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Il contributo della regione agli scambi del Paese

Nel documento Rapporto 2017 (.pdf) (pagine 189-200)

8. Gli scambi con l’estero

8.1. Il contributo della regione agli scambi del Paese

I dati in valore, peraltro ancora provvisori per il 2017, su importazioni ed esportazioni, evidenziano, su base annua, un saldo commerciale con l’estero leggermente negativo, ma sostanzialmente stabile, per il terzo anno consecuti-vo per l’Emilia-Romagna e ancora piuttosto negaticonsecuti-vo, ma in netto migliora-mento per il terzo anno consecutivo, a livello nazionale (tabella 8.1).

A prezzi correnti nel 2017 le esportazioni agro-alimentari regionali cresco-no un po’ mecresco-no delle importazioni, 5,1% contro 7,0%, e si attestacresco-no rispetti-vamente a 6.243 ed a 6.377 milioni di euro. Il saldo con l’estero, per i soli pro-dotti agro-alimentari, ancora leggermente negativo, in valore assoluto risulta in leggera crescita, da -18 a -134 milioni di euro, ed è il secondo valore più basso dalla fine del secolo scorso, a fronte dei -1.179 milioni di euro di cinque anni

prima. I dati 2010-2017 sembrano confermare la crescita del volume degli scambi con l’estero di prodotti agro-alimentari, che ha caratterizzato l’Emilia-Romagna nel periodo 1996-2008, ed inducono a considerare il crollo verifica-tosi nel 2009 come un semplice incidente di percorso (figura 8.1): il volume degli scambi – dato da valore delle importazioni più quello delle esportazioni –, a prezzi correnti, passa negli ultimi 19 anni da 5.600 a 12.620 milioni di eu-ro (+125,4%); contemporaneamente l’aumento delle importazioni (+109,4%) risulta ampiamente inferiore a quello delle esportazioni (+144,3%).

Tabella 8.1 - Contributo dei prodotti agro-alimentari alla formazione della bilancia commer-ciale dell’Emilia-Romagna e dell'Italia nel 1999-2017

Prodotti agro-alimentari (milioni di euro a prezzi correnti)

Contributo % alla

ITALIA (esclusi i prodotti non attribuibili alle regioni)

2004 27.778 19.593 -8.186 9,73 6,89

8. GLI SCAMBI CON L’ESTERO

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Tabella 8.1 - Continua

Prodotti agro-alimentari (milioni di euro a prezzi correnti)

Contributo % alla formazio-ne della bilancia

commerciale

Import Export Saldo Import Export

ITALIA (inclusi i prodotti non attribuibili alle regioni)

1999 23.273 15.883 -7.390 11,24 7,19

Fonte: Elaborazioni SMEA su dati Istat nella classificazione SH6.

Figura 8.1 - Scambi con l’estero di prodotti agro-alimentari dell’Emilia-Romagna (milioni di euro a prezzi correnti (1999-2017)

Fonte: Elaborazioni SMEA su dati Istat nella classificazione SH6.

Nel corso del 2017, a livello nazionale, rispetto a quanto appena rilevato in ambito regionale, si rileva, sempre a prezzi correnti e al lordo dei flussi non at-tribuiti alle regioni(1), una crescita nettamente più modesta delle importazioni agro-alimentari (+4,4%) ed una crescita leggermente superiore delle esporta-zioni (+5,7%). Esportaesporta-zioni ed importaesporta-zioni agro-alimentari si attestano così, al lordo dei flussi non attribuibili alle regioni, rispettivamente, a 40.977 e a 44.066 milioni di euro. Di conseguenza, nonostante il diverso peso relativo dei rispetti-vi flussi di scambio, il saldo nazionale del commercio con l’estero di prodotti agroalimentari migliora, su base annua, di 349 milioni di euro, attestandosi a -3.088 milioni di euro: anche in questo caso, quindi, a valori correnti rappresenta il dato migliore degli ultimi 19 anni.

Se si estende l’analisi all’intera bilancia commerciale, i dati regionali evi-denziano una situazione strutturalmente positiva e più stabile rispetto a quella che si può evincere a livello nazionale (tabella 8.2)(2). Per l’Emilia-Romagna, infatti, il saldo commerciale complessivo di tutte le merci è, da molti anni, sempre positivo. Tuttavia, dopo il forte miglioramento evidenziato tra il 2003 e il 2008 (+45,3%) e la decisa flessione del 2009, che lo ha riportato sui livelli di quattro anni prima, negli ultimi sette anni il saldo commerciale complessivo evidenzia un ragguardevole miglioramento, passando da 14,7 a 24,6 miliardi di euro. In ogni caso, il saldo normalizzato(3) (SN), nel 2017 perde lo 0,7% per effetto di una crescita delle esportazioni (+6,7%), inferiore rispetto a quella evidenziata dalle importazioni (+8,2%).

Sostanzialmente positiva è anche la situazione che si riscontra a livello na-zionale, anche se crescono in modo deciso sia le esportazioni (+7,4%) che, in particolare le importazioni (+9,0%), tanto che il saldo con l’estero passa dai –––––––––

(1) I prodotti non attribuiti alle regioni sono quelli che l’Istat attribuisce alla provincia fittizia 97 e quindi non sono attribuibili a nessuna specifica provincia/regione. La componente principa-le di questo aggregato è costituita dai nuovi codici, presenti dal 2004 nei dati del commercio estero, denominati “Merci del capitolo XY al di sotto della soglia di assimilazione”, che riassu-mono i dati non rilevabili dai documenti di interscambio. Per i dati derivati dalle classificazioni NC8 o SH6 questi codici sono costituiti dalle due cifre che identificano il capitolo di apparte-nenza e rispettivamente da 6 a 4 zeri. Questi codici servono solo per i flussi dell’Italia con i paesi UE, dato che per i flussi con paesi extra UE le bollette doganali consentono di attribuire i flussi per singolo prodotto-paese.

(2) Ovviamente, come già precisato nella premessa al capitolo, il totale agroalimentare ripor-tato in tabella 8.1, costruito sulla base dei dati Istat nella classificazione SH6, differisce legger-mente da quello ricavato utilizzando la classificazione NC8 di tabella 8.3 e seguenti.

(3) Il saldo normalizzato è un semplice indicatore di performance, ottenuto dal rapporto tra il valore del saldo commerciale (esportazioni–importazioni) ed il valore dell’interscambio (espor-tazioni + impor(espor-tazioni); se l’indice, come in questo caso, è moltiplicato per 100, può assumere valori compresi tra -100 (esportazioni nulle) e +100 (importazioni nulle).

8. GLI SCAMBI CON L’ESTERO

191 +49,6 miliardi di euro del 2016 ai +47,4 miliardi di euro nell’anno successivo.

Pertanto, il saldo normalizzato della bilancia commerciale nazionale di tutte le merci, tra il 2012 e il 2017 torna positivo, dopo ben 8 anni consecutivi di valo-ri preceduti dal segno meno e mette a segno un recupero di oltre 9 punti percentuali.

Tabella 8.2 - Scambi con l’estero di prodotti agro-alimentari in Emilia-Romagna e in Italia per principali comparti nel 2017 (milioni di euro a prezzi correnti)

2017* Var. % 2017/2016

Tabella 8.2 - Continua C - Tot agroalimentare esclusi prodotti

non attribuiti alle regioni (A+B)b 43.584,2 40.593,3 -2.990,8 4,7 5,6 0,4 D - Prodotti agroalimentari non attribuiti

a regioni 648,1 308,0 -340,1 -0,04 -0,02 0,01

E - Totale agroalimentare (C+D)b 44.232,2 40.901,3 -3.331,0 4,7 5,5 0,4 TOTALE BILANCIA COMMERCIALE 400.658,9 448.106,7 47.447,8 9,0 7,4 -0,7

* Dati provvisori.

(a) Differenza semplice rispetto al SN% dell’anno precedente.

(b) Come già anticipato nella premessa al capitolo, questi dati così come quelli delle tabelle che seguono sono leggermente diversi da quelli riportati in tabella 8.1, perché diversa è la classificazione dei dati Istat utilizzati: NC8 contro SH6.

Fonte: Elaborazioni SMEA su dati Istat nella classificazione NC8.

8. GLI SCAMBI CON L’ESTERO

193 Le informazioni sul contributo della regione agli scambi nazionali di pro-dotti agro-alimentari, nonostante la sottostima dovuta alla presenza dei prodot-ti non attribuiprodot-ti alla regione, permettono di mettere in luce una sostanziale dif-ferenza tra la situazione regionale e quella nazionale, nonché un andamento un po’ anomalo tra prima e dopo il 2009.

In Emilia-Romagna, nel 2017, le importazioni agro-alimentari in valore rappresentano il 18,1% delle importazioni totali, mentre le esportazioni inci-dono solo per il 10,4%. A livello nazionale, invece, le importazioni agro-alimentari ricoprono un ruolo decisamente meno rilevante, con quote intorno all’11%, nell’ultimo biennio; hanno un peso inferiore anche le esportazioni agro-alimentari, per le quali, tuttavia, la distanza rispetto al dato regionale si presenta meno forte: la loro quota percentuale a livello nazionale nel 2009-14 oscilla tra l’8% e il 9% e nel 2017 sale al 9,1%.

A partire dal 2009, in particolare, si interrompe una tendenza in atto già dalla fine del secolo scorso – è questa l’anomalia del 2009-2016 –, che vedeva i prodotti agro-alimentari perdere parte della loro incidenza percentuale sugli scambi complessivi, sia in ambito regionale che nazionale, sia dal lato delle esportazioni che, soprattutto, da quello delle importazioni. Infatti nel 2009 e 2010 cresce in modo netto, specie per l’Emilia-Romagna, il peso percentuale sul totale degli scambi con l’estero dei prodotti agro-alimentari; tale crescita poi prosegue lentamente, ma costante, fino ai giorni nostri, in ambito naziona-le, mentre per la regione, specie dal lato delle importazioni, nell’ultimo trien-nio sembra stia per riaffermarsi il trend negativo, che aveva caratterizzato la prima parte del nuovo millennio.

Lo scorso anno, in Emilia-Romagna il saldo del commercio con l’estero dei prodotti del settore primario risulta sempre negativo, e in lieve peggioramento, mentre per i prodotti dell’industria alimentare e delle bevande il saldo per il terzo anno consecutivo risulta positivo. Per l’insieme dei prodotti del settore primario il saldo passa da -780 milioni di euro del 2014, il dato peggiore di sempre a valori correnti, a -669 milioni dello scorso anno. Per i prodotti tra-sformati, invece, il saldo risulta attivo per 530 milioni di euro a fronte dei -503 milioni di euro di cinque anni prima; il calo registrato nell’ultimo anno, pari a 91 milioni di euro, dipende dalla circostanza che le importazioni sono cresciu-te più delle esportazioni: 7,1% contro 5,0%. Il saldo normalizzato evidenzia, infatti, un calo di 1,3 punti percentuali per i prodotti trasformati e di 0,4 punti per quelli del settore primario. Pertanto, a livello di bilancia agro-alimentare regionale il SN, per effetto del diverso peso che hanno i due aggregati merceo-logici che la compongono, registra la perdita di un punto percentuale.

In ambito nazionale, si riscontrano, in termini di saldo normalizzato, anda-menti, rispetto a quelli appena descritti per l’Emilia-Romagna, più performanti

sia per i prodotti del settore primario, che in particolare per quelli dell’industria alimentare e delle bevande. Infatti, nel primo caso il saldo nor-malizzato perde solo 0,1 punti percentuali, per effetto della marcata differenza che esiste tra il valore delle importazioni e quello delle esportazioni, e per la maggior crescita delle prime (+3,9) rispetto a quelle delle seconde (+3,7%); il disavanzo aumenta di 414 milioni di euro, attestandosi a 7.306 milioni, formati da 14.452 milioni di euro di importazioni e da 7.146 milioni di euro di espor-tazioni. Contemporaneamente il saldo degli scambi con l’estero di prodotti tra-sformati appare caratterizzato da un forte trend positivo: passivo nel 2011 per 1.578 milioni di euro, l’anno seguente presenta un attivo di 183 milioni di eu-ro, che sale a 3.846 milioni di euro nel 2016 e a 4.315 milioni l’anno seguente;

questo è l’effetto della notevole crescita del valore sia delle importazioni (+5,1), che per lo scorso anno si attestano a 29.133 milioni di euro, sia delle esportazioni (6,0%), che nello stesso periodo raggiungono i 33.448 milioni di euro. Pertanto, il relativo SN guadagna 0,4 punti percentuali, valore uguale a quello calcolato per l’insieme di tutti i prodotti agro-alimentari.

Quindi nel corso del 2017 l’attivo degli scambi con l’estero dei prodotti dell’industria alimentare e delle bevande riesce a compensare, almeno in parte, il forte passivo del settore primario in ambito nazionale e quasi completamente il passivo in ambito regionale.

8.2. La composizione merceologica dei flussi commerciali regionali In questo paragrafo si analizzano i flussi regionali del commercio con l’estero scendendo ad un livello di dettaglio merceologico che consente valu-tazioni puntuali sulle singole tipologie di prodotti agroalimentari. Infatti, i dati contenuti nelle tabelle 8.3-8.4 sono decisamente più dettagliati rispetto a quelli delle tabelle precedenti.

Con riferimento ai prodotti del settore primario, dal lato delle importazioni le voci più importanti in regione restano sostanzialmente immutate: cereali per 210 milioni di euro (-24,6%), sementi per 199 milioni di euro (-3,5%), animali vivi per 412 milioni di euro (+13,8%) e frutta secca per 102 milioni di euro (-2,6%) (tabella 8.3).

Per quanto concerne i cereali, l’incremento segnalato nell’ultimo anno rap-presenta un ulteriore parziale recupero dopo la forte riduzione delle importa-zioni del 2015. I dati riportati nella tabella 8.3 consentono di approfondire la composizione di questa voce aggregata. Si scopre così che lo scorso anno il frumento tenero è stato il cereale più importato (183 milioni di euro) ma con valori e quantità in diminuzione rispetto al 2016: -12,0% in valore e -17,1% in

8. GLI SCAMBI CON L’ESTERO

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Tabella 8.3 - Importazioni dall'estero di prodotti agro-alimentari in Emilia-Romagna per principali aggregati nel 2017* (milioni di euro a prezzi correnti)

Valore

Tabella 8.3 - Continua

8. GLI SCAMBI CON L’ESTERO

Fonte: Elaborazioni SMEA su dati Istat nella classificazione NC8.

quantità. Il mais è il secondo cereale per importanza dal lato delle importazio-ni, con un valore che nel 2017 ha raggiunto i 181 milioimportazio-ni, con un aumento esplosivo sia in valore (+47,7%) sia in quantità (+29,2%), dopo il forte incre-mento messo a segno anche lo scorso anno. Le importazioni di grano duro, in-vece, sono state pari a soli 29 milioni di euro, in calo del 33,8% in valore ri-spetto al 2016, e del -30,5% in quantità.

Le importazioni di semi e frutti oleosi, invece, sono diminuite in misura

sensibile sia in valore (-24,6%) che in quantità (-22,1%). Il valore complessivo degli acquisti, pari a 209,5 milioni di euro, è dovuto per ben 126 milioni a im-portazioni di semi di soia, in calo di oltre il 35% sia in quantità che in valore.

La seconda componente di questo aggregato è rappresentata dai semi di gira-sole, che ammontano in valore a 50 milioni, in leggera contrazione rispetto all’anno precedente: -8,1% in valore e -2,6% in quantità.

Le sementi rappresentano la terza voce delle importazioni agricole regiona-li; ma in questo caso, a differenza di quanto si verifica strutturalmente per ce-reali e semi oleosi, le importazioni e le esportazioni tendono sostanzialmente ad equilibrarsi. Così dopo un 2015 con saldo positivo (+7,8 milioni) e un 2016 con un saldo negativo, anche se per soli 7 milioni di euro, nel 2017 le importa-zioni si sono fermate a 199 milioni mentre le esportaimporta-zioni sono cresciute di nuovo raggiungendo i 213 milioni, e portando così il saldo ad un valore positi-vo per 14 milioni di euro.

Le importazioni di animali vivi, altro elemento strutturale del deficit com-merciale regionale e nazionale, nel 2017 hanno raggiunto i 178 milioni di eu-ro, in aumento del 13,8% in valore rispetto all’anno precedente, dovuto princi-palmente ad un aumento dei prezzi medi di acquisto (+12,6%), mentre le quantità sono cresciute solo dell’1,0%. Con un valore pari a oltre 112 milioni di euro, i bovini (sia da riproduzione che da allevamento) rappresentano la componente di gran lunga più significativa di questo aggregato, seguiti dai suini (20,5 milioni di euro per quelli da allevamento e 15 milioni per quelli da macello).

Sempre rispetto all’anno precedente, sono invece diminuite le importazioni di frutta secca, che si sono fermate a 102 milioni di euro (2,6% in valore e -1,0% in quantità). Non trascurabili nemmeno le importazioni di “caffè, cacao, te e spezie”, che però si sono fermate a 90 milioni di euro, con valori sostan-zialmente in linea con quelli del 2016, nonostante una diminuzione delle quan-tità importate pari al -5,2%. In quest’ultimo caso, è il caffè a detenere la quota decisamente più significativa, con un valore delle importazioni pari a 79 mi-lioni di euro (+2,7% in valore, -5,9% in quantità).

Come anticipato, le esportazioni regionali di prodotti del settore primario sono andate bene nel corso del 2017 (+2,5% in valore), anche se non abba-stanza da compensare completamente l’incremento delle importazioni (+3,5%

in valore) (tabella 8.4). In particolare la categoria di prodotti di gran lunga più importante in termini di esportazioni resta quella della frutta fresca (agrumi esclusi): nel 2017 le esportazioni sono state pari a oltre 489 milioni di euro, e rappresentano, da sole, oltre la metà delle esportazioni totali regionali di pro-dotti del settore agricolo. Rispetto all’anno precedente, mentre si è realizzato

Nel documento Rapporto 2017 (.pdf) (pagine 189-200)