Se la scelta di esaminare qui passi dell’Institutio è parsa doverosa, trattan- dosi dell’opera maggiore e più nota di Calvino, è forse necessario spiegare le ragioni dell’interesse verso le Homiliae su Samuele.
le 107 omelie di Calvino, risalenti al 1561-62, fanno parte della sua vastissima produzione omiletica ed esegetica, che nei Calvini Opera com- prende oltre 30 volumi184. Una goccia in un mare, a tutta prima; e in effetti
l’importanza delle Homiliae non consiste nella loro estensione o consisten- za, né nella loro fortuna editoriale185. Conta piuttosto il fatto che esse, da
183 Sul rapporto di Zwingli con gli anabattisti e lo sviluppo del suo pensiero federale, vedi
H.J. SelderhuiS, The Calvin Handbook cit., pp. 147, pp. 308 ss., pp. 346-47.
184 CO, voll. XXIII-lV e lVIII. a questi sono da aggiungere i testi di Calvino raccolti nei
Supplementa Calviniana: sermons inédits, a cura di e. Mulhaupt et al., 11 voll., Neukirchen- Vluyn, Neukirchener Verlag, 1936-2000. Sulle opere di Calvino come esegeta e predicatore, vedi W. de greeF, The Writings of John Calvin. An Introductory Guide. Expanded Edition,
trad. di l.D. Bierma, louisville, Westminster John Knox press, 2008, pp. 75-100.
185 al contrario, il testo delle omelie non venne dato alle stampe se non nel 1604, molto
tempo dopo la morte di Calvino, secondo quanto affermano gli editori dei Calvini Opera nella prefazione alle Homiliae in primum librum Samuelis, XXIX, col. 237.
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TORINO, 28 NO
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qualche decennio a questa parte, siano divenute oggetto di ricerca per gli studiosi del pensiero federale, insieme ad altri sermoni di Calvino. Il merito va ascritto alla scuola anglosassone, che ha avviato un progetto di studio ed esame delle Homiliae calviniane su Samuele186.
Nel quadro degli studi sul pensiero politico, ciò che interessa del testo di I Samuele è quanto contenuto in alcuni capitoli, in particolare l’ottavo, nel quale si narra di come il popolo di Israele richiese un re a Samuele e di come Dio accolse la richiesta, avvertendo però gli ebrei dei poteri che il re avrebbe avuto su di loro. Non meno importanti sono i capp. 10 - 12, che trattano della consacrazione di Saul come re e dell’obbligo di obbedienza e fedeltà che i sudditi hanno verso il re e verso Dio. Infine, i capp. 13 - 31, nei quali sono descritte le sempre più gravi prevaricazioni del re Saul, fino allo scoppio della ribellione di Davide e all’alleanza contro Saul, nata con lo scopo di deporre il re.
Dalla narrazione di I Samuele sono derivati, nel corso dei secoli, spunti di riflessione e dibattito su temi fondamentali quali la sovranità, la defini- zione dei poteri di popolo e magistrato/i, il nesso fra mandante e mandatario dell’amministrazione, il concetto di rappresentanza, la natura contrattuale dei rapporti politici, il diritto di resistenza alla tirannide e così via. Neppure Calvino si è sottratto a questo dibattito, come prova la lettura del testo delle
Homiliae187; egli anzi ha affrontato temi come la forma di governo migliore,
la necessità per ogni tipo di politia (incluse le monarchie assolute) di fon- darsi su un patto, l’obbligo di obbedienza ai magistrati, accompagnato dal contemporaneo obbligo di questi ultimi al rispetto della legge. per queste ragioni, Daniel elazar ha potuto scrivere di Calvino che «his commitment to covenant was manifest in his politics as reflected in his 1551 sermon on I Samuel»188.
l’aspetto forse più significativo delle Homiliae concerne l’uso del lessico federale nel suo complesso. Trattando delle varie edizioni dell’Institutio, ab-
186 Vedi Calvin Studies Colloquium, a cura di Ch. Raynal, j. leith, Davidson, Davidson
College presbyterian Church, 1982. qui si trovano tradotte alcune sezioni delle omelie su I Samuele, a opera di Douglas Kelly. Una traduzione inglese completa delle omelie su II Sa- muele è invece in D. kelly, Sermons on 2 Samuel. Chapters 1-13, edinburgh, Banner of
Truth Trust, 1992. per la connessione delle Homiliae con la situazione storica coeva e per un sunto delle posizioni politiche di Calvino nelle Homiliae, Vedi W. nijhenuiS, Ecclesia Re-
formata. Studies on the Reformation, vol. 2, leiden-New York-Köln, Brill, 1994, pp. 85-97. Si veda anche W. de greeF, The Writings cit., p. 96. È inoltre da ricordare quanto importanti
siano stati in generale i sermoni e le omelie di Calvino per Michael WalZer, che vi attinge a
piene mani nel suo studio La rivoluzione dei santi. Il puritanesimo alle origini del radicali- smo politico, Torino, Claudiana, 1996, in particolare nel capitolo secondo (pp. 59-102), che è dedicato proprio al calvinismo e alla dottrina dello Stato elaborata da Calvino.
187 per esempio, le omelie 27-29, in CO, XXIX, coll. 534-563. Ma il discorso di Calvino
si sposta molto di frequente sui concetti di magistratus, subditus, ius, electio, foedus, politia anche altrove. Così è, fra l’altro, nelle omelie 80 (CO, XXX, coll. 421-32), 86 (ivi, coll. 490- 502) e 31 (CO, XXIX, coll. 574-85).
188 D.J. elaZar, Covenant and Commonwealth cit., vol. II, p. 182. la datazione al 1551
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biamo visto come Calvino faccia un uso sempre più consistente dei termini nel corso delle riedizioni dell’opera. Una caratteristica rilevata riguardava il fatto che raramente i termini “federali” nell’Institutio hanno un significato mondano e secolare, ma si riferiscono prevalentemente al rapporto essere umano-Dio. ebbene, nelle Homiliae in primum librum Samuelis la situazione è del tutto differente: in primo luogo, se foedus rimane la parola chiave (54 attestazioni), termini come contrahere e contractum (9 occorrenze ciascuno) sono molto più presenti, mentre altri risultano di uso limitato (testamentum, 4 occorrenze) o assenti (stipulo, stipulatio, inire, pangere). In secondo luogo, l’uso fatto da Calvino dei termini è per lo più quello secolare. Ciò è vero ad esempio per foedus (32 attestazioni su 54 totali), pactum (6 su 7), contrahe-
re/contractus (14 su 18), testamentum (3 su 4).
la ragione va ricercata in parte nella natura del testo veterotestamen- tario: come si ricordava sopra, nel libro di Samuele uno spazio importante hanno i foedera che portano alla costituzione della monarchia, in luogo del precedente governo dei giudici, e quelli tra Davide, il figlio di Saul Giona- tan e altri allo scopo di deporre il tiranno. la dimensione contrattualistica, terrena, umana della materia difficilmente potrebbe restare priva di effetto nel campo delle scelte lessicali di Calvino.
Tuttavia, si deve anche considerare almeno una seconda motivazione possibile: che Calvino, cinquantaduenne all’epoca in cui tenne le omelie a Ginevra, avesse ormai iniziato a concepire il foedus in termini più ampi, come una risorsa con cui l’uomo può vivere in pace e serenità questa vita, al riparo dalle violenze e dai soprusi. Una convinzione acuita dalle rivolte a sfondo religioso che proprio nel 1560-62 travagliavano la vicina Francia e la cui eco giungeva fino a Ginevra, portata dalla viva voce dei rifugiati. la via della pacificazione passa dunque attraverso la stipula di contratti di alleanza mutui: sottolineiamo il termine perché il Calvino delle Homiliae
in Samuelem insiste molto sulla reciprocità e bilateralità del foedus terreno. perché l’accordo regga, è giocoforza che l’intesa delle parti sia salda, e che entrambe abbiano soddisfazione. Ciò implica anche che esse riconoscano ciascuna i propri limiti, per non prevaricare l’altra. quella bilateralità che stentava a emergere sul campo di battaglia teologico dell’Institutio si pro- pone dunque in un terreno altro, quello della vita civile e associata, ma non per questo è privo di vigore.
per concludere, alla luce dell’esame condotto sin qui, se dovessimo por- ci la domanda formulata da J.B. Torrance e da lui impiegata nel titolo di un suo articolo: Was Calvin a Federal Theologian?189, non potremmo che ri-
spondere affermativamente.
189 J.B. torranCe, The Concept of Federal Theology – Was Calvin a Federal Theolo-
gian?, in: Calvinus Sacrae Scripturae Professor. Calvin as Confessor of Holy Scripture. Die Referate des Internationalen Kongresses für Calvinforschung. Vom 20. bis 23. August 1990 in Grand Rapids, a cura di W.H. Neuser, Grand Rapids, eerdmans, 1994, pp. 15-40. peraltro, nell’articolo citato l’autore vede la teologia federale un prodotto più dei calvinisti successivi che di Calvino in sé.