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BNP Paribas Easy Low Carbon 100 Europe® UCITS ETF EX BNP Paribas Easy Low Carbon 100 Europe

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4.5 Gli Exchange-Traded Funds

4.5.1 Due ETFs a confronto

4.5.1.1 BNP Paribas Easy Low Carbon 100 Europe® UCITS ETF EX BNP Paribas Easy Low Carbon 100 Europe

Il fondo è stato lanciato il 2 giugno del 2017 nell’Euronext Paris S.A. ed ha assorbito il fondo BNP Paribas Easy Low Carbon 100 Europe, a sua volta creato il 23 ottobre del 2008. L’ETF è gestito da BNP Paribas Asset Management Luxembourg e ha come scopo

quello di replicare il più possibile l’indice Low Carbon 100 Europe Net Total Return, sia nelle sue fasi di crescita che di decrescita, offrendo agli investitori accesso al mercato dell’equity di società europee di qualsiasi settore economico, selezionate sulla base della loro capitalizzazione e delle loro emissioni di CO2.

Morningstar gli attribuisce un punteggio di sostenibilità uguale a 58/100. Il sito di

Monrningstar non da informazioni relative alla valutazione della concessione o meno della Low Carbon Designation.

L’ETF è gestito secondo “replicazione fisica completa”, cioè vengono acquistate o vendute le medesime azioni che compongono l’indice di benchmark e nelle stesse sue percentuali, oppure secondo “replicazione fisica sostitutiva”, ovvero vengono acquistati i titoli di un paniere sostitutivo (“substitute basket”) diversi da quelli dell’indice, legati ad uno swap.

Nella sezione del profilo di rischio rendimento, gli investitori possono trovare il “Risk

Reward Indicator” caratterizzato da un range che va da 1 a 7: un punteggio uguale ad 1

indica che il profilo di rischio è basso, ma contemporaneamente lo sono anche i rendimenti (correlazione positiva), viceversa per un punteggio uguale a 7. Per quanto riguarda l’ETF in questione, è valutato avere un profilo di rischio rendimento pari a 5 e si consiglia un investimento con un orizzonte di almeno 5 anni.

Gli investitori possono uscire su base giornaliera seguendo i Luxembourg bank business

Per quanto riguarda le commissioni, è prevista una tassa d’entrata e una d’uscita entrambi pari al 3%. Annualmente invece, il fondo richiede il pagamento di una tassa del 0,3%, ma non sono previste commissioni di performance.347

La composizione del portafoglio al 23 agosto 2018 è quasi interamente costituita da azioni (98,49%) in posizione lunga, cioè che sono detenute con lo scopo di rivenderle in un secondo momento nella speranza che si apprezzino. Esse riguardano: per il 54,15%, società situate in Europa Occidentale-euro, per 29,38% società del Regno Unito e per il 15,03% società dell’Europa Occidentale-non euro. I settori in cui operano le società invece riguardano: la finanza al 20,88%, i beni industriali al 16,10%, i beni di consumo ciclici al 13,15%, i beni di consumo difensivi al 12,50% e la salute all’11,46%.348

Il prezzo di un ETF solitamente corrisponde al suo valore patrimoniale netto, o Net Asset

Value (NAV) che viene riportato dalla borsa di riferimento all’inizio e alla chiusura della

seduta giornaliera. Questo valore si ottiene dal rapporto tra la differenza del valore dei titoli e delle attività che detiene al netto delle sue passività e il numero di quote in circolazione.

NAV = 𝑎𝑡𝑡𝑖𝑣𝑖𝑡à − 𝑝𝑎𝑠𝑠𝑖𝑣𝑖𝑡à 𝑛° 𝑞𝑢𝑜𝑡𝑒 𝑖𝑛 𝑐𝑖𝑟𝑐𝑜𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒

Al 23 agosto 2018, il NAV è di €162,928.

Figura 29: Grafico delle performance BNP Paribas Easy Low Carbon 100 Europe® UCITS ETF

02/06/2017 – 16/08/2018

347

BNP Paribas Asset Management (2018), BNP Paribas Easy Low Carbon 100 Europe®, 24 agosto 2018, link: https://www.bnpparibas-am.lu/intermediary-fund-selector/fundsheet/equity/bnp-paribas-easy- low-carbon-100-europe-ucits-etf-c-lu1377382368/

348 Morningstar (2018a), BNP Paribas Easy Low Carbon 100 Europe® UCITS ETF UCITS ETF | ECN |, 24 aprile 2018, link: http://www.morningstar.it/it/etf/snapshot/snapshot.aspx?id=0P0001AGW9

Fonte: BNP Paribas Asset Management (2018)

Come si può vedere dal grafico, i rendimenti del fondo sono in linea con quelli del benchmark, con un tracking error inferiore all’1% (-0,18% al 16 agosto 2018). In questo caso la volatilità del fondo rispetto al suo benchmark è bassa.

Il rendimento medio a tre anni è del 2,75%. Per quanto riguarda le performance cumulative, dal 31 dicembre 2017 al 31 luglio 2018, il fondo ha registrato un rendimento “Year-to-date” (YTD)349 dell’1,97%, dove l’indice ha registrato 1,82%. Il rendimento invece ad un anno è stato del 6,32% per il fondo, contro un 6,42% dell’indice. Quello a tre anni, considerando l’ex BNP Paribas Easy Low Carbon 100 Europe, è stato di 6,41% per il fondo e 7,34% dell’indice. Infine, il rendimento a cinque anni del fondo è stato di 48,93% e di 50,85% dell’indice.350

Per quanto riguarda l’analisi del rischio a tre anni, si presentano alcuni indicatori.

Il primo è lo Sharpe Ratio cha da un’idea del profilo di rischio rendimento del fondo ed è dato dal rapporto tra il rendimento del fondo rispetto a quello di un prodotto finanziario privo di rischio e la sua deviazione standard (in questo caso la volatilità, cioè lo scostamento dei rendimenti registrati da loro valore medio, è pari a 11,93%):

349 Con il rendimento YTD si identifica il profitto registrato da un investimento dall’inizio dell’anno civile dell’anno corrente ed è generalmente utilizzato dagli investitori e dagli analisti per valutare le performance del portafoglio. Esso si ottiene dalla differenza moltiplicata per 100 tra il valore corrente di tutte le attività contenute nel portafoglio e il valore totale risalente al primo gennaio.

SR =

L*MLN

OP dove:

𝑟* è il rendimento del portafoglio 𝑟5 è il tasso risk free

𝜎R la deviazione del portafoglio

In questo caso, è pari a 0,20. In particolare, è un indicatore di performance corretto per il rischio, cioè comunica quanto rendimento in eccesso l’investitore riceve per l’extra volatilità che deve sopportare, quindi rischio, per il possesso di un’attività rischiosa invece di una priva di rischio. Più alto è il suo valore, migliore è la performance storica corretta per il rischio dell’ETF.

Un altro indicatore è l’R2, ovvero l’indicatore che riflette la percentuale di oscillazione di un fondo dovuta ad oscillazione nel indice di benchmark del fondo stesso. Un R2 uguale ad 1 indica che tutte le oscillazioni del fondo sono spiegate da quelle del benchmark. Invece, se prossimo a 0, significa che le oscillazioni sono minimamente riconducibili a quelle del benchmark. In questo caso, l’R2 è esattamente 1.

Per quanto riguarda invece l’Information Ratio, un indicatore utile per valutare la capacità del gestore di sovraperformare l’indice benchmark in relazione al rischio assunto, vale - 1,56. Esso è dato da:

IR =

S TUVTW

XYT TUVTW Dove:

rb è il rendimento del benchmark

Un quarto indicatore di performance è il beta (β), già introdotto in precedenza. L’ETF ha beta pari esattamente a 1, a significare che performa esattamente come il mercato sia in positivo che in negativo.

Infine, un quinto indicatore di performance corretto per il rischio è l’alpha (α). Questo indicatore viene utilizzato nei fondi comuni come misura della capacità del gestore di scegliere tra i titoli migliori e, come già citato, è dato dalla differenza tra il rendimento

mediamente ottenuto dal fondo rispetto quello che avrebbe dovuto registrare dato il suo livello di rischio sistematico (quello che si otterrebbe con il CAPM). Se è positivo, il fondo ha rendimenti in eccesso rispetto quelli previsti dal CAPM. Invece, se negativo, significa che il fondo non guadagna abbastanza dato il suo rischio. In questo caso l’alpha è di -0,29. Parlando in questo caso di un ETF, il valore negativo potrebbe essere dovuto ad una non ottimale diversificazione del portafoglio e non tanto ad una cattiva gestione dell’ETF da parte del manager.351