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Gli avicoli e le uova

Nel documento Rapporto 2017 (.pdf) (pagine 108-113)

5. Le produzioni zootecniche

5.3. Gli avicoli e le uova

Gli avicunicoli, capi dal ciclo produttivo breve e quindi con strutture di al-levamento molto reattive alla situazione mercantile, sono caratterizzati per un’elevata variabilità produttiva interannuale. Nell’ultimo decennio le produ-zioni del comparto hanno in effetti oscillato circa tra 254 e 275 migliaia di tonnellate, senza mostrare una chiara tendenza evolutiva; così, dopo che nel 2012 vi era stata una crescita di 16 mila tonnellate, essa è stata quasi totalmen-te riassorbita tra il 2013 e il 2014, salvo poi tornare a crescere in misura mode-sta (+1,2%) nel 2015, remode-stare del tutto mode-stabile nel 2016 e calare nel 2017 fino ad avvicinare il valore minimo del decennio, che si era verificato nel 2011 (ta-bella 5.6). Abbastanza simile è stata l’evoluzione generale recente della pro-duzione di uova, ma qui gli anni più recenti hanno mostrato un netto

ridimen-Figura 5.4 - Prezzi medi mensili all’ingrosso di alcuni prodotti suinicoli trasformati: gen-naio 2008-dicembre 2017

Fonte: Elaborazioni Osservatorio sul Mercato dei Prodotti Zootecnici su dati C.C.I.A.A. di Modena.

Tabella 5.6 - Il comparto avicolo in Emilia-Romagna, 2007-2017

2007 2012 2013 2014 2015 2016 2017 Var. %

2017/16

Var. % 2016/15

Var. % media 2012-17

Var. % media 2007-17 QUANTITÁ VENDIBILE

Pollame e conigli (.000 t) 260,3 270,0 263,0 258,0 261,0 262,0 255,0 -2,7 0,4 -1,1 -0,2

Uova (mln. pezzi) 1.785,0 2.140,3 1.840,6 1.867,5 1.752,2 1.753,9 1.717,1 -2,1 0,1 -4,3 -0,4

PREZZI DEI PRODOTTI AVICOLI (€/kg)

Polli 1,18 1,17 1,21 1,12 1,08 0,99 1,07 8,7 -9,0 -1,7 -0,9

Galline allevate a terra, pesanti 0,47 0,47 0,46 0,44 0,43 0,16 0,28 74,2 -62,4 -9,8 -5,0

Conigli fino a kg 2,5 1,43 1,85 1,90 1,79 1,75 1,68 1,86 11,1 -4,1 0,1 2,7

Tacchini 1,36 1,37 1,48 1,44 1,45 1,32 1,36 3,1 -9,3 -0,1 0,0

Uova fresche nazionali, gr.53-63 1,05 1,50 1,23 1,09 1,14 0,91 1,45 59,0 -20,2 -0,8 3,3

Fonte: Elaborazioni Osservatorio sul Mercato dei Prodotti Zootecnici su dati Assessorato all'Agricoltura della Regione Emilia-Romagna e della C.C.I.A.A. di Forlì.

5. LE PRODUZIONI ZOOTECNICHE

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sionamento del comparto: dopo una profonda caduta nel 2013 (-14%) e un ten-tativo di recupero nel 2014 (+1,5%), vi è stato un ulteriore crollo nel 2015 (-6,2%), poi anche qui la stabilità del 2016 e l’ulteriore regresso nel 2017. Ri-sulta così per le carni avicunicole una variazione di medio periodo moderata-mente negativa (-0,2% in media all’anno nel decennio 2007-2017 e -1,1% me-dio nella seconda metà di questo periodo) che si accentua per le uova (rispetti-vamente -0,4% e -4,3%).

Prima del 2017, l’ultimo anno con un aumento dei prezzi, dell’ordine del 4% per i polli bianchi, era stato il 2013, appunto in concomitanza con una de-cisa frenata delle produzioni. Il maggior prezzo non è però riuscito a stimolare la crescita produttiva sia a causa dell’insorgere, in quell’anno, di nuovi focolai di influenza aviaria, che hanno portato ad abbattere parte per i focolai influen-zali già richiamati e in parte perché i prezzi sono poi crollati nel 2014, perden-do quasi l’8%. Le cose non sono andate meglio in seguito: il prezzo ha lasciato sul terreno quasi un 3% anche nel 2015, il 2016 si è risolto con un’ulteriore perdita superiore al 9%, mentre solamente il 2017 ha segnato un cambiamento con un +8,7%. Malgrado i cali, ci si muove ancora nell’ambito di prezzi non particolarmente bassi, sull’onda degli aumenti spettacolari che avevano carat-terizzato gli anni tra il 2007 e il 2013: rispetto a 10 anni prima, il prezzo dei polli bianchi del 2017 ha perso in media lo 0,9% all’anno, ma se si estende l’analisi a 12 anni anziché 10, ne risulta un progresso medio annuo del 2%.

Come già nel 2013, anche nel 2017 la riduzione della produzione ha avuto un impatto diretto sui prezzi, che si coglie nel corso dell’anno valutando l’evoluzione mese per mese (figura 5.5). Già il 2016 era stato in crescita, an-che se penalizzato da una partenza molto bassa: tra dicembre 2015 e 2016 l’aumento è stato del 12,1%. Gli incrementi nel 2017 sono avvenuti in due step: fino a maggio, un +1,9%, poi da qui a settembre un ulteriore 7,5%, salvo poi arretrare del 6,3% nell’ultimo trimestre. Pertanto nel corso del 2017 vi è stato un incremento complessivo di prezzo del 5,7%.

In confronto ai polli, la crescita di prezzo per i tacchini è stata più contenu-ta nel breve termine (+3,1% nell’ultimo anno) e pari a zero sull’arco decenna-le. In effetti l’analisi grafica degli andamenti mensili mostra chiaramente la di-versa situazione che caratterizza i polli e i tacchini. I primi, dopo una crescita costante tra il 2010 e il 2013, sono entrati con il 2014 in una fase di ripiega-mento, che non va considerata come una crisi di mercato, ma certo come un riallineamento su livelli di prezzo più in linea con il momento di mercato. Il 2017 ha poi portato una ripresa della crescita. Per contro il prezzo dei tacchini si era limitato ad un rallentamento, nel biennio 2014-15, della fase di crescita che si era manifestata in modo più intenso a partire dall’inizio del 2010. Qui il

5. LE PRODUZIONI ZOOTECNICHE

109 consumati preferibilmente in primavera-estate, la domanda di tacchini è più uniforme. Il 2016 è iniziato abbastanza in linea con il 2015, ma la flessione iniziale si è protratta fino a maggio, quando il prezzo di 1,24 €/kg rappresenta-va il 15,6% in meno rispetto a dicembre 2015 e il 14% in meno di un anno prima. A quel punto, l’inversione ha portato in dicembre il listino a 1,36 €/kg (+ 9,6% in confronto a maggio), che non bastava a raddrizzare un anno non positivo poiché nei dodici mesi si era perso il 7,5% del prezzo. Il 2017 è quin-di iniziato su livelli quin-di prezzo particolarmente bassi, ma mostrava una quin- dinami-ca positiva ragguardevole: nel complesso il listino ha guadagnato nell’anno l’11,8%, senza mostrare flessioni ma solo fasi di stasi in aprile-maggio e in di-cembre. Il valore finale di dicembre 2017, pari a 1,38 €/kg, si colloca ad un li-vello pari a quello di marzo-aprile del 2016.

I conigli hanno tipicamente una componente stagionale opposta a quella dei polli, e molto più incisiva, con valori elevati ad inizio e fine anno, e minimi nel mezzo; non si smentiscono il 2016 e il 2017, quando lo scarto del prezzo massimo annuale, che si colloca rispettivamente a novembre e a dicembre, ed il minimo, che cade a maggio nel primo anno e a luglio nel secondo, in en-trambe gli anni del 66-67%. Già dal 2015 si ha una prevalenza crescente, dove il fenomeno più evidente è la dinamica della seconda parte dell’anno: nel 2016

Figura 5.5 - Prezzi medi mensili all’ingrosso di alcuni avicunicoli: gennaio 2008-dicembre 2017

Fonte: Elaborazioni Osservatorio sul Mercato dei Prodotti Zootecnici su dati C.C.I.A.A. di Forlì.

la chiusura d’anno ha sopravanzato dell’11,2% quella del 2015, e nel corso del 2017 vi è stato un ulteriore incremento dell’8,2%.

Per il comparto delle uova, nel 2016 le quantità complessivamente sono rimaste stabili, ma la media del prezzo è crollata in misura pari al 20%. Il 2015 si era chiuso sotto auspici abbastanza favorevoli: il dato di dicembre di 1,20

€/100 pezzi era sì in fase calante da settembre, ma in misura moderata, e si manteneva sensibilmente sopra gli 1,16 euro di fine 2014 (figura 5.6). La pri-ma parte del 2016 ha però visto il prezzo cadere a picco: in pri-maggio il valore di 100 uova si era ridotto a 76,4 centesimi, con una perdita da inizio anno del 46,5%. La seconda parte dell’anno consentiva di ritornare ad un valore pros-simo a quello iniziale, con gli 1,15 euro di dicembre, ma ovviamente pesava sui bilanci degli operatori la “pancia” che si era creata per tutto il corso dell’anno. Tuttavia il 2017 ha totalmente cambiato le carte in tavola: dopo qualche oscillazione sino a maggio, mese che con un prezzo di 1,10 euro per 100 pezzi già quotava il 44% in più di un anno prima, si innescava una repen-tina crescita che in pratica ne raddoppiava il livello di lì a fine anno (2,19

€/kg), portando così l’incremento nei dodici mesi del 2017 al 91%.

Il prezzo delle galline da macello ha un chiaro collegamento con quello delle uova, poiché quando quest’ultimo è meno remunerativo, aumenta la

ri-Figura 5.6 - Prezzi medi mensili all’ingrosso di galline e uova: gennaio 2008-dicembre 2017

Fonte: Elaborazioni Osservatorio sul Mercato dei Prodotti Zootecnici su dati C.C.I.A.A. di Forlì.

5. LE PRODUZIONI ZOOTECNICHE

111 forma delle ovaiole, tuttavia sia nel 2015 che nel 2016 la performance di que-ste ultime era stata peggiore di quella del loro prodotto. Il biennio è stato infat-ti dominato da una lunga e costante fase di riduzione delle quotazioni, da un massimo locale di 56 centesimi/kg in marzo 2015 a un minimo assoluto di ap-pena 7 centesimi in settembre 2016. A poco è valsa la ripresa degli ultimi tre mesi, poiché per ritrovare prima del 2016 un valore inferiore a quello di chiu-sura (18 centesimi/kg) si deve tornare indietro di oltre dieci anni. Anche qui però il 2017 portava decisamente aria nuova, con una tendenza in generale in forte crescita. Con aprile il listino arrivava a 30 centesimi/kg, il 64% in più del dicembre precedente; qui subentrava una fase di ripiegamento fino ad agosto (24 centesimi/kg) ma poi una nuova crescita negli ultimi 4 mesi fino a 54 cen-tesimi/kg in dicembre, il 293% del dato di chiusura del 2016.

Nel documento Rapporto 2017 (.pdf) (pagine 108-113)