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INVESTIRE GREEN

4.4 I fondi verd

Il problema che coinvolge la maggior parte di coloro che possiedono portafogli d’investimento è che non sono ampi abbastanza da contenere una varietà elevata di titoli per diversificarli. In termini invece di commissioni d’intermediazione, o brokerage fees, acquistare una o due azioni di più società può diventare estremamente costoso. Inoltre, gli investitori spesso sperano che manager di portafoglio esperti siano in grado di ottenere migliori performance di quelle che otterrebbero da soli. Per questi motivi, ci sono, tra i professionisti finanziari, le società d’investimento che raccolgono capitali appartenenti a investitori individuali e li investono in un range di titoli o asset potenzialmente ampio, creando economie di scala. Tra queste, ci sono i fondi d’investimento che fanno trading

su ampia scala e gestiscono, diversificano e amministrano i portafogli (o fondi) che creano per conto dei loro investitori. Ogni investitore ha diritto sul fondo proporzionalmente all’ammontare investito e, investendo in quote del fondo, possono sia ridurre l’ammontare di management fee da pagare, sia avere un portafoglio diversificato, sia non occuparsi direttamente della sua gestione.

Il tipo di fondo in cui generalmente gli investitori investono (circa il 90% delle società d’investimento) sono i cosiddetti “mutual funds”, o fondi comuni. Essi sono società d’investimento di tipo “open-end”, cioè permettono agli investitori di acquistare e riscattare le quote del fondo in ogni momento. Il capitale del fondo quindi aumenta o diminuisce in base agli acquisti e riscatti da parte dei suoi sottoscrittori. Ogni fondo comune possiede un prospetto informativo che ne specifica le caratteristiche e politiche specifiche.340

I mutual fund sono caratterizzati da generalmente basso rischio e consentono di acquistare investendo anche capitali relativamente piccoli. In più, possono essere passivi o attivi. I primi prendono come riferimento un indice di mercato e acquistano gli stessi titoli in esso contenuti, replicandolo e cercando di avere performance migliori dell’indice. Di conseguenza, il manager del fondo non prende decisioni attive riguardo lo specifico titolo che vuole possedere. Quelli attivi invece prendono come riferimento un indice azionario, ma non investono in tutti i titoli che esso contiene.

In più, questa tipologia di fondi può essere mossa da filosofie e tematiche d’investimento diverse per attrarre in maniera strategica un maggior numero di clienti. Una delle strategie che possono adottare è proprio quella della decarbonizzazione dei portafogli che posseggono o la creazione ex novo di portafogli green che non contengono, o contengono in minima parte, titoli riferibili a società legate in qualche misura ai combustibili fossili. Inoltre questi fondi utilizzano spesso i green indexes come benchmark di riferimento341.

340 Bodie Z., et al. (2014)

341Konrad T. (2014), The very quick guide to a green portfolio, Forbes, 20 maggio 2014, link: https://www.forbes.com/sites/tomkonrad/2014/05/20/the-very-quick-guide-to-a-green-

4.4.1 I fondi verdi europei

Una ricerca di Novethic mostra come l’ammontare investito sui fondi verdi europei sia aumentato del 49% nel 2017 rispetto l’anno precedente, con 32,2 miliardi di euro investiti. La crescita è notevole e di molto superiore rispetto quella del 12% del mercato europeo tradizionale. Ma non solo, anche il loro numero è in un trend crescente: dai 163 del 2015 si è passati a 164 del 2016 e 176 nel 2017. La maggior parte di questi fondi, ovvero l’88%, sono di natura azionaria. La figura che segue mostra l’aumento nel corso degli anni del numero di fondi verdi europei e il volume di capitali che questi hanno raccolto.342

Figura 30: La crescita dei fondi verdi europei

Fonte: Novethic (2018)

La successiva figura classifica le dieci società in Europa che gestiscono il più ampio numero fondi green, anche per capitale raccolto.

Figura 31: le migliori 10 società nella gestione green

Fonte: Novethic (2018)

In totale, i loro fondi gestiscono 21,4 miliardi di euro. Pictet Asset Management, un gruppo bancario svizzero che è specializzato nella gestione di patrimoni e di asset manager, si trova in prima posizione per miliardi gestiti tramite fondi verdi, seguita da

BNP Paribas Asset Management e Amundi.

Anche alcuni fondi sovrani stanno sempre di più disinvestendo dalle aziende con elevato carbon footprint: il fondo sovrano norvegese si è impegnato a uscire dalle aziende i cui profitti provengono per oltre il 30% dal carbone. Contemporaneamente, esso punta su quelle che utilizzano fonti rinnovabili.

4.4.2 Monitoraggio del carbon risk del portafoglio di un fondo: la Low

Carbon Designation

Per consentire agli investitori di prendere scelte consapevoli e valutare i carbon risk e le opportunità annidati all’interno di un portafoglio di un fondo, Morningstar ha introdotto nel maggio del 2018 il Portfolio carbon risk score, uno strumento utile per valutare l’esposizione dei portafogli d’investimento al carbon risk.

Questo strumento supera la metrica del carbon footprint. Infatti, non solo tiene in considerazione le emissioni generate dalle singole società contenute nel portafoglio, ma

valuta anche la loro esposizione ai carbon risk e il loro processo di gestione:343 quei portafogli che dovessero presentare una bassa esposizione al carbon risk, e contemporaneamente una buona gestione del rischio stesso, verranno premiati ricevendo la Morningstar Low Carbon DesignationTM che è visibile nella scheda di sostenibilità del fondo ed è identificata con questa immagine:

Però, per rientrare nel processo di valutazione trimestrale per l’attribuzione del punteggio, un qualsiasi fondo deve avere almeno il 67% degli assets coperti dal Carbon Risk Rating di Sustainalytics.344 Inizialmente Morningstar ha calcolato per 30.000 fondi a livello mondiale il Carbon Risk Score: punteggi bassi indicano che il portafoglio ha un minore rischio di esposizione al carbon risk.

Punteggio Carbon-Risk Level 0 Insignificante 0,1 - 9,99 Basso

10 - 25,99 Medio 30 - 49,99 Alto

50+ Severo

La formula del Portfolio Carbon Risk Score per il calcolo dei punteggi è:

𝑤

8

9

8:;

× 𝐶𝐶𝑅𝑅

Dove:

n = numero di titoli nel portafoglio

wi = peso dell’asset sottostante al titolo i all’interno del portafoglio/fondo

343 Silano S. (2018a), Fondi Low Carbon, Morningstar, 24 maggio 2018, link: http://www.morningstar.it/it/news/167663/fondi-low-carbon.aspx

344

Silano S. (2018b), Morningstar Carbon metrics: le parole chiave, Morningstar, 2 maggio 2018, link: http://www.morningstar.it/it/news/167096/morningstar-carbon-metrics-le-parole-chiave.aspx

CCRR = Company Carbon Risk Rating

Il CCRR viene calcolato da Sustanalytics e include circa 70 metriche di valutazione delle società contenute nei portafogli, tra cui il Fossul Fuel Involvement (cioè la percentuale del portafoglio che risulta essere esposta a fonti fossili), lo Stranded Assets risk, la Carbon Intensity, etc.345

La designazione facilita ulteriormente gli investitori nell’individuare i fondi virtuosi e in linea con gli obiettivi di Parigi. Precisamente, tale titolo di merito viene concesso ai fondi con Portfolio Carbon Risk Score inferiore a 10 nei 12 mesi precedenti e Fossil Fuel

Involvement inferiore del 7% degli assets contenuti nel portafoglio nei 12 mesi precedenti.

La Low Carbon Designation comunque non è un rating, ma una certificazione che permette di identificare i fondi d’interesse, spingendo nel contempo i gestori dei portafogli a minimizzare il carbon risk per ottenerla.346

L’analisi condotta ad aprile sui 30.000 fondi nel mondo ha mostrato come i fondi azionari europei, escluso il Regno Unito, siano i più virtuosi, ottenendo un punteggio medio di 10,05. Gli Stati Uniti hanno ottenuto un punteggio medio di 10,45 e l’Asia, senza il Giappone, di 14,54. L’Europa orientale ha invece ottenuto un punteggio di 28,53. I punteggi diversi dipendono molto dai settori contenuti nei portafogli: settori industriali e di produzione energetica pesano di più sul punteggio, dato che è ancora elevato l’utilizzo di combustibili fossili. Invece, i settori della tecnologia e del farmaceutico sono risultati essere tra i più virtuosi.