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In collaborazione con il settore privato, rendere disponibile i benefic

Gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (OSM) e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS) – L’Agenda Post-

Traguardo 18: In collaborazione con il settore privato, rendere disponibile i benefic

delle nuove tecnologie, specialmente le tecnologie dell‟informazione e della comunicazione.72

Per la prima volta sono stati stabiliti in forma precisa, con indicatori e dati di scadenza, obiettivi mondiali da raggiungere nell‟area del contrasto alla povertà, alla fame, alla salute, all‟istruzione, alla sostenibilità ambientale e allo sviluppo economico e sociale. Si può ipotizzare che, proprio per la globalità, per la vastità di ambiti a cui si sono rivolti e per far riferimento all‟approccio seniano, gli indicatori dell‟OSM si siano concentrati sui bisogni basilari dell‟essere umano.

Inoltre, i target del millennio hanno fissato persino le vie precise per garantire il loro esito, ossia la cooperazione allo sviluppo, la costituzione di un partenariato globale:

In buona sostanza gli otto MDG servono ad orientare l‟intera azione della cooperazione allo sviluppo di oggi, votata a dare un contributo diretto alla promozione di politiche sociali nei paesi in via di sviluppo proprio in direzione del dimezzamento e poi dell‟eliminazione della povertà.73

Il compimento dell‟ultimo obiettivo sarebbe stato, dunque, indispensabile per il trionfo di ogni target del millennio, poi l‟erogazione degli interventi sociali è stata assolutamente determinata sia dalle iniziative politiche nazionali e internazionali, sia dai mezzi politici e finanziari per realizzarle. Di conseguenza, nel marzo 2002, in occasione della “Conferenza Internazionale sul Finanziamento dello Sviluppo” tenutasi in Messico, nella città di Monterrey, è stata concretizzata per la prima volta la nozione di un partenariato globale tra paesi considerati sviluppati e quelli in via di sviluppo per far sì che i primi aiutassero finanziariamente gli ultimi, raggiungendo così gli obiettivi degli OSM. Tale “Consenso di Monterrey” ha identificato sei aree principali, i cosiddetti Least

Developed Countries (LDC):

72 UNDP, Relatorio sobre os Objetivos do Desenvolvimento do Milénio, New York 2014, p.10 (traduzione propria).

73

J. L RHI-SAUSI – M.ZUPI, Scenari futuri della cooperazione allo sviluppo, Rapporto elaborato per l‟Osservatorio di Politica Internazionale, Roma 2009, p. 3.

- la mobilitazione di risorse interne per lo sviluppo; la mobilitazione di risorse internazionali; il commercio internazionale come motore di sviluppo; la cooperazione allo sviluppo; misure di riduzione del debito estero; le questioni sistemiche, cioè la coerenza e la consistenza del sistema monetario, finanziario e commerciale internazionale nel sostenere lo sviluppo”.74

Comunque, un anno prima della scadenza, l‟ONU ha pubblicizzato un rapporto con alcuni dati quantitativi ormai raggiunti, dimostrando come gli OSM avessero apportato «un‟enorme differenza nella vita delle persone».75

Per quanto riguarda il primo target, è stata constatata una notevole diminuzione della povertà mondiale cinque anni prima della data prevista. Se infatti nel 1990 quasi metà della popolazione dei Paesi in via di sviluppo viveva con meno di $1,25 dollari, nel 2010 il tasso è sceso del 22%, in numeri assoluti. Le persone considerate povere nel 1990 arrivavano a un totale di 1,9 miliardi, mentre nel 2010 il numero si è ridotto a 1,2 miliardi. Il Rapporto ha comunque stimato che il totale di persone che vive con meno di un dollaro al giorno è ancora di 700 milioni.

Tuttavia i progressi sono irregolari. In alcune regioni del mondo, come l‟Asia Orientale e il Sud Est Asiatico, l‟obiettivo è stato raggiunto, mentre in quelle dell‟Africa Subsahariana e il Sud dell‟Asia, si osservano tuttora arretratezze:

La grande maggioranza delle persone che vivono con meno di $1,35 dollari ogni giorno è appartenente a due regioni: il Sud dell‟Asia e l‟Africa Subsahariana. Nel 2010, un terzo degli 1,2 miliardi di persone che vivevano in povertà estrema nel mondo si trovava in India. La Cina, nonostante i vari progressi nella riduzione della povertà, è rimasta al secondo posto, con circa il 13 per cento del totale della povertà mondiale. Segue poi la Nigeria (con il 9 per cento), il Bangladesh e la Repubblica Democratica del Congo (entrambi con il 5 per cento). Nel 2010, quasi i due terzi della povertà estrema si trovavano in questi cinque paesi.76

Anche la proporzione delle persone sottonutrite che vivono nelle regioni in via di sviluppo si è ridotta: dal 24% negli anni compresi tra il 1990 e il 1992, al 14% nel periodo 2011-2013. In quegli anni però, si stimava che un totale di 842 milioni di persone – cioè una su otto nel mondo – fosse colpito dalla fame cronica; tra essi la grande maggioranza (827 milioni) risiedeva nelle regioni in via di sviluppo.

Riguardo alla dinamica specifica della sicurezza alimentare nel mondo, il Rapporto della FAO ha confermato importanti progressi che, tuttavia, continuano a essere difformi tra le varie regioni: se in alcune di esse sono stati registrati decisi miglioramenti nella

74 Ibidem.

75 UNDP, Relatorio sobre os Objetivos do Desenvolvimento do Milénio, New York 2014, p.3 (traduzione propria)

riduzione della fame, come nel caso della regione del Caucaso e dell‟Asia Centrale, l‟Asia orientale, l‟America Latina e l‟Africa Settentrionale; in altri invece, i progressi sono stati meno rapidi, come nelle regioni dei Caraibi, l‟Oceania e l‟Asia occidentale.77Invece nelle regioni dell‟Asia Meridionale e dell‟Africa Subsahariana i progressi sono stati ancora più tardivi. Inoltre la disuguaglianza è stata notata anche all‟interno delle regioni, facendo così emergere dei “sacchi d‟insicurezza alimentare” all‟interno di esse.

Per quanto riguarda l‟evoluzione della distribuzione della fame nel mondo dagli anni „90 con stime per l‟anno 2016, la FAO ha rivelato che nel 50% delle regioni sono stati registrati evidenti miglioramenti, soprattutto nell‟Asia Orientale (con una riduzione di 10,9%) e nell‟Asia Sud Orientale (riduzione di 6%); mentre nell‟Asia Occidentale, nell‟Asia Meridionale e nell‟Oceania è stato riscontrato un lieve aumento dallo 0,1% (caso dell‟Oceania) al 6,6% (nell‟Asia Meridionale).

Meritano attenzione le statistiche dell‟Asia Meridionale e dell‟Africa Subsahariana, che invece hanno riportato un incremento del tasso di insicurezza alimentare passando rispettivamente dal 28,8% e dal17,4% negli anni „90-‟92, al 35,4% e al 27,7% negli anni 2014-2016. Così, solo queste due regioni concentravano 501 milioni di persone affamate, volume che rappresenta quasi 64% del totale mondiale.

La conferenza della FAO del maggio 2015, sulla valutazione dei progressi realizzati degli OSM e la nuova agenda per lo sviluppo dopo il 2015, ha dichiarato un calcolo dei costi della denutrizione e delle mancanze di micronutrienti pari al 2%-3% del prodotto interno lordo mondiale, che equivarrebbe alla cifra compresa tra l‟1,4 e i 2,11 (bilioni) di USD ogni anno. Nonostante ciò, le stime del 2011 hanno indicato che per eliminare la fame entro il 2025 a livello mondiale sarebbe sufficiente investire 50.200 milioni di USD in più.78

In occasione della Terza Conferenza Internazionale sul finanziamento per lo Sviluppo dell‟ONU, tenutasi dal 13 al 16 luglio 2015 ad Addis Abeba (Etiopia) il presidente della FAO, Graziano da Silva, ha annunciato che sarebbe necessario per i

77

FAO, El estado de la inseguridad alimentaria en el mundo. Cumplimiento de los objetivos internacionales para 2015 en relación con el hambre: balance de los desiguales progresos, Roma 2015, p.10 (traduzione propria).

78 FAO, Conferencia, 39° periodo de sessiones. Progresos realizados con respecto a las metas de los

Objetivos de Desarrollo del Milenio de interés para la FAO y a la agenda para el desarrollo después de 2015 y los Objetivos de Desarrollo Sostenible, Roma, 6-13 giugno 2015.

prossimi quindici anni un totale di US$ 267 bilioni ogni anno o 160 USD annuali per ogni persona affamata del pianeta, per sradicare la fame entro il 2030.79

In tal senso, oltre a dimostrare statisticamente che addirittura in termini finanziari, la fame e la malnutrizione sono svantaggiose per l‟umanità, tali dati segnalano la possibilità finanziaria di sradicare questi mali.

Nonostante ciò, il Rapporto della FAO ha confermato che più della metà dei paesi che hanno firmato i compromessi per dimezzare la fame ha raggiunto l‟obiettivo.80 Tale conquista potrebbe essere associata al fatto che gran parte dei 72 paesi in via di sviluppo gode sia di condizioni politiche stabili, sia di crescita economica, tenendo poi conto delle «politiche di protezione sociale indirizzate ai sottogruppi più vulnerabili della popolazione».81

Il Rapporto El estado de la inseguridad alimentaria en el mundo, della FAO offre un inventario dei paesi che ad oggi sono riusciti a raggiungere gli OSM e il VMA, e di quelli che li raggiungeranno entro il 2020.

79 Consultato in: http://www.fao.org/news/story/pt/item/298503/icode/, 19 luglio 2015. 80

Oltre agli OSM, nel 1996 si è tenuto a Roma il Vertice Mondiale sull‟Alimentazione (VMA); nell‟occasione 182 governi si sono impegnati a ridurre della metà la proporzione di persone denutrite entro il 2015.

81 FAO, El estado de la inseguridad alimentaria en el mundo. Cumplimiento de los objetivos

internacionales para 2015 en relación con el hambre: balance de los desiguales progresos, Roma 2015, p.1 (traduzione propria).

Tabella 1: PAESI CHE HANNO RAGGIUNTOTO, O TENTANO DI RAGGIUNGERE, LE METE INTERNAZIONALI RELATIVE ALLA FAME

PAESI CHE HANNO