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Berger e Luckmann: L’istituzionalizzazione come prodotto della consuetudinarietà delle condotte umane

Se Goffman mostra l’influenza che le istituzioni hanno sul comportamento umano, Berger e Luckmann nel loro scritto “La realtà come

costruzione sociale” offrono uno sguardo più ampio allo studio delle stesse e

dei processi di istituzionalizzazione. Nel testo appena richiamato, i due studiosi insistono sulla relazione tra il processo di formazione delle idee e delle rappresentazioni collettive ed il processo di formazione e di conservazione del patrimonio di conoscenze di senso comune, indispensabile alla sopravvivenza dell’individuo nella società.

Le domande che guidano il loro lavoro sono le seguenti: come il complesso di conoscenze si trasformi in realtà, e come la realtà si oggettivizzi agli occhi dei suoi produttori. Per dare risposta a questi interrogativi viene descritto minuziosamente il processo di costruzione della realtà, in cui si esplica lo sviluppo dialettico tra edificazione della realtà sociale, che l’uomo contribuisce a produrre quotidianamente e che si struttura come prodotto dell’attività umana, e la risposta che l’individuo dà a qualcosa che egli stesso ha prodotto20. Prendendo in prestito le idee contenute nella filosofia di Gehlen, e le idee contenute nelle opere del loro maestro Alfred Schutz, i due studiosi cercano di esplicitare come avviene il processo di costruzione della realtà21

20 Berger e Luckmann nel testo La realtà come costruzione sociale cercano di elaborare un progetto scientifico

che porti ad una sintesi tra i due paradigmi interpretativi che hanno fatto discutere generazioni di sociologi, rispettivamente il paradigma weberiano che mette al centro dell’analisi sociologica l’azione dotata di senso, ed il paradigma durkhemiano che pone al centro dell’analisi sociologica i fatti sociali e li tratta come se fossero cose. Dunque, i due sociologi cercheranno di dimostrare l’interdipendenza e quindi il continuo influenzamento fra individuo e società. Berger P.L., Luckmann T , La realtà come costruzione sociale, Bologna, Il Mulino, 1969,pp.236-238.

21Ibidem, 1969, pp. 30-37.

. L’individuo alla nascita è dotato di un’organizzazione istintuale meno

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sviluppata rispetto agli altri mammiferi, questa sua peculiarità se da un lato lo rende vulnerabile e maggiormente esposto al rischio di disorientamento, dall’altro lo dota di un’apertura maggiore rispetto al mondo in cui si trova a dover vivere. L’uomo, dunque, per sopperire a questa sua carenza istintuale deve autolimitarsi, o meglio deve autoregolarsi. Affinché si realizzi questa autoregolazione egli deve imporsi un ordine, in altri termini deve auto-porsi dei vincoli normativi.

La costruzione di un ordine culturale e simbolico, come afferma Gehlen, è direttamente dipendente dal bisogno dell’uomo di costruire delle strutture stabili, di cui biologicamente non dispone. Per illustrare come avviene la produzione dell’ordine culturale, di cui tanto necessita l’individuo, Berger e Luckmann ricorreranno ad uno stratagemma che permetterà di combinare il concetto di istituzionalizzazione di Gehlen, con il concetto di tipizzazione di Schutz. Quello che è importante mettere in risalto in questa sede, è che Berger e Luckmann forniscono una definizione del concetto di istituzione molto più ampia di quanto abbiano fatto gli studiosi appartenenti all’approccio teorico struttural-funzionalista. I due autori spiegano l’istituzione come ogni azione che è reciprocamente tipizzata22

L’origine dell’istituzionalizzazione avviene quando le azioni umane sono soggette alla consuetudinarietà, ovvero quando vengono ripetute con una certa frequenza, seguendo dei modelli fissi di condotta che offrono il vantaggio di poterli mettere nuovamente in atto senza doversi continuamente interrogare . La condotta umana istituzionalizzata seguirebbe dei modelli di comportamento predefiniti, che si realizzerebbero in virtù della necessità che l’essere umano ha, data l’instabilità dell’organismo umano, di dirigere i suoi impulsi affinché egli possa costruirsi un ambiente stabile in cui gli sia possibile mettere in atto dei modelli di comportamento. Nel tentativo di mostrare come si costruisce l’ordine sociale, i due studiosi faranno esplicito riferimento alla teoria dell’istituzionalizzazione.

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Il termine tipizzazione è usato da Alfred Schutz e si riferisce all’operazione che porta a ridurre la complessità del reale attraverso un’astrazione, che permette all’individuo di costruire tipi di cose, tipi di persone e tipi di situazioni. Dunque, i tipi sono delle rappresentazioni della realtà che permettono l’interazione sociale evitando all’individuo di doversi continuamente interrogare rispetto alle persone che incontra, alle cose che gli possono accadere ed alle situazioni in cui si può imbattere(in Jedlowski P., Il mondo in questione, Carocci, Roma, 2000, p. 236).

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sulla loro validità. L’abitualizzazione dei comportamenti presenta gli ovvi vantaggi di mettere a disposizione degli individui un determinato schema per la risoluzione di problemi simili, di economizzare gli sforzi tesi al raggiungimento di determinate finalità, di facilitare il comportamento umano attraverso la messa a disposizione di precise modalità di fronteggiamento di situazioni simili. Disporre di schemi di condotta tipizzati consente all’individuo di avere uno sfondo stabile per gran parte delle sue attività, ed allo stesso tempo favorisce l’uso delle energie libere per l’impiego delle stesse in nuovi compiti. Inoltre, attribuire significati simili ad azioni abitualizzate semplifica il vivere quotidiano, poiché limita la necessità di doversi interrogare continuamente sulle azioni da intraprenderle e sulle loro modalità di realizzazione, contenendo le occasioni di scelta che si offrono all’individuo. L’abitualizzazione delle azioni e i processi di consuetudinarietà ad essa connessi precedono ogni forma di istituzionalizzazione. A livello cognitivo l’abitualizzazione delle azioni umane conserva il suo carattere significativo, poiché l’individuo assegna dei significati alle azioni che compie, immagazzinandole sotto forma di routine nel bagaglio generale delle conoscenze di cui dispone. A livello empirico, invece, gran parte dell’abitualizzazione dei comportamenti coincide con la loro istituzionalizzazione. Da quanto detto, si evince che per i due sociologi l’istituzionalizzazione si realizza:“ […] dovunque vi sia una tipizzazione

reciproca di azioni consuetudinarie da parte di gruppi esecutori: in altri termini, ogni simile tipizzazione è un’istituzione ”23

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. Berger P.L., Luckmann T , La realtà come costruzione sociale, Bologna, Il Mulino, 1969,p.83.

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