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3.1 L'Unità e Rinascita in Cina nel luglio del 1979 “dopo 15 anni”

3.1.8 Un bilancio del viaggio

Il sesto e ultimo articolo di Petruccioli riguardo al suo viaggio in Cina con Ghiara si intitola “Da dove nasce la lotta politica in Cina. Bilancio di incontri e riflessioni dopo il viaggio a Pechino” e viene pubblicato il 12 agosto 1979.446 I reportages del giornalista paiono, secondo l'autore stesso,

confermare le notizie che fino ad allora erano pervenute in Italia e nel mondo riguardo alla Cina popolare: l'affermazione della leadership di Hua Guofeng, tra la fine del 1976 e l'inizio del 1977, ha verificato una “svolta” nella vita politica, economica e sociale del paese. Quella del nuovo corso non è però l'unica “svolta” della Cina popolare che, all'epoca, stava per compiere trent'anni: la storia della Rpc è stata contrassegnata “da crisi acute, da drastiche correzioni di rotta, da lotte politiche e cambiamenti che hanno investito i gruppi dirigenti, fino ai vertici, del partito e dello stato”. Petruccioli ne deduce che “all'origine [...] deve esserci qualcosa di più profondo e materialisticamente «vero» che costituisce il groviglio di problemi e di contraddizioni che quel grande paese deve sciogliere nella sua via al socialismo”. Parte del problema, secondo il giornalista, sta nelle “notevoli disparità” e “differenze di condizione”, ad esempio “tra città e campagna, tra industria e agricoltura, ma anche dentro l'industria e dentro l'agricoltura”, in quanto questi squilibri provocano “comportamenti, livelli di coscienza e possibilità materiali diverse rispetto alla questione cruciale dello sviluppo”: ci sono forze che chiedono maggiore indipendenza e quindi “spazio all'iniziativa, alla responsabilità, alla competenza”; ci sono invece forze che si trovano in una

445 Ibidem

446 Claudio PETRUCCIOLI, “Da dove nasce la lotta politica in Cina. Bilancio di incontri e riflessioni dopo il viaggio a Pechino”, l'Unità, 12 agosto 1979.

condizione di indigenza e, per questo motivo, “vogliono, dal potere politico, un aiuto, una spinta, una manovra consistente delle risorse, spostamenti di reddito, un intervento di volontà”.447

L'interesse da parte di tutte le classi sociali allo sviluppo del paese si traduce, quindi, in progetti diversi di perseguirlo, in cui, a sua volta, “si riflettono esigenze, condizioni, e anche interessi fra loro diversi”: per questo, Petruccioli conclude questa prima parte sostenendo che “la difficoltà non sta tanto nel conciliare richieste ed esigenze disparate, quanto invece nel raccordarle alla soluzione di enormi problemi complessivi”.448

“Tutta la lotta politica in Cina dopo la liberazione, le successive crisi e svolte stanno ad indicare la difficoltà grande nel trovare un equilibrio soddisfacente tra i poli di una contraddizione che non può essere né negata, né forzatamente compressa. Dico non può perché — a parte ogni considerazione teorica — uno sbilanciamento troppo accentuato sull'uno o sull'altro versante, per la situazione obiettiva, per la dimensione del paese e per la portata dei problemi, in vece di consentire una soluzione […] porta le contraddizioni stesse a un livello di tensione non più controllabile e senza la possibilità stessa di uno sviluppo”.449

E' questa, secondo Petruccioli, la nuova sfida della classe dirigente cinese e non è ancora chiaro se “l'equilibrio sarà raggiunto”.450

Di seguito, Petruccioli nota che nella Repubblica popolare è stata apportata una correzione nella critica ai quattro, che vengono definiti da Hua Guofeng nel giugno del 1979 “estremisti di sinistra”. Petruccioli osserva che “la linea di Biao e dei 4 era una linea di estrema sinistra e non di destra”, e affermazioni che la definiscono “di sinistra apparente e di destra reale” danno “l'impressione che non esistano linee «di sinistra» e che l'opportunismo «di sinistra» sia migliore di quello «di destra»”. Da questo spunto, Petruccioli avanza una riflessione ideologica riguardo al revisionismo, forse influenzato dalla situazione politica interna italiana, turbata da quasi un decennio dal terrorismo rosso. Nel 1908, riporta il giornalista, Lenin menzionò il “revisionismo di sinistra”, giudicandolo “non ancora sviluppato”. Secondo Petruccioli, però, “negli anni '60 e '70, il «revisionismo di sinistra» ha raggiunto in Cina il suo apogeo e ha esercitato una certa influenza nel mondo: un avvenimento storico che dobbiamo studiare molto attentamente”. A questo fattore, secondo l'autore, se ne aggiunge uno di carattere storico: il costante richiamo alla presenza di controrivoluzionari tra i membri del partito e della società, usanza che viene dai tempi della Guerra civile, in quanto molti membri del Guomindang passarono tra le file dei comunisti. E' per questo motivo che la paura del sabotaggio “borghese” e “di destra”, nella mentalità cinese, è sempre in agguato e fu proprio Zhou Enlai che, in un discorso riportato dal giornalista, già nel 1961 denunciò questo atteggiamento in modo esplicito.451

447 Ibidem 448 Ibidem

449 Cit. PETRUCCIOLI, “Da dove nasce la lotta politica in Cina...”, l'Unità, 12 agosto 1979. 450 Ibidem

Esposti quelli che ritiene i nodi più rilevanti del problema dello sviluppo cinese, Petruccioli auspica, per concludere il suo reportage, “uno sviluppo dei contatti” e “un approfondimento della conoscenza diretta della realtà cinese”.452

Nel tirare le somme del viaggio, alla fine del suo articolo, Ghiara, invece, pone l'accento sulla questione delle libertà personali nella Repubblica popolare, osservando che il dibattito culturale e scientifico appare “molto vivo”. Egli valuta in maniera positiva lo sforzo del governo cinese di promuovere lo sviluppo delle arti e delle scienze: “la formula dei cento fiori è passata nell'art. 14 della nuova Costituzione approvata dalla V Assemblea nazionale. […] Si moltiplicano le riabilitazioni di uomini politici, scrittori e scienziati. Non sembra più un reato non essere d'accordo su un progetto […]. E' evidente che si cerca in tutti i modi affermare uno spirito di tolleranza” che nella lunga lotta politica della Cina è “impersonato, nel gruppo dirigente del Pcc, soprattutto da Zhou Enlai”. Secondo il giornalista, quindi “non c'è da stupirsi se il nome che ricorre, nell'attuale contingenza politica, è il suo, accostato a quello di Mao, per sottolineare una concordanza di pensiero sull'azione da svolgere verso gli intellettuali”.453 Nel concludere, inoltre, Ghiara ritorna sul

problema dell'inesorabile incremento demografico della popolazione cinese, descrivendolo come uno dei nodi cruciali del nuovo corso: “è chiaro che tutto, compreso il discorso sulle modernizzazioni, fa a capo a questo nodo spaventoso, senza sciogliere il quale l'economia cinese non potrà mai fare i conti definitivamente con l'arretratezza e il sottosviluppo”. Nota che “un grande sforzo è già stato fatto, riducendo drasticamente il tasso di natalità […] attraverso il ricorso alla sterilizzazione volontaria dei maschi e l'educazione sistematica all'uso degli anticoncezionali, ma anche l'adozione di misure miranti ad assicurare taluni vantaggi alle coppie che si impegnano a non avere più un figlio”.454

Alla stessa maniera di Petruccioli, Ghiara, nel concludere il suo reportage, riporta che “molte sono state le attestazioni di simpatia per la classe operaia italiana” e per il Pci, “molti auspici e brindisi sono stati fatti al rafforzamento dell'amicizia” tra i due paesi e i due partiti. Egli afferma, inoltre, che “c'è stato accordo anche sul fatto che la comprensione, l'amicizia, i buoni rapporti sono tanto più facilitati dalla franchezza reciproca, dall'autonomia di giudizio, dal non nascondere i punti di divergenza che esistono”.455

452 Ibidem

453 L'entusiasmo di Ghiara pare, in prima battuta, giustificato. A pochi giorni di distanza dall'articolo, infatti, viene data notizia su l'Unità della rivalutazione delle tesi di Liu Shaoqi e, un mese dopo, di una nuova riforma elettorale e dell'entrata di nuovi dirigenti al Politburo, tra cui Zhao Ziyang e Peng Zhen: “Si rivalutano in Cina le tesi di Liu Shaoqi”, l'Unità,15 agosto 1979; “Riforma elettorale nel PC cinese”, l'Unità, 8 settembre 1979; “Nuovi membri del politburo del PC cinese”, l'Unità, 25 settembre 1979.

454 GHIARA, “La Cina socialista all'ora del realismo...”, Rinascita, n.30, agosto 1979. 455 Ibidem