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3. Anni ’50 e ’60 “Christophorus de Sortis, pictor et chorographus veronensis”: i contatti con i proprietari terrieri della Terraferma

3.9 Committenti veneziani.

I committenti veneziani di Sorte, fino ad ora, sono stati poco studiati216. Incontriamo i patrizi: Fantin Barbo; Alessandro Bon q. Marino217; Giovanni, figlio di Marino Cavalli; Marino Cavalli q. Sigismondo218; Alvise Contarini; Andrea Contarini e fratelli; Angelo Contarini; il procuratore di

212 ASVe, Provveditore sopraintendente alla camera dei confini, b. 260, 31 agosto 1563-12 aprile 1564. Anche se è riportata la data 12 aprile 1563, lo si deve ritenere un errore. Sarebbe un anacronismo, in quanto la commissione avviene mesi dopo, 31 agosto1564. Cfr. L. Trevisan, op. cit., in S. Salgaro, op. cit., 2012, pp. 477-479.

213 Giovan Battista di Remi è uno dei colleghi con cui Sorte lavora spesso al servizio dei Beni Inculti. I nomi degli altri ingegneri che furono al suo fianco si trovano nelle tabelle sulla committenza, poste in appendice.

214 ASVe, Provveditore sopraintendente alla camera dei confini, bb. 260-262, 11 agosto 1563 e 8 settembre 1563, commissioni; 12 ottobre 1563, livellazione e disegni. Altri disegni per i conti Thiene sono accompagnati da una scrittura del 22 aprile 1563, su commissione del 20 aprile (b. 262).

Sui Thiene si veda: G. Conforti, Palazzo Thiene a Vicenza: architettura, iconografia, eresia, in “Venezia Cinquecento”, anno XIII, vol. 25, Roma 2003 (2004), pp. 131-151;L. Trevisan, op. cit., in S. Salgaro, op. cit., 2012, pp. 477-479. 215

Il drizzagno è un “tratto di letto artificiale, scavato in linea retta lungo la corda di un’ansa del primitivo letto naturale di un fiume”, da “Il vocabolario Treccani: enciclopedia dell'italiano”. Cfr. G. Cattelan, San Desiderio di

Valmarana. Localizzazione di un’antica chiesa scomparsa e la bonifica di sant’Agostino nel 1500, Centro Studi Berici,

Sossano (Vi) 2010, p. 26 nota 40. Cattelan riporta quale fonte: ASVe, Provveditori sopra beni inculti, Disegni, Vicenza, r. 247, m.28 A, dis. 6; a questo segue un altro disegno del 1566, r. 248, m. 58 B, dis. 3, del perito Cristoforo Sorte. Lo studioso parla della richiesta di Iseppo Valmarana, nel 1562, per la messa in sicurezza dei suoi mulini, funestati dalla costruzione di drizzagni per il fiume Retrone. Sui Valamarana si veda anche L. Trevisan, op. cit., in S. Salgaro, op. cit., 2012,pp. 482-485.

Per uno sguardo sulla storia e le famiglie vicentine si veda: J. S. Grubb, Family memoirs from Verona and Vicenza, XV-XVI centuries, Roma 2002; E. Franzina, Vicenza: storia di una città, Vicenza 1980.

216 Si veda la tabella dei Committenti veneziani in allegato.

217 Su Alessandro Bon (1514-1566) vi è un nutrito carteggio in C. Sorte, Trattato, pp. 25v-33v, 22 dicembre 1561 (unica data registrata). La vicenda che Bon ha a cuore, e per cui aprirà un contenzioso con i rettori di Verona, riguarda il retratto tra il Po e il Bacchiglione. Per la sua figura non proprio chiara, si veda la biografia, seppur datata: A. Ventura,

ad vocem Bon Alessandro, in DBI, volume 11, 1969.

218 Per la genealogia dei Cavalli si veda: M. Barbaro, Arbori de’ patritii veneti, Misc. Codici s.I: soria veneta, nn.17-23, pp. 307-309, 313. Secondo Barbaro, i Cavalli erano originari di Verona. Marino (1525-febbraio 1572) discendeva dal ramo di Nicolò ed era l’unico figlio di Sigismondo. I suoi figli erano: Sigismondo, nato il 22 ottobre 1530; Giovanni, nato il 30 ottobre 1531; Antonio, nato il 18 febbraio 1537.

San Marco Federico Contarini q. Francesco219; Giorgio Corner; Marcantonio Corner q. Giovanni; Bartolomeo Gradenigo; Francesco Gritti e fratelli220; cavalier Leonardo Mocenigo221; una famiglia Pisani; Marco Pisani.

A questi nomi si aggiungono quelli dei patrizi con ruolo di Rettori nelle città di Terraferma, che affidavano a Sorte perizie e livellazioni dei fiumi veneti. Anch’essi erano patrizi veneziani i quali, però, per adempiere al proprio cursus honorum, rappresentavano il potere centrale nel Dominio per circa un anno222. Queste figure pubbliche ci danno il notevole vantaggio di poterci avvicinare ad una datazione, qualora non riportata dalle commissioni o dalle deposizioni.

Ne ritracciamo i nomi non solo nelle due buste dei Confini, ma anche nel Trattato223. I nomi che troviamo sono: Nicolò Contarini capitano di Verona tra il 1562 e il 1564224; Lorenzo da Mula capitano di Padova tra il 1566 e il 1567225; Andrea Gradenigo226; Alvise Grimani podestà di

219 Per la biografia di Federico Contarini (1538-1613), si veda: G. Cozzi, ad vocem Contarini Federico, in DBI, volume 28, 1983, pp. 158-160. Egli, per sostenere le finanze della Repubblica, comprò il titolo di “procuratore di San Marco” nel 1570. Nel fregio della loggia terrena, nel cortile della “Prima Casa”, vi è una targa commemorativa che attesta come Federico Contarini fosse stato eletto nell’“AN. SAL. MDLXX”. Vedi: G. Morolli, Vincenzo Scamozzi e la

fabbrica delle Procuratie Nuove, in G. Nepi Scirè, a cura di, Procuratie Nuove, Roma 1994, pp. 11, 14.

220 La commissione su richiesta di Francesco e fratelli q. Alvise Gritti, è riportata in ASVe, Provveditore

sopraintendente alla camera dei confini, b. 260; C. Sorte, Trattato, pp. 57v-58r, 19 ottobre 1566. La deposizione, su

commissione di Sebastiano Venier, podestà di Verona, si trova in: C. Sorte, Trattato, pp.58r-v, 23 ottobre 1566. 221 I disegni, su richiesta di Leonardo Mocenigo, per l’area di Dolo e Stra, si travano in: ASVe, Provveditore

sopraintendente alla camera dei confini, b. 262, 14 novembre 1561.

222 Sulle funzioni dei rettori in Terraferma si veda: A. Da Mosto, L’archivio di Stato di Venezia, Roma 1940, tomo II, pp. 3-6. Per le relazioni di podestà e rettori nelle varie città si veda: A. Tagliaferri, Relazioni, op. cit.

223 Dall’ordine di questi documenti, nella busta 260 dei Confini, capiamo che Sorte aveva in mente di far pubblicare il Trattato, cosa che non avvenne mai. Nella busta troviamo anche alcuni pensieri sulla propria dedizione alla patria e appunti poetici, in un certo senso. In uno fa riferimento a Marcantonio Sabellico, libro 4 carte 208 in cui si parla del tramonto sui monti. Probabilmente, con tali pensieri desiderava incorniciare con un contesto gli asciutti documenti.

224 Per la data di reggenza di Nicolò Contarini, si veda: G. Biancolini, Serie cronologica dei vescovi, e

governatori di Verona. Riveduta, ampliata e supplita. In Verona per Dionigio Ramanzini librajo a san Tomio, 1760, p.

31. Biancolini dice, nella dedica al vescovo veronese Niccolò Antonio Giustiniani, di aver ritrovato “antichi documenti”, su cui si sarebbe basato, ma non li cita. La data è confermata da: A. Tagliaferri, Relazioni, op. cit., vol. IX,

Podestaria e capitanato di Verona, Milano 1977, p. LXXX.

225 Notizia della reggenza di Lorenzo da Mula si trova in: A. Tagliaferri, Relazioni, op. cit., vol. IV, Podestaria e

capitanato di Padova, Milano 1975, p. LIV. Si veda anche: G. Orsolato, Rivista periodica dei lavori della I. R. Accademia di scienze, lettere ed arti di Padova, Padova 1861, vol. IX, p. 179. La carica durò dal 28 aprile 1566 al 24

agosto 1567. Orsolato mette in nota la sua fonte, ma è poco comprensibile: Archivio Generale di Venezia, Registri- Reggimenti. Per i rapporti amichevoli tra da Mula e Sorte: C. Sorte, Trattato, pp. 18v, 51r-55v, 24-26 settembre 1566. Ecco alcune delle sue cariche pubbliche:

-procuratore di San Marco (Emilio M. Manolesso Historia nova, nella quale si contengono tutti i successi della guerra

Turchesca, in Padova per Lorenzo Pasquati, 1572, libro primo, p. 26r)

-provveditore generale dell’isola di Candia (Emilio M. Manolesso Historia nova, nella quale si contengono tutti i

successi della guerra Turchesca, 1572, libro primo, p. 26r)

226

Su Andrea Gradenigo non ci sono molte notizie. Lo troviamo in C. Sorte, Trattato, pp. 34r-v, commissione, 1 aprile 1566; pp. 34v-36r, deposizione di Sorte, 3 aprile 1566. La commissione di Andrea Gradenigo e il Collegio dei

Bergamo tra il 1569 e il 1570227; Pietro Loredan capitano di Verona228; Nicolò Morosini capitano di Vicenza nel 1567; Nicolò Querini podestà di Verona tra il 1564 e il 1565229; Francesco Venier capitano di Verona nel 1571230; Sebastiano Venier podestà di Verona nel 1566231.

Anche in questo caso la lista potrebbe essere più lunga, ma si andrebbe sul terreno delle supposizioni, per cui rimandiamo alla tabella posta in appendice.

Il più interessante tra questi nomi è certamente Marino Cavalli. Nelle commissioni, tra il 1563 e il 1564, egli compare come privato cittadino che si curava dei propri numerosi possedimenti. Infatti, tenendo conto anche dei possedimenti per cui il figlio Giovanni richiese intervento, le terre si trovavano in zona di Nogara e Cerea, nel veronese, e sui colli Euganei, presso Monselice (Pd). Come abbiamo detto, Marino Cavalli, in qualità di capitano di Brescia, aveva commissionato a Sorte la carta del territorio bresciano, tra il 1552 e il 1554. Egli dunque conosceva, certamente, le capacità corografiche del Nostro. Sarà un caso che, per le richieste private di Marino Cavalli, venisse scelto sempre Sorte? Al momento non sappiamo rispondere perché, come già osservato, non conosciamo gli originali delle richieste e non sappiamo, quindi se vi fossero espresse delle preferenze. Marino Cavalli lo ritroveremo, di nuovo come figura pubblica, in future commissioni che coinvolgeranno Cristoforo Sorte.

Altri nomi su cui ampliare le ricerche sono Alvise Grimani e Lorenzo da Mula, entrambi frequenti richiedenti del Nostro durante gli incarichi pubblici in Terraferma.

Presidenti dei XII deputati sopra le acque dell’Adige riguarda le cause della rovina del baluardo della fortezza di Legnago. Non si sa che ruolo rivestisse il Gradenigo.

227

Sulla reggenza di Alvise Grimani a Bergamo si veda: A. Tagliaferri, Relazioni, op. cit., vol. XII,Podestaria e capitanato di Bergamo, Milano 1978, p. XXXVIII. Ecco le cariche principali:

-podestà a Verona tra il 1565 e il 1567 (G. Biancolini, Serie cronologica, 1760, p. 31)

-podestà a Bergamo nel 1569 (Archivio storico comunale di Bergamo, 1 Filza cart., pratiche 109, num. rec., Actorum, 14 febbraio 1569 - 18 decembre 1570; 1 Filza cart., pratiche 101, num. rec., Actorum. 26 settembre 1569 - 2 decembre 1569; Venezia, Biblioteca del Museo Correr (BMC), ms. Classe III 976, eletto dal doge Pietro Loredan; C. Sorte,

Trattato, pp. 66v-67r, agosto-settembre 1569)

-podestà a Padova nel 1580 (Venezia, Biblioteca del Museo Correr (BMC), ms. Classe III 948, eletto dal doge Nicolò da Ponte; A. Tagliaferri, Relazioni, op. cit., vol. IV,Podestaria e capitanato di Padova, Milano 1975, p. L)

-provveditore generale di Candia (Venezia, Biblioteca del Museo Correr (BMC), ms. Classe III 969, eletto dal doge Nicolò da Ponte)

-podestà a Brescia nel 1587 (Venezia, Biblioteca del Museo Correr (BMC), ms. Classe III 981, eletto dal doge Pasquale Cicogna)

228 Per la data di reggenza di Pietro Loredan dal 1566 al 1568, si veda: A. Tagliaferri, Relazioni, op. cit., vol. IX,

Podestaria e capitanato di Verona, Milano 1977, p. LXXX. Cfr. G. Biancolini, Serie cronologica, 1760, p. 31. Il

documento si trova in C. Sorte, Trattato, pp. 59r-v, 14 febbraio 1567. L’argomento è la fortezza di Legnago.

229 Per la data di reggenza di Nicolò Querini, si veda: si veda: A. Tagliaferri, Relazioni, op. cit., vol. IX,

Podestaria e capitanato di Verona, Milano 1977, p. LXXX. Cfr. G. Biancolini, Serie cronologica, 1760, p. 31.

230 Per la data di reggenza di Francesco Venier, si veda: G. Biancolini, Serie cronologica, 1760, p. 31.

231 Per la data di reggenza di Sebastiano Venier, si veda: A. Tagliaferri, Relazioni, op. cit., vol. IX, Podestaria e

capitanato di Verona, Milano 1977, p. LXXX. Cfr. G. Biancolini, Serie cronologica, 1760, p. 31; C. Sorte, Trattato, pp.

Lorenzo da Mula è registrato solo nei documenti del Trattato. Già prima del suo impiego come capitano di Padova, mostrò notevole interesse negli affari della città, ma non sappiamo perché. Infatti, tra il 1556 e il 1559 compare nella vicenda del trasporto a Padova delle pietre di Lispida, presso le cave nei colli Euganei232. Lo deduciamo dall’intestazione del documento che parla di Lorenzo Priuli come doge, il quale regnò dal 14 giugno 1556 al 17 agosto 1559233.

Anni dopo, divenuto capitano, da Mula invitò più volte Cristoforo Sorte a soggiornare presso di lui in Padova per sei o otto giorni. Il da Mula aveva da esporgli “una materia ueramente degna del

giudicio uostro”234. Oltre la cortesia dell’invito, c’era ovviamente un sollecito formale a cui Sorte, però, non rispose subito. Infatti, per rompere ogni indugio, la commissione formale di da Mula arrivò poco dopo, pur rivolgendosi al Nostro come ad un “amico carissimo”235. La materia di cui voleva parlargli erano alcune rotte, tra cui quella di San Marco e la Rotta Sabadina236.

Da questa panoramica sulla committenza di Cristoforo Sorte, capiamo che egli doveva essersi guadagnato una certa fama. Non sappiamo dire se fosse benvoluto da ogni richiedente, ma certamente dovette incontrare le simpatie e la stima di molti tra i personaggi più in vista. È molto probabile che riscuotesse le simpatie di alcuni patrizi veneziani operanti in Terraferma, come sembrano dimostrare gli ultimi due casi: Marino Cavalli e Lorenzo da Mula. È possibile che i nomi che ricorrono più spesso possano essere quelli che gli hanno offerto i lasciapassare per le commissioni future.