5.2 Evoluzione del pensiero economico sul concetto di avviamento
5.2.1 L’avviamento secondo Villa
La prima formulazione del concetto di avviamento che si analizza `e riconducibi- le al pensiero di Francesco Villa, il quale sviluppa una visione sostanzialmente empirica ed intuitiva del fenomeno, basata sull’osservazione di una realt`a in cui riscontra molto spesso il pagamento di un prezzo superiore al valore comples- sivamente attribuibile ai beni aziendali. Il contributo pu`o essere indubbiamente concepito come un essenziale punto di partenza per il pensiero in materia di avvia- mento, prima di tutto per la consapevolezza che l’autore dimostra circa l’esistenza di un profondo legame tra la grandezza e le potenzialit`a commerciali dell’impre- sa, intendendo con esse la capacit`a di sviluppare ed alimentare le relazioni con la clientela in virt`u della qualit`a dei suoi prodotti e della forza della sua immagine. In questo senso, perci`o, l’avviamento individua la propria natura nel rapporto che l’azienda intrattiene con il mercato, riconducendosi perlopi`u al fattore che in chiusura del precedente paragrafo `e stato identificato come clientele: in tal caso il maggior prezzo corrisposto per l’acquisto dell’azienda non si traduce in un incremento del valore degli altri elementi patrimoniali, ma in un generico credito (qualit`a delle merci, onest`a dei prezzi) con cui essa `e in grado di attrarre una
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Capitolo 5. L’avviamento nelle business combinations: analisi storica e trattamento contabile
massa consistente di clienti 30. La prospettiva assunta da Villa assume sostan- zialmente carattere induttivo, in quanto si dedica alla questione unicamente al fine di rilevare che nelle transazioni osservate nella realt`a il prezzo incorpora una componente di avviamento e cerca di dare spiegazione di tale fenomeno attraverso l’osservazione dei fatti: in ogni caso l’avviamento `e considerato un tutt’uno con il complesso aziendale da cui origina, ovvero gi`a nel pensiero dell’autore non `e con- templata la possibilit`a che esso possa costituire oggetto di una separata cessione. Si prevede, quindi, che il suo sfruttamento possa avvenire mediante l’esercizio dell’attivit`a d’impresa, beneficiando cio`e dei vantaggi che derivano dal suo lega- me con le potenzialit`a commerciali, coerentemente con l’impostazione delineata poco sopra, o, in alternativa, mediante l’alienazione a terzi ma solo all’interno di una pi`u ampia transazione che coinvolga il patrimonio aziendale 31.
La finalit`a descrittiva di un fenomeno ravvisabile nella prassi commerciale ge- nera significative ripercussioni anche sotto il profilo valutativo: se da un lato, infatti, Villa dimostra di comprendere il legame tra l’avviamento ed il successo dell’impresa sotto il profilo commerciale, dall’altro, invece, non riesce a tradurre tale consapevolezza in adeguate metodologie valutative, cio`e non giunge a dare al suo pensiero una rappresentazione sotto il profilo contabile. Poich´e l’avviamento non si traduce in un aumento del valore degli altri beni costituenti il patrimonio aziendale (si fa riferimento in particolare a denaro, crediti e rimanenze di merci), viene sancito il divieto della sua rilevazione nell’inventario dell’impresa che lo ha
30“Diconsi capitali immateriali le somme che si impiegano, p.e. nell’acquisto di clientele,
altrimenti avviamento di commercio. Se, rilevando un negozio, si pagano 10 mila lire a titolo di avviamento, non viene perci`o ad aumentarsi di un millesimo il valore delle mercanzie comperate; ma il credito di cui gode il negozio rilevato, la buona qualit`a delle mercanzie, l’onest`a de’ prezzi, attirandovi degli avventori, le 10 mila lire sono il valore di questo credito.” – Villa F. (1870), Elementi di amministrazione e contabilit`a, Tipografia in Ditta Eredi Bizzoni, Pavia, p. 49
31“La somma pagata a titolo di avviamento `e un capitale immateriale, il cui rimborso potr`a
ottenersi nell’esercizio del commercio, come si cerca di ottenervi il rimborso di ogni altra spesa, oppure nella cessione del negozio ad un terzo, voltach`e siasi conservato al negozio quel credito che merita, per parte del rilevatario, un sagrifizio.” – Ibidem
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generato 32, in un’ottica di tutela dei soggetti interessati a conoscerne la consi- stenza patrimoniale, per i quali altrimenti deriverebbe una rappresentazione non veritiera e fedele.
Un altro aspetto che merita attenzione attiene al fatto che Villa non affronta la problematica delle condizioni in cui versa l’azienda oggetto di valutazione: ci`o comporta in sostanza l’adozione dei medesimi criteri valutativi in qualunque cir- costanza, ovvero sia nel caso in cui l’impresa si trovi in una situazione di normale operativit`a, sia se le prospettive che si manifestano sono quelle di una liquidazio- ne del suo patrimonio 33. Le finalit`a e le esigenze che si impongono sono, infatti,
differenti nei due scenari: mentre nel primo l’obiettivo diviene quello di stimare il valore del capitale nella prospettiva del funzionamento dell’impresa e della sua continuit`a nel tempo, le stime effettuate in sede di liquidazione sono indirizzate verso la cessazione dell’attivit`a e perlopi`u volte a conoscere l’entit`a delle risorse che eventualmente residueranno dopo la vendita dei beni, la riscossione dei credi- ti, l’estinzione dei debiti ed il pagamento delle spese sostenute o, in alternativa, l’importo dei debiti ancora da estinguere. 34
In conclusione, ci`o che emerge `e innanzitutto l’approccio intuitivo ed empirico al tema dell’avviamento di impresa, in cui l’attenzione si concentra principalmente sul profilo qualitativo e definitorio della questione pi`u che su quello quantitativo, vista l’incapacit`a di tradurre le intuizioni in opportune metodologie valutative. Gli studiosi sono comunque concordi nel ritenere che, nonostante i limiti propri del metodo adottato da Villa, l’elemento saliente sia rappresentato dalla capacit`a di cogliere l’esistenza di un elemento immateriale inscindibile rispetto al complesso aziendale da cui trae origine, che si lega alle potenzialit`a commerciali dell’im-
32“In economia si considerano anche dei capitali immateriali. Tali sarebbero le clientele, gli
avventori di una bottega, il credito; ma nelle amministrazioni non figureranno questi capitali immateriali se non nel caso di farne cessione ad altri. [. . . ] `e evidente che in occasione di dover cedere il negozio, il proprietario potr`a ottenere, oltre le lire 60,000, una somma per il pagamento del credito od avviamento. Ci`o `e quanto succede in pratica: il capitale immateriale viene a realizzarsi in effetto, ma esso non figura certamente nelle attivit`a fino alla realizzazione.” – Villa F. (1840), La contabilit`a applicata alle amministrazioni private e pubbliche ossia elementi di scienze economico amministrative applicati alla tenuta dei registri ed alla compilazione e revisione dei rendiconti, Editore Libraio Angelo Monti, Milano, p. 34
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Bianchi Martini S. (1999), p. 21
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presa 35: di conseguenza, di esso si deve necessariamente tener conto in sede di determinazione del prezzo di vendita dell’azienda, in considerazione dei benefici di cui l’acquirente potr`a giovarsi. Il contributo dell’autore si dimostra in ogni caso molto rilevante ed influenza gli studi successivi, i quali si indirizzano, oltre che sull’elaborazione di approcci teorici pi`u strutturati, sulla costruzione di adeguate metodologie di determinazione contabile.
Il pensiero di Villa pu`o considerarsi la base per lo sviluppo di considerazioni pi`u approfondite e di maggiore rilevanza sotto il profilo dottrinale: dopo di lui, in- fatti, Rossi assume posizioni originali, che saranno anche oggetto di critica da parte degli esponenti successivi, e propone indicazioni innovative e di portata pi`u ampia, apportando miglioramenti sia in un’ottica qualitativa che quantitativa.