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Il settore vitivinicolo

Nel documento Rapporto 2017 (.pdf) (pagine 79-86)

4. Le produzioni vegetali

4.4. Il settore vitivinicolo

L’annata vitivinicola 2017 è stata difficile per via di un regime termico quasi sempre al di sopra della norma e precipitazioni estremamente basse.

Escluso gennaio con temperature rigide sotto la media mensile regionale, e la seconda decade di aprile con grandinate che hanno interessato diverse aree vi-ticole della regione e gelate tardive, le temperature medie sopra i valori medi regionali hanno determinato un anticipo di oltre 8/10 giorni del germogliamen-to rispetgermogliamen-to all’annata scorsa. Al termine di quesgermogliamen-to periodo caldo, grandine e ge-late tardive hanno portato a disformità e scalarità nello stato fenologico dei va-ri vitigni e, nelle aree maggiormente colpite, la perdita delle infiorescenze ap-pena formate. Con le temperature della prima e seconda decade di maggio lo sviluppo dei germogli è ripartito celermente, determinando una forte competi-zione tra apice vegetativo e grappoli in fase di fioritura-allegagione, con pre-senza di acinellatura. La fioritura si è verificata circa 10 giorni prima dello scorso anno. Da fine maggio poi le temperature molto elevate hanno determi-nato, soprattutto nelle ore più calde della giornata il blocco fisiologico delle piante.

Ad aggravare la situazione climatica è stata la mancanza di precipitazioni.

Già i primi 7 mesi del 2017 hanno presentato un andamento di estrema caren-za idrica e prevalenti condizioni di temperature superiori alla norma. In

parti-colare giugno 2017 ha registrato temperature massime medie inferiori solo a quelle del 2003 e luglio ha presentato precipitazioni quasi assenti in vaste aree centro orientali della Regione, con una stima del deficit di Bilancio Idroclima-tico simili o localmente superiori a quelli delle estati più siccitose del clima re-cente quali quelle del 2012, 2007 e 2003.

Dal punto di vista fitosanitario le elevate temperature primaverili e le ridot-te precipitazioni hanno limitato la peronospora che in molti casi ha raggiunto il minimo storico di infezione. Mentre l’oidio, soprattutto in collina, ha creato si-tuazioni di difficile contenimento, in particolare quando sono stati utilizzati so-lo fungicidi a base di zolfo. Anche quest’anno la presenza diffusa su tutto il territorio regionale di vigneti colpiti da mal dell’esca e da fitoplasmi.

Le condizioni climatiche dell’annata 2017 hanno fatto registrare effetti ne-gativi sulla produzione viticola e raccolte anticipate, di circa due settimane, che hanno avuto influenza sui vini ottenuti, con, in alcuni casi valori anomali per i tenori di acido tartarico ed il tenore di potassio e, in tutta la regione un forte calo produttivo, anche a causa della resa in vino più bassa dello scorso anno.

A dimostrare l'effettivo andamento della vendemmia sono i primi dati rias-suntivi delle dichiarazioni di produzione 2017 forniti dall'Agenzia Regionale per i pagamenti in Agricoltura (AGREA). Gli ettolitri di vino e mosto che i produttori hanno dichiarato di avere ottenuto dalle uve raccolte nella vendem-mia 2017 ammontano ad un totale di 6.619.673 ettolitri, mentre nella ven-demmia scorsa vennero dichiarati 8.751.762 hl di vino e mosto. La produzione totale evidenzia quindi una diminuzione che va oltre il 24%.

Relativamente alla produzione 2017 il 21,4% dei mosti e dei vini sono stati dichiarati DOP, il 27,5% dei vini e mosti IGP e lo 0,9% vini varietali, a ulte-riore conferma del riparto produttivo regionale. Il 50,2% dei vini e mosti pro-dotti sono vini generici. Rispetto all’anno precedente è stata dichiarata una percentuale maggiore di vino e mosto DOP (era il 17,6%). Per quanto concer-ne il colore i dati mostrano che i vini e i mosti bianchi costituiscono il 56,3%

della produzione regionale, lo scorso anno i vini e mosti bianchi costituivano il 54,6% della produzione totale.

4.5. I cereali

L’esito della campagna cerealicola 2017 è stato molto incerto fino al mo-mento della raccolta a causa del particolare andamo-mento climatico caratterizzato da più periodi con condizioni avverse: dapprima freddo e gelate, poi temporali e grandinate ed infine marcata siccità e temperature elevate.

4. LE PRODUZIONI VEGETALI

79 Per una analisi di come è andata la campagna iniziamo col dare uno sguar-do alle superfici investite, al netto delle di quelle destinate a sementi: comples-sivamente si registra un decremento del 11% rispetto all’anno precedente.

La coltura che è diminuita maggiormente è il frumento duro con una ridu-zione del 28,4% (-24.854 ettari), segue il sorgo con -11,7% (-3.166 ettari), il riso -9,2% (-662 ettari) e il frumento tenero con -6,2% (-7.592 ettari). Risulta stabile il mais e in leggero aumento l’orzo e l’avena.

Per quanto attiene alla produzione emiliano-romagnola è stata di circa 2,03 milioni di tonnellate (-14,9% rispetto all’anno precedente) così suddivisa: 805 mila tonnellate di frumento tenero (-3,2% rispetto al 2016), 412 mila tonnella-te di frumento duro (-24,5%), 496 mila tonnellatonnella-te di mais (-21,2%), 162 mila tonnellate di sorgo (-30,0%), 120 mila tonnellate di orzo (+10,6%), e infine 34 mila tonnellate di riso (-8,4%) (tabella 4.4).

Le rese sono state condizionate moltissimo dall’andamento climatico: i ce-reali autunno vernini sono generalmente sfuggiti alla siccità e le loro perfor-mance produttive e qualitative sono state buone se non ottime in alcuni areali.

I cereali estivi invece sono stati particolarmente penalizzati dall’andamento climatico e la campagna è stata sicuramente drammatica, con una diminuzione della resa di oltre il 20% rispetto all’anno precedente.

Per quanto riguarda i parametri qualitativi i frumenti hanno fatto registrare ottimi risultati con un contenuto proteico decisamente elevato, che in alcuni territori è stato superiore al 14,5%; anche per il peso specifico si registrano buoni risultati con oltre 80 kg/hl per i frumenti e oltre 65 kg/hl per l’orzo.

Vediamo come l’andamento climatico ha influito sui cereali autunno-vernini, partendo dalle buone condizioni del mese di ottobre con la possibilità di preparare dei buoni letti di semina. A novembre le temperature, anche se ca-ratterizzate da forti sbalzi, non hanno influito sull’emergenza che è stata rego-lare. Già in dicembre si sono avuti i primi segnali di una annata estremamente siccitosa: le mancate piogge del mese sono oscillate dal 40% nella pianura orientale bolognese al 90% ed oltre della fascia di bassa pianura prossima al Po e dei rilievi più elevati. Il mese di gennaio ha visto perdurare la siccità. Le piogge iniziali di febbraio non sono state sufficienti a ripianare le carenze idri-che dei mesi precedenti; ma sono state comunque importantissime per solubi-lizzare i concimi distribuiti nella fase di accestimento. I mesi di marzo e aprile sono stati caratterizzati da assenza di precipitazioni in vaste aree di pianura in particolare nelle aree del parmense e piacentino. Oltre al prolungarsi della sic-cità si sono verificati altri eventi estremi, come le gelate tardive che hanno colpito vaste aree della regione dal 19 al 22 aprile, ma anche estese grandinate del 15 e 16 aprile. L’abbassamento delle temperature ha determinato sulle fo-glie ingiallimenti e successivi disseccamenti dei tessuti, soprattutto nell’apice

fogliare delle ultime foglie, mentre sulle spighe il danno più evidente è stato quello delle ariste contorte. In questa fase nelle aree più siccitose gli agricoltori hanno deciso di intervenire con irrigazioni di soccorso per favorire lo sviluppo della pianta e far assorbire le concimazioni distribuite durante la levata. Consi-derando l’intera regione le piogge di maggio sono state mediamente prossime alla norma, anche se superiori nel bolognese, ma ancora inferiori alle attese nelle aree occidentali già in grave deficit. Anche le temperature devono essere menzionate in quanto verso fine mese le massime hanno raggiunto tra i 30 e i 33 °C. Le settimane iniziali di giugno si sono presentate in assenza di piogge utili per i cereali e massime mediamente oltre i 30°C; questo andamento ha de-terminato l’inizio del raccolto intorno al 10 giugno per l’orzo e per i frumenti una settimana dopo.

Dal punto di vista fitosanitario, il 2017 non ha fatto registrare particolari problemi fitosanitari se non verso il termine della stagione vegetativa più pros-sima alla raccolta. La ruggine gialla (Puccinia striiformis f.sp graminis), ha

fat-Tabella 4.4 - Superfici e produzioni dei principali cereali in Emilia-Romagna

Produzioni

Superficie

Rese

Produzione raccolta Variazione %

(ha) (100 kg) (100 kg) 2017/2016

2017 2016 2017 2016 2017 2016 Sup. rese prod.

Frumento

tenero* 115.420 123.012 69,9 67,6 8.055.242 8.321.142 -6,2 3,4 -3,2 Frumento

duro* 61.756 86.241 67,1 63,5 4.126.354 5.468.929 -28,4 5,7 -24,5 Orzo* 19.303 18.810 62,6 58,1 1.202.420 1.087.300 2,6 7,7 10,6 Mais da

granella * (al netto del mais dolce)

61.518 61.830 80,8 101,9 4.960.695 6.294.936 -0,5 -20,7 -21,2

Sorgo da

Granella 23.800 26.966 68,1 85,8 1.620.448 2.314.295 -11,7 -20,6 -30,0

Avena 515 496 35,5 33,1 18.309 16.429 3,8 7,3 11,4

Riso* 6.551 7.213 52,7 52,3 345.409 376.992 -9,2 0,9 -8,4 TOTALE 288.863 324.568 20.328.877 23.880.023 -11,0 -14,9

*Per frumenti (duro e tenero), orzo, mais e riso le superfici riportate (per gli anni 2015 e 2016 sono da intendersi come superfici per produzione di granella (è stato scorporato il dato relativo alle superfici sementiere).

Fonte: Regione Emilia-Romagna - Direzione Generale Agricoltura, caccia e pesca.

4. LE PRODUZIONI VEGETALI

81 to la sua comparsa sporadicamente, soprattutto negli areali di coltivazione orientali, manifestando anche certa virulenza solamente su alcune varietà e mettendo in evidenza la diversa sensibilità dei materiali genetici all’azione pa-togenetica del fungo.

La vera novità del 2017 è stata la ricomparsa con una certa frequenza e gravità della ruggine bruna (Puccinia recondita f.sp. tritici). La malattia è comparsa con una discreta frequenza già dalla seconda metà di maggio, ma con gravità diversa a seconda delle varietà impiegate ed è stata contenuta effi-cacemente con il trattamento chimico effettuato in epoca fusariosi.

Il complesso della septoriosi (Stagonospora nodorum e Septoria tritici) ha fatto la sua comparsa molto tardivamente, fuori tempo per causare danni con-sistenti alla produzione.

Le infezioni di fusariosi della spiga (Fusarium spp.) si sono avute dalla prima alla terza settimana di maggio in relazione alle piogge che sono inter-corse in corrispondenza della fase di fioritura delle diverse varietà. La scalarità nella fioritura delle diverse varietà e le frequenti precipitazioni di quel periodo hanno reso difficoltoso eseguire il trattamento nel momento di massima effi-cacia e questo talvolta ha reso necessario eseguire un secondo intervento.

Nel complesso comunque dalle analisi effettuate sul prodotto il livello della principale micotossina del frumento - Deossinivalenolo (DON) causato dal Fusarium spp. - della produzione regionale risulta mediamente basso.

Relativamente al mais l’andamento meteorologico ha influito pesantemente sulla coltivazione. Solo la fase iniziale del ciclo ha beneficiato di condizioni ottimali con emergenze rapide e regolari in quanto le temperature erano molto superiori alla norma. Successivamente, già dopo l’emergenza, le condizioni climatiche hanno iniziato ad essere negative per la coltura: in aprile i fenomeni più preoccupanti sono stati la serie di gelate tardive che hanno colpito vaste aree della regione dal 19 al 22 aprile e le estese grandinate del 15 e 16 aprile, che hanno seriamente danneggiato o quanto meno bloccato il regolare svilup-po di gran parte delle coltivazioni. Anche la ridotta piovosità che perdurava dall’autunno ha iniziato a suscitare apprensione per l’intensità del fenomeno, che ha portato nel mese di aprile a valori molto inferiori alle attese climatiche, fino a 90% in meno in aree del parmense e piacentino.

Anche maggio e giugno sono stati caratterizzati da una marcata siccità ed inoltre in quest’ultimo mese le temperature hanno raggiunto massime elevatis-sime, interrotte da temporali di metà e fine mese localmente violenti che hanno causato danni per grandine e vento. Tuttavia le precipitazioni sono risultate nel complesso inferiori del 30% rispetto alla media degli ultimi 25 anni con deficit più elevati in aree del settore centro-orientale. Le alte temperature e il perdura-re di una scarsa piovosità hanno coinciso con lo stadio critico di fioritura della

pianta e già a giugno sono iniziate le irrigazioni di soccorso. Luglio come il mese precedente si è confermato molto più caldo della norma e ancora forte-mente siccitoso. Nel mese, chi aveva la possibilità, ha dovuto intensificare le irrigazioni per evitare eccessive perdite produttive. Purtroppo però non tutte le aziende si sono trovate in condizioni di rispettare turni irrigui necessariamente molto brevi e, comunque, chi vi è riuscito lo ha fatto a scapito dell’aumento dei costi irrigui. Agosto è stato il mese in cui le anomalie di precipitazioni e soprattutto di temperatura hanno registrato le condizioni più negative: tempe-rature massime assolute eccezionali (oltre 40°C) e precipitazioni inferiori di circa il 70% rispetto alla norma. Questo andamento oltre a penalizzare seria-mente la produttività, ha determinato un anticipo sulla maturazione di circa 15 giorni.

A causa di quanto descritto una significativa quota della superficie di mais inizialmente destinato a granella è stata indirizzata a produzione di ceroso.

Questa tipologia produttiva, che trova destinazione sia nell’alimentazione zoo-tecnica sia nella digestione anaerobica per la produzione di energia elettrica, è stata maggiormente richiesta per la scarsa resa delle superfici già destinate a mais ceroso, con conseguente necessità di acquisire ulteriore prodotto ceroso da colture originariamente destinate a granella. In questi casi i maiscoltori hanno deciso di evitare parte dei costi fissi che si sarebbero dovuti sobbarcare per il sostegno irriguo fino a fine ciclo e per la trebbiatura nonché non rischia-re di incorrischia-rerischia-re in eventuali problemi igienico-sanitari dovuti alla possibile con-taminazione da aflatossine.

Da un punto di vista fitosanitario tra i parassiti principali figura la Piralide, che è stata molto diffusa e con una presenza importante sia nella prima che nella seconda generazione. È stato quindi necessario eseguire almeno un trat-tamento, se non due, soprattutto in quelle zone dove vengono coltivati cicli più lunghi. Relativamente alla Diabrotica la situazione non ha presentato general-mente particolari problemi, tranne in talune situazioni particolari quali i ri-stoppi.

Per quanto riguarda la situazione igienico-sanitaria della granella va segna-lato che fin dal mese di giugno si temeva una campagna ad alto rischio conta-minazione da aflatossina, e nei mesi successivi la preoccupazione è andata aumentando, dato l’andamento climatico fortemente siccitoso e caldo. Le preoccupazioni purtroppo sono state poi confermate dalle analisi effettuate sui lotti in entrata nei centri di stoccaggio. Una attenta gestione dei lotti contami-nati, con trattamenti di pulizia e successiva destinazione del prodotto verso l’utilizzo più appropriato dei lotti stoccati, ha potuto limitare le conseguenze per le filiere zootecniche.

4. LE PRODUZIONI VEGETALI

83 pagna ha conseguito i seguenti risultati: per i cereali autunno-vernini la media dei prezzi dei periodi successivi alla raccolta (luglio-dicembre) rispetto a quelli del 2016, è stata in aumento rispettivamente per il frumento tenero (valore medio ponderato fra le categorie) del 10,8%, per il frumento duro del 9,8% e per l’orzo del 8,9%.

Relativamente ai cereali primaverili il confronto della media dei prezzi dei periodi successivi alla raccolta (ottobre-dicembre) con quelli del 2016, mostra un incremento per il sorgo del 4,3% e per il mais del 1,9% (tabella 4.5). Non possiamo per ragioni di spazio addentrarci nelle cause di questa fortissima vo-latilità dei prezzi ma va rilevato che talvolta non arrivano neppure a coprire i costi di produzione.

Per fronteggiare la situazione che aveva registrato nel 2016 il prezzo del frumento duro, il Ministero aveva previsto l’attivazione di un articolato pac-chetto di azioni tra le quali segnaliamo il sostegno alla diffusione di accordi stabili di filiera, con uno stanziamento di 10 milioni di euro per il 2017 e di 20

Tabella 4.5 - Prezzi all'ingrosso dei cereali di produzione nazionale rilevati sulla piazza di Bologna (€/100 kg)

milioni di euro per il 2018. I produttori dell’Emilia-Romagna sono stati i mag-giori beneficiari di questo intervento, grazie all’accordo regionale di filiera

“Grano duro alta qualità” che, promosso dalla Regione da oltre dieci anni, in-teressa circa un quarto dell’intera produzione regionale.

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