• Non ci sono risultati.

Ecclesiologia puritana

Nel documento Calvino e il calvinismo politico (pagine 151-156)

I pURITaNI e la TeOlOGIa pOlITICa Del XVI SeCOlO

5. Ecclesiologia puritana

In tutte le sue varianti, la teologia politica calvinista o puritana non com- prendeva nessuna forma di mediazione reale così come escludeva ogni inter- cessione pontificale. entrambi questi rifiuti erano conseguenze necessarie del modo in cui la teologia puritana immaginava il corpo spirituale degli eletti e del modo in cui lo rappresentava nei cieli e in terra. Il corpo della vera chiesa deriva infatti direttamente dal patto della grazia e il suo capo è Cristo.

39 m. SCattola, Il concetto di tirannide nel pensiero politico tedesco della prima età

moderna, “Filosofia politica” (Bologna), X (1996), pp. 391-420, qui pp. 392-401; id., Wi-

derstand und Naturrecht im Umkreis von Philipp Melanchthon, in: Das Interim 1548/50. Herrschaftskrise und Glaubenskonflikt, a cura di l. Schorn-Schütte, Gütersloh, Gütersloher Verlagshaus, 2005, pp. 459-487.

40 h.j. hillerBrand, Föderaltheologie im radikalen Flügel der früher Reformation, in:

Konsens und Konsoziation cit., pp. 9-17.

41 C.S. mCCoy, j.W. Baker, Fountainhead of Federalism. Heinrich Bullinger and the

Convenantal Tradition. With a Translation of De testamento seu foedere Dei unico et aeterno (1534), louisville, Ky, John Knox press, 1991; j.W. Baker, Covenant and Community in

the Thought of Heinrich Bullinger, in: The Covenant Connection. From Federal Theology to Modern Federalism, a cura di D.J. elazar e J. Kincaid, lanham, Md, lexington Books, 2000, pp. 15-29; C.a. ZWierlein, Reformierte Theorien der Vergesellschaftung: Römisches Recht,

föderaltheologische koinwnàa und die consociatio des Althusius, in: Jurisprudenz, Politische Theorie und Politische Theologie, a cura di F.S. Carney, H. Schilling e D. Wyduckel, Berlin, Duncker und Humblot, 2004, pp. 191-223.

42 Der Herrschaftsvertrag, a cura di a. Voigt, Neuwied am Rhein, luchterhand, 1965,

pp. 86-130; StephanuS juniuS BrutuS [= h. languet?], Vindiciae contra tyrannos, sive

de principis in populum populique in principem legitima potestate, [s.l.], [s.e.], 1580 (1a ed.

1579), quaest. 2, pp. 33-47 e quaest. 3, pp. 146-157; [th. de BèZe], De iure magistratuum in

subditos et officio subditorum erga magistratuus, ivi, (1a ed. 1576), quaest. 9, pp. 315-317. 43 i. althuSiuS, Disputatio politica de regno recte instituendo et administrando (1602),

COPIA DIGIT

ALE

RICHIEST

A D

ALL

’A

UT

ORE

DA USARE UNICAMENTE NEI MODI

CONSENTITI D

ALLA LEGGE

E IN OGNI CASO NON

TRASMETTIBILE

A

TERZI

TORINO, 28 NO

VEMBRE 2017

COPIA DIGIT

ALE

RICHIEST

A D

ALL

’AUT

ORE

DA USARE UNICAMENTE NEI MODI CONSENTITI D

ALLA LEGGE

E IN OGNI CASO NON

TRASMETTIBILE

A

TERZI

TORINO, 28 NO

VEMBRE 2017

Qual è la caratteristica del capo? Di essere il punto più alto e perciò può esserci un solo capo, cioè Cristo. Qual è il compito del capo? Di inviare la sua forza a tutte le membra. Infatti, come le membra naturali traggono ani- ma e spirito dal capo, così la chiesa ottiene la sua vita spirituale e il suo in- tendimento da Cristo, che è il solo in grado di rinvigorire e dare vita. e Pa-

olo, dandogli l’appellativo di capo della chiesa, lo innalza al di sopra degli angeli, degli arcangeli, dei principati e delle potenze. e anche se fosse il successore di Pietro e Paolo, il papa non sarebbe ciò nonostante il capo del- la chiesa, come non si addice a nessuna creatura semplice nei cieli o sotto i cieli. Ma il papa non potrebbe essere un capo ministeriale? Così la chie- sa sarebbe una mostruosità, se potesse avere più capi allo stesso tempo o se potesse di tanto in tanto rimanere senza il necessario capo, come deve ac- cadere alla morte di un papa. Inoltre, se Cristo è sempre effettivamente pre- sente nella sua chiesa con il suo spirito, che bisogno ha di avere un vicario o un rappresentante44?

Cartwright spiega che nella chiesa, che può essere universale, nazionale o locale45, esiste una relazione diretta tra il capo della comunità, Cristo, e

ciascun singolo cristiano, membro della chiesa. In generale, egli continua, la partecipazione dei cristiani alla chiesa può essere immaginata in due modi diversi perché Cristo, il capo della chiesa, può unirsi al corpo sia nella sua totalità sia nelle sue singole parti. Nel primo caso è evidente che il corpo della chiesa dovrebbe essere costituito prima di relazionarsi al suo capo. In tal senso la chiesa dovrebbe essere una comunità corporata e rappresenta- ta da un’autorità o da una gerarchia di autorità, come il papa e i vescovi, e in tal senso parteciperebbe al patto della grazia con Cristo come un corpo intero. I membri della chiesa sarebbero perciò uniti a Cristo non come sin- goli esseri umani, ma come un tutto strutturato, esistente in forza delle sue istituzioni rappresentative. Ma questo chiaramente implicherebbe, conclude Cartwright, che la chiesa ha due capi, il capo terreno e ministeriale del papa e il vero capo celeste di Cristo, e finirebbe per somigliare così a un mostro. Il modo giusto di immaginare la chiesa deve perciò essere il secondo, nel quale il corpo si costituisce solo attraverso una relazione diretta di ciascun

44 th. CartWright, Christian Religion cit., Mt. 18,15-20 e I Cor. 16,22, pp. 197-198:

«What is the property of the head? To be highest; and therefore there can be but one, even Christ, What is the office of the head? To convey the powers of it into all the members: for as the natural members take spirit and sense from the head; so the church hath her spiritual life and feeling of Christ; who is only able to quicken and give life. Whom by this title of the head of the Church Paul lifteth up above all angels, archangels, principalities and powers. and therefore if the pope were the successor of Peter and Paul, yet should he not be therefore the head of the Church; which agreeth to no simple creature in heaven or under heaven. But may not the pope be a ministerial head? It would make the Church a monster, if it should have more heads at once then one: or to be at any time without a needful head; as it must needs be in the death of the pope. Besides that, when Christ is always effectually present in his Church by his spirit, what needs he to have a vicar or deputy?».

COPIA DIGIT

ALE

RICHIEST

A D

ALL

’A

UT

ORE

DA USARE UNICAMENTE NEI MODI

CONSENTITI D

ALLA LEGGE

E IN OGNI CASO NON

TRASMETTIBILE

A

TERZI

TORINO, 28 NO

VEMBRE 2017

COPIA DIGIT

ALE

RICHIEST

A D

ALL

’AUT

ORE

DA USARE UNICAMENTE NEI MODI CONSENTITI D

ALLA LEGGE

E IN OGNI CASO NON

TRASMETTIBILE

A

TERZI

TORINO, 28 NO

VEMBRE 2017

singolo con Cristo46. Come la testa percepisce immediatamente le sensa-

zioni di ogni parte del corpo umano e comanda direttamente a ciascuna di esse47, senza l’ausilio d’intermediari, così Cristo opera immediatamente

nell’anima degli eletti48.

poiché la relazione tra Cristo e l’anima è diretta, essa non può essere espressa da nessun simbolo, azione o istituzione esteriore e visibile, come sono quelli della chiesa cattolica, ma può manifestarsi solo come evidenza interiore. Ma questa relazione coincide con il patto della grazia, che allora, anche quando è attivo, non può mai darsi a conoscere esteriormente. perkins descrive molti livelli di questa conoscenza interiore della fede, che culmina nella «plhroforàa (pienezza), una sicurezza piena, che non è soltanto una persuasione certa e veritiera, ma anche una persuasione del cuore piena, con la quale un cristiano, sostenendosi tanto più fermamente a Cristo, ha una conoscenza piena e inflessibile che Dio lo ama e che darà a lui in persona Cristo e tutta la sua grazia relativa alla vita eterna»49. Fenner descrive gli

effetti della grazia come una «una sicurezza interiore dello spirito […], dalla quale deriva anche la santità e la beatitudine». In questa nuova condizione il peccato non ha più alcun potere sull’anima umana, perché la nuova creatura generata dall’unione con Cristo agisce secondo giustizia e ottiene «la promes- sa di essere ricompensata […] sia in questa vita sia nella vita futura»50.

l’idea secondo cui la relazione con Dio può essere solo diretta e imme- diata ha due importanti conseguenze nella vita e nella storia della comunità cristiana. In primo luogo i sacramenti non possono essere un canale di gra- zia indipendente dall’esperienza individuale. al contrario, essi sono solo un segno e un sigillo del patto che, in effetti, ebbe luogo nell’eternità, quando Dio scelse gli eletti. In tal senso i sacramenti non possiedono nessun potere di giustificazione51. In secondo luogo, Dio parlò direttamente all’umanità

46 Ivi, Mt. 18,15-20 e I Cor. 16,22, pp. 200-202.

47 R. rolloCk, A Treatise of Gods Effectual Calling cit., cap. 29, p. 198. 48 W. perkinS, A Golden Chaine cit., cap. 36, p. 78r-v.

49 Ivi, cap. 36, p. 81r: «The highest degree of faith, is plhroforàa, a full assurance,

which is not only a certaine and true, but also a full persuasion of the heart, whereby a Chris- tian much more firmely taking hold on Christ Jesus, maketh full and resolute account that God loveth him, and that he will give to him by name, Christ and all his graces pertaining to eternal life. Rom. 4,20». Vedi j. doWname, The Christian Warfare cit., pars 1, lib. II, cap.

12-14, pp. 123-146.

50 d. Fenner, The Sacred Doctrine of Divinitie cit., lib. II, cap. 13, pp. 18-19: «The fruit

of faith […] is but an infancy or weak inception of our regenerate estate, during our whole life. Sealed up in our owne inward assurance of the spirit, not in the worlds discerning of it; and growing according as our faith doth grow: from whence also commeth a sanctification and blessednes but in part. So that touching sanctification there is no more now required, but that sin beare not the rule in us: and our works of righteousnesse, though all mingled with sinne, yet are not onely pleasing unto God through his forgivenesse of the sinne, but have beside, of Gods free goodnesse looking upon them in the perfection of his sonne, speciall promises of reward made unto them, both in this life, and in the life to come».

51 W. perkinS, A Golden Chaine cit., cap. 32, p. 72r-v; j. doWname, The Christian War-

COPIA DIGIT

ALE

RICHIEST

A D

ALL

’A

UT

ORE

DA USARE UNICAMENTE NEI MODI

CONSENTITI D

ALLA LEGGE

E IN OGNI CASO NON

TRASMETTIBILE

A

TERZI

TORINO, 28 NO

VEMBRE 2017

COPIA DIGIT

ALE

RICHIEST

A D

ALL

’AUT

ORE

DA USARE UNICAMENTE NEI MODI CONSENTITI D

ALLA LEGGE

E IN OGNI CASO NON

TRASMETTIBILE

A

TERZI

TORINO, 28 NO

VEMBRE 2017

fino al tempo degli apostoli attraverso la sua viva voce e la predicazione di Cristo o attraverso la voce e le opere di uomini straordinari, come i profeti e gli apostoli. Ma con il Vangelo e la missione degli apostoli, l’insegnamen- to cristiano ha raggiunto la massima chiarezza e non richiede nessun’altra spiegazione. perciò, da quel tempo, Dio ha cessato di parlare direttamente e manifesta se stesso solo nella voce scritta della Bibbia. I miracoli sono per- ciò impossibili e i profeti sono scomparsi dalla terra52.

Ma da ciò non consegue che la Chiesa o i pastori e i dottori della Chiesa sia- no governati da quello spirito in modo tale che non possano errare per nul- la nel dispensare la verità. Giacché questo era appunto il dono straordinario dello Spirito Santo, che tuttavia fu dato soltanto per un tempo limitato, men- tre il dono dello spirito, che fu dato alla Chiesa di Cristo dopo la missione degli apostoli, è ordinario e continuo, per testimoniare il dono della santità, dell’illuminazione, della rigenerazione53.

In tal senso nessuno può ritenere di avere una conoscenza infallibile delle Sacre Scritture e nessuno può agire come un mediatore tra Dio e la comunità degli eletti. le istituzioni come il papato cattolico o la chiesa anglicana che pretendono di mediare gerarchicamente tra Dio e gli individui usurpereb- bero l’onnipotenza divina e il suo decreto eterno. Nello stesso senso nessun re può essere stato istituito direttamente da Dio, perché in tal caso avver- rebbe una manifestazione diretta di Dio dopo l’ascensione di Cristo. anche se la sua azione si limitasse al suo regno, un tale re sarebbe un mediatore dell’ordine divino, di quella che Fenner chiama e‹taxàa, tanto che le sue azioni non deriverebbero dal patto della grazia e dall’immediata unione con Cristo, ma sarebbero azioni buone in sé, provenienti da una fonte diversa e indipendente. Ciò infine implicherebbe che sulla terra operano due diversi canali della fede dopo la morte e la resurrezione di Cristo, sia l’elezione per fede sia il re e la sua gerarchia. Ma il patto della grazia è l’unico principio di giustificazione spirituale e di bontà morale (e politica). le sole fonti di

bitter death, to redeeme us out of the hands of our spiritual enemies: and to the end we should be made partakers of Christ and all his benefits; he hath given us his Word, and made his Covenant with us, that in Christ he will be our God, and we his people, he our Father, and we his children. and lest yet there should be any place left to doubting, he hath added to his Word, his Sacraments, which like Seales may assure us of his love and favour». Vedi quanto cinquant’anni dopo avrebbe concluso Th. hoBBeS, De cive. Elementi filosofici del cittadino

(1642), a cura di T. Magri, Roma, editori Riuniti, 1979, cap. 17, parr. 5-6, pp. 254-257; id.,

Leviatano o la materia, la forma e il potere di uno stato ecclesiastico e civile (1651), a cura di a. pacchi, Roma-Bari, laterza, 1989, parte 3, cap. 35, p. 339.

52 R. rolloCk, A Treatise of Gods Effectual Calling cit., [cap. 39], pp. 275-279. 53 Ivi, [cap. 39], p. 277: «But hence it followeth not that either the Church, or the pas-

tors and doctors in the Church, are so governed with that spirit, that they cannot at all err in delivering the truth. For this was the extraordinary gift of the Holy Ghost, which was given but for a time; but the gift of the Spirit, which was given to the Church of Christ since the times of the apostles, is ordinary and perpetual; to wit, the gift of sanctification, illumina- tion, and regeneration».

COPIA DIGIT

ALE

RICHIEST

A D

ALL

’A

UT

ORE

DA USARE UNICAMENTE NEI MODI

CONSENTITI D

ALLA LEGGE

E IN OGNI CASO NON

TRASMETTIBILE

A

TERZI

TORINO, 28 NO

VEMBRE 2017

COPIA DIGIT

ALE

RICHIEST

A D

ALL

’AUT

ORE

DA USARE UNICAMENTE NEI MODI CONSENTITI D

ALLA LEGGE

E IN OGNI CASO NON

TRASMETTIBILE

A

TERZI

TORINO, 28 NO

VEMBRE 2017

autorità in terra rimangono perciò i patti tra Dio e il suo popolo e da essi trae origine anche il comando del re e di tutte le ulteriori gerarchie politiche, con la conseguenza, che il magistrato deve essere sempre punito quando agisce contro i patti divini.

poiché sia la chiesa sia la comunità politica sono basate sulla stessa fonte, sul patto della grazia, possiamo riassumere la teologia politica dei puritani come Cartwright, Fenner, perkins, Downame e Rollock nel modo seguente. Dio ha scelto i suoi santi fin dall’eternità del suo volere. Durante la creazio- ne egli ha dato la sua legge ad adamo e all’intero genere umano attraverso il patto delle opere, che comprende sia il culto religioso sia la vita nella so- cietà umana. Ma la colpa ha fatto sì che l’umanità non potesse più seguire la legge originale, che dalla caduta in poi poté infatti valere soltanto come una condanna. Di conseguenza, Dio stipulò per mezzo di suo Figlio un secondo patto, il patto della grazia, solamente con gli eletti, che sono così in grado di obbedire alla legge divina e di condurre una vita onesta. Il patto delle opere, che ora essi possono osservare, prescrive infatti al quinto comandamento, nella numerazione calvinista, di obbedire ai genitori nella famiglia e questa norma elementare compendia in sé anche l’obbedienza verso tutte le altre autorità della comunità civile54.

Fino a questo punto possiamo immaginare una linea diretta, che inizia con il decreto eterno di elezione, discende alla creazione del mondo, produce il patto delle opere dato ad adamo e infine raggiunte il patto della grazia, sti- pulato dapprima con il popolo di Israele. Cristo è la prossima tappa di questa linea, che qui si divide in due direzioni. Infatti, fino alla ascesa di Cristo in cielo, Dio parlò al suo popolo con la sua viva voce, così che l’ordine politico risultava costruito direttamente sulla parola divina e su fatti esteriori, come l’appartenenza etnica. Ma da quanto Cristo ha lasciato la terra, Dio si mani- festa solo attraverso la sua voce scritta e nella persuasione della coscienza. Così, sebbene la chiesa cristiana sia ora fondata sulla predicazione di Cristo, non ci sono segni esteriori capaci di istituire una repubblica cristiana. essa può essere fondata solo attraverso un patto tra gli eletti, i quali a loro volta sono stati scelti dal decreto eterno, dal patto delle opere e della grazia, e tale elezione si manifesta solo nell’intimo della loro coscienza. Una comunità politica cristiana è perciò basata sugli individui e la sua fondazione è soltan- to indirettamente divina. Nessun segno esteriore può infatti dimostrare che questa comunità è stata fondata da Dio. D’altra parte, i membri di questa comunità hanno un’immediata relazione con Dio, e la loro elezione, il punto di partenza della linea discendente, è la condizione necessaria per istituire una repubblica legittima. In tal senso la loro comunità politica deriva anche direttamente da Dio.

54 th. CartWright, Christian Religion cit., Rom. 2,14-15, pp. 104-105; d. Fenner,

COPIA DIGIT

ALE

RICHIEST

A D

ALL

’A

UT

ORE

DA USARE UNICAMENTE NEI MODI

CONSENTITI D

ALLA LEGGE

E IN OGNI CASO NON

TRASMETTIBILE

A

TERZI

TORINO, 28 NO

VEMBRE 2017

COPIA DIGIT

ALE

RICHIEST

A D

ALL

’AUT

ORE

DA USARE UNICAMENTE NEI MODI CONSENTITI D

ALLA LEGGE

E IN OGNI CASO NON

TRASMETTIBILE

A

TERZI

TORINO, 28 NO

VEMBRE 2017

Nel documento Calvino e il calvinismo politico (pagine 151-156)