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L’istituzionalizzazione raccontata dai diversi protagonisti dell’accoglienza

QUESTIONARIO MINORI RESIDENT

2.7 L’istituzionalizzazione raccontata dai diversi protagonisti dell’accoglienza

Dal lavoro statistico di tipo descrittivo indirizzato a riprodurre il sistema di accoglienza è stata ottenuta una fotografia dell’esistente molto utile per identificare in maniera corretta il numero, la distribuzione territoriale e le tipologie dei servizi residenziali presenti in Calabria, di cui fanno parte i centri socio educativi che nelle altre regioni rientrano nella tipologia dei servizi residenziali, le loro caratteristiche ed il modo di erogare assistenza, ed infine le caratteristiche sociografiche dei minori in essi accolti e le caratteristiche delle famiglie d’origine. Tale approccio di ricerca quantitativo che ben si presta a descrivere la realtà, individuando i confini in cui si situano i servizi, non è altrettanto capace di mostrare le motivazioni e le scelte che hanno guidato le azioni dei soggetti coinvolti a diverso titolo in questo processo di cambiamento, orientandolo in un modo, anziché in un altro. Per tale ragione, si è deciso di approfondire la conoscenza del fenomeno e cercare di avanzare ulteriori ipotesi di ricerca adottando un approccio e metodologie di ricerca qualitative, che permettono di avanzare delle ipotesi sulle ragioni che hanno determinato una sfasatura tra forma e sostanza dell’accoglienza in Calabria50

ambiente(in Carugati F., Casadio G, Lenzi M., Palmonari A., Ricci Bitti P., (1973), Gli orfani dell’assistenza. Analisi di un collegio assistenziale per minori, Il Mulino, Bologna, 1973, pp.27-29).

, e che consentono, oltretutto, di individuare dei correttivi e di esplicitare quali sono gli elementi che determinano il successo o l’insuccesso di interventi nei confronti dei minori. Applicando le categorie concettuali dell’approccio sistemico-relazionale l’istituzionalizzazione o la deistituzionalizzazione possono essere considerate come il prodotto di un’interazione funzionale o disfunzionale tra i sistemi che compongono il mondo dell’accoglienza dei minori allontanati dalle proprie famiglie. Questa prospettiva invita a considerar il problema non tanto come una proprietà del singolo individuo portatore di una situazione di disagio, ma come l’interazione tra sistemi che esercitano influenza sulla sua biografia, ed allo stesso tempo consente di leggere gli esiti

50 Solinas G, Marcello G., l’accoglienza di bambini e ragazzi al sud, Rubettino, Soveria Mannelli(CZ), 2001.

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dei processi inefficaci come il frutto delle diverse interazioni tra sistemi. In altri termini, con questo approccio si abbandona la logica della causalità lineare, che tende ad individuare la causa del cattivo funzionamento di un processo all’esterno del sistema, che può essere rappresentato da un altro sistema, e si considera la logica circolare che porta a considerare la buona o la cattiva riuscita dello stesso considerando ciascun comportamento interconnesso con quello degli altri attori51

Alla luce di ciò si è scelto di intervistare i soggetti che a diverso titolo popolano questo mondo, quale giudici minorili, assistenti sociali, responsabili ed operatori dei servizi residenziali, famiglie affidatarie, ed infine i protagonisti delle storie di istituzionalizzazione, cioè persone che hanno fatto esperienza diretta di residenzialità esperita in struttura o presso sistemi familiari diversi da quelli di provenienza

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51 Campanini A., L’intervento sistemico. Un modello operativo per il servizio sociale, Carocci Faber, Roma, 2002.

52 Si precisa che non sono state intervistate le famiglie d’origine dei minori, poiché anche se in un primo momento questo era stato ipotizzato proprio per tener fede all’approccio teorico scelto nel corso della ricerca questa si è rivelata una scelta impossibile, a causa dell’indisponibilità delle famiglie dei minori di farsi intervistare, nonostante la collaborazione dei mediatori e degli adulti che hanno fatto esperienza di istituzionalizzazione. Un dato che invita a riflettere sulla marginalità della famiglia d’origine del bambino o ragazzo in accoglienza, e che ancor di più dovrebbe stimolare la ricerca ed i servizi all’ascolto ed al coinvolgimento delle famiglie. Tuttavia, dal momento che l’interesse di ricerca è costituito dal processo di istituzionalizzazione e deistituzionalizzazione, e non attiene alle singole storie di allontanamento, questa scelta “obbligata” non ha impedito di comprendere quello che si è verificato in Calabria a seguito dei diversi interventi normativi avvenuti a livello nazionale e regionale.

. Si è tentato di ricostruire le idee, le rappresentazioni, le motivazioni che li hanno spinti ad agire in un modo anziché in un altro poiché considerati come elementi che insieme ad altri esercitano un ‘influenza su queste storie, modificando il corso degli eventi in maniera risolutiva o intensificandone, anche in maniera inconsapevole e come effetto combinato del loro agire e di altri fattori, la sofferenza. L’idea di fondo da cui si è partiti in questo lavoro di ricerca è quella suggerita Carugati ed altri, in considerazione dei contributi teorici di Berger e Luckmann, affinchè si avvii un reale processo di deistituzionalizzazione non è importante concentrarsi sull’alternativa fra socializzazione in collegio o socializzazione in famiglia, ma bisogna prestare attenzione al processo di socializzazione che può esplicarsi attraverso rapporti istituzionalizzati- ossia dai significati predefiniti- oppure attraverso rapporti

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deistituzionalizzati nel senso che l’agente di socializzazione prende le distanze dal ruolo e focalizza la sua attenzione al rapporto con l’altro, al fine di comprendere dall’esperienza le motivazioni al proprio comportamento di relazione53

La teoria sistemica applicata al Servizio sociale informa che per poter attuare un intervento d’aiuto corretto bisogna prestare attenzione non solo al singolo problema di cui il minore e portatore, ma all’ambiente sociale popolato da altri sistemi ed all’istituzione in cui l’assistente sociale lavora

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Per avviare un reale processo di cambiamento è fondamentale che coloro che erogano assistenza e coloro che ne usufruiscano siano coinvolti nella scoperta delle cause che generano i problemi e nella risoluzione degli stessi. Questa riflessione, insieme alle altre già esposte, ha determinato la scelta di intervistare non solo i protagonisti delle storie di istituzionalizzazione, ma anche i soggetti che prestano assistenza per cercare di capire come ricostruiscono il processo di mutamento avvenuto in Calabria e come lo valutano.

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