CAPITOLO III: INDIVIDUI, FAMIGLIE E CETO DIRIGENTE NELLA NORCIA QUATTROCENTESCA
III 5. Individui e famiglie eminenti: le riformanze e gli atti notarili nursin
Per rafforzare le conoscenze su individui e famiglie eminenti emerse sino a questo punto dell’analisi, nonché per aggiungere ulteriori nuove informazioni, risulta fondamentale allargare lo spettro dello sguardo sui registri delle riformanze anche ad altri uffici locali, oltre a quelli già indagati nel corso del terzo paragrafo del presente capitolo. Dal momento che su questa documentazione è stata compiuta una schedatura in ordine cronologico di tutti gli individui che ottennero la nomina per una qualunque tipologia di carica governativo-amministrativa nell’ambito della cittadina e del suo contado. Dagli uffici di maggior importanza a quelli minori. È altrettanto importante, poi, integrare tutto ciò con una serie di notizie che provengono dagli atti dei notai nursini. Il lavoro svolto su questi ultimi è stato meno approfondito di quanto fatto per la fonte consiliare, per ragioni soprattutto di tempo, dal momento inoltre che, per le questioni politico-istituzionali legate ai rapporti tra comune di Norcia e Santa Sede, che rappresentano il fulcro della presente trattazione insieme con l’analisi del ceto dirigente, le riformanze spiccavano quale documentazione primaria. L’indagine, comunque, si è incentrata soprattutto su vendite, doti e testamenti.
Si deve necessariamente premettere, tuttavia, che escludendo quelle stesse grandi casate già più volte menzionate, ben riconoscibili attraverso l’onomastica, risulta molto complicato per tutti gli altri uomini individuare possibili legami parentali. Il motivo principale è quello già accennato nelle pagine precedenti, ovvero che, di consueto, le modalità attraverso cui la maggior parte dei soggetti venivano denominati all’interno delle suddette due tipologie di fonti prese qui in considerazione determinano una qual certa difficoltà nel lavoro di individuazione dei veri e propri nuclei familiari. Inoltre va specificato che l’incrocio dei dati tra tali realtà documentarie non è affatto semplice: ovvero, rilevare negli atti dei notai gli stessi personaggi incontrati nelle delibere dei consigli è impresa alquanto complessa, proprio per via delle medesime
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difficoltà onomastiche. Tuttavia dei tentativi devono essere portati avanti, premettendo tutte le dovute cautele del caso e manifestando grande sincerità sulla possibile non certezza dei risultati. L’intento di questa specifica sezione, comunque, da una parte è semplicemente quello di fornire un approfondimento su casate già emerse come tali, aggiungendo per esse ulteriori dati e individui. Dall’altra è quello di provare a ricostruire nuovi gruppi familiari, o comunque di possibili parentele, anche di altra estrazione rispetto al ceto magnatizio. E tutti gli esempi che saranno portati per lo sviluppo di tali obiettivi, assolutamente necessari per avere un quadro corposo, seppur quantitativamente numerosi, vanno presi per ciò che sono effettivamente: un insieme di dati da mettere in dispensa nel corso di queste righe e da ridiscutere solo in sede di conclusioni.
È corretto partire da una rafforzamento delle conoscenze sulle famiglie venute alla luce nel corso dei paragrafi precedenti, iniziando da quelle che sono apparse come gruppo magnatizio locale, considerando all’interno di tale categoria due tipologie. Da una parte quelle i cui membri sono attestati, quasi sempre in pompa magna, sia nella documentazione Vaticana, sia in quella locale, con particolare riferimento alle attività assembleari primarie. Dall’altra quelle i cui appartenenti si sono potuti incontrare esclusivamente nelle fonti nursine, ma nelle quali ciononostante alcuni individui, anche in pochissimi casi, erano accompagnati da nomenclature sociali di elevato livello e caratterizzati dal ‘de’ prima di quello che oggi definiremmo cognomen. Si deve sottolineare che non si riporteranno di seguito tutte le attestazioni riscontrabili, per questioni di spazi, di tempi e di opportunità più in generale, ma semplicemente si citeranno una serie di esempi utili ad una riflessione complessiva. E va immediatamente notato un elemento interessante: ovvero che gli uomini appartenenti in maniera lampante a quelle casate, i quali ricoprirono cariche più o meno importanti in loco, si incontrano con frequenza decisamente scarsa, da un punto di vista puramente quantitativo, rispetto alla totalità degli ufficiali che è stato possibile rilevare all’interno delle riformanze. Allo stesso modo, negli atti dei notai, costoro compaiono con uguale bassissima costanza. Questo, e in particolare ciò che riguarda le attestazioni nella fonte consiliare, sembra confermare una questione già evidenziata sin qui, ossia che da quelle famiglie provenissero davvero pochi ufficiali locali, mentre il ruolo maggiore svolto da quei personaggi nella vita politica nursina lo si poteva notare all’interno delle sedute assembleari.
Seguendo l’ordine alfabetico, comunque, per i Barattani va immediatamente riportato il caso del già più volte citato Giovanni Battista, il quale, definito dominus, fu
advocatus comunis a cavallo tra la fine del 1482 e l’inizio del 1483 445. Qualche altro interessante esempio riguarda Ascasius Guidi de Baractanis, oratore per una specifica
questione nel giugno del 1442 446, oppure Ser Gabriel Domini Johanniscole de
Baractanis, vicario castri Montis Precini per due mesi dal giugno del 1482 447. Dal
445 ASCN, Riformanze, Reg. 1482, nominato alla fine di ottobre.
446 ASCN, Riformanze, Reg. 1441-1442, giugno 1442.
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notarile al marzo del 1480 risale una relocatio dotis da parte di donna Francesca, figlia
di Martinus Guidi Staxii de Baractanis 448: a giudicare dalla corposità del denaro e delle
proprietà di cui si parla nel documento emerge ancor meglio il collegamento dei Barattani al gruppo magnatizio locale. Come già notato precedentemente, comunque, nessun ufficio di alto livello fu ricoperto da membri di questa grande casata, a ulteriore conferma di quanto sottolineato poche righe sopra.
Numericamente superiori sono le comparse rilevanti di appartenenti ai Berardelli. Tra costoro si incontra anche un console, ovvero Marinus Dominici
Berardelle, per il bimestre di chiusura del 1491 449. Per non parlare del già citato
Berardus Berardelli (a proposito di un breve di Alessandro VI 450), il quale nel 1492
occupò diverse cariche di minore rilievo 451. Berardus Petrutii Berardelli, poi, fu
personaggio di una certa caratura all’interno di qualche consiglio generale nel dicembre
del 1491 452. Interessanti anche il grasserius abundantie grani Franciscus Berardelli,
nel 1442 453; il capo d’Arte dei fabbri Catarinus Claudii Berardelli, nel 1472 454;
l’addetto ad levandum et ponendum focularia Benedictum Berardelle, esattamente dieci
anni dopo 455; il massario ad ius reddendum Amicus Berardelle, ancora nello stesso
1482 456. Una famiglia, dunque, che soprattutto nella seconda metà del Quattrocento,
nonostante non si siano riscontrate testimonianze nel notarile, ebbe la sua certa rilevanza, considerando anche quell’attestazione di un membro all’interno delle attività consiliari.
Per ciò che concerne i Buonconti il più volte incontrato Buonconte 457, elemento
di spicco sia dentro, sia fuori Norcia, figurava anche come addetto al reperimento del
denaro per la solvenza di un debito del comune alla fine del 1471 458. Altro esempio di
grande interesse riguarda Carolus Boncontis, conestabile della terra nursina dall’ottobre
del 1491 per un semestre 459. Nel notarile, inoltre, compaiono altri due uomini:
Benedictus Boncontis domini Benedicti Boncontis, padre di Francesca in una locatio
dotis datata al gennaio del 1469 460; Carolus Benedicti Boncontis domini Benedicti, marito di un’altra Francesca, a sua volta figlia, donna già citata quale figlia di Martinus
448 ASCN, Notarile, Reg. 1478-1480 di Petrusantonius Ser Petripauli Antonii Pauli de Nursia, cc. 120v-
121r.
449 ASCN, Riformanze, Reg. 1491-1492, nominato alla fine di ottobre 1491.
450 Si rimanda a p. 86 del presente capitolo.
451 Fu addetto alla provvisione dell’Ospedale di San Lazzaro, alla valutazione di alcune richieste da parte della comunità arquatana e, infine, fu oratore presso Spoleto per Visso.
452 ASCN, Riformanze, Reg.1491-1492, si vedano i consigli generali del dicembre 1491.
453 ASCN, Riformanze, Reg. 1441-1442.
454 ASCN, Riformanze, Reg. 1471-1472.
455 ASCN, Riformanze, Reg. 1482.
456 ASCN, Riformanze, Reg. 1482.
457 Si rimanda a p. 85 e a p. 92 del presente capitolo.
458 ASCN, Riformanze, Reg. 1471-1472, nominato a dicembre 1471.
459 ASCN, Riformanze, Reg. 1491-1492, nominato a fine settembre 1491.
460 ASCN, Notarile, Reg. 1478-1480 di Petrusantonius Ser Petripauli Antonii Pauli de Nursia, cc. 120v-
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Guidi Staxii de Baractanis461. Carolus era senza dubbio figlio di Benedictus. Seppure si tratti di scarse comparse, numericamente parlando, il livello delle cariche appare importante e nulla toglie che tale famiglia, in particolare alcuni suoi individui quali lo stesso Buonconte, facesse parte del gruppo magnatizio, in base a quanto emerso soprattutto dall’analisi della documentazione Vaticana e dei lavori delle principali assemblee locali.
A proposito dei Galgani, o Galganoni, il più celebre Montano, emerso quale
protagonista sia all’esterno di Norcia, sia all’interno 462, nell’ottobre del 1491 figurava
anche quale uno degli addetti al reperimento del denaro necessario alla solvenza del
debito del comune determinato dalla reintegrazione di Arquata 463. Escludendo, inoltre,
il già citato consigliere dei sedici Perleonardus Galgani 464, un ulteriore caso di rilievo
per costoro riguardava Bartholomeus de Garganonibus, conestabile/commissario super
pedites per i conflitti con Ascoli, nominato tale nel settembre del 1491 465. Nonostante, poi, dal notarile non risultino interessanti attestazioni relative a questa casata risulta comunque evidente, al di là delle scarsissime comparse tra gli ufficiali nursini, l’elevato livello sociale dei suoi membri, in particolare per ciò che concerne alcuni elementi, quali appunto Montano.
Per i Gentili, o Gentileschi, ovvero un esempio di casata i cui appartenenti sono stati riscontrati solo nelle fonti nursine e per le quali, tuttavia, un individuo era comunque accompagnato da nomenclature sociali di elevato livello e caratterizzato dal ‘de’ prima del possibile cognomen, la situazione si rende ancor più interessante. Se in precedenza era stato menzionato l’egregius vir prudentissimus Johannes Anthonii
Gentilis, individuo di rilievo nell’ambito dei consigli nel corso degli anni Settanta del Quattrocento, dalla medesima famiglia provenivano alcuni ufficiali importanti: Gentilis
Antonii Gentilis, console per i bimestri settembre-ottobre del 1438 e maggio-giugno del
1442 466; Angelum e Titum Anthonii Gentilis, addetto ad ordinandum librum focularium
dal dicembre successivo 467; Jacobus Titii Gentilis, conestabile di guaita dal marzo del
1472 468; Petrus Johannis Anthonii Gentilis, figlio dunque del suddetto Johannes,
console per il bimestre gennaio-febbraio del 1482 469. Inoltre quello stesso Johannes
risultava quale addetto super appellationibus per quattro mesi da dicembre del 1471 470
ma anche addetto ad levandum et ponendum focularia per un anno dal febbraio
461 ASCN, Notarile, Reg. 1478-1480 di Petrusantonius Ser Petripauli Antonii Pauli de Nursia, cc. 120v-
121r.
462 Si rimanda a p. 85, a p. 92 e alle pp. 99-100 del presente capitolo.
463 ASCN, Riformanze, Reg. 1491-1492, ottobre 1491.
464 Si rimanda a p. 90 del presente capitolo.
465 ASCN, Riformanze, Reg. 1491-1492, nominato a settembre 1491.
466 ASCN, Riformanze, Reg. 1438-1439, nominato alla fine di agosto 1438 e ASCN, Riformanze, Reg. 1441-1442, nominato alla fine di aprile 1442.
467 ASCN, Riformanze, Reg. 1441-1442, nominato a dicembre 1442.
468 ASCN, Riformanze, Reg. 1471-1472, nominato alla fine di febbraio 1472.
469 ASCN, Riformanze, Reg. 1482, giuramento dell’1 gennaio.
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dell’anno seguente 471. Dal fondo notarile proviene qualche altra utile informazione.
Titius Antonii Gentilis, nel novembre del 1470, comperava da persone diverse res et
bona vari, tra cui un pezzo di terra da lavoro e alcuna aree boschive 472. Benedictus Petri
Gentilis, nell’agosto precedente, acquistava staria quatuor, cannas novem, gubitos sex,
curtos septem terre laborative ad starium et mensuram comunis Nursie 473. Una casata, pertanto, di grande importanza in particolare tra anni Settanta e Ottanta del secolo XV, anche se a livello di nomenclature sociali il solo eximius legum doctor dominus
Nicolantonius de Gentilischis, incontrato nelle sedute assembleari principali tra anni
Quaranta e Settanta 474, figurava quale elemento di concreto alto livello. Forse la
maggior parte dei membri dei Gentili non appartenevano al gruppo magnatizio, ma di certo potevano considerarsi per eminenza in loco, per ruoli occupati, parte di quella più ‘bassa’ aristocrazia definita precedentemente.
I Nursini, che sin qui sono comparsi quasi unicamente attraverso la figura di ser
Emilianus, uomo di spicco sia dentro, sia fuori Norcia 475, anche per quanto concerne uffici amministrativi locali e atti dei notai vengono attestati esclusivamente per via di quel medesimo personaggio. Fu, infatti, addetto ad ordinandum librum focularium,
nominato tale nel dicembre del 1471 476. Ma soprattutto redasse alcuni dei registri
notarili conservati sino ad oggi, più di dieci e tutti compresi tra gli anni Quaranta e Cinquanta del secolo XV. Apparve, infine, all’interno dei medesimi in alcune occasioni. Ad esempio acquistò un pezzo di terra da lavoro nel marzo del 1445, mentre nel
febbraio del 1475 comperò una casa dentro Norcia 477. Un individuo davvero di grande
rilievo, che da solo dava lustro alla propria casata e che si inseriva nel gruppo dell’alta aristocrazia locale, considerati anche i ruoli occupati nella realtà esterna, sempre nell’ambito dei dominii pontifici.
Per quanto riguarda i Passarini, al di là del già menzionato Baldassar Jacobi 478,
console ma anche uomo di rilievo nei consigli, sempre nel corso degli anni Settanta, altri esempi utili sono quello di Johannes Passarini, podestà di Arquata per sei mesi da
maggio del 1442 479, e quello di Marchion Passarinis, vicario castri Montis Precini
nominato tale nell’ottobre del 1482 480. Nel notarile, inoltre, compariva ancora una volta
Baldassar Jacobi, più precisamente all’interno di una locatio dotis, del marzo del 1460,
471 ASCN, Riformanze, Reg. 1471-1472, nominato a febbraio 1472.
472 ASCN, Notarile, Reg. 1470 di Lazarus Bactiste Antonii de Nursia, cc. 192r-193r. 473 ASCN, Notarile, Reg. 1470 di Lazarus Bactiste Antonii de Nursia, cc. 83r-83v. 474 Si rimanda alle pp. 91-92 del presente capitolo.
475 Si rimanda a p. 83 e a p. 92 del presente capitolo.
476 ASCN, Riformanze, Reg. 1471-1472, nominato a dicembre 1471.
477 Rispettivamente ASCN, Notarile, Reg. 1444-1446 di Petruspaulus Antonii Pauli de Nursia, cc. 47r-
48v e ASCN, Notarile, Reg. 1474-1475 di Petrusantonius Ser Petripauli Antonii Pauli de Nursia, cc. 103r-103v.
478 Si rimanda a p. 87 e a p. 92 del presente capitolo.
479 ASCN, Riformanze, Reg. 1441-1442, nominato a maggio 1442.
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da parte della figlia Colutie 481, moglie peraltro di un Ranieri, ovvero Marinus Vannutii
domini Jacobi de Ragineriis. Era attestato, tuttavia, anche il suddetto Johannes, in un
testamento della figlia Clara risalente all’agosto del 1480 482. Una famiglia di spessore
sia per gli uffici locali ricoperti, tuttavia pochissimi quantitativamente, sia per importanza nei consigli, sia per gli esaminati ruoli occupati esternamente nel contesto delle nomine pontificie.
Di scarsissimo numero anche gli ufficiali governativo-amministrativi nursini di
rilievo appartenenti ai Ranieri. Se si esclude il già citato console Sanctus 483, peraltro de
castro Tuturani, i casi più interessanti riguardano Angelus Raynerii, addetto super cerca
grani dal marzo del 1442 484, e ser Carolum Domini Johannis de Rayneriis, vicario di
Triponzo per tre mesi dal novembre del 1491 485. Negli atti dei notai un altro esempio
relativo a costoro, a parte quello del menzionato marito di donna Colutie, è quello di
Jacobus Cristofori de Raineriis, padre di Juctie, protagonista di una locatio dotis nel
settembre del 1460 486. Questa casata, di conseguenza, manteneva la sua preponderanza
soprattutto nelle assemblee locali e, naturalmente, nell’ambito degli uffici della macchina ‘statale’ papale.
Curiosa la quasi totale assenza di membri dei Reguardati, dei Silvestrini e dei Tebaldi, o Tebaldeschi, sia dalle cariche, sia dai registri dei notai, escludendo ovviamente i personaggi di rilievo incontrati all’interno delle sedute consiliari. Unica eccezione riscontrata è quella di ser Permarinus Tebaldi, due volte vicario di Monte
Luna nel corso del 1482 487. Ma questo non deve far pensare che effettivamente gli
appartenenti a tali due grandi casate, emerse tali attraverso la documentazione Vaticana e attraverso l’esame dei principali consigli cittadini, non furono mai protagonisti di atti e di nomine ad ufficiali locali per tutto il Quattrocento. Semplicemente nelle fonti ad oggi rimaste e nei volumi del notarile consultati non se ne sono trovati.
Esistono, poi, taluni patronimici riscontrati nel corso della ricerca svolta, essenzialmente nei documenti nursini, che pur essendo posti subito dopo il nome proprio, rappresentando quindi quella che di consueto sarebbe la filiazione, appaiono particolari, dando l’impressione di essere sintomi di una possibile appartenenza a gruppi familiari, o comunque a parentele anche più allargate. Si tratta di patronimici già menzionati in alcune occasioni, per consiglieri di spicco o ufficiali importanti, come
Ansouini, Cagnutii, Cicarilli, Laparini, Montani, Petripauli, Petructii o Petrutii,
Romani, Therii e Vinnicti. È il caso, anche per questi, di riportare di seguito alcuni esempi interessanti, per una riflessione più completa. Partendo dagli Ansouini, il
481 ASCN, Notarile, Reg. 1465-1470 di Petruspaulus Antonii Pauli de Nursia, cc. 70r-71r.
482 ASCN, Notarile, Reg. 1478-1480 di Petrusantonius Ser Petripauli Antonii Pauli de Nursia, cc. 166v-
167r.
483 Si rimanda a p. 87 del presente capitolo.
484 ASCN, Riformanze, Reg. 1441-1442, nominato a marzo 1442.
485 ASCN, Riformanze, Reg. 1491-1492, nominato a novembre 1491.
486 ASCN, Notarile, Reg. 1459-1461 di Petruspaulus Antonii Pauli de Nursia, cc. 80v-81v.
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Marianus già citato a proposito del ruolo di primo piano occupato nell’ambito dei
consigli dei primi anni Novanta del Quattrocento 488 figurava anche come castellano
principale di Mevale per tre mesi dal novembre del 1482 489, nonché come massario ad
ius reddendum nel quadrimestre compreso tra il novembre del 1491 e il febbraio del
1492 490. Altrettanto importante l’attestazione relativa a Johannes Ansouini, console per
settembre e ottobre del 1482 491. Se di famiglia, o casata, si può parlare, considerando
peraltro che Fortunato Ciucci la inseriva nell’elenco di quelle di più antico e nobile rango, si è di fronte a individui di tutto rispetto e di grande rilievo locale. A differenza di quel che affermava lo stesso Ciucci, tuttavia, costoro non comparivano mai accompagnati da nomenclature sociali di alto livello, pertanto risulta difficile sostenere che si trattasse di una casata effettivamente magnatizia.
Per quanto riguarda i Cagnutii, Paulus era già emerso quale uomo forte
all’interno delle sedute assembleari tra fine anni Trenta e inizio anni Quaranta 492.
Dominicus Pauli Cagnutii, evidentemente suo figlio, figurava quale grasserius
abundantie grani per l’anno 1442 493. Johannes Dominici Pauli Cagnutii, figlio del precedente e nipote di Paulus, fu invece socio del castellano principale di Mevale per
tre mesi dal maggio del 1472 494. Dal notarile, peraltro, è possibile notare che
quest’ultimo personaggio aveva una moglie di nome Larita, che fece testamento
nell’aprile del 1498 495. Franciscus Johannispauli Dominici Pauli Cagnuctii, infine, era
marito di una certa Vincenza protagonista di una relocatio dotis risalente al gennaio del
1489 496. Tale Franciscus, a giudicare dalla composizione onomastica della sua
menzione, era probabilmente figlio di un fratello dello stesso Johannes di cui sopra. Una famiglia, pertanto, anch’essa di una certa rilevanza, ma sicuramente non composta da magnati, a giudicare dalla totale assenza di titolazioni di elevato rango.
A proposito dei Cicarilli ad esclusione di Sanctus, già incontrato camerlengo e
personaggio di spicco all’interno dei consigli degli anni Settanta del secolo XV 497, altro
esempio interessante è quello di Blaxius Petri Cole Cicarilli, nominato capo dell’Arte
dei macellai nel marzo del 1482 498. Di certo non ci si trova di fronte a magnati,
tutt’altro. Nonostante ciò Sanctus fu uomo comunque di notevole importanza locale. Tuttavia, in questo caso, risulta più complicato parlare con una certa sicurezza di vera e propria famiglia. Non si sono scorte effettive parentele e una casata di tal nome non
488 Si rimanda a p. 92 del presente capitolo.
489 ASCN, Riformanze, Reg. 1482, nominato a novembre.
490 ASCN, Riformanze, Reg. 1491-1492, nominato a fine ottobre 1491.
491 ASCN, Riformanze, Reg. 1482, nominato a fine agosto.
492 Si rimanda alle pp. 91-92 del presente capitolo.
493 ASCN, Riformanze, Reg. 1442.
494 ASCN, Riformanze, Reg. 1471-1472, nominato a maggio 1472.
495 ASCN, Notarile, Reg. 1497-1500 di Petrusantonius Ser Petripauli Antonii Pauli de Nursia, c. 65r.
496 ASCN, Notarile, Reg. 1486-1489 di Petrusantonius Ser Petripauli Antonii Pauli de Nursia, cc. 138r-
138v.
497 Si rimanda a p. 89 e a p. 92 del presente capitolo.
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compariva nella storiografia. Per ciò che concerne i Laparini, invece, il vero unico individuo forte era Marinus, già citato a proposito della sua preminenza nelle sedute
assembleari tra anni Settanta e Novanta 499. Costui ricoprì anche degli uffici: nei primi
quattro mesi del 1477 fu massario ad ius reddendum; alla fine del 1491 fu uno degli addetti al reperimento del denaro necessario alla solvenza del debito dovuto alla
reintegrazione di Arquata; all’inizio del 1492 fu assessore del sindaco del podestà 500.
Suo figlio, Johambenedictus Marini Laparini, occupò inoltre il ruolo di massario del
comune per gennaio e febbraio dello stesso 1492 501. Questa famiglia, dunque,
rappresentò davvero un elemento molto importante nella Norcia della seconda metà del Quattrocento. Si deve sottolineare, poi, come anch’essa venne inserita da Fortunato Ciucci nell’elenco di quelle di antico e nobile rango. Tuttavia non sono state effettivamente riscontrate nomenclature sociali di alto livello per questi i suoi