5.2 Evoluzione del pensiero economico sul concetto di avviamento
5.2.2 L’avviamento secondo Rossi
L’evoluzione che si registra sul tema dell’avviamento con il contributo di Rossi `
e frutto della percezione che lo stesso autore ha della natura organico-sistemica dell’azienda, cio`e di un complesso di beni che sono tra di essi strettamente interre- lati ed indirizzati verso il perseguimento degli obiettivi dell’organizzazione: in tal caso “non `e pi`u lecito valutare i singoli elementi per s´e stanti, ma conviene avere riguardo al loro insieme organico” 36. Ci si ricollega al fatto che la valutazione
di un’azienda in funzionamento non pu`o avvenire considerando atomisticamente le attivit`a di cui si compone la sua struttura patrimoniale, poich´e queste ultime sono strettamente avvinte da legami di strumentalit`a e funzionalit`a e l’adozione di una simile prospettiva finirebbe per trascurare simili imprescindibili relazioni, da cui discende in via primaria la capacit`a di generare ricchezza: questi legami, che manifestano i propri effetti sulla redditivit`a aziendale, rappresentano l’essen- za dell’avviamento, cui l’autore si riferisce parlando di potenza economica sui
35“In conclusione il Villa dimostra di avere una concezioneintuitiva,empiricae, in un
certo qual modo,riduttiva, dell’avviamento, ma, tenuto conto del tempo in cui Egli scrive,
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e certamente significativo il fatto che ammetta l’esistenza di qualcosa diimmateriale, legato
alle potenzialit`a, che assume rilievo nella determinazione del prezzo di cessione dell’azienda.” – Bianchi Martini S. (1999), p. 24; “Per quanto l’intento dell’autore non sia di misurazione, bens`ı di descrizione di un fenomeno osservato nella prassi commerciale, `e interessante notare come in nuce, si colga gi`a la correlazione tra il surplus economico incluso nel prezzo di vendita dell’azienda ed i futuri benefici economici di cui l’acquirente potr`a godere, osservazione questa che contraddistinguer`a gli sviluppi successivi.” – Borr`e L. (2008), p. 4
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Rossi G., Valutazione dei patrimoni-spese di fondazione, in Enciclopedia di Amministrazione, Industria e Commercio, vol. 2, p. 970
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generis 37.
Rispetto a Villa, l’originalit`a e novit`a della posizione di Rossi discendono fonda- mentalmente dal fatto che quest’ultimo non si limita ad un approccio empirico, da cui origina una prima approssimativa intuizione del legame che sussiste tra l’av- viamento e le potenzialit`a commerciali dell’impresa, ma fa propria una visione organica da cui discende per il complesso unitario un valore pi`u elevato rispetto alla somma dei singoli elementi patrimoniali. Il processo valutativo `e comunque un percorso complesso che richiede, al fine di assicurare l’accuratezza e la fedelt`a dei risultati, la disponibilit`a di un’ampia gamma di informazioni di natura red- dituale, patrimoniale, di mercato, aziendale: in questo senso, lo studioso stressa l’importanza di conoscere sia lo stato del patrimonio, sia altri aspetti affinch´e da questi possa discendere l’individuazione dei criteri pi`u opportuni da utilizzare per stimare compiutamente il valore economico dell’impresa.
L’ulteriore evoluzione compiuta nel pensiero di Rossi consiste nella capacit`a di dare all’avviamento una rappresentazione contabile, ovvero si sofferma anche sul- l’aspetto quantitativo della nozione che Villa invece non era riuscito a esplicitare. Coerentemente con l’impostazione assunta sotto il profilo qualitativo, secondo la quale l’avviamento attribuisce agli elementi patrimoniali una potenzialit`a econo- mica, che si traduce nella capacit`a di generare flussi di reddito, la valutazione passa attraverso un processo di capitalizzazione del reddito atteso, fermo restan- do che il suo reale ammontare pu`o essere conosciuto solo in corrispondenza di un’operazione di alienazione dell’azienda 38.
37“Quando un’impresa `e stata ben istituita in un ambiente adatto e quando abbia acquistato
se non la certezza almeno una certa qual sicurezza di potere ricavare negli anni futuri un reddito netto o costante o gradualmente crescente, si `e formata una energia, una potenza economica sui generis capace di dare reddito. E siccome le energie economiche che sono capaci di dare un reddito, se oggettivamente considerate, sono capitali, cos`ı anche quell’energia che si `e formata con un’azienda produttiva sar`a da considerarsi come un capitale, avente un valore proporzio- nato al reddito che procura. Ora codesta potenza economica, codesta energia, insomma codesto capitale sui generis [. . . ] dicensi avviamento, buon avviamento cio`e dell’azienda in cui `e nato e in cui manifesta i suoi effetti col mezzo del reddito netto.” – Rossi G. (1906), Sulla tassabilit`a del prezzo di avviamento delle imprese e del sovraprezzo delle azioni delle societ`a commerciali e industriali, Societ`a Tipografica, Modena, pp. 12-13
38“Quale sar`a il valore economico di un avviamento A capace di generare in media [. . . ]
un reddito R? Il valore vero e reale non si potrebbe conoscere se non nel caso di una vendita dell’impresa. Ma, stando alle nozioni comuni, un capitale che sia in grado di dare una rendita approssimativamente conosciuta pu`o stimarsi sulla base della ragione comune dell’interesse dei capitali. Allora se r `e l’interesse comune di 100 lire di capitale, il valore di stima dell’avviamento A sar`a dato da:
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Capitolo 5. L’avviamento nelle business combinations: analisi storica e trattamento contabile
Rossi si inserisce nel dibattito sviluppatosi a cavallo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento circa la tassabilit`a dell’avviamento ed, in particolare, la sua assoggettabilit`a all’imposta di ricchezza mobile: tale discussione assume ri- levanza a questi fini non tanto per gli aspetti propri della disciplina tributaria, quanto piuttosto perch´e si collega ad una diversa natura attribuita alla posta. Qualora, infatti, si stabilisca che l’avviamento sia suscettibile di essere tassato – ed `e questa peraltro la posizione sostenuta dall’autore - si attribuisce allo stesso natura reddituale, contrastando con la tesi sostenuta dalla dottrina giuridica e da quella ragionieristica secondo le quali esso configurava un elemento del capitale non assoggettato ad imposta.
All’interno di questo dibattito Rossi `e considerato il principale esponente del gruppo, peraltro minoritario, che sostiene il carattere reddituale dell’avviamento e, quindi, la sua assoggettabilit`a all’imposta: egli afferma, infatti, che “anche l’avviamento `e esso un reddito, un guadagno, un utile diretto della produzione economica” e le sue posizioni sono perlopi`u orientate a dimostrare la natura red- dituale dell’avviamento, non condivisa da un consistente numero di studiosi, sia sotto il profilo concettuale, sia in termini di metodologie di calcolo, e per questo criticata.
In conclusione, i tratti distintivi del pensiero dell’autore possono rinvenirsi nella sua capacit`a di cogliere la natura organica del complesso aziendale – superan- do l’approccio intuitivo –, di un insieme di beni dotato cio`e di una potenzialit`a economica che impatta in via diretta sulla redditivit`a ed incide altres`ı sulla deter- minazione del suo valore; gli viene riconosciuto inoltre il merito di aver stimolato ed alimentato con le sue indicazioni il dibattito teorico ed il progresso metodo- logico, che rinvengono nel suo pensiero elementi di critica, ma anche spunti ed intuizioni di grande novit`a.
A= R x (100 : r)
Se r = 5, ossia se si prende per base di stima il saggio legale di commercio, avremo che il valore dell’avviamento sar`a dato da
A = R x 20 ossia da A = 20 R
nella ipotesi per`o che il reddito medio R per tutte le condizioni gi`a dette, si mantenga costante per l’avvenire.” – Rossi G. (1906), p. 15
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