Il metodo
L'etimologia della parola “metodo” indica un “percorso”, un “cammino”, ma assume anche il significato di «insieme di tecniche di lettura della realtà e di trattamento delle informazioni (questionari, interviste, tecniche statistiche o analisi di testi, campionamento ecc.)».206Perciò, la questione del metodo in qualsiasi ricerca assume un ruolo centrale, giacché è proprio esso a stabilire le procedure precise da seguire per la realizzazione della ricerca e l‟analisi dei dati raccolti.
Nell‟ambito specifico delle ricerche sociali, il metodo incorpora una dimensione sia gnoseologica sia ontologica, dove il soggetto ricercatore non può fare altro che essere consapevole che “l‟oggetto ricercato” sono i fenomeni sociali, i quali di conseguenza, sono, a loro volta, soggetti; anche essi, quindi, hanno un proprio punto di vista che il ricercatore non può né ignorare né non manifestare. Le prospettive metodologiche sono, appunto, intrinseche a quelle teoriche, alle teorizzazioni fatte dal soggetto ricercatore sulla realtà.
In questo senso, la ricerca sociale, non è mai neutra, imparziale. Nella ricerca sociologica, il soggeto che la svolge deve avere come base del suo lavoro «un impegno di autoconsapevolezza del proprio punto di vista».207 D‟accordo con Tognonato, si parte dalla comprensione che ogni scelta metodologica, dal vaglio del fenomeno da esaminare alle tecniche per la rilevazione dei dati, riflette anche la concezione del mondo presente nel soggetto ricercatore ed è appunto una scelta etica, orientata a uno scopo, a una finalità.
L‟obiettivo è, dunque, conoscere e porre in primo piano un‟altra forma di pensare e di agire nella società. La facoltà della conoscenza, oltre alle dimensioni di intendere e ragionare su un determinato aspetto, implica anche un‟attività, un‟azione, ossia un‟intenzionalità. Perciò, «se la conoscenza è azione e se osservare un fenomeno implica
206 M. NIERO, Metodo, In: Nuovo Dizionario di Servizio Sociale, Diretto da Annamaria Campanini, Carocci Editore, Roma 2013, p.356.
207
C. TOGNONATO, Il corpo del sociale. Appunti per una sociologia esistenziale, Liguore Editore, Napoli 2006, p.29.
renderlo diverso, toglierlo dalla sua inseità per conferirgli un senso, conoscere è cambiare il mondo».208
Le prospettive epistemologiche delle teorie del Servizio Sociale prevedono nella storia della professione uno sforzo di ricerca rivolto, piuttosto che alla «conoscenza per la conoscenza»,209 alla prospettiva pratica dell‟agire sulla realtà sociale, partendo, quindi, dalla necessità di appagare un bisogno concreto. Si osservi che in alcuni paesi come il Brasile, il Servizio Sociale ha assunto uno statuto di area di conoscenza, riuscendo proprio per questo a sviluppare diverse ricerche scientifiche sulle politiche sociali e su se stesso come professione d‟intervento nella società.
Per l‟analisi del progetto in atto è stato scelto il materialismo storico o, nelle parole del marxista italiano Antonio Gramsci, della filosofia della praxis, tenendo fede alla tradizione teorica e filosofica egemone nel Servizio Sociale professionale brasiliano. Riportato all‟ambito della sociologia, il marxismo è una corrente di pensiero che, secondo Gramsci, ha subìto l‟influenza di momenti culturali differenti quali la filosofia classica tedesca, l‟economia classica inglese e la letteratura e pratica politica francese; per questo motivo esso intende un fenomeno sociale come frutto di un processo dialettico tra le diverse dimensioni (storica, politica, economica e culturale).
Malgrado nelle opere classiche marxiste e marxiane non siano stati trovati analisi e studi specifici sulla questione del metodo e della metodologia, piuttosto che concentrarsi sulla produzione di manuali di tecniche sociologiche, gli autori si sono concentrati più sull‟analisi della loro realtà indirizzata a uno scopo prettamente politico. Tuttavia, dalla lettura di queste stesse opere si potrebbero segnalare alcune nozioni basiche sull‟idea di individuo e società e sul metodo materialista dialettico.
Proprio perché ricerca qualitativa, il presente studio considera l‟individuo come elemento centrale, essendo esso inteso, nell‟ambito della teoria marxista, come parte di una totalità più vasta, vincolata, «non separabile dalla propria situazione culturale e ambientale e, più in generale, non è possibile scinderlo dalla rete di condizionamenti che lo legano alla propria epoca».210
Così, i rapporti tra individuo e società, nelle differenti dimensioni sono una costruzione storica. Pertanto, lo studio basato sul marxismo o filosofia della praxis:
208
C. TOGNONATO, Il metodo e la questione del soggetto, In: L‟analisi qualitativa: teorie, metodi applicazioni, (a cura di) R. CIPRIANI, Armando Editore, Roma 2008, p.24.
209 L. GUI, Teorie del Servizio Sociale, In: Nuovo Dizionario di Servizio Sociale, Diretto da Annamaria Campanini, Carocci Editore, Roma 2013, p.705.
210
C. TOGNONATO, Economia senza società. Oltre i limiti del mercato globale, Liguori Editore, Napoli 2014, p.119.
Deriva certamente dalla concezione immanentistica della realtà, ma da essa, in quanto depurata da ogni aroma speculativo e ridotta a pura storia o storicità o a puro umanesimo. Se il concetto di struttura viene concepito “speculativamente”, certo esso diventa un “dio ascoso”; ma appunto esso non deve essere concepito speculativamente, ma storicamente, come l‟insieme dei rapporti sociali in cui gli uomini reali si muovono e operano, come un insieme di condizioni oggettive che possono e debbono essere studiate coi metodi della “filologia” e non della “speculazione”.211
Nell‟“Introduzione all‟economia politica” dell‟opera “Per la critica all‟economia
politica”212
Marx fa una breve esposizione del metodo che posteriormente guiderà quella più conosciuta, “Il capitale”. Secondo il pensatore tedesco l‟analisi critica della società dovrebbe partire da ciò che è stato detto e studiato su essa, dai dati presenti, prendendo così spunto dagli studi degli economisti classici Adam Smith e David Ricardo; il suo “punto di avvio” è lo studio delle categorie di produzione, consumo, scambio e distribuzione. Questi «sono momenti di una totalità differente all'interno di un'unità»,213che al primo sguardo sembrerebbe «un'immagine caotica dell'insieme».214
Lo storico metodo materialista cerca di identificare i rapporti fra le categorie sociali, partendo dai fatti storici; tale rapporto, piuttosto che causale, assume un carattere dialettico e contradditorio.
E, continua l‟autore, le categorie stesse sono un‟“astrazione”, giacché hanno bisogno di essere riportate alla loro collocazione spazio-temporale, trasformandosi in «concreto immaginato».215 Dall‟analisi di questi «concetti più semplici»216 sarà possibile “ritornare” al fenomeno, che «questa volta però non sarebbe più la rappresentazione caotica di un insieme, bensì una ricca totalità di molte determinazioni e relazioni».217
Tuttavia, proprio per mettere l‟individuo concreto alla base dello studio in atto, «il vissuto all‟interno della propria condizione storica»,218
si è aggiunto il metodo progressivo-regressivo, che ha le sue radici nel pensiero di Sartre ed è stato ripreso dal sociologo Tognonato.
Secondo Sartre alcuni marxisti (non Marx), dal momento in cui hanno messo in rilievo nelle loro analisi categorie totalizzanti piuttosto che individui concreti, hanno
211
A. GRAMSCI, Quaderni del carcere. Volume II, Einaudi, Torino 2014, p.1226.
212 K. MARX, Per la critica dell'economia politica. Biblioteca giovani. Edizioni Lotta Comunista, Milano 2012, p.219. 213 Ibidem. 214 Ivi, p.235. 215 Ivi, p.236. 216 Ibidem. 217 Ibidem. 218
C. TOGNONATO, Il corpo del sociale. Appunti per una sociologia esistenziale, Liguori Editore, Napoli 2006, p.56.
rischiato di mettere da parte l‟essere umano, diventando così teorie “inumane”. Il suo approccio si basa sulla premessa di cercare di analizzare l‟universale per mezzo del singolare, dell‟individuo.
Esso è per sua costituzione sia soggetto sia frutto di una situazione storica; così, la
costituzione di sé consiste in un «movimento continuo d‟interiorizzazione dell‟esterno e
di esteriorizzazione dell‟interno [...] Si va da ciò che ho ricevuto a quello che ho fatto di ciò che ho ricevuto. Un processo che inevitabilmente modifica, che ci rende persone, perché non può restituire identico ciò che riceve».219
Da questa nozione si può ben comprendere una realtà in cui condurre un‟indagine sui soggetti direttamente coinvolti, cercare di partecipare al loro vissuto, osservare le loro esperienze e iniziative, conoscere ciò che loro dicono e ciò che hanno realizzato.
L‟individuo è «l‟espressione contraddittoria della sua epoca: la rivela e la nega, la conserva e la supera in una sintesi singolare. È un universo-singolare».220 Cercando di capirla e analizzarla nel suo movimento, le persone «operano e nel loro pratico operare è contenuta implicitamente una concezione del mondo, una filosofia».221
In base anche al dibattito di Corbetta sulle tre grandi categorie di rilevazione di dati nelle ricerche qualitative, la presente indagine ha scelto le seguenti tecniche: osservazione partecipante, interviste semi strutturate– rivolte sia a soggetti direttamente coinvolti nel fenomeno studiato sia a quelli considerati “osservatori privilegiati” – e raccolta di documenti.
Per “osservazione partecipante” s‟intende l‟immersione diretta, per un tempo previamente determinato, del soggetto ricercatore nell‟ambiente ricercato; ciò implica, sottolinea Corbetta, un coinvolgimento tra i due soggetti. Tale tecnica è un importante strumento per la raccolta di dati sul comportamento non verbale, ove «il ricercatore osserva la vita e partecipa della vita dei soggetti studiati, […] entra a far parte del fenomeno sociale studiato».222 Come strumento ausiliare alla raccolta dei dati, sia verbali sia non verbali, di riflessioni e domande, si è fatto uso di un diario di bordo; quindi, alla fine di ogni attività svolta, è stato registrato, in maniera inizialmente descrittiva e poi interpretativa, ciò che è stato osservato.
219 C. TOGNONATO, Il metodo e la questione del soggetto, In: L‟analisi qualitativa: teorie, metodi
applicazioni, (a cura di) R. Cipriani, Armando Editore, Roma 2008, p.27.
220 Ibidem. 221
A. GRAMSCI, Quaderni del carcere. Volume II, Einaudi, Torino 2014, p.1235.
È stata poi aggiunta la tecnica dell‟“intervista qualitativa semi-strutturata”, con lo scopo principale di «accedere alla prospettiva del soggetto studiato: cogliere le due categorie mentali, le sue interpretazioni, le sue percezioni e i suoi sentimenti, i motivi delle sue azioni».223 In questo senso, ogni modalità di intervista è stata realizzata con l‟appoggio di una traccia previamente elaborata, riportata agli argomenti e alle tematiche ritenuti importanti per l‟obiettivo dello studio. Desiderando lasciare gli intervistati a proprio agio, i giorni e i luoghi per la realizzazione delle interviste sono stati quelli scelti da loro.
La scelta della realizzazione dell‟intervista semi-strutturata, piuttosto che di altri tipi, è stata motivata sia dalla precedente esperienza del ricercatore con questo tipo d‟intervista sia dalla libertà che essa concede a entrambi i soggetti (intervistato e intervistatore) di dialogare in direzione dell‟argomento ricercato.
Il criterio metodologico utilizzato per la scelta dei soggetti da intervistare è stato quello di rilevanza e pertinenza per la ricerca in sé; esso è stato determinato di pari passo al processo di raccolta di dati e conoscenza della realtà studiata. Nell‟uso di questo criterio, ritiene Corbetta, il ricercatore «sceglierà i casi non [...] per la loro diffusione nella popolazione, ma per l‟interesse che gli sembrano esprimere, interesse che peraltro può modificarsi nel corso della ricerca stessa». 224 Tale criterio è stato scelto principalmente per la flessibilità proporzionata al ricercatore, vista l‟ampiezza del fenomeno ricercato.
Valutando anche l‟argomento della ricerca, si è scelto di aggiungere all‟elenco di soggetti intervistati persone esperte e conoscitori della tematica, considerati “osservatori privilegiati”, che possono essere rappresentati tanto da studiosi quanto da individui che fanno parte della popolazione oggetto di studio, che però assumono una posizione particolare.
Per ultimo, sono stati raccolti documenti istituzionali e statistici dei diversi soggetti ricercati, tra cui informazioni, articoli, regolamenti, rapporti, locandine, libri, ecc.
È importante sottolineare che il percorso effettuato non è stato per niente lineare, man mano che si procedeva e si raccoglievano i dati si sentiva la necessità di fare un “passo indietro” e ritornare ai soggetti analizzati prima e così potere approfondire di più lo studio del fenomeno.
223
Ivi, p.405 224 Ivi, p.410.
Come sottolinea il sociologo argentino rispetto al metodo progressivo-regressivo come:
Un metodo che non prevede punti d‟arrivo, per il quale la finalità non è approdare al risultato, alla conclusione, ma proseguire nella consapevolenza che cogliere euristicamente un fenomeno è isolarlo e quindi rompere il flusso che lo legava alla situazione interrompendo i suoi possibili sviluppi.225
Come già detto, poiché la ricerca comporta anche una dimensione etica, si è cercato, sia nella raccolta sia nell‟analisi dei dati, di attuare le norme nazionali di procedimenti etici dei due paesi in analisi.
Un altro elemento metodologico importante da rilevare è il carattere eminentemente comparativo dello studio, espresso nel confronto tanto tra i due piani d‟indagini della ricerca (lo Stato e le associazioni delle donne) quanto nei differenti territori in cui sono stati raccolti i dati.
La ricerca comparativa si presenta come un‟importante “ferramenta metodologica” che rende possibile il confronto tra due realtà dissimili per storia, cultura, economia; cioè, due società con caratteristiche particolari. Attraverso questo confronto si potrebbe imparare, come segnala Smelser, che «gli esseri umani organizzati in una società non possono rimanere indifferenti verso chi conduce una vita sociale diversa dalla loro».226
Secondo l‟autore anche le analisi di unità simili possono comportare elementi metodologici d‟analisi considerati dissimili; dunque, «va notato che anche l‟atto di applicare parole che descrivono una situazione – come “densamente popolato” o “democratico” – presuppone un universo di situazioni che sono più o meno popolari o più o meno democratiche, e assume che la situazione per il fatto di essere descritta si collochi in qualche modo in comparazione con le altre».227 Se la ricerca comparativa in sè non dovrebbe rappresentare problemi, ciò non implica la mancanza diparticolari sfide.
L‟unità centrale di analisi del presente studio comparato sono le nazioni Italia e Brasile, continenti diversi, con formazioni politiche, culturali, economiche e sociali proprie; ciò vuol dire che prima di confrontare la manifestazione di un fenomeno sociale nei due territori, è imprescindibile la loro previa conoscenza.
225
C. TOGNONATO, Il corpo del sociale. Appunti per una sociologia esistenziale, Liguori Editore, Napoli 2006, p.35.
226 N. SMELSER, La comparazione nelle scienze sociali, Ed. Il Mulino, Bologna, 1982, p.39. 227 Ivi, p.41.
Perciò è stata di grande sostegno la ricerca sul campo, la diretta immersione del ricercatore per un periodo relativamente lungo nei luoghi coinvolti; tale attività è stata possibile grazie alla borsa di studio offerta nel 2013 dalla Coordenação de
Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES), organismo del Ministério da Educação (MEC).
Questa immersione ha permesso la conoscenza di entrambi i territori; dalla raccolta dei dati sono stati osservati elementi in comune e non in comune, e per lo svolgimento della ricerca si è scelto inizialmente di concentrarsi sulle variabili comuni.