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Il ruolo degli Istituti di credito

Nel documento Rapporto 2017 (.pdf) (pagine 131-134)

6. Il credito e l’impiego dei fattori produttivi

6.1. Il credito di banca per l’impresa agricola

6.1.4. Il ruolo degli Istituti di credito

La presenza territoriale degli Istituti di crediti è decisamente eterogenea in termini di dimensione economica. Pertanto, le imprese agricole che necessita-no del credito di banca possonecessita-no accedere ad Istituti di diverse dimensioni, che in base alla classificazione della Banca d’Italiasi distinguono in Istituti di cre-dito di dimensioni maggiori, grandi, medie, piccole e minori; da essi possono derivare proposte contrattuali di convenienza diversa per il richiedente.

Fra questi, un ruolo significativo nel finanziamento delle imprese agricole dell’Emilia-Romagna è esercitato dagli Istituti di credito di maggiore e grande dimensione. In particolare, dei 5.498 milioni di euro di credito agrario regiona-le in essere a fine settembre 2017, 1.534 milioni di euro sono riconducibili agli Istituti di credito di dimensioni maggiori; pertanto, della consistenza del credi-to agrario regionale, il 27,9% è collegabile a tali Istituti. A sua volta, ancor più consistente è lo stock di credito agrario rilevato presso gli Istituti di credito di dimensione grande; infatti la sua consistenza raggiunge i 1.583 milioni di euro e convoglia il 28,8% del credito agrario regionale. Globalmente, la consistenza del credito agrario presente, a fine settembre 2017, in queste due tipologie di Istituti di credito corrisponde ad un valore pari a 3.117 milioni di euro; ossia, in termini percentuali, esso costituisce il 56,7% della consistenza del credito agrario regionale.

Quanto evidenziato per la realtà regionale si conferma in buona misura a livello nazionale; in particolare, la consistenza del credito agrario presente presso gli Istituti di credito di dimensione maggiore, con i suoi 15.026 milioni di euro, raggiunge ben il 35,1% della consistenza del credito agrario nazionale.

A sua volta, lo stock riferito agli Istituti di credito di dimensione grande rap-presenta il 20,7% del credito agrario nazionale. Pertanto, globalmente presso queste due tipologie di Istituti di credito si concentra più della metà di tale cre-dito, precisamente il 55,8%.

All’interno della consistenza del credito agrario regionale, altrettanto rile-vante è il ruolo esercitato dagli Istituti di credito di dimensione piccola, la cui consistenza di 1.522 milioni di euro rappresenta il 27,7% di quella regionale.

Considerando anche la funzione degli Istituti di credito di minore dimensione, la cui consistenza si ferma a 454 milioni di euro e si colloca all’8,3% della consistenza del credito agrario regionale, lo stock di credito agrario presente in entrambe le tipologie rappresenta il 36% della consistenza del credito agrario

regionale. Importante è anche la funzione di tali Istituti di credito nel contesto nazionale; così, la consistenza del credito agrario negli Istituti di credito di piccola dimensione rappresenta il 18,6% di quella relativa al credito agrario nazionale; a sua volta, quella degli Istituti di credito di minore dimensione ne rappresenta il 17,1%; pertanto, nel loro insieme, lo stock di credito agrario in queste due tipologie arriva al 35,7% di quello regionale.

Infine, negli Istituti di credito di dimensione media sono presenti i rimanen-ti 454 milioni di euro di credito agrario regionale, dei quali ne rappresentano pertanto il 7,4%. A livello nazionale si ripropone una quota percentuale piutto-sto simile, pari all’8,5% (tabella 6.3).

Un ruolo di primaria importanza degli Istituti di credito di piccola dimen-sione emerge nelle province romagnole; infatti, la consistenza del credito agra-rio in questi Istituti si avvicina o supera il 50% con riferimento alle province di Ravenna, di Forlì e di Rimini. Nelle restanti province, quelle collocate più ad ovest rispetto a Bologna, sono gli istituti di credito di grande dimensione a concentrare l’offerta di credito agrario, arrivando ad un valore prossimo al 50% per la provincia di Parma. Ugualmente importante in queste province è la funzione finanziaria degli Istituiti di credito di maggiori dimensioni. Conside-rando contemporaneamente la consistenza presente nelle due tipologie di Isti-tuti di credito, essa arriva a rappresentare l’80% circa per le province di Parma e di Modena. Infine, in buona parte delle province, la consistenza del credito agrario presente negli Istituti di credito di dimensione media si colloca ad un livello molto basso, che non raggiunge il 5% del credito agrario provinciale.

La variazione della consistenza del credito agrario presente presso le diver-se tipologie di Istituti di credito si caratterizza per ventaglio variegato di situa-zioni. Così, con riferimento alle due tipologie di Istituti di credito in testa alla classifica per dimensioni, i mutamenti nei 12 mesi in esame sono di entità rela-tivamente modesta, ma tra di loro di segno opposto. Infatti, lo stock di credito agrario in essere presso gli Istituti di credito di dimensione maggiore aumenta dell’1,7%; a sua volta, quello in essere negli Istituti di dimensione grande si riduce di -0,5%. A livello nazionale la consistenza del credito agrario presente negli Istituti di credito di dimensione maggiore cresce del 6%; mentre in quelli di dimensione grande di verifica una riduzione del -1,5%.

Analogamente, la consistenza del credito agrario relativa alle due tipologie di dimensioni inferiori si caratterizza, in entrambi i casi, per un cambiamento di valore relativamente modesto, ma con segno opposto. In particolare, è con riferimento alla consistenza del credito agrario presente negli Istituti di credito di dimensione piccola che si misura un calo del -1,1%; differentemente una crescita del 3% contraddistingue il cambiamento di tale consistenza negli

Isti-Tabella 6.3 - Il credito agrario per dimensione degli Istituti di credito in Emilia-Romagna e nelle sue province, a fine settembre 2017

Bologna Piacenza Parma Reggio E. Modena Ferrara Ravenna Forlì Rimini Emilia R. Italia Confronto sul totale, in %

Maggiori 18,9 23,4 35,4 34,6 39,8 27,4 27,7 22,3 12,4 27,9 35,1

Grandi 20,3 44,9 47,4 36,9 39,1 18,4 16,6 18,8 10,7 28,8 20,7

Medie 15,7 3,8 4,9 4,6 10,5 14,2 2,6 4,0 3,6 7,4 8,5

Piccole 32,3 24,4 6,0 16,0 4,1 29,9 45,0 46,9 54,3 27,7 18,6

Minori 12,9 3,6 6,4 7,8 6,5 10,1 8,0 8,0 18,9 8,3 17,1

Totale 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100

Variazione 2017/2016, in %

Maggiori -20,0 20,5 -0,2 -8,5 -3,8 11,3 9,0 15,9 34,0 1,7 6,1

Grandi 0,8 -0,6 0,3 -13,5 -3,0 21,9 8,7 -1,3 26,6 -0,5 -1,5

Medie -17,5 -39,8 -28,0 -9,9 9,7 13,8 -36,8 -40,9 -59,7 -16,1 -29,4

Piccole -8,9 6,7 -19,8 -10,3 -14,0 -7,0 -4,2 16,5 -2,4 -1,1 -2,9

Minori 4,6 25,5 2,6 11,9 33,8 0,0 12,1 -20,3 -11,2 3,0 2,5

Totale -9,5 3,6 -3,1 -9,5 -0,9 5,9 1,0 4,9 -3,6 -1,1 -1,9

Fonte: Banca d'Italia - Rilevazioni interne.

131 6. IL CREDITO E L’IMPIEGO DEI FATTORI PRODUTTIVI

tipologie di Istituti di credito a livello nazionale.

Da rilevare, infine, che gli Istituti di credito di dimensione media, quelli con la consistenza di credito agrario più bassa in regione, vedono anche ridur-si, in tale arco di tempo, la loro consistenza del -16,1%. La corrispondente percentuale nazionale è -29,4%.

A loro volta, i mutamenti nella consistenza del credito agrario provinciale, relativamente alle diverse tipologie di Istituti, presenta valori molto diversi tra di loro. Ciò che comunque accomuna la maggior parte delle realtà provinciali è la forte riduzione della consistenza del credito agrario presente presso gli istituti di credito di dimensione media.

A conclusione, si può affermare che, di fronte ai nuovi segnali di ripresa favorevole della congiuntura economico-finanziaria, il credito agrario, qualsia-si qualsia-sia la dimenqualsia-sione dell’Istituto di credito che lo eroga, rappresenta il polmone di ossigeno per le moderne imprese agricole, che necessitano di integrare in maniera fisiologicamente sana la loro capacità di autofinanziamento. Questa fonte esogena di finanziamento è una variabile strategica necessaria non solo per garantire ad esse un’adeguata performance economica, ma anche per favo-rirle nel loro interagire con la filiera agroalimentare e con il territorio in cui sono localizzata ed essere pertanto un valido stakeholder all’interno del loro ambiente economico, sempre più orientato all’eccellenza.

Nel documento Rapporto 2017 (.pdf) (pagine 131-134)