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Le produzioni industriali

Nel documento Rapporto 2017 (.pdf) (pagine 86-89)

4. Le produzioni vegetali

4.6. Le produzioni industriali

Partendo dal settore bieticolo saccarifero si ricorda che nella campagna 2017 in Emilia-Romagna gli zuccherifici attivi sono stati due: quello di Mi-nerbio, della Cooperativa COPROB e quello di San Quirico in provincia di Parma, del Gruppo Maccaferri che, grazie anche alla temporanea ripresa del prezzo dello zucchero, ha deciso di riprendere l’attività sospesa nel 2015. Per il primo stabilimento il bacino produttivo, collocato principalmente nella zona centrale e a nord-est della regione, ha interessato una superficie bieticola di 20.400 ettari; per il secondo impianto il bacino interessa principalmente le province di Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Modena, Cremona e Mantova con una superficie che nelle province regionali è stata di 3.334 ettari.

Passando ad analizzare l’andamento meteorologico della campagna e il suo effetto sulla coltura, iniziamo a descriverlo dal mese di gennaio. Le indicazioni tecniche sono state quelle di iniziare a seminare già dal 20 in poi, in quanto le frequenti gelate e le precipitazioni molto inferiori alla norma hanno permesso di preparare i terreni in maniera ottimale ed evitare il compattamento del suo-lo. Viste le temperature minime giornaliere tra le più basse degli ultimi 25/30 anni il seme ha poi aspettato condizioni ottimali per germinare. Nel mese di febbraio le precipitazioni prossime alla norma, ma non sufficienti nella pianura occidentale a ripianare le carenze dei mesi precedenti, hanno comunque per-messo alle piantine di germinare in quanto, diversamente da quanto è accaduto in gennaio, febbraio è stato decisamente più mite della norma, con valori di circa 2-3 gradi al di sopra dei riferimenti climatici. La coltivazione nel mese di marzo è proseguita con temperature molto superiori alla norma e precipitazio-ni inferiori alle attese climatiche, soprattutto nella pianura parmense e piacen-tina: in quest’area da novembre a fine marzo sono caduti circa 125 mm di pioggia, valori tali da consentire la piena regolarità delle semine, con il 95%

delle superfici del comprensorio raggiunto entro la metà di marzo. Nel mese le colture registravano una buona emergenza e un rapido sviluppo. I fenomeni negativi sono iniziati con le gelate tardive che hanno colpito vaste aree della regione dal 19 al 22 aprile e con le estese grandinate del 15 e 16 aprile, che hanno danneggiato o quanto meno bloccato il regolare sviluppo di gran parte delle coltivazioni. I mesi successivi sono stati caratterizzati dalla fortissima

4. LE PRODUZIONI VEGETALI

85 siccità e dalle altissime temperature già descritte nel paragrafo precedente, tan-to da far temere un effettan-to negativo sulle rese che poi non c’è statan-to affattan-to. La campagna di raccolta a Minerbio è iniziata il 24 luglio ed è finita il 23 ottobre con una durata di 92 giorni, mentre a San Quirico è iniziata il primo agosto ed è terminata il 18 settembre, con una durata di 49 giorni. Sebbene l’andamento climatico sia stato apparentemente avverso i dati produttivi hanno evidenziato un livello fra i migliori degli ultimi anni. Nel 2017 la produzione complessiva è stata di circa 1,45 milioni di tonnellate di bietole, ottenuta grazie alle buone rese produttive: 65 tonnellate/ettaro con una polarizzazione media 15,7% nel comprensorio di COPROB, che ha permesso di raggiungere una produzione di saccarosio di circa 10,7 t/ha nella Provincia di Ferrara e circa 9,5 t/ha nel resto del comprensorio emiliano-romagnolo. Per quanto riguarda lo stabilimento di San Quirico la resa media di bietola è stata di 56,1 t/ha con una polarizzazione media di 15,76%, portando ad a una produzione di saccarosio di 8,84 t/ha.

I risultati della campagna dimostrano che la bietola, se accompagnata da una tecnica colturale appropriata, si adatta meglio, rispetto alle altre colture a ciclo primaverile estivo, al cambiamento climatico caratterizzato da fenomeni estremi sempre più frequenti. Ai buoni risultati ha concorso sicuramente l’evoluzione della genetica e dell’agrotecnica la quale si sta orientando anche verso pratiche innovative quali: l’analisi della soluzione circolante volta alla concimazione mirata, l’agricoltura di precisione, la salvaguardia della struttura del terreno, l’irrigazione guidata da strumenti di supporto alle decisioni (ad es.

IRRINET), ecc.

Per quanto riguarda le colture proteoleaginose le superfici investite in re-gione registrano: 35.561 ettari di soia che segna un sensibile incremento (32,4%) rispetto all’anno precedente, 7.434 ettari di girasole, che incrementa del 22,2%, 2.048 ettari di colza in marcato recupero (+27,8%).

Passando ad esaminare come l’andamento climatico ha influito sulla soia, principale coltura, partiamo dalle semine che sono state effettuate da fine apri-le alla prima decade di maggio con apri-le precipitazioni del periodo che hanno permesso un’ottima emergenza e un investimento regolare. Nel comprensorio ferrarese, il più importante per superficie, i diserbi di post-emergenza negli ul-timi anni hanno perso parte della loro efficienza per la sempre maggiore pre-senza dell’Amaranto resistente. Pertanto in diverse situazioni si è dovuto in-tervenire in pre-emergenza; l’effetto di tale trattamento è fortemente dipenden-te dalla pioggia dopo la semina e prima dell’emergenza, fatto che fortunata-mente si è verificato con le precipitazioni della prima decade di maggio. Gra-zie alle condizioni climatiche primaverili le piante hanno iniziato a svilupparsi regolarmente, ma il successivo andamento climatico molto caldo e siccitoso ha determinato forti stress idrici limitando lo sviluppo delle piante e l’allegagione

dei fiori, compromettendo in parte la resa per ettaro. Solo quelle aziende che hanno potuto intervenire con l’irrigazione sono riuscite a raggiungere una resa ettariale sostenibile dal punto di vista economico. Da un punto di vista della difesa della coltura va segnalato che i picchi di calore di inizio luglio hanno determinato le condizioni per la diffusione del ragnetto rosso, rendendo neces-sari interventi fitosanitari.

Relativamente alle produzioni regionali di proteoleaginose la soia ha regi-strato 1,09 milioni di tonnellate (+11,1%), il girasole 222 mila tonnellate (+8,3%) e il colza 70 mila tonnellate (+21,5%), come riportato in tabella 4.6.

Ci preme ritornare brevemente alla barbabietola da zucchero ed al settore bieticolo saccarifero in quanto al momento in cui scriviamo il settore sta vi-vendo purtroppo un periodo molto difficile: dal 1° ottobre non vi sono più le quote di produzione e il prezzo dello zucchero è crollato, l’Europa ha aumen-tato la produzione del 20%, i mercati mondiali sono scesi ai minimi storici e il cambio euro/dollaro è decisamente sfavorevole.

In definitiva anche nel 2017 la coltura ha rappresentato un elemento fon-damentale per assicurare i corretti avvicendamenti nei bacini dove era presente ed ha fornito un risultato economico interessante a fronte di altre colture che hanno subito pesantemente l’andamento climatico avverso. Preme qui ricorda-re, ad esempio, da un lato i benefici che si ottengono nel far seguire alla bar-babietola in rotazione il frumento, in particolare quello duro, al fine di aumen-tarne il tenore proteico e ridurre i problemi igienico sanitari riguardanti il DON nella granella, e dall’altro la maggiore stabilità nella redditività della coltura grazie al prezzo, che a differenza delle altre colture è noto già al momento

del-Tabella 4.6 - Superfici e produzioni di barbabietola da zucchero, semi oleosi (2016 - 2017)

Produzioni

*Per soia e girasole le superfici riportate (per gli anni 2016 e 2017) sono da intendersi come superfici per produzione di granella (è stato scorporato il dato relativo alle superfici semen-tiere).

Fonte: Regione Emilia-Romagna - Direzione Generale Agricoltura, caccia e pesca.

4. LE PRODUZIONI VEGETALI

87 le semine. Anche il congruo premio accoppiato che la PAC assicura alla bar-babietola concorre ad incrementare il reddito e a favorirne la stabilità.

Va riconosciuto che il settore sta facendo ogni sforzo per garantire il pro-prio futuro. Ricordiamo ad esempio che il Gruppo Coprob ha effettuato impor-tanti investimenti industriali e di recente ha avviato progetti innovativi riguar-danti l’origine del prodotto (zucchero italiano) e la sua diversificazione: zuc-chero grezzo di barbabietola e zuczuc-chero biologico. Proprio per lo zuczuc-chero biologico il progetto prevede che nell’arco di due anni potranno essere interes-sati oltre 1.500 ettari di barbabietola biologica. Il gruppo Maccaferri ha invece in prospettiva un progetto per lo sviluppo della chimica verde nello stabilimen-to di San Quirico.

La Regione Emilia-Romagna è da sempre vicina ai produttori bieticoli ed è consapevole dell’importanza del comparto e si è sempre adoperata per contbuire al mantenimento di quella parte del settore che residua dalla grande ri-forma del 2006, riri-forma che ricordiamo penalizzò gravemente l’intero com-parto nazionale. Nell’attuale particolare situazione ha deciso di stanziare per il 2018 per la bieticoltura regionale proprie risorse per un ammontare di 1,25 mi-lioni di euro, da assegnare direttamente ai bieticoltori attraverso un aiuto in re-gime di de minimis. Questo si tradurrà in un aiuto che, sulla base delle produ-zioni mediamente realizzate negli ultimi anni, dovrebbe corrispondere a circa un euro.

Nel documento Rapporto 2017 (.pdf) (pagine 86-89)