• Non ci sono risultati.

4.3 Il soggiorno della delegazione del Pci nella Repubblica popolare

4.3.3 I colloqui finali con Hu Yaobang e la conferenza stampa

L'incontro finale con Hu, racconta Rubbi, avviene senza testi ed è Pajetta ad iniziare il dibattito, ponendo alcune questioni riguardo ai fenomeni della Rivoluzione culturale e delle scelleratezze dei Quattro. Hu Yaobang spiega che fino al 1977 era avvenuta una lotta tra tendenze politiche opposte, tra le quali aveva primeggiato quella di sinistra: egli si sofferma sul sistema politico cinese, che ha ancora “molto di feudale” e costituisce un altro obiettivo del programma delle modernizzazioni. Il Pci chiede se i cambiamenti in atto avrebbero portato ad una distinzione di funzioni tra partito e Stato e se le nuove leggi contemplassero diritti e libertà democratiche. Hu rassicura che l'Assemblea avrebbe rappresentato tutto il popolo, ma il centro del potere sarebbe rimasto il partito, a scopo di mantenere l'unità e la stabilità del paese. Berlinguer, in seguito, tornando sui rapporti con l'Urss e il Vietnam, chiede a Hu se i dirigenti cinesi avessero l'intenzione di regolare i contenziosi con i due paesi attraverso il negoziato: i cinesi, come mostrato nelle discussioni precedenti, pongono delle pregiudiziali nette, ma il Pci è ottimista e, alla luce di queste dichiarazioni, sostiene che la via negoziale non è da escludere. Berlinguer si sofferma sul ruolo della Cee nella politica del Pci, che percepisce la Comunità europea come un ente autonomo nelle relazioni internazionali, un nuovo soggetto operante per la pace e il disarmo, e non come un nuovo blocco politico e militare. La Rpc, afferma Hu Yaobang, è interessata ai contatti economici e commerciali con la Comunità europea, la quale, però, dovrebbe difendersi dall'incombente pericolo sovietico: sono in corso trattative tra Rpc e alcune società europee, anche italiane, per l'acquisto di armi e tecnologie militari, in quanto i cinesi sostengono che le trattative per il disarmo sono una menzogna, poiché la corsa agli armamenti da parte delle grandi potenze è implacabile.613

Hu Yaobang prende in mano le redini del discorso e inizia a porre alcuni quesiti: chiede alla delegazione perché il Pci non avesse mai usato l'espressione “movimento comunista internazionale” durante la permanenza in Cina e Berlinguer risponde esponendo al compagno il concetto di “nuovo

610 FOA, “Nella comune di Ma Lu uno sguardo alla realtà delle campagne cinesi. Calorose accoglienze alla delegazione del PCI”, l'Unità, 21 aprile 1980.

611 Tie Jing (1916-2009) entra nel Pcc nel 1937. Durante la guerra sino-giapponese, fa parte dell'Ottava armata di marcia e diventa commissario militare della Cina orientale. Nel 1949, diventa il primo segretario provinciale del Zhejiang. “Huainian Tie Jing tongzhi”, 怀 念 铁 瑛同 志, (In memoria del compagno Tie Jing), Zhejiang

Dang'anwang, 26 marzo 2009, http://www.zjda.gov.cn/dawf/dacy/200903/t20090326_1825.html, 05/05/17.

612 FOA, “Nella comune di Ma Lu uno sguardo alla realtà delle campagne cinesi...”, L'Unità, 21 aprile 1980; “Zhejiangshengwei huanyan yigong zhongyang daibiaotuan”, 浙 江 省 委 欢 宴 意 共 中 央 代 表 团 , (Il comitato provinciale del Zhejiang accoglie la delegazione del Cc del Pci), Quotidiano del Popolo, 21 aprile 1980.

internazionalismo” del Pci, che si basa su nuove forme di solidarietà e collaborazione con forze diverse rispetto al movimento comunista internazionale. In seguito, Hu Yaobang si interessa ai rapporti che il Pci intrattiene con i socialismi e le socialdemocrazie europee: il Pcc, sostiene Hu, desidera tessere relazioni con questi partiti tramite l'intercessione di Berlinguer, al quale chiede di portare a Mitterand, leader del partito socialista francese, un messaggio di invito a visitare la Cina. Il discorso passa allora ai socialisti italiani: il Pcc si ritiene debitore di Nenni,614 il quale aveva

lavorato sodo per il riconoscimento della Rpc da parte dell'Italia, ma conosce poco i socialisti del momento e sopratutto Craxi, con il quale i cinesi hanno avuto degli incontri, ma mai degli intensi colloqui politici.615 Hu Yaobang chiede informazioni anche riguardo agli altri partiti comunisti

dell'Europa occidentale e orientale: il Pcc desidera avvicinarsi a questi ultimi per approfondire la reciproca conoscenza, magari, anche stavolta, con l'intercessione del Pci.616

Per concludere, si tratta del piano di sviluppo per i rapporti tra i due partiti: il Pci invita Hu e una delegazione del Pcc a visitare l'Italia, invita il Quotidiano del popolo a partecipare alla festa de

l'Unità a Bologna, e, infine, promuove scambi tra gli istituti di ricerca dei due partiti. I cinesi

accettano le nuove proposte e si dichiarano disponibili ad accogliere un corrispondente de L'Unità a Pechino e alcuni giovani del partito interessati allo studio della lingua cinese, chiedendo la collaborazione, inoltre, per la traduzione delle opere di Gramsci. Infine, si passa alla elaborazione di un comunicato congiunto, che avrebbe descritto l'andamento della visita e i temi principali dei colloqui.617

Rubbi racconta che la delegazione italiana, preoccupata riguardo alle reazioni della stampa italiana e internazionale al loro soggiorno,618 soprattutto in seguito alle dichiarazioni di Deng

Xiaoping, decide di convocare una conferenza stampa in seguito all'ultimo colloquio previsto con Hu Yaobang.619 Durante la conferenza, Berlinguer esprime la propria soddisfazione verso “lo spirito

di amicizia” in cui la visita si è svolta e anche verso la nuova leadership cinese, che sta svolgendo un grande lavoro per superare le gravi difficoltà createsi nel periodo della rivoluzione culturale e

614 Nel settembre del 1980, Sandro Pertini è il primo presidente della Repubblica Italiana a visitare la Cina popolare. Il viaggio di Pertini si svolge in un clima di fraterna amicizia: il leader socialista e i cinesi ricordano Nenni, scomparso nello stesso anno, e il ruolo che il Psi ha giocato nel riconoscimento italiano della Rpc. Il messaggio che Pertini porta nella Rpc è, però, carico di idealismo e, similmente a quello di Berlinguer, è basato sulla proposta di disarmo totale degli stati a favore della pace, concetto che i cinesi apprezzano, ma con cui non sono d'accordo. Solo nel 1986, sei anni dopo, avviene la prima visita di un Presidente del consiglio italiano nella Repubblica popolare, onore che spetta al socialista Bettino Craxi. PINI, Italia e Cina 60 anni tra passato e futuro, pp.187-210.

615 Craxi si era recato in Cina nel novembre del 1979, con l'intento di “cementare i rapporti tra i socialisti italiani e i comunisti cinesi e convalidare i sinceri propositi di cooperazione tra Italia e la Cina”. “Craxi in visita in Cina”,

L'Unità, 5 ottobre 1979; “Bettino Craxi è partito ieri per la visita in Cina”, l'Unità, 11 novembre 1979.

616 Ivi, pp.139-140. 617 Ivi, pp.141-142.

618 Rubbi definisce “unilaterali” le interpretazioni date al loro viaggio dalle testate italiane e internazionali. RUBBI,

Appunti cinesi, p.136.

per costruire una Cina più progredita e moderna in tutti i campi. E, ancora una volta, a colpire il Pci é “il realismo con cui i compagni cinesi affrontano le difficoltà e la franchezza con cui ne parlano”. Naturalmente, ricorda Berlinguer, il maggior motivo di soddisfazione è dato dalla “avvenuta ripresa dei rapporti tra il PCI e il PCC e dal modo stesso in cui questa ripresa avviene”, ossia “su basi al tempo stesso amichevoli e chiare”: il “rispetto dell'autonomia, dell'indipendenza e delle posizioni politiche dei due partiti; franca discussione dei punti di dissenso e di divergenza; ricerca di una migliore comprensione e di tutte le possibilità di cooperazione”. Berlinguer precisa nuovamente che “la ripresa e lo sviluppo dei rapporti tra i nostri due partiti non sono diretti contro alcun altro partito”, ma, piuttosto, “lo sviluppo dei rapporti” costituisce un passo importante “per il complesso delle relazioni tra i partiti comunisti e più in generale tra le forze di liberazione, di progresso, di pace”, ma anche per lo “sviluppo delle relazioni amichevoli e degli scambi tra la Repubblica popolare cinese e l'Italia”. Berlinguer, rispondendo alle domande dei giornalisti, torna sui punti di divergenza tra i due partiti. Egli afferma di non essere d'accordo sul fatto che “l'Unione Sovietica venga considerata un nemico”, ma anche che “la Cina venga considerata un nemico”; un altro punto di divergenza è il tema della “inevitabilità della guerra”, legato a quello del “fronte unito” tra Cina, Giappone, Stati Uniti e Paesi occidentali in funzione anti-sovietica, ma il Pci si è dimostrato contrario anche ad un'eventuale intervento cinese in Vietnam o a qualsiasi interferenza cinese in Afghanistan. Inoltre, sostiene che vi è disaccordo riguardo ad alcuni aspetti della questione indocinese e alla concezione di internazionalismo del movimento operaio.620

Guardando ai discorsi di brindisi di Hu Yaobang e Berlinguer al banchetto di commiato del 22 aprile621 e alla conferenza stampa del 23 aprile tenuta dal leader del Pci, Foa ritiene che nel

complesso, grazie al viaggio della delegazione del Pci, si è avuto “uno sguardo sommario” sulla realtà cinese, “arricchito però da incontri e da uno scambio di opinioni e di informazioni” con i responsabili cinesi, sia nella fabbrica a Shanghai, che nella comune. Ciò che emerge dal breve soggiorno della delegazione, tuttavia, è “il rafforzamento dei nuovi rapporti tra partito comunista italiano e partito comunista cinese”, che si basano sulla “franchezza” e sulla “sottolineatura dei numerosi punti di convergenza”, che non appaiono “offuscati dai punti di divergenza” e, soprattutto, sulla “consapevolezza dell'esigenza di una azione per la pace mondiale”. 622 In seguito ad un saluto

all'ambasciatore italiano e al personale dell'ambasciata nella sede diplomatica italiana, la

620 Ibidem

621 “Zhongyi liangdang huitan qude jiji chengguo. Hu Yaobang sheyan huansong yigong daibiaotuan”, 中意两党会谈 取得积极成果。胡耀邦设宴欢送意共代表团, ( I colloqui tra i due partiti hanno avuti esiti positivi. Hu Yaobang organizza un banchetto di commiato per la delegazione del Cc del Pci), Quotidiano del Popolo, 23 aprile 1980. Nella stessa edizione del giornale, viene ribadita la portata storica dell'avvenuta normalizzazione dei rapporti tra i due partiti: “Zhongyi liangdang huitan juyou lishi yiyi”, 中意两党会谈具有历史意义 , (I colloqui tra Pcc e Pci hanno un significato storico), Quotidiano del Popolo, 23 aprile 1980.

delegazione parte per la Repubblica Democratica di Corea, nella quale rimarrà fino al 26 aprile.623