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Combustibili ed energia elettrica

Nel documento Rapporto 2017 (.pdf) (pagine 144-153)

6. Il credito e l’impiego dei fattori produttivi

6.2. L’impiego dei fattori produttivi

6.2.4. Combustibili ed energia elettrica

Il mercato internazionale del petrolio ha interrotto l’andamento cedente os-servato nell’ultimo triennio, chiudendo l’anno con una quotazione media del greggio (Brent a 54,2 dollari al barile) superiore del 25% rispetto all’anno pre-cedente. Il recupero delle quotazioni, conseguente ai tagli alla produzione formalizzati con l’accordo Opec siglato a fine 2016 e a tensioni geopolitiche nelle aree produttive del Medio Oriente, si è riflesso sul costo dei carburanti, comportando una ripresa della bolletta energetica, una delle voci più gravose dei bilanci aziendali.

Per quanto riguarda il gasolio agricolo, la quotazione media annua si è ri-collocata sui valori del 2015, con rialzi più evidenti nei mesi invernali (figura 6.3). Su base annua, il prezzo medio del gasolio agricolo, risultato dalle medie aritmetiche dei prezzi fatte pervenire dagli operatori provinciali alle Camere di Commercio di Bologna e Modena (consegna/ingrosso per la fornitura da 2.000 a 5.000 litri), è aumentato di circa il 10% rispetto all’anno precedente.

Dall’analisi degli impieghi, seguiti sulla base degli archivi UMA, risulta un incremento delle assegnazioni di gasolio agricolo (381,8 milioni di litri), cre-sciute dell’8,2% su base annua. La quota preponderante del gasolio agricolo è utilizzata per l'autotrazione; le assegnazioni destinate al florovivaismo, corri-spondenti a 15,8 milioni di litri, risultano invece calate del 18% rispetto al 2016. Sull’incremento del gasolio hanno pesato le assegnazioni supplementari disposte con D.G.R. 984/2017 per far fronte all’emergenza siccità. I dati finali sul consumo, considerato calcolando rimanenze e restituzione, confermano comunque l’andamento decrescente osservato nel lungo periodo, a seguito del-la revisione delle assegnazioni suldel-la base dei parametri di ettaro-coltura.

Per quanto riguarda la benzina agricola, le assegnazioni sono scese del 16,5% rispetto all’anno precedente, per effetto del calo della domanda.

Relativamente all'energia elettrica, sono diminuiti i prezzi ed aumentati lie-vemente i consumi. Secondo i primi dati provvisori di Terna, in Italia la do-manda di elettricità complessiva del 2017 risulta in aumento del 2% rispetto al 2016. L’evoluzione dei consumi settoriali in Emilia-Romagna mostra una con-trazione del relativo peso dell'agricoltura sul totale (circa 3%). L’aumento de-gli impieghi nell’area territoriale regionale è dipeso dalla crescita del fabbiso-gno (+4%), conseguente alle condizioni meteo-climatiche avverse che hanno favorito i consumi per le attività di refrigerazione, ventilazione, irrigazione.

6. IL CREDITO E L’IMPIEGO DEI FATTORI PRODUTTIVI

143 Per quanto riguarda l’andamento dei prezzi, si è osservato un trend calante nel primo semestre, seguito da un rialzo nei mesi estivi, dovuto all’incremento dei costi di approvvigionamento; l’ultimo trimestre dell’anno è stato invece caratterizzato da una sostanziale stabilità. Nel complesso, i prezzi su base an-nua sono diminuiti del 3,9% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (indice dei prezzi ISMEA, dicembre 2017).

6.2.5. Il lavoro

Anche nel 2017, secondo le rilevazioni dell’Istat, si conferma l’andamento positivo a livello nazionale dell’occupazione degli ultimi quattro anni, che tor-na a superare i livelli del 2010. L’aumento nel corso nel 2017 è stato di oltre 265 mila unità (+1,2%), con un leggero miglioramento rispetto ai risultati dei due anni precedenti (tabella 6.9). Da sottolineare che la crescita occupazionale, ha fatto registrare un aumento contemporaneo sia di quella maschile (+0,9%) che femminile (+1,6%), come nel 2016, mentre negli anni precedenti riguar-dava prevalentemente quella maschile. Si conferma inoltre la crescita dell’occupazione dipendente, con oltre 370 mila unità (+2,1%), mentre dimi-nuiscono i lavoratori autonomi rispetto al 2016 (-1,9%).

La struttura occupazionale negli ultimi anni, dal 2010 al 2017, non si è

mo-Figura 6.3 - Andamento dei prezzi medi mensili del gasolio agricolo (consegne da 2.001 a 5.000 litri) - Anni 2011-2017

0,5 0,6 0,7 0,8 0,9 1 1,1 1,2 1,3

2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017

Bologna Modena

Fonte: Camere di commercio di Bologna e Modena - Listino annuale dei prezzi.

dificata sostanzialmente, con la componente femminile che rimane ancora de-bole, anche se aumentano il tasso di attività e di occupazione e si riduce quello di disoccupazione (tabella 6.10). Il tasso di occupazione che sale nel 2017 al 58% per il totale degli occupati, si attesta a quasi il 49% per le donne, resta pe-rò ancora inferiore di 9 punti rispetto a quello generale. Il tasso di disoccupa-zione a livello nazionale nel 2017 cala leggermente a 11,4%, e contrariamente all’anno precedente cala anche quello femminile.

L’andamento in Emilia-Romagna degli indicatori strutturali del mercato del lavoro mostra, in generale, un andamento più positivo rispetto a quelli na-zionali, anche se nel 2017 il tasso di attività generale si stabilizza al 73,5%, con una leggera riduzione rispetto all’anno precedente, ma sale ancora il tasso di occupazione (68,6%), e scende ulteriormente, e in modo più consistente, quello di disoccupazione (6,7% nel 2017), mentre a livello nazionale rimane, come detto in precedenza, molto più elevato (11,4%).

La stessa componente di genere presenta in Emilia-Romagna dei tratti più favorevoli per le donne: il tasso di attività si riduce leggermente al 67,5%, ma risulta superiore di oltre 11 punti rispetto a quello nazionale, mentre scende all’8% il tasso di disoccupazione (12,5% a livello nazionale). I buoni risultati a livello regionale, come già sottolineato negli anni precedenti, non devono però far dimenticare che la Regione resta ancora sotto i livelli richiesti dalla Strate-gia Europa 2020, che auspica un tasso di occupazione del 75%.

L’analisi dei cambiamenti dell’occupazione in agricoltura mostra a livello nazionale nel 2017 una riduzione di 13 mila unità (-1,4%), dopo il forte au-mento dell’anno precedente, e si attesta a 871 mila unità in totale (tabella 6.9).

Tabella 6.9 - Occupati in Italia in agricoltura e nel complesso, 2010-2017 (migliaia di unità)

Anni

Occupati Occupati in agricoltura

complesso dipendenti complesso dipendenti totale maschi totale maschi totale maschi totale maschi 2010 22.527 13.375 16.833 9.377 849 600 397 272 2011 22.598 13.340 16.940 9.374 832 587 401 272 2012 22.566 13.194 16.945 9.291 833 591 416 283 2013 22.191 12.914 16.682 9.099 799 573 397 279 2014 22.279 12.945 16.780 9.169 812 587 406 294 2015 22.465 13.085 16.988 9.326 843 614 429 312 2016 22.758 13.233 17.310 9.508 884 644 458 335 2017 23.023 13.349 17.681 9.653 871 643 457 338

Fonte: elaborazione su dati Istat.

6. IL CREDITO E L’IMPIEGO DEI FATTORI PRODUTTIVI

145 Per il momento, può sembrare un’inversione di tendenza rispetto agli aumenti dei tre anni precedenti, a cui aveva contribuito però anche l’adozione del nuo-vo Sistema Europeo dei conti (SEC 2010), che ha ridimensionato la presenza del lavoro irregolare in agricoltura, che resta comunque a livelli elevati. Infatti, nel 2015, ultimi dati Istat disponibili, il tasso di irregolarità in agricoltura risul-tava pari al 17,9%, con un’incidenza sul valore aggiunto del 15,5%. A livello nazionale la riduzione dell’occupazione ha riguardato solo in minima parte quella dipendente, scesa a 457 mila unità nel 2017, contro 458 mila nel 2016, ma che comunque rimane al 52% dell’occupazione agricola totale. Continua invece fra i lavoratori dipendenti l’aumento della componente maschile, che si avvicina quasi ai tre quarti del totale, contro il 68% nel 2010.

Nel 2017 in agricoltura la contrazione dell’occupazione ha riguardato an-che le donne, an-che si attestano al 26% del totale, contro il 29% nel 2010. Sem-pre nel 2017 l’occupazione giovanile in agricoltura, dai 15 ai 34 anni, risulta in diminuzione (-3,2%), interrompendo la fase di rilevante crescita che aveva ca-ratterizzato gli anni precedenti (+7% nel 2016, +11% nel 2015).

Tabella 6.10 - Tassi di attività, occupazione e disoccupazione (15-64 anni) in Emilia-Romagna ed in Italia (2010-2017)

A livello territoriale, a differenza di quanto accade a livello nazionale, si registra una diversificazione importante, con un aumento dell’occupazione agricola nelle regioni del Nord-Est (+1,2%), e in misura contenuta nel Centro (+0,4%). Nel Mezzogiorno la riduzione dell’occupazione risulta in linea con quella nazionale (-1,4%), mentre nel Nord-Ovest si registra una contrazione consistente (-6,8%).

Gli stranieri impiegati in agricoltura nel 2017 risultano sostanzialmente stabili rispetto all’anno precedente (+0,1%), in particolare aumentano nel Nord-Ovest (+20,5%) e nel Mezzogiorno (+4,3%), mentre si riducono nel Nord-Est (-11,1%) e nel Centro (-6,4%). A livello nazionale il peso occupati stranieri sul totale degli occupati continua ad aumentare nel 2017, 16,9% (nel 2016 era pari al 16,6%). L’incidenza degli stranieri sul totale si conferma par-ticolarmente elevata nel Centro (29,3% nel 2017), anche se inferiore rispetto al 2016 (31,4%). Nel Nord-Ovest la quota risulta del 17,2%, nel Nord-Est del 14,4% e nel Mezzogiorno del 14,1%.

I voucher sono stati soppressi con il Decreto Legge n. 25 del 17 marzo 2017, che ha sancito l’abrogazione del lavoro accessorio. I buoni venduti entro quella data potevano comunque essere utilizzati fino a dicembre 2017. Secon-do i dati riportati recentemente dall’Inps (Statistiche in breve “Lavoro accesso-rio - aggiornamento all’anno 2017”, di aprile 2018) dalla data di inizio dei voucher, agosto 2008, fino a marzo 2017 ne sono stati venduti oltre 433 milio-ni. Il maggior ricorso ai voucher ha interessato il Nord-Est (36,4% del totale) e il Nord-Ovest (29,8%). La regione con il maggior utilizzo è stata la Lombar-dia, seguita dal Veneto e dall’Emilia-Romagna. A livello nazionale solo il 3,8% dei voucher venduti per l’intero periodo è stato destinato all’agricoltura, contro il 17,4% del commercio e 34,8% di “altre attività”.

Con il Decreto Legge, n. 50 del 24 aprile 2017 le norme sul lavoro accesso-rio finanziate con i voucher sono state sostituite con la nuova disciplina delle prestazioni di “lavoro occasionale”, come riportato nel paragrafo 2.2. La nor-mativa generale per il ricorso al Contratto di Prestazione Occasionale (CPO) prevede un minimo di 9 euro di compenso netto orario e un compenso netto giornaliero minimo per il prestatore di 36 euro, inoltre sono esclusi dal ricorso al CPO i datori di lavoro che hanno alle proprie dipendenze più di cinque lavo-ratori subordinati a tempo indeterminato.

Nell’ambito della nuova normativa sul lavoro occasionale è stato previsto un “regime speciale” per l’agricoltura che, pur nel rispetto del limite di 5 di-pendenti per azienda, il ricorso al CPO è previsto esclusivamente per le attività lavorative rese da lavoratori appartenenti a quattro categorie: pensionati, stu-denti, disoccupati, percettori di prestazioni integrative del salario e a sostegno

6. IL CREDITO E L’IMPIEGO DEI FATTORI PRODUTTIVI

147 tempo determinato. Nel settore agricolo il compenso minimo della retribuzio-ne oraria si differenzia in base alle prestazioni di natura subordinata individua-ta dal contratto collettivo stipulato dalle associazioni sindacali, comparativa-mente più rappresentative sul piano nazionale. In particolare, sono previsti tre importi orari differenti, in base al grado di qualifica del lavoratore (area 1: € 9,65; area 2: € 8,80; area 3: € 6,56). L’importo del compenso giornaliero non può essere inferiore alla misura minima fissata per la remunerazione di quattro ore lavorative, anche qualora la durata effettiva della prestazione lavorativa giornaliera sia inferiore. La misura del compenso delle ore successive è libe-ramente fissata dalle parti, purché nel rispetto della misura minima di retribu-zione oraria sopra indicata.

Le denunce di infortunio sul lavoro nel 2016 registrano un incremento dell’1% rispetto all’anno precedente, ma una contrazione del 27,5% rispetto al 2010 a conferma di un trend in diminuzione (“Il mercato del lavoro - verso una lettura integrata”, Ministero del Lavoro, Istat, Inps, Inail, Anpal, 2017).

Nel 2016, inoltre, il 31,6% degli infortuni si è verificato nel Nord-Est. Le Regioni più colpite in termini assoluti sono quelle con maggiore occupazione:

Lombardia (99.967), Emilia-Romagna (75.588) e Veneto (66.341). Sempre nel 2016 i livelli di rischio infortunistico più elevati riguardano l’agricoltura (oltre 40 denunce nel complesso ogni mille lavoratori) e le costruzioni. Nei primi dieci mesi del 2017, rispetto agli stessi del 2016, si registra un aumento delle denunce (+0,7%).

L’occupazione in agricoltura in Emilia-Romagna nel 2017 ha raggiunto le 80 mila unità, facendo registrare un andamento diverso da quello nazionale, con un ulteriore aumento del 5% rispetto al 2016, che segue quello ancora più consistente dell’anno precedente. La crescita occupazionale è risultata ancora superiore in percentuale per la componente femminile (+12,6%) rispetto a quella maschile (+2%). Inoltre, nel 2017 l’aumento dell’occupazione agricola in Regione è stato più rilevante per i lavoratori dipendenti (+8% rispetto al 2016) e la loro quota a livello regionale, con 36 mila unità, ha raggiunto quasi il 45% del totale.

L’aumento dell’occupazione agricola in Regione degli ultimi anni ha fatto parlare spesso di “ritorno alla terra”, ma si ricollega, come già sottolineato nel Rapporto precedente, anche ad una emersione del sommerso, la cui rilevanza è stata evidenziata in precedenza. Questa tendenza trova però riscontro nell’aumento della multifunzionalità e diversificazione delle attività in atto nelle aziende agricole e nell’agricoltura regionale.

La componente maschile nel 2017, come negli anni precedenti, risulta an-che in Emilia- Romagna quella più rilevante con il 68% dei lavoratori dipen-denti e il 70% degli indipendipen-denti (tabella 6.11). L’andamento dell’occupazione

femminile agricola, anche nel 2017, vede ulteriormente aumentare la presenza delle donne tra i lavoratori autonomi che passa dal 22% nel 2010 al 30% nel 2017, mentre fra i dipendenti la loro presenza diminuisce, passando dal 44%

nel 2010 al 32% nel 2017.

L’occupazione agricola aumenta nel 2017 nella maggior parte delle provin-ce della Regione, ad ecprovin-cezione di Ferrara e Parma (mille unità in meno per

Tabella 6.11 - Occupati in agricoltura in Emilia-Romagna, 2010-2017 (migliaia di unità)

Anno

Numero Indice 2010=100

Dipendenti Indipendenti Totale Dipen- denti

Indipen- denti Totale Totale Maschi Totale Maschi Totale Maschi

Fonte: elaborazione su dati Istat.

Tabella 6.12 - L'occupazione in agricoltura nelle province dell'Emilia-Romagna nel 2017

Agricoltura

Emilia-Romagna 35.631 44.237 79.868 1.973.043 4,0

(a) Dall'01/01/2015 Città metropolitana di Bologna.

Fonte: elaborazione su dati Istat.

6. IL CREDITO E L’IMPIEGO DEI FATTORI PRODUTTIVI

149 entrambe), Piacenza (-860 mila unità) e Città metropolitana di Bologna (-490 mila), dove si è registrata una flessione complessiva (tabella 6.12). Mentre a Ferrara, Parma e Città metropolitana di Bologna la riduzione ha interessato so-lo i dipendenti, a Piacenza si sono ridotti gli indipendenti. Il maggiore aumento dell’occupazione ha riguardato Forlì-Cesena, con una crescita di quasi 2.900 unità (+21,8%), segue la provincia di Modena, con un incremento di oltre 1.700 unità (+15,3%).

Le province di Forlì-Cesena, Ravenna, Ferrara, si caratterizzano ancora per un’incidenza dell’occupazione agricola sul totale superiore alle altre provincie (rispettivamente 7,8%, 7,7% e 6,3%). Anche Modena e la Città metropolitana di Bologna hanno un numero di occupati agricoli significativo in termini

nu-Tabella 6.13 - Numero di ore di Cassa Integrazione Guadagni nel 2017, operai e impiegati nell'industrie alimentari e delle bevande in Emilia-Romagna

Totale Var. % 2016/2015 Cig in settore alimentare

(Cig Ordinaria, Straordinaria e In deroga) 580.663 -38,7

Cig in tutti i settori 27.281.069 -51,9

Fonte: elaborazione su dati INPS.

Tabella 6.14 - Unità locali nella trasformazione alimentare in Emilia-Romagna (2013-2017)

2013 2014 2015 2016 2017

merici (rispettivamente 13 mila ed oltre 10 mila unità), ma la quota sul totale degli addetti è meno rilevante, per il maggior rilievo degli altri settori.

I dati INPS sulla Cassa Integrazione Guadagni confermano un andamento positivo anche nel 2017, già evidenziato negli anni precedenti, della congiun-tura per quanto riguarda l’industria alimentare (tabella 6.13). Le richieste di CIG (Ordinaria, Straordinaria e In deroga) risultano in consistente contrazione (-38,7%) rispetto al 2016. Anche per l’insieme di tutti i settori di attività eco-nomica il ricorso alla cassa integrazione è fortemente diminuito in Regione (-51,9%), a livello nazionale la riduzione è stata del 39,9%.

I dati Unioncamere sulle Unità Locali (UL) mostrano un andamento positi-vo: nel complesso le UL dell’industria alimentare sono aumentate (+0,5%) nel 2017, anche se in misura più contenuta rispetto al 2016 (tabella 6.14).

L’andamento è stato positivo per tutti i settori, ad eccezione delle carni, oli e grassi, farine e granaglie, che hanno registrato una contrazione delle unità lo-cali rispetto all’anno precedente, rispettivamente del -1%, -1,6% e -1%, anche per il comparto del lattiero caseario si segnala una leggera flessione delle UL (-0,6%).

Nel documento Rapporto 2017 (.pdf) (pagine 144-153)