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Brevi cenni sugli studi storici su Norcia

Si contano davvero sulle dita di una mano gli studi che riguardano la storia della città di Norcia. Per una buona parte dei casi, peraltro, si tratta di opere abbastanza

datate. Basti pensare a quella ottocentesca di Feliciano Patrizi-Forti 148, per non parlare

di quella addirittura seicentesca di Fortunato Ciucci 149. Per il Medioevo in particolare le

cose si fanno ancor più complicate. Patrizi-Forti si occupava del periodo inerente la presente ricerca, cioè il secolo XV, nella seconda metà del libro terzo e in tutto il libro

quarto 150. E se qualche spunto interessante è possibile reperirlo, per quanto riguarda

soprattutto la menzione di alcuni documenti conservati presso l’Archivio Segreto Vaticano e di alcuni individui eminenti, più in generale la storia composta da questo autore risulta in vari casi sommaria, come ad esempio per il pontificato di Paolo II, quasi saltato a piè pari, nonostante si tratti invece di un momento molto importante nei rapporti tra la Santa Sede e la comunità nursina. Ciucci, per ciò che concerne gli argomenti qui considerati, forniva invece talune notizie interessanti in merito a famiglie e personaggi di rilievo. Per il Quattrocento, inoltre, si può senz’altro tenere da conto uno

scritto di Fausto de’ Reguardati 151, molto utile per la ricostruzione del contesto generale

degli eventi dell’area centrale della penisola italiana in cui si inserivano anche le vicende nursine. Gli studi che tuttavia, più recentemente, hanno portato nuovi importanti contributi sono i seguenti: due articoli di Piero Santoni sui due volumi del

liber iurium nursino 152, un’edizione di Romano Cordella degli statuti di Norcia del

1526 153 e un’analisi dettagliata delle rotte commerciali e dell’attività economica

145 DESPLANQUES, Campagnes ombriennes. Contribution à l’étude des paysages ruraux en Italie centrale. 146 PIEROTTI, Aspetti del mercato e della produzione a Perugia fra la fine del secolo XIV e la prima metà del XV. La bottega di cuoiame di Niccolò di Martino di Pietro. Prima parte, pp. 79-185, Parte seconda, pp. 1-131; ID., La circolazione monetaria nel territorio perugino nei secoli XII-XIV, pp. 81-151.

147 Per maggiori indicazioni sui numerosi e diversi studi di storia religiosa si rimanda a MAIRE VIGUEUR, La Deputazione umbra e la storia locale italiana. Gli studi medievali, pp. 112-113.

148 PATRIZI-FORTI, Delle memorie storiche di Norcia.

149 CIUCCI, Istorie dell’antica città di Norsia, a cura di CECCARELLI-COMINO. 150 PATRIZI-FORTI, Delle memorie storiche di Norcia, pp. 200-314.

151DEREGUARDATI, L’Umbria Ducati di Spoleto e Norcia nel sec. XV.

152 SANTONI, Il “Libro delle sottomissioni” del comune di Norcia, pp. 57-78; ID., Un altro liber iurium nell’archivio storico del Comune di Norcia, pp. 363-381. I riferimenti per reperire nell’archivio locale i due volumi del liber iurium nursino sono i seguenti: ASCN, Instrumentari, n. 1 e n. 2.

153 CORDELLA, Statuti di Norcia: testo volgare a stampa del 1526. I riferimenti per la fonte in questione sono i seguenti: ASCN, Statuti, 1; Statuti del Comune et Populo della Terra di Norcia, per Blanchinum apud Leonem, 1526.

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relativamente ai territori della cosiddetta Montagna umbro-abruzzese, con la realtà

nursina in primo piano, operata da Andrea Di Nicola 154.

Per quanto riguarda i contributi del Santoni egli compie una descrizione puntuale sia a livello esterno, sia a livello interno, della fonte in questione, inserendo anche degli elenchi molto utili di tutti gli atti reperibili nei due volumi del liber iurium di Norcia. Tale liber iurium raccoglie quei documenti che manifestavano le ragioni giuridicamente corrette delle pretese del Comune sui territori circostanti. Il periodo coperto va dal 1250 al 1542 ed è il secondo volume a trattare delle vicende quattrocentesche. Dato l’intento appena descritto, tuttavia, vi si trovano solo pochi documenti di grande interesse per uno studio sui rapporti tra Norcia e lo Stato pontificio, circa una decina.

Il lavoro del Cordella, invece, rappresenta un ausilio decisamente più importante per la presente ricerca, soprattutto per quanto concerne la ricostruzione del quadro istituzionale-amministrativo locale. Nel suo volume, immediatamente prima dell’edizione vera e propria, l’autore inserisce tutta una serie di informazioni molto preziose sulla fonte e su ciò che emerge da essa. Egli, infatti, trattava delle tracce di

statuizioni precedenti a quella cinquecentesca 155, delle quattro fasi principali da egli

individuate nell’evoluzione degli Statuti del 1526 (una risalente ad una statuizione degli anni 1384-1386, un’altra collocabile nella prima metà del Quattrocento, un’ulteriore risalente ad aggiornamenti della seconda metà dello stesso secolo XV e l’ultima collegabile al rifacimento finale in occasione della stampa) e delle partizioni degli stessi (si contano sei libri, ognuno dei quali si occupa di un argomento ben determinato: il primo tratta i settori dell’interesse pubblico non compresi nelle funzioni originarie degli ufficiali pubblici, ma anche le norme relative agli organi elettivi; il secondo riguarda i malefici; il terzo la giustizia penale; il quarto tratta dei capi delle arti e dei massari del Comune; il quinto dei ‘danni dati’; il sesto, infine, riguarda la ‘spartizione dei monti’, l’assegnazione cioè di pascoli, prati, terreni e boschi comunali agli abitanti di Norcia e

del contado) 156. Cordella descrive inoltre brevemente il quadro geografico di

riferimento desumendolo, in particolare, da una rubrica in particolare che elencava i castelli nursini. L’area controllata si estendeva sino ad alcuni castelli attualmente

marchigiani, oltre a Preci, Triponzo, Castel S. Maria e Arquata del Tronto 157. Ancor più

interessanti, tuttavia, sono le pagine in cui l’autore descrive, in base a ciò che emerge dall’esame degli Statuti, l’organizzazione governativa e amministrativa del Comune nursino. Cordella informa sui vari consigli che contraddistinguevano la vita politica

locale e sulle diverse cariche di governo e di amministrazione 158.

154 DI NICOLA, Le vie dei commerci sulla Montagna d’Abruzzo nel basso Medioevo.

155 CORDELLA, Statuti di Norcia: testo volgare a stampa del 1526, pp. XVI-XXIV per una storia delle tracce di statuizione nursine nel basso Medioevo.

156 Ivi, pp. XLIV-XLVI per le informazioni sulle fasi dell’evoluzione dell’edizione cinquecentesca e sulle sue partizioni.

157 Ivi, pp. XXIV-XXVII per tale quadro geografico. 158 Ivi, pp. XXIX-XXXIV per tali informazioni.

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Lo studio di Andrea Di Nicola, invece, fornisce informazioni di grande rilievo sulle attività manifatturiere e commerciali della Norcia quattrocentesca, mostrando come la cittadina dell’attuale Valnerina rappresentasse uno dei diversi fulcri delle fiorenti rotte degli scambi, attraverso le vie di comunicazione dell’entroterra nell’area centrale della penisola italiana, che mettevano in contatto il Nord e il Sud, poiché era situata in una posizione geograficamente favorevole, ovvero proprio sul corso di tali rotte. Come si inseriscono nel quadro storiografico attuale, esaminato nei paragrafi precedenti, questi ultimi lavori considerati? In primo luogo va detto che trattandosi di una specie di censimento dei documenti conservati nel liber iurium locale il primo, di un’edizione di statuti il secondo e di un’analisi della situazione economica il terzo rappresentano maggiormente, com’è logico, degli strumenti notevolmente utili ad ulteriori ricerche future piuttosto che opere di ampio respiro storiografico. Mancano ancora, di conseguenza, studi sulla comunità di Norcia nel periodo tardo-medievale che possano dialogare con il contesto degli studi presentato nel corso di questo capitolo, sia nell’ambito della storia comunale, con tutti i risvolti che essa può avere, da quello istituzionale-amministrativo a quello economico-finanziario, passando per la composizione sociale della cittadinanza, le lotte di fazione, le famiglie eminenti e quant’altro, sia nell’ambito dei rapporti tra una comunità periferica e il proprio potere centrale, cioè nell’ambito della storia dello Stato territoriale italiano di quell’epoca. Sarebbe una presunzione, oltre che decisamente impossibile a livello di tempi, voler andare a colmare ciascuna di queste lacune con la presente ricerca. Più verosimilmente, invece, il tentativo sarà quello di aprire una via di indagine sulle relazioni tra un’area dell’Umbria sin qui meno battuta ed un governo papale in netta crescita con l’avvicinarsi dell’età moderna.

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CAPITOLO II: QUADRO TERRITORIALE E ATTIVITÁ ECONOMICA