• Non ci sono risultati.

Uffici di governo e uffici dell’amministrazione

CAPITOLO IV: ISTITUZIONI, UFFICI, ASSEMBLEE E GIUSTIZIA NELLA NORCIA QUATTROCENTESCA

IV 1. Uffici di governo e uffici dell’amministrazione

Quella dei consoli rappresentava la figura più importante, nell’ambito degli uffici governativi e amministrativi della Norcia quattrocentesca. Uno di questi, peraltro, faceva da priore, ovvero da primo console. I nomi di costoro venivano estratti durante le

132

sedute del consiglio generale 623, ogni due mesi, pertanto si trattava di una carica di

durata bimestrale. Erano in numero di cinque per il periodo analizzabile grazie ai registri delle riformanze che coprono la fase a cavallo tra la fine degli anni Trenta e l’inizio degli anni Quaranta, mentre per tutti i restanti periodi successivi che si possono

ricostruire tramite le medesime fonti erano in numero di sei 624. Essi avevano facoltà di

occuparsi di una serie di questioni decisamente importanti per la vita civica locale. In primo luogo effettuare le procedure di nomina di talune altre figure più o meno rilevanti all’interno della comunità nursina, con particolare riferimento al podestà e al capitano, i quali erano operativi entrambi solitamente per sei mesi (anche se nella fase tra fine anni Trenta e inizio anni Quaranta si verificano delle eccezioni, con durate variabili dalle tre alle sette mensilità), possedendo i maggiori poteri riguardanti

l’amministrazione della giustizia 625, reggendo in pratica nelle proprie mani quello che

attualmente sarebbe individuato come potere giudiziario. I consoli, poi, nominavano anche i seguenti ulteriori ufficiali: i sindaci addetti alla valutazione dell’operato degli

stessi podestà e capitano, nonché i relativi assessori di codesti sindaci 626; gli addetti ad

levandum et ponendum focularia, carica solitamente annuale e legata all’attività facilmente deducibile traducendo la formula latina, ovvero a togliere e a iscrivere nel

registro dei fuochi di Norcia determinati fuochi (nuclei di famiglia tassabili) 627; il

notarius forense civile e il notarius examinum, in carica entrambi per sei mesi e

connessi al suddetto apparato di amministrazione della giustizia 628; gli addetti ai danni

dati, per i quali non viene meglio specificata la durata dell’ufficio e che si occupavano di valutare e gestire, per l’appunto, le diverse casistiche del risarcimento del danno su numerose materie, che potranno essere meglio specificate attraverso l’esame del libro V

degli statuti di Norcia del 1526, dedicato proprio a tale argomento 629; gli addetti ai

danni dati in montibus, per cui come prima non si conosce il periodo di operato e che si

623 Le forme assembleari nursine saranno oggetto di trattazione del paragrafo immediatamente successivo

a questo.

624 Per la seconda metà degli anni Trenta del Quattrocento un esempio della nomina di cinque consoli è:

ASCN, Riformanze, Reg. 1437-1438, c. 5r. Per i decenni successivi alcuni esempi della nomina di sei consoli sono: ASCN, Riformanze, Reg.1471-1472, c. 85r; ASCN, Riformanze, Reg.1476, c. 23v; ASCN, Riformanze, Reg.1491-1492, c. 28v.

625 Una più ampia analisi dell’operato del podestà e del capitano di Norcia sarà svolta nel corso dell’ultimo paragrafo del presente capitolo. Un paio di esempi di nomine consolari di queste due importanti figure sono rispettivamente: ASCN, Riformanze, Reg. 1441-1442, c. 88v; ASCN, Riformanze, Reg. 1476, c. 56r.

626 Un paio di esempi di nomine consolari di queste figure sono rispettivamente: ASCN, Riformanze, Reg.

1482, c. 37r; ASCN, Riformanze, Reg. 1471-1472, c. 94v.

627 Un paio di esempi di nomine consolari di questa figura sono: ASCN, Riformanze, Reg. 1441-1442, c.

45v; ASCN, Riformanze, Reg. 1491-1492, c. 94v.

628 Quanto detto per il podestà e per il capitano alla nota 625 vale anche per il notarius forense civile e per il notarius examinum. Un paio di esempi di nomine consolari di queste figure sono rispettivamente: ASCN, Riformanze, Reg. 1441-1442, c. 59v; ASCN, Riformanze, Reg. 1476, c. 47r.

629 All’esame degli statuti nursini del 1526 sarà dedicato il quarto paragrafo del presente capitolo. Un esempio di nomine consolari di questa figura è: ASCN, Riformanze, Reg. 1441-1442, c. 86r.

133

dedicavano esclusivamente alle eventuali cause tra individui sorte in merito al pascolo

del bestiame 630; il magister scolarum, ufficio annuale e riguardante la gestione delle

attività di insegnamento 631; i revisori dei conti di entrate e uscite del comune, carica anch’essa di durata non esplicitata, e una serie di altri revisori di cui si daranno

informazioni in chiusura del presente paragrafo 632.

Per quanto riguarda le procedure di elezione di podestà e capitano, tuttavia, deve essere fatta una precisazione. Prima che si giungesse alla nomina effettiva operata dai consoli un’assemblea varava il procedimento, solitamente quella dei ‘buoni uomini nobili e popolari’, della quale si parlerà più a fondo prossimamente, concedendo

mandato allo stesso collegio consolare di occuparsi della scelta di costoro 633. Allo

stesso modo va ribadita, più in generale, la fondamentale importanza delle

imbussulationes per tutte le cariche di cui si parlerà, comprese quelle già menzionate poco sopra a proposito degli ufficiali i cui nomi venivano estratti dai consoli. Il vero momento decisivo era quello dell’inserimento delle liste nelle borse, piuttosto che quello dell’estrazione. Altro ufficio di notevole importanza per cui era prevista l’estrazione consolare era quello dei molti castellani posti a controllo numerosi castra soggetti al potere del comune di Norcia, come nei casi di Mevale, Pescia, Croce, Riofreddo, Preci, Cortina, Rocca Nucilli e Triponzo. Quella dei Castellani era una carica di durata decisamente variabile nel corso del Quattrocento: si andava, di consueto, da

uno a tre mesi, anche se la trimestralità risultava essere maggiormente frequente 634.

L’ufficio consolare, inoltre, si occupava di stabilire alcune regolamentazioni relativamente a diversi argomenti: l’approvvigionamento, i pascoli del bestiame, la vendita di prodotti quali il grano, i rapporti con le comunità ‘altre’ quali quella ebraica. Rilasciava, poi, varie tipologie di concessioni, come salvacondotti in seguito a richieste ricevute in merito, come particolari licenze e anche la grazia a determinati individui. Appaltava anche la riscossione di gabelle varie a soggetti che ritenesse in grado di svolgere questo compito. Stabiliva altresì i termini per eventuali arbitrati, prendeva

decisioni in merito a confische di beni, solitamente poi rivenduti 635. Infine, ma non

meno importante, anzi tutt’altro, i consoli si occupavano delle nuove imbussulationes

630 Un esempio di nomine consolari di questa figura è: ASCN, Riformanze, Reg. 1441-1442, c. 85v.

631 Un esempio di nomine consolari di questa figura è: ASCN, Riformanze, Reg. 1482, c. 71v.

632 Un esempio di nomine consolari dei revisori dei conti di entrate e uscite comunali è: ASCN, Riformanze, Reg. 1441-1442, c. 20v.

633 Un paio di esempi di tale procedura sono: ASCN, Riformanze, Reg. 1441-1442, cc. 86v-87r e ASCN,

Riformanze, Reg. 1471-1472, cc. 47r-48v.

634 Ad un esame più ampio delle castellanie sarà dedicato un paragrafo specifico del presente capitolo, più precisamente il terzo, nel quale si tratterà anche dei diversi vicari posti da Norcia in alcune località soggette, molto meno frequenti, questi ultimi, rispetto ai castellani. Si danno qui solo tre esempi, sui numerosi possibili, di nomine consolari di queste figure: ASCN, Riformanze, Reg. 1437-1438, c. 17v; ASCN, Riformanze, Reg. 1478-1479, cc. 15r-15v; ASCN, Riformanze, Reg. 1491-1492, cc. 110r-110v. 635 Per tutte queste ultime materie elencate si daranno eventuali riferimenti ad esempi di relative registrazioni presenti nelle riformanze nursine nel corso della prosecuzione della presente trattazione, nelle sezioni in cui si tratterà più specificamente delle medesime.

134

riguardanti tutti i principali uffici dell’amministrazione locale, facendo svolgere e controllando le procedure di inserimento nella bussula di ciascuna carica i nuovi

nominativi per le future estrazioni, ovvero per le future nomine 636. Il potere effettivo

nelle mani del consolato, dunque, non era poi così ampio e forte. Le mansioni, come si è potuto capire, erano sì numerose e anche di un certo rilievo. Ma il ruolo ricoperto dai consoli appare più rappresentativo che esecutivo. Già il solo fatto che gli ufficiali della cui procedura di nomina si occupavano erano da costoro estratti e non direttamente selezionati, o che fosse un’assemblea a concedere loro il mandato di elezione di podestà e capitano, riduce la forza del potere consolare. Restavano, tuttavia, figure di grande eminenza all’interno della comunità nursina.

I sedici consiglieri che componevano il consiglio che da essi prendeva il nome erano in carica, in una prima fase, per un bimestre. Col passare dei decenni quattrocenteschi estesero la durata del proprio ufficio a quattro mensilità. Avevano il compito di riunirsi prima che si tenesse il consiglio generale, nel quale peraltro venivano estratti i loro nomi, per compiere una valutazione iniziale di una serie di

questioni da girare poi all’attenzione di quest’ultimo 637.

Esistevano inoltre i cosiddetti massari: quello del comune e i quelli ad ius

reddendum. Il primo era solitamente in carica per due mesi, anche se durante i primi

anni Quaranta del secolo XV l’ufficio si prolungava alla quadrimestralità 638, mentre

verso la fine degli anni Trenta addirittura ai sei mesi 639. I secondi, solitamente in

numero di tre, restavano operativi per quattro mesi. Per entrambe le cariche l’estrazione

nominativa era ancora una volta di competenza del consiglio generale 640. In merito alle

loro attività i registri delle riformanze non forniscono informazioni di rilievo. Fondamentalmente costoro compaiono all’interno di questa fonte esclusivamente quando vengono nominati. Nonostante ciò il massario del comune, spesso, è

accompagnato anche da un’altra definizione: conservator bonorum comunis 641. Tale

formula, pertanto, fornisce una maggiore specificazione dei compiti di questa figura, ossia il dover fare da tutore dei beni della comunità. Non è tutto: in quella che potrebbe definirsi elencazione di diritti e doveri del notarius examinum, chiamata precisamente

notula capitulorum o pactorum (esisteva anche per il podestà e per il capitano), un punto chiariva che costoro dovessero redigere per iscritto qualunque atto «in civilibus

636 Un paio di esempi relativi a questa materia sono: ASCN, Riformanze, Reg. 1441-1442, c. 5r e cc. 8v-

9r-9v; ASCN, Riformanze, Reg. 1471-1472, cc. 45v-46r.

637 Per ulteriori informazioni sul consiglio dei sedici si veda quanto già detto alla nota numero 623. 638 Le attestazioni della quadrimestralità della carica per il 1442 sono: ASCN, Riformanze, Reg. 1441-

1442, c. 13r; ASCN, Riformanze, Reg. 1441-1442, c. 54v.

639 Alcuni esempi relativi alla semestralità della carica sono: ASCN, Riformanze, Reg. 1437-1438, c. 137v; ASCN, Riformanze, Reg. 1438-1439, c. 27v.

640 Gli esempi di nomina di questi ufficiali, ai due estremi cronologici delle attestazioni attualmente esistenti per il secolo XV, sono rispettivamente: ASCN, Riformanze, Reg. 1437-1438, c. 5r e ASCN, Riformanze, Reg. 1491-1492, c. 96r; ASCN, Riformanze, Reg. 1437-1438, c. 64r e ASCN, Riformanze, Reg. 1491-1492, c. 96v.

135

causis faciendis coram domino potestati, capitaneo, massariis et artium capitibus» 642.

Gli uffici dei massari, quindi, erano esplicitamente accostati, evidentemente per competenze, a quelli di altre importanti figure facenti parte degli ordinamenti giuridici locali.

Per i massari ad ius reddendum, invece, va fatto un discorso a parte. Non si riesce a comprendere con chiarezza, analizzando la fonte, il ruolo effettivo che costoro svolgessero. Si potrebbe ipotizzare che si occupassero di debiti e crediti del comune, dal momento che il verbo latino reddere è traducibile con l’italiano restituire. Ma anche perché l’esempio di un documento sforzesco, datato al mese di luglio del 1451, indirizzato ai consoli di Firenze e ai suoi deputati ad ius reddendum, nel quale costui

sollecitava l’estinzione del debito che vantava nei confronti di un fiorentino 643,

potrebbe rappresentare un’ulteriore indizio. Tuttavia è fuor di dubbio che la formula ius

reddere stesse anche, anzi nella maggior parte dei casi, ad indicare la più generica amministrazione della giustizia. Risulta pertanto non semplice effettuare una ricostruzione su tali ufficiali, dal momento che non si vedono mai in azione all’interno delle riformanze stesse, bensì li si incontra esclusivamente all’atto della nomina. Si può ipotizzare, comunque, che all’interno delle strutture giuridiche locali svolgessero mansioni di amministrazione della giustizia, non nei campi più esecutivi nei quali operavano, in particolare, il podestà e il capitano, ma probabilmente in settori

maggiormente legati alla burocrazia giurisprudenziale di un centro cittadino 644.

Il camerlengo cittadino restava in carica per un periodo variabile con il trascorrere dei decenni quattrocenteschi: nel corso della prima metà del secolo XV la

durata ammontava a due mesi 645; durante la seconda metà, invece, tale ufficio si

estendeva ad un semestre 646. Anche in tal caso l’ufficiale in questione compare nelle

riformanze solo al momento della sua nomina, l’estrazione era ancora effettuata dal consiglio generale, e pochissime altre volte. Non è pienamente deducibile, di conseguenza, la funzione realmente svolta da costui, ma è abbastanza chiaro, anche semplicemente valutando il termine che designava la carica, che si trattasse di una sorta di tesoriere locale, come di camerlenghi con simili competenze ve ne erano ovunque ci fosse un potere. La presenza di tale individuo ai vari consigli dei sedici, nel momento in cui venivano valutate e approvate le spese del mese in via di conclusione, lo conferma in pieno 647.

642 ASCN, Riformanze, Reg. 1476, c. 49r.

643 ASMi, Registri delle Missive (Francesco Sforza), Reg. 6, n. 278.

644 Come già specificato per il podestà e per il capitano, anche per gli uffici dei massari si riprenderà il discorso nell’ultimo paragrafo del presente capitolo, quello appunto relativo agli ordinamenti giuridici nursini, che potrà prendere in considerazione non soltanto i dati emersi dallo studio delle riformanze, ma anche quelli emersi dall’analisi degli statuti del 1526.

645 Un esempio di bimestralità è: ASCN, Riformanze, Reg. 1441-1442, c. 13r.

646 Un esempio di semestralità è: ASCN, Riformanze, Reg. 1482, cc. 29r-29v. In questo caso non si tratta di una nomina ma di un’assemblea che decida per la riconferma del camerlengo già in carica.

647 Ecco tre esempi della presenza del camerlengo ai consigli dei sedici: ASCN, Riformanze, Reg. 1441-

136

Il notaio alle riformanze, o anche cancelliere cittadino, era colui che aveva in primo luogo il compito di redigere i verbali delle diverse riunioni assembleari e dunque era sempre presente a tutte. Di rado sono riscontrabili le nomine di tale ufficiale all’interno dei registri delle stesse riformagioni. Un esempio è quello della fine di aprile del 1482, quando i consoli estraevano il suo nome per i futuri sei mesi a partire dal

successivo 20 giugno 648.

I cosiddetti regulatores expensarum avevano invece il compito di fare appunto da regolatori delle spese mensili del comune di Norcia, tant’è che ad ogni consiglio dei sedici dovevano presentare un resoconto di tali spese, che i partecipanti alla riunione assembleare (i sedici consiglieri e il camerlengo in particolare) erano tenuti a valutare. Anche per questi ufficiali l’estrazione dei nuovi era compito del consiglio generale e

restavano in attività per un quadrimestre. Costoro erano in numero di quattro 649. Quello

del notarius farine, invece, è un ufficio decisamente poco conoscibile attraverso i registri delle riformanze, nel senso che come detto per altre cariche precedentemente analizzate, e in questo caso ancor di più, compare esclusivamente nelle registrazioni dove lo si nomina, ovvero ancora una volta i consigli generali. Costui restava operante per due mesi. Rientrava, comunque, in quella serie di notai richiesta per affrontare la gran mole di scritture che in una comunità di altezza cronologica quattrocentesca si produceva, ciascuno scrivente per un preciso campo di materie, come le farine per

quello in questione 650. Tutti uffici, questi, sempre attivi.

Di grande interesse era inoltre il ruolo occupato dai grasserii abundantie grani, che avevano come scopo quello di gestire le attività di approvvigionamento del grano e delle altre biade. Dall’analisi delle riformanze il numero di costoro, la tipologie delle loro nomine e la durata della carica sembrano variare abbastanza, senza che la variazione sia legata al trascorrere degli anni, piuttosto alle diverse necessità determinate dalle differenti situazioni contingenti. Per fare alcuni esempi se ne trovano tre operanti per un anno a partire dall’8 febbraio 1442: l’estrazione del nome del primo fu operata da un consiglio generale del 27 dicembre 1441, quella del secondo e del terzo

direttamente dai consoli e rispettivamente il 30 e il 31 gennaio del 1442 651. Poi se ne

riscontrano due che dovevano lavorare per sei mesi dal 14 novembre 1476, stavolta

648 ASCN, Riformanze, Reg. 1482, c. 30v. Per ulteriori informazioni su ciò di cui si occupava il cancelliere cittadino si rimanda al successivo quarto paragrafo, relativo all’esame degli statuti di Norcia del 1526.

649 Su nomina, numero e durata della carica relativamente ai regulatores expensarum si rimanda di seguito ad un paio di esempi: ASCN, Riformanze, Reg. 1437-1438, c. 64v; ASCN, Riformanze, Reg. 1471-1472, c. 65r.

650 Su nomina e durata della carica relativamente a notarius farine si rimanda di seguito ad un paio di esempi: ASCN, Riformanze, Reg. 1476, c. 23v; ASCN, Riformanze, Reg. 1491-1492, c. 69r.

651 Nel consiglio generale del 27 dicembre 1441 (ASCN, Riformanze, Reg. 1441-1442, c. 13v) i nomi indicati erano ben tre ma solo uno accettò. Anche i consoli, il 30 gennaio 1442 (ASCN, Riformanze, Reg. 1441-1442, c. 17r), indicarono tre nomi dei quali uno accettò. Gli stessi consoli, il giorno seguente (ASCN, Riformanze, Reg. 1441-1442, c. 17r), indicarono altri due nomi, dei quali uno diede assenso.

137

nominati da un’assemblea dei bonorum virorum popularium 652. Infine se ne incontra

uno soltanto, attivo nuovamente per un anno intero, a partire dal 3 ottobre 1491 e la cui

nomina fu fatta da un’assemblea di bonorum virorum nobilium et popularium 653.

Non vanno dimenticati i vari conestabili di guaita e i vari capi d’Arte, tutti in carica per un anno e tutti nominati nuovamente nel corso del consiglio generale. I primi avevano il compito di far osservare le disposizioni consolari all’interno dell’area di propria competenza (le otto guaite o rioni erano semplicemente la suddivisione in zone all’interno del comune di Norcia, come lo erano ad esempio i quartieri in altre realtà).

Erano in numero di otto, ovvero uno per ciascuna guaita 654. I secondi, invece, si

configuravano quali esponenti principali delle diverse Arti locali, avendo peraltro competenze giurisdizionali nell’ambito delle proprie corporazioni. Erano ventiquattro in totale, ossia tre per ogni Arte. Quando nei registri di riformanze compaiono le nomine di questi ultimi ufficiali, come si è già potuto constatare nel corso del precedente capitolo, sono ovviamente elencate le otto Arti. Prendendo come riferimento tre esempi è possibile notare che nell’elenco fornito all’interno del consiglio generale datato al 2 marzo del 1442 sono indicate le seguenti corporazioni: macellorum, lignaminum et

lapidum (è una sola), sutorum, fabrorum, lane, calzolaiorum, mercatorum e militum,

iudicum, medicorum et notariorum (con le ultime quattro categorie a formare un unico

gruppo) 655. Nella registrazione relativa al consiglio generale risalente all’8 marzo del

1472, purtroppo, la scrittura risulta decisamente sbiadita e di lettura impossibile in vari punti: per ciò che concerne le Arti si riescono a individuare con certezza quella dei lanaioli, quella dei falegnami e quella dei fabbri. Ma la cosa che salta maggiormente agli occhi, in contrapposizione con l’esempio precedente, è la comparsa di quella

definita nobilium 656. Infine, nell’ambito del consiglio generale datato all’11 marzo

1492, si può rilevare come le corporazioni siano le medesime già elencate per il primo di questi tre esempi, con l’unica differenza che l’ultima di esse è indicata dal termine

collegii 657.

Pare difficile che nel corso di uno stesso secolo, quello inoltre quattrocentesco in cui oramai la situazione sociale interna ai centri cittadini era giunta al culmine dell’evoluzione tardo-medievale, le Arti avessero subìto delle variazioni, peraltro più d’una considerando le tre piccole differenze appena esaminate. Riprendendo quanto già accennato proprio nel precedente capitolo è più probabile, invece, che quella dei

militum, iudicum, medicorum et notariorum, quella dei nobilium e quella denominata

652 ASCN, Riformanze, Reg. 1476, c. 46v. Di tale forma assembleare, peraltro, si tratterà nel paragrafo successivo.

653 ASCN, Riformanze, Reg. 1491-1492, c. 12v. Per tale forma assembleare si segua quanto scritto nella

nota immediatamente precedente.

654 Ecco di seguito i rimandi a tre esempi di nomina dei conestabili di Guaita: ASCN, Riformanze, Reg.

1441-1442, cc. 27r-27v; ASCN, Riformanze, Reg. 1471-1472, c. 94r; ASCN, Riformanze, Reg. 1491- 1492, c. 40r (in quest’ultimo caso la nomina era stata direttamente effettuata dai consoli).

655 ASCN, Riformanze, Reg. 1441-1442, c. 27v.

656 ASCN, Riformanze, Reg. 1471-1472, cc. 93v-94r.

138

collegii siano in pratica la stessa corporazione. Una corporazione che, in tal caso, non ha un ruolo professionale, bensì sociale.

Per chiudere questa elencazione di uffici nursini è corretto evidenziare come ne esistessero altri abbastanza importanti. Il medico del comune era in carica per un anno e

il suo nome era estratto dai consoli 658. Il banditore comunale si occupava di promulgare

ufficialmente i banni che le autorità locali principali, l’ufficio consolare in primo luogo,

stabilivano 659. I defensores pupillorum si occupavano di regolamentare le situazioni

complicate relativamente ai bambini in difficoltà per via di problematiche familiari. La loro nomina era mansione del consiglio generale, erano in numero di due e restavano in