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Il cammino della Riforma a Zurigo tra teologia e politica

Nel documento Calvino e il calvinismo politico (pagine 70-72)

alla dottrina riformata

3. Il cammino della Riforma a Zurigo tra teologia e politica

Negli anni Venti, la Riforma in Svizzera aveva dato origine a una spac- catura fra un fronte cattolico e uno protestante, a capo del quale si trovava la città di Zurigo (con il relativo cantone). al suo interno, Zwingli spiccava per carisma e preparazione. Il dissenso confessionale era in realtà solo una delle cause dello stato di tensione, essendo affiancato anche da antiche di- spute territoriali, da una contesa per la supremazia fra alcune città elvetiche (fra cui Berna) e dalla non ancora risolta questione dell’amministrazione del potere nelle città: doveva esso assumere la forma di un governo dei religiosi, oppure di un presbiterio (cui partecipassero le autorità civili e i predicatori), rimanere in mano ai laici o assumere una forma ibrida?

quale che fosse la posizione prevalente nelle città della Svizzera, resta il fatto che i predicatori, cattolici oppure protestanti come Zwingli, trovavano un aiuto nel mobilitare le rispettive comunità alla lotta propugnando la di- fesa dei dogmi di fede e scagliandosi reciprocamente accuse di eresia. e di certo non avevano giovato alla causa della pace la scomunica di Zwingli e la refutazione delle sue tesi da parte dei cattolici (inclusi alcuni emissari di papa adriano VI), in occasione della disputa teologica di Baden del 152619.

17 Sui rapporti fra Zwingli e Bullinger vedi, fra gli altri, i recenti studi di W.p. StephenS,

Bullinger and Zwingli on the Salvation of the Heathen, in “Reformation and Renaissance Review” VII (2005), pp. 283-301; id., Confessing the Faith. The Starting Point for Zwingli

and Bullinger, in “Reformation and Renaissance Review” VIII/1 (2006), pp. 67-82; M. jung,

Zwinglis Nachfolger in Zürich: Neue Perspektiven. Sammelrezension zu Neuerscheinungen des Bullinger-Jahrs 2004, in “Blätter für württembergische Kirchengeschichte” CVI (2006), pp. 245–253. più in generale sul pensiero di Zwingli, vedi J.V. pollet, Huldrych Zwingli et

le Zwinglianisme. Essai de synthèse historique et théologique mis à jour d’après les recher- ches récentes, paris, Vrin, 1988; W.p. StephenS, Zwingli. An Introduction to his Thought,

Oxford, Oxford University press, 1992; S. ronChi, Huldrych Zwingli. Il riformatore di Zu-

rigo, Torino, Claudiana, 2008.

18 Sulla situazione del paese nel corso del xV e del xVi secolo, vedi T.a. Brady, Tur-

ning Swiss. Cities and Empire 1450-1550, Cambridge, Cambridge University press, 1985; a. pettegree, The Early Reformation in Europe, Cambridge, Cambridge University press,

1992, pp. 70-93; B. gordon, The Swiss Reformation cit.

19 Voluta dai cattolici e tenutasi in territorio cattolico (il cantone natale di Bullinger, l’aar-

gau) tra maggio e giugno, vide prevalere le tesi della “vecchia” fede cristiana, in particolare quelle sulla transustanziazione. È però da notare come il dibattito si fosse tenuto in un am- biente estremamente sfavorevole ai Riformati, la cui incolumità non era garantita (Zwingli

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Ma Zwingli stesso era assai agguerrito, e fermamente intenzionato a portare alla causa protestante quante più comunità possibili, per creare una nuova Confederazione di cantoni riformati. È questo lo scopo dei colloqui di Berna del 1528: spingere Berna, sino ad allora neutrale (e probabilmente gelosa di perdere il proprio ruolo egemone nella Confederazione, a favore di Zurigo) all’adesione alla Riforma. Se la potente Berna avesse cambiato partito, era opinione di Zwingli, pure le città minori lo avrebbero fatto.

l’esito della disputa di Berna era dunque cruciale per la causa dei Rifor- mati. Fu per tale ragione che Zwingli, nel gennaio del 1528, portò con sé i migliori e più capaci teologi, polemisti e predicatori che conoscesse. Oltre a ecolampadio, Bucer e Wolfgang Capito, c’era anche Bullinger, motivato e preparato. In questa occasione, tutto era stato allestito in modo che il con- traddittorio con i cattolici finisse con una loro netta sconfitta. a tal fine, era stata replicata l’organizzazione di parte approntata dai cattolici a Baden nel 1526. Non si trattava soltanto di una mera risposta o ripicca rispetto ai fatti di Baden, un pendant a quella conferenza. a Berna infatti era in gioco un pezzo del futuro del progetto politico di Zwingli e della causa protestante. le Dieci Tesi conclusive della disputa bernese20 contengono sì una condan-

na completa delle posizioni cattoliche (relativamente alla legittimità della messa, alla presenza del corpo di Cristo nell’eucaristia, al purgatorio, al cul- to delle immagini, al matrimonio e al celibato del clero, così come al ruolo di mediatore con Dio esercitato dal clero stesso), ma costituiscono anche il viatico con il quale Zwingli trascina Berna e il suo cantone nella nuova casa comune dei cristiani riformati di Svizzera.

Sotto un altro punto di vista, in queste tesi sono contenuti in nuce alcuni elementi dottrinali che Bullinger fece propri ed espresse (talvolta solo in- cidentalmente, talaltra più compiutamente) in varie sue opere: è il caso del passo del De testamento sopra citato, nel quale è presente, in particolare, la condanna della messa e delle immagini sacre. Ma l’esperienza della disputa

stesso non vi partecipò per questo motivo) e che per tutti i diciotto giorni della conferenza dovettero assistere all’intero rituale del cattolicesimo romano, dalla messa all’abbigliamento pomposo della curia. In questa condizione di parzialità, non stupisce che le tesi dei teologi cattolici, guidati da Johann eck, prevalsero su quelle dei Riformati (rappresentati alla con- ferenza di Baden da ecolampadio e Berchtold Haller). Uno studio specifico sulla disputa è l. Von muralt, Die Badener Disputation, leipzig, Heinsius, 1926; vedi anche G.W. lo- Cher, Die Kirche in ihrer Geschichte: ein Handbuck, Göttingen, Vandenhoeck & Ruprecht,

1982, pp. 44 ss.; H. Feld, Der Ikonoklasmus des Westens, leiden, e.J. Brill, 1990, pp. 143

ss. Recentissimo (dicembre 2009) è inoltre il completamento di un progetto di ricerca a cura di a. Schindler, e. Campi, W. Schneider-lastin e D. Roth dell’Università di Zurigo dal titolo Die Badener Disputation von 1526. Kommentierte Edition der Protokolle, dal quale giungerà nuova luce sull’argomento.

20 pubblicate nel febbraio 1528 a Zurigo prima, a Strasburgo e Berna poi, furono redatte

dai due pastori bernesi Berchtold Haller e Franz Kolb. Sono edite in J. StriCkler, Akten-

sammlung aus der Zeit der Helvetischen Republik, Bd. 1, Bern, Stämpflische Buchdruckerei, 1887 e, più di recente e in traduzione italiana, in Il sigillo della verità. Fede e prassi nel Si- nodo di Berna (1532), a cura di F. Ferrario, Torino, Claudiana, 1993, pp. 41-47 (commento alle pp. 21-24).

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di Berna non si limitò, dal punto di vista di Bullinger, a rafforzare in lui la fede nei dogmi protestanti: essa gli permise altresì di comprendere come, nella logica dei rapporti fra le chiese elvetiche, la diplomazia, la pazienza e la ricerca di un foedus, di un accordo, fossero la soluzione più opportuna, rispetto a quella dello scontro frontale. In ciò, egli si dimostrò un osserva- tore più acuto di Zwingli stesso, come dimostrano le sanguinose vicende posteriori, che videro coinvolti direttamente Zwingli e Zurigo, e indiretta- mente Bullinger.

Nel documento Calvino e il calvinismo politico (pagine 70-72)