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Commissione della carta del Tirolo.

3. Anni ’50 e ’60 “Christophorus de Sortis, pictor et chorographus veronensis”: i contatti con i proprietari terrieri della Terraferma

3.10 Commissione della carta del Tirolo.

Un altro episodio importante per la carriera di Cristoforo Sorte fu la commissione per la carta del Tirolo perché, come dice Giuseppe Conforti, gli diede una fama internazionale237. È Sorte stesso a parlarne. Una scrittura in latino, forse di accompagnamento alla carta, ci dice che i daziari

dell’imperatore Ferdinando “buona memoria”, gli avevano richiesto una corografia del Tirolo238.

232

M. C. Billanovich, Attività estrattiva negli Euganei: le cave di Lispida e del Pignaro tra Medioevo ed età

moderna, Deputazione di storia patria per le Venezie, Venezia 1997.

233 C. Sorte, Trattato, op. cit., p. 18v: “Laurentius Priolus Dei gratia Venetiar. Nobilibus et sapientibus uiris Laurentio de Mula, et Collegis Prouisoribus super benis incultis…”

234 C. Sorte, Trattato, op. cit., p. 51r, 24 settembre 1566. 235

C. Sorte, Trattato, op. cit., pp. 51r-v, giovedì 26 settembre 1566.

236 La deposizione di Sorte su commissione del da Mula, è in: C. Sorte, Trattato, op. cit., pp. 51v-55v, s. d.

237

G. Conforti, op. cit., 1985, p. 140.

238 C. Sorte, Trattato, pp. 36r-37r, 43r. La notizia della commissione è riportata anche in una supplica del 1568: C. Sorte, Modo d'irrigare, 1593, pp. 1-4. A p. 12 riporta ancora la notizia di aver cavalcato per il Tirolo, in adempimento alla commissione dell’imperatore, e di aver trovato le vallate disboscate. I nomi dei daziari sono Nicola Lindegg, Paolo Scumelpockh, Gaspare Rosloer.

La commissione, purtroppo, non è datata. Conforti, però, sostiene ragionevolmente che fu assegnata tra il 1558 e il 1559, in occasione del soggiorno di Sorte a Trento presso il cardinale Madruzzo239. Conforti ritiene i daziari furono accompagnati a casa di Cristoforo Sorte, in Verona, da Giovan Battista Del Bene, proprietario terriero a Volargne (Vr) “allora principale strada di transito per il Tirolo”. Ciò dovette, in effetti, accadere durante la reggenza del capitano di Verona Marcantonio da Mula, che autorizzò l’esecuzione della carta240. Anzi, noi possiamo essere un po’ più precisi e datare la commissione per Ferdinando I d’Asburgo tra il febbraio 1558 e l’aprile 1559. Infatti, Cristoforo ottenne licenza di recarsi a Trento dal febbraio 1558, termine post quem per la commissione, e nell’aprile 1559 finì l’incarico di Marcantonio da Mula, termine ante quem. La carta venne certamente eseguita entro il 1564, anno della morte dell’imperatore. Questa carta pare perduta ma era piuttosto particolareggiata e ben eseguita. Essa conteneva informazioni forse ritenute sensibili, e per tale motivo rischiava di diventare uno strumento pericoloso durante eventuali conflitti. Infatti, per via della carta, Antonio Glisenti accusò il Nostro di tradimento verso la Repubblica241. Sorte, pur professandosi “fedelissimo”, aveva disegnato tutti i passi per l’accesso dall’Impero ai domini della Serenissima.

Il 9 aprile 1565, i Savi del Collegio, tra cui Vincenzo Morosini, Marcantonio Barbaro, Alvise Mocenigo e Marino Cavalli, affidarono a Sorte l’incarico di eseguire una copia della carta del Tirolo richiesta da Ferdinando I, con l’aggiunta dei territori della Terraferma242. Nella deposizione in latino che accompagnava la carta, irreperibile, Sorte descrive minuziosamente ciò che ha inserito nella carta per Ferdinando, innanzitutto i passi che conducevano ai territori bresciano, veronese, vicentino e bassanese. Da qui capiamo che il Governo vedeva nella carta uno strumento primario di controllo dei confini, una materia molto delicata. Proprio gli ultimi due Savi citati, Alvise Mocenigo e Marino Cavalli, erano stati ambasciatori straordinari in Austria per l’elezione del nuovo

239 G. Conforti, op. cit., 1985, p. 141s. Cfr. G. Conforti, op. cit., in S. Salgaro, 2012, p. 356.

240 G. Conforti, op. cit., 1985, p. 142. Conforti riporta le notizie che dà Sorte stesso in: C. Sorte, Per la magnifica

città di Verona, 1594, p. 23. Sorte dice che il capitano gli aveva dato licenza di eseguire la carta. Per la licenza di Sorte

a recarsi a Trento presso il cardinale, si veda ASVe, Provveditore sopraintendente alla camera dei confini, b. 260, fascicoletto “PRO DOMINO XPHORO DE SORTIS”, 18 gennaio 1558. Nel documento si dice che Sorte ha ricevuto licenza dai provveditori di recarsi a Trento per servire il cardinale dal mese entrante.

Per la biografia di Marcantonio da Mula, si veda: G. Gullino, ad vocem da Mula Marcantonio, in DBI, volume 32, 1986. Gullino segnala che il da Mula fu capitano di Verona, dopo Girolamo Ferro, dall’agosto 1558 all’aprile 1559. Non portò a termine l’incarico, perché assegnato ad un'altra incombenza. Non vi è traccia di lui nell’elenco di G. Biancolini, Serie

cronologica, 1760.

241 A. Glisenti, Risposta di Antonio Glisenti al modo d'irrigare la campagna di Verona, d'introdurre più

navigationi per lo corpo del felicissimo stato di Venetia, di M. Christoforo Sorte, In Venetia, 1594, p. 6v.

242 La commissione, s. d., si trova in C. Sorte, Trattato, pp. 59v-60v; ricordata anche in: C. Sorte, Modo di

irrigare, 1593, p. 1s. Qui si trova la data, 9 aprile 1565. Cfr. J. Schulz, op. cit.,1976, pp. 119-120 nota 25; G. Conforti, “Cristoforo Sorte”, 1988, p 181.

imperatore Massimiliano II, tra il settembre e l’ottobre del 1564243. Molto probabilmente, in quell’occasione i due ambasciatori ebbero notizia, se non la videro direttamente, la carta del Tirolo redatta da Sorte poco anni prima. Può essere un indizio in tal senso il fatto che essi trattarono col neoeletto imperatore proprio di questioni di confini, anche se non ne viene specificata l’entità244. Una volta tornati in patria, gli ambasciatori probabilmente riferirono che era importante avere una copia della carta del Tirolo. Non è certo se questa fu ultimata, perché Sorte dice che non aveva ricevuto denaro per continuare l’esecuzione, e i suoi committenti erano stati assegnati ad altri incarichi.

Riguardo alla materia dei confini, nei documenti dei Confini abbiamo trovato notizie di fatti di violenza245. Proprio in una zona tra il Tirolo e il veronese, vi erano continue ruberie e lotte per i Sali, da parte di quelli che vengono chiamati “gli Imperiali” ai danni, sembra, dei contadini veronesi. Fu un perito della Serenissima a riportare queste notizie, ma decise di rimanere anonimo finché il Consiglio dei X non avesse affidato una scorta a lui e alla sua famiglia. Anche Cristoforo Sorte disse di conoscere quegli eventi sanguinosi, che erano piuttosto ricorrenti. Entrambi i periti svelarono che dietro le ruberie si nascondevano i Madruzzo, sia il cardinale che Nicolò, e i conti d’Arco246. Non sappiamo come andarono realmente i fatti e non conosciamo neppure le date, perciò è difficile ricostruire uno schema. È possibile, però, che il Governo veneziano, avendo udito di tali disordini, decidesse di intervenire per via diplomatica.