• Non ci sono risultati.

A fine gennaio, per la prima volta, l'agenzia “Nuova Cina” cita la posizione del Pci riguardo l'invasione sovietica in Afghanistan,558 e, qualche giorno dopo, riporta alcune frasi di una

dichiarazione di Berlinguer, il quale esprime il dissenso del Pci riguardo alla politica estera dell'Urss.559 Ancora a metà febbraio, viene parafrasato parte di un discorso tenuto da Berlinguer

domenica 17 febbraio in occasione della manifestazione per la pace del Pci: l'agenzia riferisce nuovamente riguardo ai giudizi di condanna dell'intervento sovietico da parte del leader.560

Il 16 marzo 1980 viene data notizia su L'Unità dell'invito da parte del Comitato centrale del Pcc a Berlinguer di visitare la Cina nel mese di aprile.561 Il quotidiano riporta il discorso di Pajetta al

Cc, in cui il dirigente esprime “il rammarico per le rotture avvenute e ancora in atto con tanta parte del movimento operaio e rivoluzionario” e il “rifiuto di inasprire contrasti”, oltre alla “speranza […] per la ripresa di rapporti unitari”: il messaggio di Pajetta è teso a precisare che la visita del Pci in Cina non è da concepire come una mossa in direzione anti-sovietica, ma risulta in linea con la

557Ibidem

558 “La «Nuova Cina» cita la posizione del PCI”, l'Unità, 22 gennaio 1980. 559 “«Nuova Cina» cita il discorso di Berlinguer”, l'Unità, 28 gennaio 1980. 560 “«Nuova Cina» cita il discorso di Berlinguer”, l'Unità, 19 febbraio 1980.

561 “Prossima visita a Pechino del compagno Berlinguer. Su invito del Comitato centrale del PCC”, l'Unità, 16 marzo 1980.

politica del partito, che si è sempre dedicato ad incoraggiare la distensione dei rapporti, soprattutto all'interno del mondo comunista internazionale. Al Cc Berlinguer, a sua volta, afferma che “la Cina può e deve essere una forza che opera anch'essa per la pace e per il progresso generale dell'umanità”: ciò dipende “dalla Cina stessa”, ma anche dall'atteggiamento degli altri paesi nei confronti del paese asiatico. Secondo il segretario del Pci, è sbagliato, da parte delle potenze occidentali, utilizzare sia “la carta cinese in senso antisovietico”, sia “misconoscere il diritto della Cina a diventare un paese moderno e sviluppato”.562 Il Cc del partito afferma di seguire “con grande

attenzione e con vivo interesse il nuovo corso della politica interna cinese, con la fiducia, che […] la rivoluzione cinese [...] possa compiere un nuovo passo del suo sviluppo”.563 Il viaggio, inoltre,

non parte da una “identità di posizioni”, ma ci si propone di collaborare “nella lotta per il progresso sociale, il movimento di liberazione dei popoli, la difesa della pace”, basata su “la franchezza dei rapporti” e “il rifiuto di impossibili monolitismi”.564

La notizia del viaggio di Berlinguer in Cina attira l'attenzione dell'opinione pubblica mondiale e nazionale: le testate italiane dipingono la missione come un evento storico, sul quale iniziano ad essere elaborate diverse congetture, soprattutto riguardo al significato che avrebbe assunto alla luce del contesto politico mondiale. La maggior parte dei commenti presentano l'iniziativa come una ulteriore presa di distanza del Pci dall'Unione sovietica, mentre altri la leggono come il naturale sviluppo della politica di Berlinguer, indirizzata verso la collaborazione con diversi attori internazionali per raggiungere la distensione della situazione mondiale. Infine, un'altra tendenza individua nel viaggio la conferma della nuova linea strategica riformista del Pci, basata sulle alleanze con le socialdemocrazie, sull'europeismo, sulla volontà di rimanere nella Nato e sulla decisione del Pci di non partecipare all'incontro dei partiti comunisti europei a Parigi a fine aprile,565

in cui si sarebbe trattato dei temi dei missili e della pace mondiale.566

La data della dipartita ufficiale di Berlinguer viene riportata su L'Unità a inizio aprile,567 e

562 La missione dei comunisti italiani causa una dura reazione da parte di Mosca che, al ritorno della delegazione dalla Rpc, esprime al Pci il proprio dissenso e lo accusa di aver legittimato la politica estera antisovietica dei cinesi. I comunisti italiani, adducendo alle ragioni che li avevano spinti a riprendere i rapporti con la Rpc l'eredità del Memoriale di Yalta, ribadiscono che il viaggio non si era svolto “contro terzi”. A luglio, per cercare di placare i toni della disputa il Pci invia a Mosca una delegazione guidata da Pajetta e Bufalini, i quali incontrano Kirilenko, Ponomarev e Zagladin. Il colloquio risulta inutile, i rapporti rimangono gelidi: i sovietici ammoniscono il Pci per la condanna all'intervento in Afghanistan, per la mancata partecipazione alla Conferenza di Parigi, per la visita in Cina, per l'equiparazione della NATO al Patto di Varsavia e, infine, per le critiche al blocco socialista. PONS, Berlinguer e

la fine del comunismo, pp.183-184.

563“Prossima visita a Pechino del compagno Berlinguer...”, l'Unità, 16 marzo 1980. 564 Ibidem

565 Il Pci giustifica il proprio rifiuto a presentarsi alla conferenza appellandosi all'universalità del tema, la cui discussione con partner politici di natura eterogenea è imprescindibile.“L'intervento di Gian Carlo Pajetta. Perché non andremo alla conferenza promossa da PCF e POUP”, l'Unità, 3 aprile 1980.

566 Antonio RUBBI, Appunti cinesi, Editori Riuniti, Roma, 1992, pp.101-103. 567 “Berlinguer partirà domenica per la Cina”, l'Unità, 6 aprile 1980.

l'articolo fornisce alcuni particolari riguardo al viaggio, che durerà otto giorni: la delegazione del Pci, guidata da Berlinguer e composta da Giancarlo Pajetta, Antonio Rubbi, Angelo Oliva e Silvana Dameri,568 dopo aver visitato Pechino, effettuerà un breve soggiorno anche nella Repubblica

popolare di Corea.569 Insieme alla delegazione del Pci partiranno anche i numerosi giornalisti, tra i

quali, Renzo Foa570 per L'Unità e Lina Tamburrino571 per Rinascita.572 Berlinguer, alla vigilia della

sua partenza per la Cina, viene intervistato su Rai Uno alla trasmissione “Tam tam” proprio a proposito del viaggio:573 il leader sottolinea la volontà di riprendere un dialogo franco con la Cina

popolare, con cui si ha il desiderio di parlare della situazione internazionale e delle tensioni e dei conflitti tra i paesi socialisti. Inoltre, Berlinguer affronta il tema del rifiuto del Pci a partecipare alla Conferenza per la pace che si terrà a Parigi: l'invito del Pcf e del Poup, che non hanno preso in considerazione il principio del consenso e della preparazione collegiale della Conferenza da parte dei partecipanti, viene respinto dal Pci che, inoltre, per vincere la sfida della distensione e del disarmo, ricerca un'intesa con il movimento operaio europeo e con le forze cattoliche, e non solo con i partiti comunisti.574

Antonio Rubbi, storico dirigente della sezione internazionale del Pci, nel suo “Appunti cinesi” ricorda che, nel mese che intercorre tra l'annuncio del viaggio e la partenza, Berlinguer si dedica interamente alla crisi governativa nazionale, evitando di farsi coinvolgere dalle discussioni in corso riguardo alla sua visita in Cina:575 il 4 aprile, infatti, viene istituito il II governo Cossiga,

mentre si registra un peggioramento della stabilità della situazione interna del paese a causa di una nuova acuta fase del terrorismo politico.576

568 Silvana Dameri (1952-) milita nel Pci dalla fine degli anni Sessanta. In seguito, entra nella Camera dei deputati dal 1996 al 2006 con i Ds. Per un resoconto riguardo la sua azione politica nel gruppo di donne attive nel Pci, riunite attorno alla figura di Adriana Seroni e Nilde Jotti, si veda: Graziella FALCONI, Oh, bimbe! Le ragazze di Adriana, Roma, Edizioni Memori, 2014, pp.320.

569 Ibidem

570 Per una breve biografia di Renzo Foa si veda nota n..473 p.101..

571 Lina Tamburrino (1936-2009) inizia la sua esperienza giornalistica a Cronache meridionali e, in seguito alla chiusura della rivista, avvia la sua collaborazione con la redazione napoletana de l'Unità. Chiamata alla redazione nazionale del quotidiano del Pci, all'inizio degli anni Ottanta passa a Rinascita, per tornare poi a l'Unità come corrispondente dalla Cina, dove rimane per cinque anni e si fa testimone e interprete dei fatti di Piazza Tian Anmen nel giugno 1989. E' morta Lina Tamburirno, firma storica de “l'Unità”, “Federazione Nazionale Stampa Italiana (F.N.S.I.)”, 2 gennaio 2009, http://www.fnsi.it/e-morta-lina-tamburino-firma-storica-de-lunita, 10/03/2017.

572 “Berlinguer stasera a Pechino”, in l'Unità, 14 aprile 1980.

573 “Berlinguer alla TV sul viaggio in Cina e sull'eurocomunismo”, l'Unità, 12 aprile 1980. 574 Ibidem

575 RUBBI, Appunti cinesi, p.105.

576 Il fallimento del compromesso storico porta alla ripresa del Partito socialista, che torna ad essere l'alleato favorito della Dc. Negli ultimi mesi del 1979 e per tutto il 1980, in Italia lo stragismo continua a mietere vittime e, in questo clima incerto, segnato inoltre da una situazione economica instabile, l'unica proposta plausibile a Pertini sembra un governo Dc-Psi-Pri. BARBAGALLO, “Il Pci dal sequestro di Moro alla morte di Berlinguer”, pp. 849-852.