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INVESTIRE GREEN

4.6 Azione degli investitori: perché agire

L’azione degli investitori per decarbonizzare i loro portafogli deve essere più forte e determinata se si vogliono ottenere impatti materiali sulle spese nell’economia mondiale e sulla traiettoria delle emissioni. Attualmente, gli investitori sono sempre più attenti alle questioni climatiche e sono molti quelli che decidono di investire nelle società che hanno migliori prospettive nella transizione all’economia low-carbon disinvestendo da quelle i cui rendimenti dipendono fortemente dall’utilizzo di combustibili fossili. Ma il loro numero è ancora limitato. Ciò accade perché gli investitori in molti casi colgono opportunità con rendimenti attesi attraenti. Investire però in portafogli green consente soprattutto agli investitori istituzionali di mitigare i rischi climatici presenti all’interno dei loro portafogli.353 Uno studio condotto dal Global Risk Institute nel 2017 ha confermato che, sebbene ci siano ancora delle lacune sulla disponibilità di dati sulle emissioni delle società mondiali, gli investimenti green possono generare rendimenti competitivi e nel mentre offrire una minore esposizione al carbon risk.354

In realtà, alcuni sostengono che disinvestire dagli assets ad alta intensità di carbonio non sia positivo: innanzitutto se il disinvestimento dovesse riguardare un’ampia componente dell’economia mondiale, potrebbe essere considerato una violazione dei doveri fiduciari; il settore fossile potrebbe non essere facilmente sostituito all’interno dei portafogli; si eliminerebbe la possibilità di incoraggiare le società fossili a imboccare la strada del

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The Economist Intelligence Unit (2015) 354

cambiamento e, infine, sostanziali cambiamenti negli investimenti del portafoglio potrebbero essere troppo costosi.355

Disinvestire totalmente e immediatamente a livello sistemico è effettivamente tecnicamente impossibile, soprattutto tenendo conto delle implicazioni che questo comporterebbe. Le società legate ai combustibili fossili rappresentano una parte significativa dei maggiori indici e i portafogli si ritroverebbero con pochi assets. Alcuni dicono che la riduzione dell’universo di assets e titoli disponibili aumenti il rischio di sottoperformare il mercato. Invece, sarebbe più preciso affermare che semplicemente si aumenta il tracking error del portafoglio rispetto al benchmark di riferimento. Ciò potrebbe produrre una sotto o sovraperformance nel breve termine, ma nel lungo le differenze che si generano sono minime. A sostegno di questa teoria c’è il confronto dei rendimenti tra l’indice che non considera il settore energetico S&P 500 Ex Energy e il suo omologo S&P 500 in vari periodi di tempo:

Invece, uscire dagli investimenti legati ai combustibili fossili rappresenta una strategia di lungo termine basata sulla consapevolezza che le industrie fossili sono destinate ad un lento, ma neanche troppo, declino e che gli assets che posseggono perderanno progressivamente valore.

Solitamente non vi è alcuna garanzia sul fatto che gli effetti del cambiamento climatico sulla valutazione degli assets saranno lineari e graduali. Per questo motivo, un approccio di attesa e inazione potrebbe presentare enormi rischi per i portafogli che contengono attività ad alta intensità di carbonio.356

Economicamente, i rischi di lungo termine possono essere affrontati acquistando delle assicurazioni, ma i danni che il cambiamento climatico potrà causare, o causa, sono talmente consistenti da annullare questa possibilità. Un’altra soluzione potrebbe essere quella di comprare un derivato che paghi in caso si verifichi l’outcame negativo, ma, semplicemente, non esiste. Invece, è possibile investire una porzione del nostro

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Schneider N., (2015) 356

portafoglio in assets che più che abbiano prestazioni migliori in caso di un evento climatico negativo e disinvestire dalle realtà altamente esposte ai rischi climatici. In più, non appena gli investitori si renderanno conto che l’azione precoce può non solo minimizzare i rischi, ma anche portare rendimenti positivi al vantaggio legato al “first- mover”, allora le considerazioni economiche prevarranno quelle morali ed etiche.357 Uno studio condotto da Bloomberg ha poi dimostrato come le aziende che implementarono i principi ESG ebbero prestazioni migliori del mercato in generale durante e dopo la crisi finanziaria. In ogni caso la breve esperienza dei green porfolios mostra loro avere prestazioni migliori di quelli tradizionali anche tra strette regolamentazioni, veloci cambiamenti tecnologici e frequenti eventi climatici.358

Grazie alle raccomandazioni fatte dalla Task Force alle realtà economiche e finanziarie e sul rilascio di informazioni relative al loro impatto sul clima, gli investitori potranno prendere decisioni su investimenti, assicurazioni, concessioni di credito, etc. in maniera maggiormente informata e consapevole. Sempre più investitori sono attenti alla presenza di assets all’interno dei loro portafogli che sono esposti al rischio di divenire “stranded”, ma sono solo una minoranza. Molti, invece, sono quelli ignari o che addirittura rifiutano l’idea di questo rischio latente.359 Alcuni investitori istituzionali hanno compiuto una relativamente numerosa serie di azioni contro il cambiamento climatico: hanno investito in strategie low-carbon (come i green bond di cui si discuterà nel prossimo capitolo), hanno incoraggiato le aziende a ridurre le loro emissioni, hanno ritirato capitale da realtà ad alta intensità di carbonio e hanno spinto i governi affinché adottassero policy per la transizione green.

La motivazione degli investitori ad agire nell’ottica green può poi non essere la stessa per tutti. Alcuni possono voler tenere in considerazione gli aspetti green per proteggere il portafoglio dagli impatti climatici, altri possono decidere di farlo per questioni etiche e morali, altri ancora in prospettiva di maggiori rendimenti.

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Allosio I., Colelli F. P. (2016b) 358 BlackRock (2016)

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4.6.1 L’importanza di superare la visione a breve termine

C’è ancora tanto da fare e la comunità degli investitori deve catalizzare la transizione modificando il suo piano d’investimento e le sue ottiche.360 È già stato presentato il

problema della visione a breve termine della maggior parte degli investitori ma è importante ribadire la questione: lo “short termism” toglie l’attenzione da difficoltà che hanno potenzialmente la capacità di creare e distruggere valore nel lungo termine, come il cambiamento climatico. Infatti, tale visione comporta l’errata allocazione di capitale, un eccessivo turnover sia di manager che di assets nel portafoglio e l’erosione dei rendimenti. In più, gli investitori devono iniziare a comprendere che il “rischio” non si riferisce solo alla volatilità di breve periodo, ma anche a permanenti potenziali perdite o svalutazioni del capitale. In particolare, gli investitori di lungo periodo sono sottoposti al rischio legato agli eventi che possono portare a perdite permanenti di capitale, come il manifestarsi di stranded assets. Mentre invece gli investitori di breve periodo sono maggiormente esposti a rischi di tipo macroeconomico, legislativo e regolamentario. Sviluppare una visione di lungo periodo non è semplice e richiede che la cultura finanziaria ed economica cambino e permettano di prendere decisioni su variabili e problemi incerti che, attualmente, hanno bassa probabilità di presentarsi, come gli impatti del cambiamento climatico, ma che crescerà a dismisura con l’inazione.361

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Portfolio Decarbonization Coalition (2017) 361 IFC, et al. (2015)

CAPITOLO 5