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Cittaslow: obligados a vivir bien!

IL BENESSERE E LE SUE MISURAZIONI

4. Cittaslow: obligados a vivir bien!

Le parole del presidente del Movimento Cittaslow internazionale de-finiscono chiaramente gli obiettivi principali del network che, da quin-dici anni è andato ampliandosi riuscendo ad esportare fin oltre oceano: «i cardini attorno a cui si sviluppano i concetti e i progetti di Cittaslow, unici nel panorama mondiale, sono il rispetto per l’identità locale, la me-moria, il patrimonio di comunità; il rispetto dell’ambiente naturale, del paesaggio e della biodiversità l’inserimento di tecnologie per la sostenibi-lità, il risparmio e il riuso in città e in campagna; la responsabilità come elemento imprescindibile di sviluppo locale» (Oliveti, 2012: 9), attraver-so il recupero del senattraver-so di lentezza, innalzandola a valore, di inclusio-ne implementando progetti di sviluppo urbano basato sulle 3E: equità, economia sostenibile e protezione ambientale richiamandosi ai lavori di Campell (1996).

La necessità di recuperare il paradigma della lentezza, di valorizzare il patrimonio, la dimensione locale e ristabilire il senso di comunità emerge dalla volontà, sempre più alta, di innalzare la soglia del vivere urbano, sle-gandola dalla materialità e dalla ricerca dell’individualità e dell’isolamen-to, tipico delle società “veloci” del secondo Novecento. L’essere lenti non contrasta con l’essere efficienti, ma consente di dare maggiore spazio alla qualità e ai contenuti del vivere urbano riscoprendo l’economia soste-nibile, facendo ricorso anche al mondo dell’arte (Kagan, Hahn, 2011) e

Chiara Beccalli 311 310 Le nuove città del sogno e del buen vivir

poggiandosi sulle nuove tecnologie sempre mantenendo il focus del man-tenimento, scoperta e creazione delle tradizioni e delle specificità locali.

Le città aderenti al network internazionale hanno implementato pro-getti volti all’innovazione tecnologica di tipo smart, come nel caso del-la piattaforma Finesse (Future Internet Networked Enterprises for Smart

Sustainable Ecosystems) pensata per coordinare e promuovere progetti

pilota capaci di supportare modelli economici sostenibili attraverso l’a-dozione di sistemi internet avanzati. L’obiettivo generale si lega alla rea-lizzazione di forme innovative di business, nuove forme di relazione con i clienti, siano essi privati o pubblici (Catalano, Tocci, 2012: 46). Il pro-getto Cittaslow guida alla ricerca del benessere; in generale, le città che intendono prendere parte al network devono lavorare per conformarsi a criteri inerenti le politiche ambientali, la pianificazione urbana, la va-lorizzazione dei prodotti locali incentivando l’ospitalità e la convivialità (Mayer, Knox, 2010). “Benstare” esula dal possesso di beni materiali e dalla possibilità economica di accedere ai beni di consumo, ma per chi vive nelle città del network, la chiave di lettura è, al contempo, interna ed esterna. Per gli abitanti dei centri urbani slow, il Movimento li incentiva e li sostiene al mantenimento delle tradizioni a livello agricolo e artigia-nale, stimolandoli a occupare nicchie di mercato incentrate sull’unicità e la qualità dei prodotti. Ampia attenzione è rivolta alla collaborazione tra cittadini, pubbliche amministrazioni e privati per il miglioramento di sistemi di trasporto pubblico sostenibili a livello ambientale, oppure per la realizzazione di piste ciclabili più estese e sicure per la circolazione. Le iniziative promosse dalle città aderenti al Movimento sono accompagnate da un percorso di formazione e di sensibilizzazione dei residenti, spe-cialmente in materia di inclusione e accoglienza. La miglior accessibilità e fruibilità dei piccoli centri e la formazione all’accoglienza sono aspetti che consentono alle città slow di aprirsi all’esterno e di farsi conoscere intercettando flussi di turisti slow che seguono una filosofia del viaggio le-gata alla lentezza, alla scoperta e alla conoscenza della realtà in cui si sce-gli di immergersi. Il viaggio slow si trasforma in un’esperienza profonda, di incontro diretto con i locali e di immersione alla ricerca dell’autenticità e della qualità delle tradizioni alimentari, enogastronomiche, artigianali e culturali. Il turista slow è alla ricerca di un contatto diretto con i locali, portatori del genius loci che si riproduce negli spazi che questi

occupa-no e nelle attività che svolgooccupa-no (Zago, 2012). La necessità di rallentare, di abbracciare la lentezza e ricercare il benessere sono indicativi di una «generale insoddisfazione dovuta alla velocità della vita e alla perdita di qualità in favore, invece, di un incremento della qualità e dell’accelerazio-ne» (Radstrom, 2011: 94 ss.).

Il successo, la longevità e l’internazionalità del Movimento sono il ri-sultato di tre aspetti principali: il primo è l’attenzione rivolta a località che contano un massimo di 50.000 abitanti; il secondo riguarda la capa-cità inclusiva dell’approccio bottom up e il terzo si lega all’ampio respiro delle attività e degli aspetti che le buone pratiche delle città aderenti al circuito possono mettere in atto. Come recita il Manifesto di Cittaslow per l’Europa, i comuni che vi fanno parte devono puntare alla qualità di vita più alta possibile, perché questa diventa un valore cui educare e for-mare i cittadini per un ritorno alla terra. La formazione avviene seguendo gli obiettivi e i principi del Progetto Terra Madre, volti alla creazione di un rapporto costante, costruttivo ed economicamente e socialmente proficuo tra la città e la campagna. Attraverso il sito ufficiale del Mo-vimento (http://www.cittaslow.org) è facile verificare la numerosità dei progetti, delle iniziative di formazione e divulgazione che i diversi centri urbani europei ed americani realizzano. Non mancano attività proget-tuali legate alla realizzazione di orti sociali i cui prodotti divengono parte del commercio a chilometro zero; conosciuti sono i progetti legati alle tradizioni agroalimentari come le strade del vino che collegano Orvieto ai suoi sobborghi, oppure il progetto realizzato nella cittadina turca di Gokceada per il recupero delle tradizioni culinarie volano, altresì, del turismo e dell’economia femminile della cittadina (Yurtseven, Karakas, 2013). Altresì importante è il lavoro volto alla formazione di imprese lo-cali per la realizzazione di progetti legati alla bioedilizia, per il ripopo-lamento di territori marginali come Racheath, nel Sud dell’Inghilterra, oppure all’utilizzo nei piccoli comuni delle energie rinnovabili in col-laborazione con importanti aziende del mondo dell’energia, quali Enel e Beghelli. Dalla contea di Norfolk giunge l’esempio di un progetto di sostenibilità ambientale che ha avuto la capacità di coinvolgere più livelli della cittadinanza: allievi delle scuole primarie, famiglie, negozianti e ac-quirenti, in quanto il progetto si è posto l’obiettivo di eliminare le borse di plastica dai negozi e supermercati della città di Aylsham; il progetto ha

previsto spazi di formazione ed educazione sui temi dell’ecologia rivolto ai bambini delle classi primarie e ai loro genitori, nella decorazione di borse di stoffa da distribuire negli esercizi commerciali. Anche la città di Novellara (Re) si è attivata nella realizzazione di progetti legati alla sostenibilità ambientale e che hanno coinvolto differenti attori sociali: scuole, famiglie e alunni con il “Bici-bus” per la realizzazione di percor-si casa-scuola percor-sicuri; progetti di tutela della biodiverpercor-sità che ha visto la collaborazione delle guardie giurate ecologiche volontarie (gev) nei siti di interesse comunitario e nelle zone di protezione speciale, denominate Valli di Novellara e Reggiolo. Infine, un esempio di inclusione sociale vie-ne dalla città di Monteregio, in provincia di Grosseto, che ha coinvolto in un corso di degustazione culinaria i detenuti della casa circondariale di Massa Marittima; un progetto che ha inteso avvicinare i reclusi al proget-to Taste of Freedom che intende essere un esempio di cittadinanza attiva europea (coinvolge più paesi europei: Italia, Turchia, Lituania, Porto-gallo, Spagna) e che si estende alle situazioni di vita sociale estreme e marginali. Sulla base dell’esperienza del libro Avanzi di galera. Le ricette

dei poco di buono, la pubblicazione del cook book pensata con il progetto

intende far conoscere il mondo carcerario sconosciuto e ignorato in un modo originale, trovando nel cibo un efficace espediente per parlare del-la vita carceraria e per incentivare del-la coldel-laborazione tra operatori sociali, istituzione carceraria e detenuti.

Per concludere, è bene sottolineare come esista un fil rouge che unisce la realtà andina con il Movimento Cittaslow, qui brevemente presentato. Entrambe le filosofie rivolgono l’attenzione alla tradizione, al concetto di comunità, al rispetto per il territorio e la natura e all’educazione del-la popodel-lazione ai principi di sostenibilità e inclusione, senza negare le opportunità e le occasioni offerte dall’economia e dalla tecnologia. Per le due realtà, andina e occidentale, la tecnologia offre ampie occasioni per far conoscere, comunicare e coinvolgere altre realtà oppure per con-sentire la riduzione dell’inquinamento, dello sfruttamento del suolo o il deturpamento del paesaggio. Pare chiaro come i progetti di sviluppo, recupero, educazione e inclusione messi in atto dal Movimento Cittaslow non si discostino dai valori promossi dal buen vivir, anzi esistono esempi di progettazione sudamericana che fanno esplicito riferimento al Movi-mento, ritenendolo portatore di principi fondamentali per lo sviluppo

locale. Ad esempio, la città di Pijao, in Colombia, da cinque anni pro-muove un modello di turismo sostenibile impregnato di filosofia slow e che intende dare spazio all’economia locale legata a piccoli imprenditori o aziende a conduzione familiare. Su stimolo delle istituzioni, quindi, le attività turistiche e commerciali sono state orientate seguendo i parametri del Movimento Cittaslow mettendo in pratica un turismo di prossimità volto alla preservazione e all’esaltazione delle bellezze naturali e culturali locali. Il progetto è nato dall’idea di Monica Florez, etnografa ed esperta di comunicazione ha dato vita al progetto Pueblo del buen vivir ed è pre-sidentessa della fondazione Pijao Cittaslow. In un’intervista all’indoma-ni della candidatura di Pijao come prima Cittaslow dell’America Latina (Tejera, 2012), la presidente afferma come il Movimento rappresenta una opportunità unica per l’America Latina, in quanto avanza proposte per la protezione della cultura locale in un mondo sempre più omogeneo. L’esperienza della città colombiana mostra come il Movimento, nel lavo-ro e nella diffusione dei suoi principi, ha la capacità di saper accogliere e interessare realtà culturali, strutture sociali differenti tra loro e che ri-spondono a tradizioni fondative tutt’altro che omogenee. Il Movimento Cittaslow è in grado di creare delle città del sogno, costruite a partire dall’esperienza, dalla conoscenza e dalle esigenze espresse da chi le popo-la, senza forzarle all’interno di contenitori utopici: insignificanti e vuoti.

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Abstract: In the Renaissance, the cities were a metaphor for human

life and community and they acted as guarantors of cultural con-tinuity. Today, contemporary cities are fractals, characterized by a melting pot, not only cultural, but also functional, which over-laps in urban spaces generating new social conflicts and force the representative of the genius loci to cover marginal spaces within of the city. Founding principles of buen vivir and of the Interna-tional Cittaslow Movement are the strengthen of social cohesion, the discover of local traditions, the claim of urban spaces on which to rebuild a sense of community and to give value of slowness. South American cities and the cities of the Cittaslow International Network have implemented governance policies for local planning that put citizens at the center in accordance with the founding traditions for a better quality of life.

Keywords: Buen vivir, Cittaslow, Social cohesion, Planning, Quality

di Elisabetta Pontello 32*

Sommario: 1. Polisemia del concetto di benessere. – 2. Lo stare bene nelle culture individualiste e collettiviste. – 3. Promozione della salute e life skills. – 4. Considerazioni conclusive.