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Brevi cenni sul contesto degli studi storici sull’Umbria

Jean-Claude Maire Vigueur, in occasione del Convegno celebrativo del centenario della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria, tenutosi nell’ottobre del 1996, presentò una relazione, su richiesta dei responsabili della Deputazione stessa, incentrata sull’obiettivo di sintetizzare la storia degli studi medievali sull’Umbria,

mantenendo lo sguardo ben fisso sulle principali linee evolutive generali 117. Questo

importante contributo fornisce lo spunto per poter comporre qui di seguito un rapidissimo quadro sull’argomento. In una prima fase di questa storia, che Maire

114 Ivi, pp. 24-25. 115 Ivi, p. 338. 116 Ivi, p. 339.

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Vigueur fissa tra 1895 e 1925 118, spiccarono alcuni lavori dedicati all’edizione delle

fonti: gli Statuti perugini del 1342 119; i registri dell’amministrazione pontificia del

Ducato e del Patrimonio 120; il Codice diplomatico orvietano 121; il Codice diplomatico

di Gubbio 122; un primo volume delle Riformagioni perugine della seconda metà del

secolo XIII 123. Inoltre l’argomento maggiormente trattato dagli studiosi nelle proprie

analisi storiografiche, soprattutto quelle inserite all’interno della rivista della Deputazione umbra, cioè il già più volte citato Bollettino, fu la storia politica, con particolare riferimento a quella comunale: le vicende dei comuni, dalla loro origine agli sviluppi successivi, occuparono buona parte della produzione di autori come Fumi,

Scalvanti, Briganti, Degli Azzi, Ansidei, Pardi, Ricci e Pirri 124.

Nella seconda fase della storia degli studi sull’Umbria, fissata dallo stesso Maire

Vigueur tra gli anni 1926 e 1965 125, gli autori del periodo precedente non comparvero

più, generando così una specie di letargo nella produzione. Soprattutto il settore dell’edizione di fonti ne subì pesanti conseguenze: spiccarono in questa fase soltanto le

pubblicazioni del fondo ecclesiastico di S. Maria di Val di Ponte 126 e del monastero di

San Pietro 127, ma dovute ad iniziative esterne alla Deputazione. La crisi colpì anche il

settore della storia ecclesiastica, mentre per quello della storia culturale e della storia politica le cose andarono meglio. In particolare riporto di seguito alcuni lavori e contributi: quello di Eugenio Dupré Theseider sulla rivolta perugina del 1375 contro

l’abate di Monmaggiore 128; quello di Luigi Salvatorelli sul contrasto tra le fazioni

perugine nel XIV secolo 129; quello di Maria Virginia Prosperi Valenti su Corrado

118 Ivi, pp. 80-92.

119 Statuti di Perugia dell’anno 1342, a cura di DEGLI AZZI.

120 FUMI, I registri del Ducato di Spoleto (Archivio Segreto Vaticano-Camera Apostolica), in «Bollettino della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria», 3 (1897), pp. 491-548, 4 (1898), pp. 137-156, 5 (1899),

pp. 127-163, 6 (1900), pp. 37-68, pp. 231-277, 7 (1901), pp. 57-123, pp. 285-314; ANTONELLI, Notizie

umbre tratte dai registri del Patrimonio di S. Pietro in Tuscia, in «Bollettino della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria», 9 (1903), pp. 381-398, pp. 469-506, 10 (1904), pp. 31-59, 13 (1907), pp. 1-23. 121 FUMI, Codice diplomatico della città d’Orvieto: documenti e regesti dal secolo 11. al 15. e la carta del popolo codice statutario del comune di Orvieto.

122 CENCI, Codice diplomatico di Gubbio.

123 ANSIDEI, Regestum Reformationum Comunis Perusii ab anno 1256 ad annum 1300, in «Bollettino della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria», 25 (1922), pp. 223-312, 27 (1926), pp. 319-338, che

contiene i primi 96 atti; ID., Regestum Reformationum Comunis Perusii ab anno 1256 ad annum 1300,

che contiene quasi totalmente le riformagioni degli anni 1256-1260.

124 Per maggiori indicazioni sui lavori di questi studiosi nell’ambito appena descritto si rimanda a MAIRE VIGUEUR, La Deputazione umbra e la storia locale italiana. Gli studi medievali, pp. 85-92.

125 Ivi, pp. 92-98.

126 Le più antiche carte dell’abbazia di S. Maria in Val di Ponte (Montelabbate) I (969-1170), a cura di DE DONATO.

127 Le carte dell’archivio di S. Pietro di Perugia, a cura di LECCISOTTI-TABARELLI.

128 DUPRÉ THESEIDER, La rivolta di Perugia nel 1375 contro l’abate di Monmaggiore ed i suoi precedenti politici, pp. 69-166.

129 SALVATORELLI, La politica interna di Perugia in un poemetto volgare della metà del Trecento, pp. 5- 110.

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Trinci signore di Foligno 130; quello di Giuseppe Ermini sulla sovranità pontificia in

Umbria nel secolo XIII 131.

Nella terza ed ultima fase che Maire Vigueur ha individuato, fissata a partire dal

1966 sino al 1995 132, si assistette ad una rinascita della medievistica italiana, con una

decadenza per gli studi di storia politica ed una crescita per quelli di storia economica, sociale, rurale e per analisi più ampie sui fenomeni religiosi in sostituzione della vecchia storia ecclesiastica. Lo stesso Maire Vigueur ha selezionato tre ragioni principali per il rinvigorimento degli studi locali umbri: l’arrivo a Perugia di una nuova categoria di storici di professione, universitari delle due nuove facoltà umanistiche Lettere e Magistero; la creazione in loco di strutture di ricerca a vocazione internazionale; la

capacità della Deputazione di adattarsi alla nuova situazione 133. Nel campo

dell’edizione di fonti tale fase ha prodotto soprattutto i seguenti risultati: il Codice

diplomatico di Perugia 134; gli Statuti perugini del 1279 135, nonché quelli di Spoleto

risalenti all’anno 1296 e all’anno 1347 136; ancora altre Riformagioni perugine risalenti

al 1262 137; i sette volumi delle carte dell’abbazia di S. Croce di Sassovivo 138; i diplomi

imperiali rilasciati all’abbazia di S. Pietro di Perugia 139; le pergamene dell’Archivio

capitolare di Narni 140. Nel settore delle istituzioni e della vita politica dei comuni

spiccarono, su tutti, i lavori di John Grundman 141 e dello stesso Maire Vigueur 142.

All’interno di questo medesimo campo ulteriori contributi hanno toccato tematiche quali gli ufficiali forestieri, l’esercito, la giustizia, le finanze, l’organizzazione del

territorio e via dicendo 143. Altri settori hanno poi visto un incremento dell’interesse

degli studiosi: la storia dei ceti dominanti, per cui esempio è stato un esame sul contado

spoletano tra XIII e XIV secolo 144; la storia degli insediamenti e delle campagne, in

130 PROSPERI VALENTI, Corrado Trinci ultimo signore di Foligno, pp. 5-185.

131 ERMINI, Aspetti giuridici della sovranità pontificia nell’Umbria nel secolo XIII, pp. 5-28.

132 MAIRE VIGUEUR, La Deputazione umbra e la storia locale italiana. Gli studi medievali, pp. 98-114. 133 Ivi, p. 99 per tale riflessione.

134 BARTOLI LANGELI, Codice diplomatico del comune di Perugia. Periodo consolare e podestarile (1139-1254).

135 Statuto del Comune di Perugia del 1279. I. Testo edito da Severino Caprioli. II. Descrizioni e indici a cura di Attilio Bartoli Langeli, con la collaborazione di CAPRIOLI-BARTOLI LANGELI-CARDINALI-

MAIARELLI-MERLI.

136 Statuti di Spoleto del 1296, a cura di ANTONELLI; Statuti di Spoleto del 1347 con additiones del 1348 e del 1364, a cura di MORIANI ANTONELLI.

137 Reformationes Comunis Perusii quae extant anni 1262 a cura di Ugolino Nicolini OFM.

138 AA.VV., Le carte dell’abbazia di S. Croce di Sassovivo pubblicate dalla Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari dell’Università di Roma.

139 HAGEMANN, I diplomi imperiali per l’Abbazia di S. Pietro di Perugia, pp. 20-45. 140 ID., L’Archivio Capitolare di Narni e le sue pergamene fino al 1272, pp. 1-46. 141 GRUNDMANN, The Popolo at Perugia. 1139-1309.

142 MAIRE VIGUEUR, Comuni e signorie in Umbria, Marche e Lazio, pp. 321-606.

143 Per maggiori indicazioni su questi numerosi e diversi studi si rimanda a ID., La Deputazione umbra e la storia locale italiana. Gli studi medievali, pp. 106-108.

144 ID., Nobiltà feudale, emancipazione contadina e strutture degli insediamenti nel contado di Spoleto (XIII secolo, prima metà del XIV secolo) pp. 487-513.

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primis con lo studio del Desplanques 145; la storia delle attività produttive, commerciali e finanziarie, basti pensare alle analisi di Pierotti 146; infine la storia religiosa 147.

Un quadro, quello appena delineato, più che sintetico, ma utile ad avere rapide informazioni in merito a quanto fatto e a quanto ancora si può fare.