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Il credito di banca in base alla durata dell’operazione

Nel documento Rapporto 2017 (.pdf) (pagine 126-131)

6. Il credito e l’impiego dei fattori produttivi

6.1. Il credito di banca per l’impresa agricola

6.1.3. Il credito di banca in base alla durata dell’operazione

Il credito agrario di breve periodo rappresenta un’importante fonte di fi-nanziamento a supporto delle esigenze di liquidità delle imprese agricole dell’Emilia-Romagna; la sua consistenza, a fine settembre 2017, è pari a 1.252 milioni di euro; essa pertanto rappresenta una componente di rilievo all’interno del credito agrario regionale, a cui contribuisce per il 22,8%; la cor-rispondente percentuale a livello nazionale si ferma al 19,9%. Inoltre, in esso converge il 14,7% di questa tipologia di credito a livello nazionale, ossia una quota percentuale più elevata rispetto alla corrispondente percentuale riferita al credito agrario totale, pari a 12,9% (tabella 6.2)

In tutte le province dell’Emilia-Romagna, il ricorso al credito agrario di breve periodo si conferma essere uno strumento fondamentale per garantire la liquidità delle imprese agricole. Così, la consistenza di tale credito per le otto province (escludendo il valore molto basso della provincia di Rimini) si collo-ca fra un valore minimo prossimo ai 130 milioni euro per la provincia di Par-ma e per quella di Forlì, per arrivare ad un valore Par-massimo pari a 170 milioni di euro, o poco di più, per le province di Modena e di Ravenna. La consistenza regionale di tale credito è pertanto distribuita in misura piuttosto omogenea fra le province della regione. Più specificatamente, il contributo provinciale alla consistenza del credito agrario regionale, espresso in termini percentuali, pre-senta il valore più basso, pari a 10,1%, con riferimento alla provincia di Par-ma; quello più elevato, pari al 13,9%, corrisponde alla provincia di Modena.

In quasi tutte le province della regione tale tipologia di credito rappresenta o supera il 20% del valore della consistenza del credito agrario totale, arrivan-do a rappresentarne più di un quarto in alcune di esse: così è per le province di Piacenza, di Reggio Emilia, di Modena e di Ferrara. Tale credito si ferma al 17% del credito agrario totale con riferimento alla provincia di Forlì.

Gli investimenti di medio periodo trovano una copertura finanziaria me-diante il ricorso al credito agrario con durata compresa fra un anno e 5 anni. A fine settembre 2017, la consistenza regionale di tale credito è pari a 912 milio-ni di euro. In altri termimilio-ni, il finanziamento bancario di medio termine rappre-senta il 16,6% della consistenza del credito agrario della regione; pertanto, del-le tre tipologie di credito agrario, questa è la meno ridel-levante. Caratteristica analoga si rileva a livello nazionale dove la sua consistenza si ferma al 14,5%

Tabella 6.2 - Tipologie di credito agrario in Emilia-Romagna e nelle sue province, a fine settembre 2017

Bologna Piacenza Parma Reggio E. Modena Ferrara Ravenna Forlì Rimini Emilia R. Italia Consistenza in milioni di €

Credito agrario 711 619 592 551 682 609 814 780 139 5.498 42.756

- durata inferiore a 1 anno 154 168 127 144 173 155 170 132 28 1.252 8.513

- durata compresa fra 1 e 5 anni 98 74 90 107 123 104 159 133 24 912 6.190

- durata superiore a 5 anni 459 377 375 300 385 350 485 515 87 3.334 28.052

Confronti, in %

Credito agrario (Pr/ER; ER/IT) 12,9 11,3 10,8 10,0 12,4 11,1 14,8 14,2 2,5 100 12,9

- durata < 1 anno 12,3 13,4 10,1 11,5 13,9 12,4 13,6 10,6 2,2 100 14,7

- durata fra 1 e 5 anni 10,7 8,2 9,9 11,7 13,5 11,4 17,4 14,6 2,6 100 14,7

- durata > 5 anni 13,8 11,3 11,3 9,0 11,6 10,5 14,6 15,4 2,6 100 11,9

Scomposizione sul totale, in %

Credito agrario (tipologia/totale) 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

- durata < 1 anno 21,7 27,2 21,4 26,1 25,4 25,5 20,9 17,0 20,2 22,8 19,9

- durata fra 1 e 5 anni 13,8 12,0 15,2 19,3 18,1 17,1 19,5 17,0 17,2 16,6 14,5

- durata > 5 anni 64,6 60,8 63,3 54,5 56,5 57,5 59,6 66,0 62,6 60,6 65,6

Variazione 2017/16, in %

Credito agrario -9,7 3,6 -3,1 -9,9 -0,8 5,9 1,0 5,1 -3,4 -1,1 -1,9

- durata < 1 anno -24,0 0,3 -9,1 -13,6 -10,6 6,5 3,8 -8,9 -10,2 -7,7 -7,7

dic.2016/sett.2016 -17,6 -0,8 -2,0 -4,0 -6,2 3,5 -1,1 -2,7 -13,3 -4,6 -0,4

mar.2017/dic.2016 -1,2 -1,1 -0,4 -5,2 1,0 -5,3 2,6 0,7 1,9 -1,0 -2,4

giu.2017/mar.2017 2,8 3,8 -5,0 -4,7 -3,7 7,1 12,0 -4,5 4,4 1,2 -1,6

sett.2017/giu.2017 -8,1 -1,6 -1,7 0,4 -1,7 1,2 -9,6 -2,4 -3,2 -3,2 -3,4

- durata fra 1 e 5 anni -4,0 5,3 -0,7 3,0 12,9 29,5 -4,0 49,9 8,7 9,5 5,0

dic.2016/sett.2016 -4,7 -2,9 -1,5 0,3 1,1 10,7 -2,6 34,4 -1,9 3,3 0,2

mar.2017/dic.2016 -0,9 1,8 -1,1 -1,8 2,3 8,7 0,8 3,3 -6,3 1,4 1,4

giu.2017/mar.2017 1,7 5,6 4,9 3,6 7,5 0,4 -3,3 11,8 19,4 4,1 3,1

sett.2017/giu.2017 0,1 0,8 -2,9 0,9 1,6 7,3 1,0 -3,5 -1,0 0,5 0,2

- durata > 5 anni -5,1 4,9 -1,5 -12,1 0,0 0,5 2,2 1,2 -4,0 -1,2 -1,5

dic.2016/sett.2016 -1,8 4,9 1,2 -3,2 0,1 4,9 -1,1 6,9 -5,5 1,3 -0,4

mar.2017/dic.2016 0,0 -0,3 -0,3 -0,9 -0,6 -2,0 -0,2 -1,9 1,8 -0,7 0,1

giu.2017/mar.2017 -3,3 -0,3 -1,9 -5,1 1,9 0,6 0,1 -1,3 -0,1 -1,1 -0,8

sett.2017/giu.2017 0,0 0,7 -0,5 -3,0 -1,4 -3,1 3,4 -2,5 -0,2 -0,7 -0,5

Fonte: Banca d'Italia - Rilevazioni interne.

125 6. IL CREDITO E L’IMPIEGO DEI FATTORI PRODUTTIVI

Inoltre, il credito agrario a medio termine regionale rappresenta il 14,7%

della corrispondente tipologia di credito agrario nazionale, ossia un valore per-centuale identico rispetto a quello riferito alla tipologia di credito agrario di breve termine.

In un discreto numero di province la consistenza di tale tipologia di credito si colloca su valori prossimi a 100 mila euro. Emerge, discostandosi dagli altri, il valore più elevato, pari a 159 milioni di euro, relativo alla provincia di Ra-venna; a sua volta, il valore più basso, escludendo la provincia di Rimini, lo si riscontra con riferimento alla provincia di Piacenza, che si ferma a 74 milioni di euro. Nella maggior parte dei casi, il contributo di tale credito rispetto al credito agrario della provincia non si discosta in misura sostanziale dalla me-dia regionale; la percentuale più elevata, pari al 17,4%, è registrata in provin-cia di Ravenna, mentre quella più bassa relativa alla provinprovin-cia di Piacenza è pari all’8,2%.

Finanziamenti di importo elevato sono a sostegno di investimenti di lungo periodo. Necessariamente pertanto, la terza tipologia di credito agrario, quella con durata superiore a 5 anni, ha una consistenza con il valore più alto rispetto alle altre due tipologie di credito; essa, a fine settembre 2017, raggiunge i 3.334 milioni di euro; ne consegue che la consistenza di tale credito assorbe ben il 60,6% del credito agrario regionale; a livello nazionale, la corrisponden-te percentuale arriva al 65,6%. Inoltre, essa rappresenta l’11,9% della corri-spondente tipologia di credito agrario nazionale.

La consistenza del credito agrario di lungo periodo assume valori elevati nella maggior parte delle realtà provinciali. Più precisamente, in tutti i casi, con esclusione della provincia di Rimini, essa si colloca fra il valore minimo, pari a 300 milioni di euro relativo alla provincia di Reggio Emilia, arrivando al valore massimo per la provincia di Forlì, pari a 515 milioni di euro. Inoltre, ca-ratteristica pressoché generalizzata a tutte le province è che tale credito assorbe più del 60% della consistenza del credito agrario totale provinciale; il valore percentuale più elevato raggiunge il 66% ed è relativo alla provincia di Forlì, mentre quello più basso, pari al 54,5 %, è per la provincia di Reggio Emilia.

Nell’arco degli ultimi dodici mesi oggetto di analisi, la consistenza del cre-dito agrario di breve periodo si caratterizza per una forte riduzione, pari ad un assottigliamento di 132 milioni di euro; in termini percentuali corrisponde ad una restrizione del -7,7%. Ciò è in contrasto con quanto emerge dal confronto fra la sua consistenza a fine settembre 2016 e quella a fine settembre 2015, quando una lievissima riduzione di solo -0,5% evidenziava un elemento a fa-vore di un possibile allontanamento dalla prolungata stretta creditizia da parte delle banche delle annate precedenti. Il calo registrato negli ultimi dodici mesi

6. IL CREDITO E L’IMPIEGO DEI FATTORI PRODUTTIVI

127 un miglioramento del cash flow delle imprese agricole e pertanto di una mino-re esigenza di liquidità esogena fornita dagli Istituti di cmino-redito.

In maniera analoga, a livello nazionale si ripropone la riduzione della con-sistenza di tale credito negli ultimi dodici mesi, che raggiunge pertanto il -7,7%; ossia 3,3 punti percentuali in più rispetto alla riduzione della consisten-za del credito agrario a breve termine a fine settembre 2016 rispetto a quella di fine settembre 2015.

In particolare, nei successivi trimestri in cui è divisibile il periodo in esame, si constata che la variazione della consistenza di tale tipologia di credito pre-senta una variazione di segno negativo accentuata con riferimento all’ultimo trimestre del 2016, pari a - 4,6%; nei primi due trimestri del 2017 le variazioni sono di lieve entità, anche se di segno opposto (rispettivamente -1% e 1,2%);

infine, nel terzo trimetre del 2017 riemerge una sensibile variazione di segno negativo, pari a -3,2%. Le corrispondenti variazioni trimestrali a livello nazio-nali propongono valori con segno negativo nei successivi trimestri del periodo in esame (rispettivamente: -0,4%; -2,4%; -1,6%; -3,4%).

Una rilevante variabilità di situazioni caratterizza il cambiamento negli ul-timi dodici mesi nelle nove province della regione; di rilievo è la forte riduzio-ne che si verifica con riferimento alle province di Bologna, che raggiunge il -24%; altrettanto elevata e superiore al -10% è la riduzione di tale variabile con riferimento alle province di Reggio Emilia, di Modena e di Rimini. Non mancano province con una variazione positiva; in particolare, è la provincia di Ferrara a presentare un aumento in termini relativi più elevato rispetto alle al-tre province, pari al 6,5%. All’interno dei singoli trimestri compresi nel perio-do in esame, una combinazione delle variazioni trimestrali molto variegata sia per valore sia per il segno negativo o positivo assunto, è la caratteristica ri-scontrabile nella maggior parte delle realtà provinciali.

A sua volta, anche la variazione della consistenza del credito agrario regio-nale a medio termine segnala un deciso cambiamento di tendenza negli ultimi 12 mesi, con segno opposto rispetto ai 12 mesi precedenti. Infatti, il valore del-la sua consistenza a fine settembre 2017 aumenta del 9,5% rispetto al valore di fine settembre 2016; pertanto anche questa evoluzione è in netto contrasto con la riduzione che si era verificata a fine settembre 2016 rispetto a12 mesi prima, che segnalava un calo pari a -5,4%. In particolare, perquanto concerne le va-riazioni riferite ai quattro trimestri del periodo in esame, tutte sono caratteriz-zate dal segno positivo (rispettivamente: 3,3%; 1,4%; 4,1%; 0,5%). Anche con riferimento alla variazione della consistenza di tale tipologia di credito a livel-lo nazionale, si conferma negli ultimi dodici mesi una variazione di segno po-sitivo, pari al 5%.

La recente crescita rilevata in tale tipologia di credito potrebbe essere

mes-sa in relazione con la forte riduzione nella consistenza del credito agrario di breve periodo; in altri termini, potrebbe essere interpretata associando alla funzione del credito agrario di medio periodo, tipicamente destinato al finan-ziamento del capitale di scorta, anche una funzione di supporto alla liquidità, resa possibile attraverso alcuni meccanismi nelle operazioni di finanziamento, quali ad esempio il rinnovo della cambiale agraria.

Nelle nove province dell’Emilia-Romagna, la variazione percentuale della consistenza del credito agrario a medio termine negli ultimi dodici mesi pre-senta un notevole eterogeneità di situazioni. Così, in alcune province si verifi-ca un aumento nella sua consistenza che raggiunge valori decisamente elevati, come è per la provincia di Forlì, in cui si assiste ad una crescita del 49,9% e per la provincia di Ferrara, dove l’aumento arriva al 29,5%; al contrario una variazione con segno negativo si ha con riferimento alle province di Bologna e di Ravenna (per entrambe una riduzione di -4%). Anche con riferimento alle variazioni trimestrali, le specifiche realtà provinciali presentano notevole di-versità tra di loro e, all’interno di ciascuna di esse, anche con riferimento ai singoli trimestri.

Infine, la variazione della consistenza della terza tipologia di credito agra-rio regionale, quella di lungo peagra-riodo, evidenzia una debole flessione, pari a -1,2%. Essa si attenua rispetto alla variazione di segno negativo, pari a -2,4%

relativa al periodo fine settembre 2016 rispetto a fine settembre 2015; pertanto sembra riavvicinarsi a quella situazione di staticità tipica degli anni precedenti.

La dinamica evolutiva della consistenza di tale credito nei quattro trimestri del periodo in esame presenta una crescita con riferimento all’ultimo trimestre del 2016, mentre le variazioni sono di segno negativo nei tre trimestri del 2017 (ri-spettivamente +1,3%; -0,7%; -1,1%; -0,7%). Il contesto nazionale ripropone quanto constatato per la realtà regionale; la corrispondente variazione di tale credito negli ultimi dodici mesi in esame è pari -1,5% e anch’essa si affievoli-sce rispetto a quanto è riscontrabile nei dodici mesi precedenti, quando la ridu-zione era del -2,4%.

A livello provinciale, emergono situazioni piuttosto differenti nella varia-zione di tale tipologia di credito, negli ultimi dodici mesi. A conferma, si può sottolineare un suo forte calo con riferimento alla provincia di Reggio Emilia, che raggiunge il -12,1%. Di tendenza opposta è invece la variazione di tale ti-pologia di credito relativamente alla provincia di Piacenza, che evidenzia una crescita del 4,9%.

In sintesi, nell’arco di tempo compreso fra fine settembre 2016 e fine set-tembre 2017, a fronte di una flessione relativamente significativa nella consi-stenza del credito agrario a sostegno della liquidità delle imprese agricole

emi-6. IL CREDITO E L’IMPIEGO DEI FATTORI PRODUTTIVI

129 il supporto finanziario agli impieghi a lungo termine, all’opposto sono gli in-vestimenti di medio periodo a far registrare una variazione positiva nel suppor-to creditizio ad essi riservasuppor-to.

Nel documento Rapporto 2017 (.pdf) (pagine 126-131)