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L’impiego di fitofarmaci, fertilizzanti, sementi e mangimi

Nel documento Rapporto 2017 (.pdf) (pagine 140-144)

6. Il credito e l’impiego dei fattori produttivi

6.2. L’impiego dei fattori produttivi

6.2.3. L’impiego di fitofarmaci, fertilizzanti, sementi e mangimi

L’impiego di mezzi tecnici, analizzato sulla base di indicazioni del settore distributivo e dei listini delle Camere di Commercio, ha evidenziato i seguenti andamenti.

Relativamente ai fitofarmaci, il mercato ha registrato un calo dei valori di vendita attorno al 2-3%, rispetto all’anno precedente, mentre i prezzi hanno mostrato lievi variazioni di segno positivo. L’annata si è contraddistinta per la riduzione dei volumi impiegati, in linea con i dati di lungo periodo e favorita, nel 2017, dal particolare andamento agro-meteorologico. Il calo dei trattamenti

Tabella 6.7 - Macchine agricole "nuove di fabbrica" iscritte in Emilia-Romagna per catego-ria di utente

2013 2014 2015 2016 2017

Var. % 2016/2015

Var. % 2017/2016

Trattrici Totale 1.426 1.334 839 1.044 1.090 24,4 4,4

- Conto proprio 1.213 1.147 694 864 936 24,5 8,3

- Conto proprio/terzi 109 115 75 103 79 37,3 -23,3

- Conto terzi 104 72 70 77 75 10,0 -2,6

Mietitrebbiatrici Totale 35 20 37 24 28 -35,1 16,7

- Conto proprio 6 5 12 8 3 -33,3 -62,5

- Conto proprio/terzi 9 5 9 7 9 -22,2 28,6

- Conto terzi 20 10 16 9 16 -43,8 77,8

Fonte: Regione Emilia-Romagna - Direzione generale Agricoltura, caccia e pesca.

6. IL CREDITO E L’IMPIEGO DEI FATTORI PRODUTTIVI

139 ha interessato in particolare gli anticrittogamici, poiché le alte temperature e bassa piovosità hanno sfavorito l’insorgere di malattie fungine. Parimenti, la siccità prolungata ha contrastato lo sviluppo delle infestanti, comportando la riduzione degli impieghi di diserbanti. Al contrario, il mercato degli insetticidi è stato sostenuto dalle alte temperature primaverili-estive, che hanno reso ne-cessario una maggiore intensità degli interventi.

Per quanto riguarda i fertilizzanti, si è osservata una regressione dei con-sumi di concimi minerali, diminuiti nel complesso dell’8%. Anche i prezzi so-no calati di circa il 2,5%, rispetto all’anso-no precedente. La flessione degli im-pieghi si è manifestata in particolare per i concimi azotati utilizzati nelle ope-razioni di copertura ed in misura minore per i prodotti, come i fosfatici, usati in presemina e semina. Il consumo di concimi a base di potassio continua ad essere penalizzato dalla minore disponibilità dell’unità fertilizzante, dovuta al-la chiusura di alcuni impianti ed all’incremento del suo utilizzo per al-la produ-zione di concimi ternari, i cui consumi sono sostanzialmente stabili. Il compar-to dei fertilizzanti organo-minerali ed organici evidenzia, invece, un andamen-to positivo degli impieghi.

Relativamente ai prezzi, è proseguito sino all’autunno l'andamento cedente delle quotazioni internazionali, che si è riflesso sul mercato nazionale dei prin-cipali concimi di largo impiego, anche per effetto del miglioramento dei tassi di cambio euro/dollaro (tabella 6.8). Tra i listini degli azotati, l’urea ha eviden-ziato ribassi nella prima metà dell’anno, mentre negli ultimi mesi le quotazioni hanno risentito del trend rialzista dell’ammoniaca. Sono risultate più consi-stenti le riduzioni osservate per il solfato ammonico, mentre il nitrato ammo-nico ha mantenuto prezzi stabili. I fosfatici, penalizzati da una domanda inde-bolita e da un mercato in sovrapproduzione, hanno evidenziato un calo medio della quotazione di unità fertilizzante attorno al 2%. È calato quasi del 3% an-che il prezzo medio annuo del fosfato biammonico (DAP 18/46); in questo ca-so, tuttavia, si è osservata una ripresa delle quotazioni negli ultimi mesi dell’anno, correlata al rincaro di alcune materie prime necessarie alla sua pro-duzione (ad es. ammoniaca, acido fosforico). I prezzi dei fertilizzanti a base di potassio, caratterizzati da limitati quantitativi effettuati su mercato “spot”, hanno mostrato invece una sostanziale tenuta.

Per quanto riguarda le sementi, l'annata è stata caratterizzata da una ripresa del valore complessivo del mercato, con andamenti differenziati dei volumi impiegati. In particolare, si è arrestata la caduta del mais, con vendite del seme posizionate sui valori dell’anno precedente, grazie ad un lieve apprezzamento delle quotazioni ed all’espandersi della domanda nel settore zootecnico. Tra le sementi cerealicole, alla riduzione complessiva degli investimenti è corrisposta la crescita delle produzioni di qualità di frumento duro, sostenuto da accordi di

filiera.

Relativamente alle produzioni industriali, sono aumentati gli investimenti a soia, trainati dalla rivalutazione dei listini; il miglioramento del prezzo dello zucchero e la riapertura di un impianto produttivo che aveva sospeso l’attività nell’annata precedente hanno sostenuto il recupero degli investimenti bieticoli.

Si segnala invece l’andamento negativo degli impieghi di orticole, penalizzate dalle aspettative di ripercussioni negative della siccità sulla produzione.

I listini delle sementi cerealicole sulla piazza di Bologna hanno mostrato una ripresa delle quotazioni dei frumenti: il prezzo del frumento tenero è cre-sciuto del 3,9%, mentre la semente di duro ha spuntato quotazioni superiori del 6% all’anno precedente. La semente di orzo ha invece confermato il trend cedente delle quotazioni osservate nell’ultimo biennio, con un ulteriore calo dei prezzi (-3%) rispetto al 2016.

Tra le foraggere, sono aumentati gli investimenti ad erba medica, una coltu-ra che si adatta a condizioni di stress idrico ed è sostenuta dalle nuove disposi-zioni del greening. L’elevata produzione di seme in regione e l’incremento del-le rese anche in altri paesi comunitari, quali Francia ed Ungheria, hanno garan-tito un buon approvvigionamento e favorito il contenimento dei prezzi della semente, calata del 10% rispetto all’anno precedente.

Per quanto riguarda i prodotti destinati all’alimentazione animale, si è os-servato nel complesso un contenimento dei costi sostenuti dalle aziende zoo-tecniche, dipeso principalmente dalla conferma del trend regressivo delle

quo-Tabella 6.8 - Prezzi prevalenti dei principali concimi (euro/q)

2013 2014 2015 2016 2017 Var. %

2016/2015 Var. % 2017/2016 Perfosfato minerale granulare

0-19-0 25,40 23,90 24,37 25,13 25,25 3,1 0,5

Perfosfato minerale triplo

0-46-0 43,48 41,23 44,00 44,13 43,21 0,3 2,1

Nitrato ammonico 26% 31,50 31,55 32,63 29,58 29,70 -9,3 0,4

Solfato ammonico 21% 26,00 25,24 26,75 31,42 29,43 17,5 6,3

Urea agricola 46% 45,25 42,46 42,50 37,29 37,12 -12,3 0,5

Complesso Binario N/P 18/46 55,00 53,50 53,58 54,50 53,04 1,7 2,7 Complesso Ternario N/P/K

11/22/16 51,00 51,00 54,50 58,50 58,79 7,3 0,5

Complesso Ternario N/P/K

15/15/15 43,00 43,00 44,35 43,54 42,47 -1,8 2,5

Fonte: Listini Annuali e mensili Camera di Commercio di Ravenna.

6. IL CREDITO E L’IMPIEGO DEI FATTORI PRODUTTIVI

141 tazioni delle materie prime iniziato nel 2014, a fronte di una domanda sostan-zialmente stabile. L'analisi degli scambi delle principali materie prime d’interesse mangimistico sul mercato di riferimento di Bologna evidenzia quo-tazioni medie annue in calo rispetto all’anno precedente (figura 6.2), pur con alcune difformità dipendenti da fenomeni congiunturali di disponibilità interna ed estera di cereali, derivati e semi oleosi.

Tra i cereali, il mais, nella prima parte dell’anno, ha mostrato listini soste-nuti da un’offerta adeguata e da una domanda mangimistica su buoni livelli.

Con l’arrivo del nuovo raccolto e a fronte dell’ampia disponibilità di merce estera, le quotazioni si sono indebolite, chiudendo l’anno su un valore medio di 178 euro/t, poco superiore all’anno precedente (+1%). Le quotazioni dell’orzo, che ha mantenuto ampia disponibilità di merce per tutto l’anno, sono calate di quasi il 4%. In controtendenza, i prezzi del frumento recuperano di circa 15 euro/t (+9%), per effetto della riduzione dell'offerta nazionale. I listini dei sottoprodotti molitori evidenziano ribassi del farinaccio, scambiato a circa 146 euro/t (-2%), e del cruscame tenero cubettato (-0,5%).

I prezzi delle materie prime proteiche confermano l'andamento cedente dell'ultimo triennio: le quotazioni della farina di soia, sia di provenienza na-zionale che estera, si sono collocate sui 330 euro/t, con un calo di circa il 6%

rispetto all'annata precedente.

Tra le foraggere, le quotazioni della medica disidratata, seppure in calo ri-spetto al 2016 (-1,5%), si sono mostrate in lieve ripresa, grazie ad una

doman-Figura 6.2 - Prezzi medi mensili delle materie prime di interesse mangimistico - anni 2013 – 2017

Fonte: Camera di Commercio di Bologna - Listino annuale dei prezzi.

da mangimistica sostenuta ed all’ampliamento dell’offerta, sostenuta dalle nuove disposizioni comunitarie.

Nel documento Rapporto 2017 (.pdf) (pagine 140-144)