Commission on the Status of Women(CSW)
4) Sviluppare le metodologie differenziate per sesso e condurre ricerche sulla femminilizzazione della povertà.
Si tratta quindi di una gamma di misure in favore delle donne, affinchè siano inserite in una società per tutti. I Governi hanno come ruolo principale quello di riesaminare e modificare le politiche macroeconomiche e sociali, con piena partecipazione delle donne. Come parte integrante di una politica sociale, le reti di protezione sociale devono rafforzare i sistemi di sostegno a base statale e comunitaria,
«allo scopo di consentire alle donne che vivono in condizioni di povertà di affrontare le avversità economiche e preservare i propri mezzi di sostentamento, i loro beni e i loro redditi nei periodi di crisi»124.
Lo sviluppo durevole e la crescita sostenibile, oltre a essere mirati ad affrontare le cause strutturali della povertà e la riduzione della disuguaglianza basata sul sesso, dovrebbero anche avere come presupposti il riconoscimento della pluralità dei bisogni delle donne, ad esempio delle indigene, assicurando così «il rispetto della loro diversità culturale, in modo tale che esse abbiano opportunità e possibilità di scelta nei processi di sviluppo, così da eliminare la povertà che le affligge».125Perciò, è fondamentale la formulazione e l‟applicazione di specifiche politiche economiche, sociali, agricole ecc. a sostegno dei gruppi familiari che hanno le donne come capofamiglia, come quelli delle indigene e delle donne produttrici nei settori dell‟agricoltura e della pesca.
Così, rivolgendosi alle istituzioni multilaterali di finanziamento e di sviluppo, il riferito documento esorta a:
Fare in modo che i programmi di trasformazione economica siano concepiti in maniera da ridurre al minimo i loro effetti negativi sui gruppi e le comunità più vulnerabili e svantaggiate, e fare in modo che gli effetti su tali gruppi e comunità siano positivi impedendo la loro emarginazione dalle attività economiche e sociali e introducendo misure che consentano a essi di ottenere accesso alle risorse produttive e alle attività economiche e sociali; iniziative devono essere assunte per ridurre la disuguaglianza e le disparità economiche.126
Le organizzazioni nazionali e internazionali non governative hanno, dunque, lo scopo di sorvegliare e assicurare l‟applicazione delle raccomandazioni della Piattaforma di Azioni, la partecipazione di gruppi di pressione, di fare in modo che tutte le parti
124 ONU, Piattaforma di Azione, IV Conferenza mondiale sulle Donne dell‟ONU, Pechino, 1995, p.28. 125
Ivi, p.30. 126 Ibidem.
interessate al processo di sviluppo si impegnino per potenziare l‟efficacia dei programmi contro la povertà rivolti ai gruppi di donne più poveri e svantaggiati, «restando inteso che lo sviluppo sociale è in primo luogo responsabilità dei Governi».127 Alle organizzazioni è stato anche suggerito un atteggiamento a favore dell‟inclusione nelle loro attività di donne con diverse necessità, tra cui le organizzazioni giovanili.
E al fine di misurare e riconoscere i bisogni delle donne, gli organismi nazionali e internazionali dovrebbero cercare di sviluppare metodologie concettuali e pratiche per riconoscere le «problematiche uomo-donna in tutti gli aspetti della politica economica».128
In questo senso, l‟approccio sostenuto della IV Conferenza Mondiale delle Donne ha come punto centrale il rispetto delle pluralità culturali, politiche, etniche e sociali, e anche il riconoscimento delle loro diversità e bisogni. Perciò lo sviluppo sociale ed economico dovrebbe essere basato sulla democratizzazione paritaria sia delle risorse economiche, sociali e naturali – per mezzo dell‟applicazione di azioni che promuovono e proteggono il diritto delle donne all‟accesso della terra, dei crediti, dei servizi sociali, finanziari, e quelli tecnici di distribuzione e commercializzazione – sia di quella politica, con la partecipazione delle donne negli spazi pubblici. Affinché sia assicurata un‟efficace applicazione del programma a livello nazionale, sub regionale e internazionale, gli organismi delle Nazioni Unite, i governi, e tutte le altre organizzazioni dovrebbero promuovere una politica sistematica e visibile «che tenga conto degli interessi delle donne in particolare al momento del controllo e della valutazione di tutte le politiche e i programmi».129
Cinque anni dopo, la sessione annuale della CSW intitolata "Women 2000:
Gender Equality, Development, and Peace for the Twenty- first Century" è stata dedicata alla valutazione dei risultati delle Piattaforma di Pechino. Si osservi che proprio nel settembre del 2000 sono stati firmati gli otto OSM, tra cui spiccava il terzo, collegato specificamente alle domande delle donne, volto a promuovere la parità dei sessi specificatamente nell‟insegnamento primario e secondario per il 2005 e per tutti i livelli d‟insegnamento entro il 2015.
Nel 2015, in occasione della 59° sessione dell‟Assemblea della CSW, è stata presentata un‟analisi e valutazione dell‟applicazione della Piattaforma Pechino. Trascorsi venti anni, si sono registrati alcuni progressi riguardo all‟uguaglianza di genere, espressa
127Ibidem. 128
Ivi, p.32. 129 Ivi, p.109.
tanto nella progressiva eliminazione degli elementi discriminatori presenti in alcuni leggi, quanto nell‟approvazione di nuove leggi nell‟intento di promuovere l‟uguaglianza e contrastare la violenza contro donne e bambine. In vari paesi vi è stato l‟aumento della presenza femminile nei parlamenti nazionali.
L‟indagine ha messo in evidenza anche importanti miglioramenti nel numero di iscrizione delle bambine nelle scuola primaria e secondaria. Inoltre, in alcune regioni, la partecipazione delle donne nella forza-lavoro è aumentata; è anche incrementato il loro accesso ai metodi contraccettivi. Le pratiche dannose, come la mutilazione genitale femminile e il matrimonio in età infantile hanno cominciato a ridursi in alcuni contesti.
Tuttavia, la Commissione ha dichiarato che tali progressi sono stati lenti, con stagnamenti e addirittura retrocessioni in alcuni contesti. «Il cambiamento a favore dell‟uguaglianza tra i generi non è stato sufficientemente profondo nè irreversibile. In molti paesi persiste ancora la decriminalizzazione nella legislazione, particolarmente per quanto riguarda il diritto di famiglia».130 L‟aumento del livello educativo delle donne e la loro partecipazione nel mercato del lavoro non hanno camminato di pari passo con il miglioramento delle condizioni d‟impiego, nè delle prospettive di avanzamenti e parità di rimunerazione. Uno studio dell‟Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIT) rivela infatti che con il ritmo attuale, per il raggiungimento dell‟obiettivo di parità di genere nella remunerazione per lo stesso lavoro svolto, saranno necessari più di 75 anni:
Le donne continuano, essendo private dell‟accesso a un lavoro decente, a non avere uguale diritto al patrimonio né alla proprietà; sono, dunque, più vulnerabili alla povertà. Persiste la partecipazione sproporzionata delle donne nel lavoro non remunerato di cura per gli altri, limitandole a godere dei diritti umani in diversi ambiti. La violenza contro le donne e le bambine persiste in varie forme e a livelli allarmanti sia negli spazi pubblici che privati. In alcune regioni restano inaccettabili alti tassi di mortalità materna. La presenza delle donne, già limitata, nei processi decisionali in tutti i livelli, spesso soffre battute d‟arresto, ed esse sono sottorappresentate ai più alti livelli di leadership politica.”131
L‟accesso disuguale ai servizi, ricorsi, potere, crediti e opportunità, espressi molte volte nelle norme consuetudinarie e nei quadri giuridici di carattere discriminatorio, continuano a essere le principali radici della povertà tra le donne. Inoltre, la dipendenza economica dai mariti e/o familiari tende ad aumentare il loro rischio di trovarsi sia in situazione di povertà, che di violenza, riducendo anche le possibilità di scegliere e
130 CSW, Examen y evaluación de la aplicación de la Declaración y Plataforma de Acción de Beijing y los
resultados del vigésimo tercer período extraordinario de sesiones de la Asamblea General, New York 2015, p.6 (traduzione propria).
decidere e il potere di negoziazione all‟interno del nucleo familiare.
Insomma, i progressi generali dell‟applicazione della Piattaforma d‟Azione proseguono lenti nei casi di donne e bambine che soffrono forme molteplici e interconnesse di discriminazioni. Gli indicatori, riguardanti principalmente l‟istruzione (tassa d‟iscrizione), la salute (mortalità materna) e l‟accesso ai servizi (come acqua e servizi fognari) sono sempre più inferiori tra donne e bambine che vivono in insediamenti rurali e urbani poveri, in confronto alle altre. Le ragazze corrono un rischio maggiore di essere contagiate da infezioni da HIV rispetto ai ragazzi. I gruppi di donne considerati “emarginati”, come le indigene, le disabili, le immigrate, le lesbiche, le bisessuali e le trans hanno un rischio particolare di diventare oggetto di discriminazione e addirittura violenza.
Anche le crisi mondiali nel 2008/2009, secondo le analisi della CSW, hanno contribuito a intensificare le disuguaglianze, tanto tra i paesi quanto al loro interno, aumentando ulteriormente la vulnerabilità dei gruppi considerati “emarginati”; tale fenomeno è anche in relazione con i conflitti violenti, che tendono a limitare l‟accesso delle donne e delle bambine ai servizi e alle opportunità economiche. «L‟estremismo e il
conservatorismo stanno aumentando, ciò si manifesta in diverse forme e contesti»,132 essi contribuiscono a limitare i diritti sessuali e riproduttivi delle donne, a promuovere la violenza contro di loro, e a ridurre la loro autonomia e partecipazione alla vita pubblica.
In conclusione:
Rimane una carenza cronica di investimenti volti a promuovere la parità di genere. Questo problema persistente è peggiorato a causa delle misure di austerità adottate da molti paesi nel contesto post-crisi. L‟analisi della spesa pubblica, i dati di bilancio del governo per i settori legati al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio, importanti per ottenere i settori di parità di genere, dimostra che, mentre nel periodo 2008/2009 c‟è stato un aumento iniziale di tali costi, ora questa tendenza si è invertita, e in molti paesi in via di sviluppo, la spesa pubblica è rimasta ferma.”133
Ciò nonostante, il rapporto della CSW riconosce l‟importante ruolo delle associazioni delle donne, delle organizzazioni e dei movimenti femministi autonomi per l‟implementazione di politiche, leggi e programmi in favore dell‟uguaglianza di genere e del rispetto dei loro diritti.
Specificamente per quanto riguarda le misure adottate dagli Stati membri per
132 CSW, Examen y evaluación de la aplicación de la Declaración y Plataforma de Acción de Beijing y los
resultados del vigésimo tercer período extraordinario de sesiones de la Asamblea General, New York 2015, p.7 (traduzione propria).
sradicare la povertà tra le donne, il rapporto ha identificato quattro tendenze principali:
a) aumentare l‟accesso delle donne a forme di occupazione remunerate;
b) migliorare la sicurezza sociale delle donne, nel senso di far sì che la protezione sociale riconosca i bisogni specifici del loro ciclo di vita;
c) migliorare i mezzi di sussistenza delle donne tramite il loro accesso alla terra, alla proprietà e alle risorse produttive;
d) aumentare le opportunità economiche delle donne per mezzo del loro accesso ai servizi finanziari.134
«Le politiche e i programmi di mercato del lavoro dovrebbero adattarsi ai bisogni delle donne»,135sostiene la CSW, così, oltre all‟occupazione remunerata, la protezione sociale potrebbe disimpegnare un ruolo fondamentale nella riduzione delle povertà e delle disuguaglianze. «La protezione sociale potrebbe essere uno strumento importante per contrastare gli svantaggi delle donne nel mercato del lavoro. I sistemi di trasferimenti sociali strutturati possono oltre che rafforzare il diritto a un livello di benessere, anche contribuire alla realizzazione di una serie di altri diritti, come quello all‟istruzione, all‟alimentazione, alla salute e al lavoro».136
Nonostante i molteplici ostacoli in cui sono incorse le donne nel partecipare al mercato del lavoro parimenti agli uomini, il rapporto evidenzia alcuni progressi. Nell‟intento di facilitare l‟inserimento delle donne nelle forme di lavoro remunerato, alcuni Stati cercano di offrire servizi di assistenza ai bambini, programmi di formazione e inserimento lavorativo per le donne; nei casi specifici di madri sole e donne capofamiglia sono stati adottati criteri di priorità per facilitare loro l‟accesso.
Le iniziative rivolte alla creazione di politiche indirizzate a conciliare il lavoro remunerato con le attività domestiche non retributive sono state osservate non solo nei paesi considerati sviluppati, in particolare in America Latina e Caraibi sono state riformulate politiche di congedo parentale ed è stata ampliata l‟accessibilità ai servizi di asili nido. Inoltre, in questa stessa regione, si è verificato un rafforzamento delle legislazioni in materia di mercato del lavoro, incluso quella sul salario minimo; ciò potrebbe, dunque, assicurare e rafforzare i posti occupati per le donne. Sono state anche prese maggiori iniziative per disciplinare il lavoro domestico remunerato, la principale fonte di occupazione tra le donne in molti paesi. Nei paesi delle regioni dell‟Africa Subsahariana e dell‟Asia Meridionale si osservano iniziative di inclusione di un numero
134 Ivi, p.13 (traduzione propria).
135
Ibidem.
maggiore di donne nei programmi di opere pubbliche o in piani di garanzia di impiego, tramite l‟uso di quote di genere, la disponibilità di servizi di cura ai bambini in loco, la regolamentazione della mole di lavoro e l‟attenzione ai settori che hanno più probabilità di occupazione femminile.
Per quanto riguarda gli interventi di welfare, la CSW riconosce che, nonostante i tagli drastici nei conti sociali in alcuni paesi, in altri si verifica un‟ampliamento delle misure di protezione sociale per far fronte agli effetti della povertà nel contesto della crisi economica, della insicurezza alimentare, del cambiamento climatico, dell‟invecchiamento della popolazione e dei cambiamenti nella struttura delle famiglie. Inoltre, molti paesi hanno applicato politiche protettive per ridurre il rischio di povertà tra le donne, con misure di protezione anche per i bambini, politiche innovative di trasferimento di reddito condizionato e pensioni non contributive, e diversi sussidi specificamente nelle politiche educative, sanitarie e abitative.
Tali programmi di trasferimento di reddito alle famiglie con bambini in età scolare negli ultimi vent‟anni sono diventati i principali meccanismi di contrasto alla povertà nei Paesi in “via di sviluppo”. Nella grande maggioranza dei paesi, i suddetti programmi sono indirizzati a gruppi poveri e vulnerabili, avendo anche come condizione al loro accesso il compimento di alcuni requisiti prestabiliti, ad esempio l‟accompagnamento presso i servizi sociali, cioè, il rivolgersi delle famiglie sia al servizio sociale professionale, sia alle aziende sanitarie locali per gli esami sanitari periodici, soprattutto delle donne in gravidanza e dei bambini; l‟iscrizione a scuola dei bambini. Le madri sono così le beneficiarie prioritarie, essendo anche le responsabili per il compimento di queste “condizioni”, essendo loro in genere a prendersi cura del benessere dei figli. Essendo già avviati in alcuni paesi dell‟Africa, dell‟Asia e del Pacifico, i programmi di trasferimenti di reddito sono praticamente presenti in tutta l‟America Latina.
La CSW afferma che i trasferimenti condizionali di sicuro potrebbero alleviare la povertà e anche contribuire a ridurre le disuguaglianze di reddito. Inoltre, potrebbero collaborare in maniera positiva alla realizzazione dei diritti dei bambini, come quello dell‟istruzione, dell‟alimentazione e della salute. «In contesti in cui le bambine trovano grandi ostacoli per riuscire ad andare a scuola, i trasferimenti condizionati tendono ad avere un effetto assai positivo per risolvere questo problema. In alcuni casi, queste forme di intervento pubblico sono associate alla promozione di attività economiche specifiche per le donne, che riducono i livelli di povertà.
trasferimenti di reddito è piuttosto materia di giudizio. Le condizionalità potrebbero anche avere conseguenze non aspettate e negative per le donne e i bambini. Ad esempio, il compimento di determinate condizioni potrebbe contribuire a un sovraccarico di tempo e di lavoro per le donne povere.137
Il rapporto suggerisce che tali “svantaggi” generati dalle condizionalità dei programmi possono essere superati per mezzo della loro rivalutazione, ad esempio, nei casi di servizi di salute lenti in confronto alla poca urgenza del caso.
Comunque, riguardo alle tendenze c) e d) non sono stati osservati grandi progressi in confronto a quelli precedenti, come già spiegato. La grande maggioranza dei paesi ha bisogno di rafforzare le proprie iniziative per garantire un maggiore accesso delle donne alle risorse, come l‟acqua, l‟energia, la tecnologia, i servizi finanziari, ecc.
Insomma, nonostante gli ultimi venti anni siano stati caratterizzati da compromessi normativi riguardo ai diritti umani delle donne e delle bambine, è ancora presente un‟enorme lacuna tra le normative mondiali e la loro applicazione nel vissuto quotidiano delle persone. «La disuguaglianza di genere prosegue anche come una sfida mondiale. Non esiste un unico paese che abbia raggiunto l‟uguaglianza tra i generi».138
137 CSW, Examen y evaluación de la aplicación de la Declaración y Plataforma de Acción de Beijing y los
resultados del vigésimo tercer período extraordinario de sesiones de la Asamblea General, New York 2015, p.16 (traduzione própria).