loro partner finanziari. Comportano degli obiettivi ben definiti che comprendono diverse tematiche: trattamento degli inquinanti domestici, industriali e agricoli; gestione integrata della attività del tempo libero; restauro delle sponde; valorizzazione degli ambienti acquatici e dei paesaggi. Sono mezzi di programmazione annuale e beneficiano

dell’autofinanziamento delle agenzie dell’acqua., attualmente la lotta contro la “cabanisation” è uno degli obiettivi prioritari.