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Individui e famiglie eminenti: la documentazione Vaticana

CAPITOLO III: INDIVIDUI, FAMIGLIE E CETO DIRIGENTE NELLA NORCIA QUATTROCENTESCA

III 2. Individui e famiglie eminenti: la documentazione Vaticana

Nella documentazione prodotta dalla Santa Sede relativamente alla gestione della propria macchina ‘statale’, conservata ovviamente all’interno dell’Archivio Segreto Vaticano, è possibile trovare una serie di nomi di individui provenienti da Norcia che ricoprirono cariche di rilievo nell’ambito dei territori soggetti al governo pontificio, per volere di quest’ultimo. Si tratta, soprattutto, dei vari libri officiorum e

officialium, i quali forniscono molte preziose informazioni. Una tipologia documentaria di grande interesse. Sandro Carocci la descriveva così: «Da Martino V in poi, per tutti i pontificati si conserva una duplice serie di registri contenenti alcuni le lettere di nomina di ufficiali centrali e periferici (libri officiorum), altri i verbali dei giuramenti da essi

presentati al camerlengo prima di iniziare la carica (libri officialium)» 328.

Esclusivamente nel corso del papato di Paolo II, inoltre, venne aggiunta la cosiddetta

Tabula officiorum Sancte Romane Ecclesie per alphabetum. Questa registrava «tutti gli incarichi di governo temporale sui quali la Chiesa poteva in qualche modo esercitare la sua autorità» 329.

Svolgendo un lavoro di analisi di tale documentazione 330 è possibile stilare un

elenco degli individui provenienti da Norcia ai quali la Santa Sede affidò incarichi. È il caso di partire dalle famiglie che compaiono in queste fonti con maggiore frequenza. I Barattani annoverarono diversi ufficiali. Martino Barattani, definito nobile uomo, fu

nominato podestà della terra di San Severino nell’ottobre del 1431 331. Un altro nobile

uomo, Guidone di Stazio Barattani, venne fatto podestà di Città di Castello nell’aprile

del 1432 332. Giovanni Nicola Barattani, indicato quale dominus, fu giudice delle

appellazioni e capitano della città di Roma nel 1464, ottenendo tale ufficio nuovamente nel giugno del 1465, per un anno, ed essendo in seguito confermato per altri sei mesi. Nel settembre del 1466, inoltre, ebbe la carica, ancora per un anno, di giudice delle cause civili e criminali per la provincia della Marca d’Ancona. Giovanni di Matteo

328 CAROCCI, Governo papale e città nello Stato della Chiesa, pp. 177-178 (ovvero anche ID., Vassalli del papa. Potere pontificio, aristocrazie e città nello Stato della Chiesa, p. 115). Si deve inoltre sottolineare come di recente il tema dei libri officiorum e officialium è stato nuovamente affrontato all’interno di alcune raccolte di una serie di contributi sull’analisi della macchina amministrativa pontificia, ovvero in particolare le due che seguono: Offices et papauté, XIVe-XVIIe siècle: charges, hommes, destins, sous la direction de JAMME –PONCET; Offices, écrit et papauté: XIIIe-XVIIe siècle, études réunies par JAMME – PONCET.

329 CAROCCI, Governo papale e città nello Stato della Chiesa, p. 178 (ovvero anche ID., Vassalli del papa. Potere pontificio, aristocrazie e città nello Stato della Chiesa, p. 116). Più recentemente Andrea Petrini ha studiato più a fondo la Tabula medesima, proprio in un contributo contenuto in quelle raccolte citate alla nota immediatamente precedente. Ecco di seguito il rimando: PETRINI, La Tabula Officiorum di Paolo II.

330 Si tratta dei seguenti registri conservati nell’Archivio Segreto Vaticano, circa una trentina in totale: ASV, Reg. Vat. 348, 349, 350, 351, 381, 382, 383, 384, 432, 433, 434, 435, 465, 466, 467, 515, 516, 517, 545, 656, 657, 658, 659, 694, 695, 696, 697, 875, 876.

331 ASV, Reg. Vat. 384, c. 7r. 332 ASV, Reg. Vat. 384, c. 40r.

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Barattani fu depositario di Orvieto dal mese di luglio del 1470, di nuovo per una durata annuale. Giovanni Battista Barattani, definito dominus e dottore in legge, fu podestà di Rieti dall’aprile del 1468 per un semestre, confermato poi nell’incarico per ulteriori tre mesi. Ricoprì il medesimo ufficio anche a Recanati, dall’aprile del 1470 per sei mesi. Dal maggio successivo, peraltro, proseguì nella stessa, ma stavolta a Viterbo, per altri

sei mesi 333. Nel maggio del 1482, infine, venne nominato senatore di Roma 334.

I Nursini, dal canto loro, comparivano un paio di volte. Paride di Emiliano Nursini fu podestà di Trevi, per sei mesi dal settembre del 1469. Emiliano Nursini, suo padre appunto, lo fu per Assisi dal settembre dell’anno successivo 1470, anch’egli per

un semestre 335. I Passarini figuravano con tre membri. Baldassarre Passarini divenne

podestà di Assisi nell’aprile del 1468, per sei mesi, confermato peraltro in tale ufficio per un ulteriore trimestre. Dal settembre del 1469, per un semestre, proseguì nella medesima carica, ma stavolta a Terni. Giacomo di Baldassarre Passarini, figlio del precedente, fece anch’egli da podestà prima a Trevi per sei mesi dall’aprile del 1468, poi a Orvieto per un altro semestre a partire dal settembre del 1469. Benedetto Passarini (anche oratore di Città di Castello presso il papa) fu nominato camerario di Todi nel

maggio del 1470, non ricevendo il breve di conferma 336.

Decisamente maggiori le attestazioni per i Ranieri. Giovanni Ranieri, definito

nobile uomo e miles, divenne podestà di Orvieto nel dicembre del 1422 337. Raniero

Ranieri, invece, fece il cancelliere a Terni, confermato dapprima per un semestre nel marzo del 1467, ma la nomina non andò a buon fine. Scipione Ranieri, indicato quale

dominus, occupò la podesteria, ancora a Terni, dall’aprile del 1467. Marino Ranieri, descritto come dominus, miles e dottore in legge, nonché conte palatino dei Sacri Palazzi Lateranensi, divenne contemporaneamente, nel novembre del 1466, senatore di Roma e capitano del popolo a Perugia; in entrambi i casi non ricevette il breve di conferma. Nell’aprile del 1467, poi, fu nominato podestà di Orvieto, ma morì e non poté ricoprire la carica. Giulio di Marino Ranieri, figlio del precedente, fu cancelliere di Terni dal maggio del 1468 per un anno, confermato nell’incarico due volte, per un semestre l’una e per un trimestre l’altra. Dal febbraio del 1470, per un ulteriore annualità, fece il cancelliere anche a Viterbo. Giovanni di Marino Ranieri, fratello del precedente e definito dominus, miles e dottore in legge, venne nominato capitano del

popolo a Perugia nel gennaio del 1470, per un semestre 338. Giovanni Raniero Ranieri,

333 Per Giovanni Nicola Barattani, Giovanni di Matteo Barattani e Giovanni Battista Barattani ho fatto riferimento alle informazioni fornitemi dallo stesso Andrea Petrini, riguardanti i dati riscontrabili attraverso l’esame della Tabula officiorum di Paolo II, il cui rimando è: ASV, Reg. Vat. 544. Ringrazio nuovamente lo stesso Andrea Petrini per la preziosa collaborazione.

334 ASV, Reg. Vat. 658, cc. 214v-215r.

335 Anche per i due membri della famiglia Nursini si veda quanto detto nella nota numero 333.

336 Anche per Baldassarre Passarini, Giacomo di Baldassarre Passarini e Benedetto Passarini si veda quanto detto nella precedente nota numero 333.

337 ASV, Reg. Vat. 349, cc. 194v-195r.

338 Anche per Raniero Ranieri, Scipione Ranieri, Marino Ranieri, Giulio di Marino Ranieri e Giovanni di

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indicato quale miles, venne infine posto alla podesteria di Bologna prima nel dicembre

del 1477, poi nel dicembre del 1486 339.

Anche i Reguardati emergevano come individui di un certo rilievo. Marino

Reguardati, definito nobile uomo, fu podestà di Forlì dal giugno del 1433 340. Pietro

Reguardati, descritto come dottore in legge, venne nominato giudice civilium et

maleficiorum per la Marca anconetana nell’aprile del 1448 341. Gregorio Reguardati, indicato quale dominus e dottore in legge, fece il podestà presso Viterbo dall’aprile del

1471 342. Stesso discorso per i Tebaldi o Tebaldeschi. Pietro Tebaldeschi, definito

dottore in legge, dominus e miles, divenne podestà di Narni nel giugno del 1435 343. Nel

luglio del 1445, poi, fu nominato capitano del popolo di Perugia 344. Undici anni dopo,

ancora a luglio, fu insignito del titolo di Comes Palatinus Sacri Lateranensis Palatii 345,

riconfermato nell’ottobre del 1458 346. Trascorsi sei anni, nel settembre del 1464

diventò senatore di Roma per sei mesi, confermato nell’incarico per un ulteriore periodo semestrale. Lazzaro Tebaldi, dal canto suo, occupò la podesteria a Civitacastellana dal

giugno del 1470, per ulteriori sei mesi 347.

Tutte le altre sono attestazioni riguardanti famiglie che compaiono, per l’appunto, con una sola menzione, ovvero con un unico proprio membro. Seguendo l’ordine cronologico degli eventi si può partire con Benedetto Sinibaldi Savelli o Savelleschi, definito dottore in legge, nominato iudex maleficiorum per la provincia

della Marca anconetana nel settembre del 1420 348. Costui venne inoltre posto ancora

quale iudex per le terre del Patrimonio Beati Petri nel luglio del 1422 349. Nell’ottobre

seguente Antonio di Vanni Petrucii diventò podestà civitatis Castri 350. Francesco

Fusconi, indicato come dottore in legge e dominus, fu posto a Todi quale defensor

civitatis nel luglio del 1432 351. Nel febbraio del 1450, inoltre, Giovanni Bursa venne

insignito del titolo di maresciallo Alme Urbis 352. Pietro di Norcia, indicato come

dominus, ottenne la podesteria per Bologna dal settembre del 1464, senza ricevere il breve di conferma. Rosato di Loreto di Norcia diventò castellano di Fano nel settembre del 1464, con rinnovo della custodia della medesima località risalente al febbraio del 1467, dapprima per un anno, poi per un semestre. Fece il castellano anche a Verrucchio,

339 ASV, Reg. Vat. 657, cc. 107v-108r e ASV, Reg. Vat. 694, cc. 253v-254v.

340 ASV, Reg. Vat. 384, c. 101r. 341 ASV, Reg. Vat. 432, c. 162v.

342 Anche per Gregorio Reguardati si veda quanto detto nella precedente nota numero 333. 343 ASV, Reg. Vat. 384, c. 125r.

344 ASV, Reg. Vat. 383, cc. 20r-20v. 345 ASV, Reg. Vat. 465, cc. 214r-214v. 346 ASV, Reg. Vat. 515, cc. 54v-55r.

347 Anche per l’ultima attestazione relativa a Pietro Tebaldeschi e per Lazzaro Tebaldi si veda quanto detto nella precedente nota numero 333.

348 ASV, Reg. Vat. 349, cc. 82v-83r. 349 ASV, Reg. Vat. 349, cc. 220v-221r. 350 ASV, Reg. Vat. 349, c. 239v. 351 ASV, Reg. Vat. 384, c. 51r. 352 ASV, Reg. Vat. 433, c. 152v.

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con nomina dell’aprile del medesimo anno. Carlo di Norcia, definito dominus e miles, figlio di Benedetto, dottore di arte e medicina, doveva essere senatore di Roma dal novembre del 1464, non ottenendo però il breve di conferma. Giovanni Bargellini avrebbe dovuto svolgere ad Ascoli Piceno il compito di ufficiale ai danni dati dal gennaio del 1465, ma anch’egli non ricevette breve di conferma. A ser Pietro Paolo Rainisini fu assegnata la podesteria di Amelia nell’aprile del 1465, per sei mesi. A ser Giovanni Alessio di Norcia era stata affidata la custodia delle bollette di Foligno nel maggio del 1467, ma non ebbe il breve di conferma. Bonconte di Benedetto Buonconti diventò conservatore di Viterbo nell’aprile del 1468, per un anno. Montano di Galgano Galganoni, o Galgani, fu invece nominato castellano di Proceno nell’aprile del 1468, senza ricevere, anche in tal caso, il breve di conferma. In seguito venne posto alla castellania di Mondavino, nell’agosto del 1468 e per la durata di un anno. Berardo di Petruccio Bardelli occupò la castellania a Sassoferrato dal settembre del 1469 per la durata di un anno, mentre dalla fine di quello stesso mese la tenne anche a Jesi. Benedetto di Pietruccio di Norcia fece l’esecutore della Camera di Foligno dal marzo del 1469, anch’egli senza ricevere il breve di conferma. Nell’ottobre del 1469, poi, gli

fu assegnato l’ufficio della custodia e delle bollette a Foligno, sempre per un anno 353.

Unico caso particolare, tra quelli relativi ancora alle famiglie che in queste fonti compaiono con un solo proprio membro, riguarda Giacomo Silvestrini. Veniva definito dottore in legge, miles e dominus. Fu nominato vicario terre Mundanii, nella Marca, nel

luglio del 1433 354. In seguito divenne podestà di Perugia prima a gennaio del 1445 355,

poi a gennaio del 1456 356. Infine venne insignito del titolo di senatore di Roma, nel

novembre del 1457 357. Era utile inserire un elenco così corposo nel testo poiché si tratta

di dati fondamentali per il presente lavoro e che non si trovano in altri precedenti. Per chiudere con i libri officiorum e officialium risulta interessante che durante l’epoca di Martino V e di Eugenio IV figurasse con discreta frequenza, tra i redattori di alcune

delle registrazioni presenti al loro interno, un certo Johannes de Nursia 358.

Evidentemente un notaio locale che aveva fatto strada anche presso la cancelleria pontificia.

Nelle altre tipologie documentarie prodotte dalla Santa Sede per la gestione della propria macchina ‘statale’, conservate anch’esse all’interno dell’Archivio Segreto Vaticano, ovvero brevi, bolle e registri della Camera Apostolica riguardanti soprattutto le entrate, si riscontrano raramente, anzi praticamente quasi mai, nomi di individui eminenti nursini. Le uniche eccezioni sono le seguenti: nei cosiddetti capitoli di pace e concordia emanati dal governo pontificio per la comunità di Norcia, con i propri

353 Anche per le informazioni sui personaggi che vanno da Pietro di Norcia a Benedetto di Pietruccio di

Norcia si veda quanto detto nella precedente nota numero 333. 354 ASV, Reg. Vat. 384, c. 108r.

355 ASV, Reg. Vat. 383, cc. 33r-33v. 356 ASV, Reg. Vat. 465, cc. 224r-224v. 357 ASV, Reg. Vat. 465, cc. 301v-302r.

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fuoriusciti, nel 1484, figurava più volte Andrea de Tartaglia, cui dovevano essere restituiti alcuni beni 359; in un breve di Alessandro VI, poi, datato al 1492, si davano disposizioni affinché si presentassero a Roma alcuni uomini per cercare di risolvere la questione delle tensioni tra le famiglie Garganorum e Cellorum, ovvero Montanum

Gargani, Berardum et Stephanum de Berardellis, Johannem et Loritum Petri,

Alexandrum Boncontis, Jacobum Farellis e Johannem Orlandi 360.

Risulta allora possibile sottolineare taluni elementi interessanti. Salta agli occhi, infatti, come determinati personaggi figurassero più volte tra coloro che il potere papale scelse per incarichi governativo-amministrativi di un certo rilievo. È il caso di Pietro Tebaldeschi e Giacomo Silvestrini. Due figure dal cursus honorum, se così è possibile definirlo, davvero notevole. Allo stesso modo, per citare gli altri due esempi di primo piano, risultavano uomini dal profilo importante anche Giovanni Battista Barattani e Marino Ranieri. Il secondo dato che appare lampante riguarda la maggiore frequenza di attestazioni per certe famiglie, come gli stessi Barattani e Ranieri, come i Nursini e i Passarini, come i Reguardati e, per l’appunto, i Tebaldi o Tebaldeschi. Tra queste, tuttavia, solo alcune figuravano con propri membri descritti quali nobili uomini e/o

milites, ovvero Barattani, Ranieri, Reguardati e Tebaldi o Tebaldeschi. Senza contare che all’interno di tale categoria rientravano, per appellativi, anche Giacomo Silvestrini e Carlo di Norcia. Infine deve essere tenuto in considerazione un ulteriore elemento: molti degli individui menzionati all’interno delle suddette fonti Vaticane erano caratterizzati dalla presenza del ‘de’ a precedere quello che oggi definiremmo cognome (ad esempio

de’ Nursini), ovvero l’appartenenza ad una determinata famiglia o casata 361. I

‘cognomina’, nel senso attuale del termine, per i quali ciò era valido sono i seguenti: Barattani, Bardelli, Berardelli, Bargellini, Buonconti, Fusconi, Galganoni o Galgani, Nursini, Passarini, Rainisini, Ranieri, Reguardati, Savelli o Savelleschi, Silvestrini e Tebaldi o Tebaldeschi. Il che sta a significare come con tale formula denominativa si identificassero gruppi familiari/parentali ben definiti, che evidentemente dovevano esistere ed essersi compiuti già da qualche tempo. O per lo meno questa era la visione che si aveva dall’esterno, ossia nel caso in questione quella del potere papale.

III 3. Individui e famiglie eminenti: cariche principali e uomini di rilievo nelle