Varie sono state le figure, alle quali il Capo dello Stato è stato accostato nel tentativo di rinvenire nella letteratura una sorta di controfigura capace di rendere fruibile e comprensibile la complessità della figura presidenziale.
Si ritiene che l’utopistica figura elaborata da Jeremy Bentham del cd. Panòpticon sia astrattamente riferibile e conciliabile con i presupposti e la meccanica del funzionamento del Quirinale. Ora, per quanto l’architettura progettata dal filosofo inglese fosse stata concepita per strutture carcerarie, scuole o istituti correttivi, le analogie sono di tale evidenza, entro comunque le dovute ed ineludibili differenze, che la comparazione risulterebbe fattibile, per cui si faranno alcuni cenni fondamentali alla figura di Bentham per coglierne i tratti essenziali.
Innanzitutto, la casa d’ispezione di Bentham, come lo stesso nome attribuitogli recita, si basa sul principio di una sorveglianza “visibile ed organizzata”. Per visibile si intende la possibilità costante del controllore di poter materialmente intravedere ogni singola azione dei controllati e di monitorarli nel loro processo di redenzione, mentre per organizzata si fa riferimento ad una strutturazione della casa d’ispezione tale da consentire da un lato la visibilità e dall’altra la possibilità del potere disciplinare del controllore di estrinsecarsi e permearsi entro tutta la struttura senza perdere riferimenti e lasciare incustoditi i sorvegliati. In base a questi due principi il controllore Panòpticon è posto in una torre o stanza al centro di un edificio che assume i tratti di una circonferenza395. Le celle dei sorvegliati sono disposte a raggiera entro la circonferenza e sono dotate di un sistema di finestre esterne e grate, che incontrano, costituendo appunto il raggio della circonferenza, la finestra circolare della torre del controllore: il sistema permette a luce ed areazione di passare perpendicolarmente e di consentire in questo modo al controllore di poter avere la piena visibilità della vita del detenuto all’interno della cella. Dalla torre di controllo si articola, poi, un sistema di tubi comunicanti dai quali passano le istruzioni del controllore, modulabili tramite un sofisticato schema di passaggi tra tutte le celle in modo che si possano avere comunicazioni generali e comunicazioni particolari. Infine, il sistema può porsi anche
395 BENTHAM J., Panòpticon ovvero la casa di ispezione, (a cura di) FOUCAULT M.-PIERROT
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in una prospettiva, si potrebbe dire, “multilivello”: nel senso che possono esservi più piani circolari al cui centro sussisterebbe la torre, in questo caso, più alta in modo da ricoprire tutti gli strati della struttura in modo da dislocare il raggio di controllo e di modularlo a seconda della presenza di aree diversificate da diversi tipi di detenuti o per contenerne il maggior numero possibile.
Questa è l’ossatura generale della casa d’ispezione e ora si può tentare di comparare le due strutture sulla base di queste indicazioni di massima.
Il principio della sorveglianza visibile e organizzata si traduce, da un lato, in un’attività di impulso e controllo estremamente più morbida ( non si parla con il Quirinale di una struttura carceraria per cui il parallelismo deve essere chiaramente ammorbidito) che è data dalla moral suasion, e in concreto, nella disposizione circolare e a raggiera della torre e delle celle tramite il meccanismo di passaggio luce ed areazione delle finestre e del sistema di tubi comunicanti utili per le istruzioni. Innanzitutto, i primi due elementi architettonici, dati dalla struttura circolare e del sistema di areazione e illuminazione delle finestre, potrebbero riferirsi alla posizione assunta dal Capo dello Stato nell’ordinamento sulla base delle prerogative tipizzate in Costituzione: ciò nel senso che il Presidente si pone al centro del sistema in quanto epicentro vigilante le celle, o meglio, le istituzioni che compongono il contenuto del cerchio controllato. La circonferenza, cioè, quella che geometricamente rappresenta il bordo del cerchio è la Costituzione, il confine entro il quale sia il Panòpticon/Presidente e sia i controllati/organi di indirizzo debbono inserirsi. Ora, la Costituzione appunto pone al centro il Capo dello Stato, poiché ad essi affida poteri di controllo e di intermediazione negli snodi più cruciali, più critici, nei passaggi dove l’indirizzo politico raggiunge i momenti di massima estrinsecazione: da qui la necessità di porsi al centro, in modo da poter gestire con più facilità e praticità la fluidità ed il funzionamento del circuito di indirizzo politico. Nel concreto, all’astratta configurazione di organo controllore la circonferenza, sopra citata, pone in essere delle chiavi d’accesso, il sistema finestre- grata-torre di controllo, che consentono di fatto al Panòpticon/Presidente di osservare l’operato delle istituzioni: il sistema di finestre è rappresentato dalle varie prerogative costituzionali del Capo dello Stato, alle quali è riferita una rispettiva “cella” data dall’istituzione di riferimento. Per meglio specificare, esistono delle varie aree dedicate al Parlamento entro cui si collocano finestre, che rappresentano i vari poteri che il
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Presidente ha nei confronti del legislativo, così con l’esecutivo di governo etc.; e, poi, la componente fondamentale data dal ruolo dominante assunto dalla prassi nell’accezione trivalente di metodo di applicazione, interpretazione ed integrazione delle fattispecie tipizzate consente alla prassi e, quindi, alla discrezionalità del Panòpticon/Presidente di poter modulare l’irraggiamento della propria visione ispettiva. Ora, dall’indagine effettuata secondo la prospettiva data dalla prassi e dalla meccanica interna del lavoro del Segretariato Generale della Presidenza, si denota con sufficiente intellegibilità come l’amministrazione quirinalizia sotto il versante degli Uffici del Segretariato sia rappresentata dal sistema di tubi e canali che filtrano e consentono di portare a destinazione le direttive ed istruzioni di tipo persuasivo del Panòpticon/Presidente. Questo meccanismo consente appunto la presenza effettiva del Panòpticon nella vita delle istituzioni, ma soprattutto consente di poter dare corso alla dislocazione delle “rotonde”, cioè dei settori circolari diversificati, collegati non solo dalle finestre ma anche dai tubi. In particolare, poi, le istruzioni tramite i tubi, che potrebbero raffigurarsi nelle attività extra moenia del Segretariato possono modularsi a seconda dell’indirizzo presidenziale (sistema che si riconduce al meccanismo delle deleghe amministrative che regola i rapporti tra Presidente e propri Consiglieri) prescelto e all’intensità, appunto, dell’azione di moral suasion che il Quirinale/Panòpticon vuole esercitare nel singolo caso.
D’altro canto, il sistema di tubi comunicanti/Uffici Segretariato consente non solo al Panòpticon di poter conferire le proprie idee, ma altresì di ricevere ogni tipo di informazione ed instaurare, a seconda della regolarità e della gradualità delle relazioni tessute, determinati meccanismi convenzionali396. Secondo Bentham, inoltre, questo meccanismo permetterebbe, altresì, di dare la massima esplicazione del principio della “sorveglianza senza essere visti”: per cui con i tubi i controllati rimarrebbero sempre a contatto con il Panòpticon, sentendosi appunto costantemente “guidati” (chiaramente il termine guidati sarebbe più conferibile al caso del Quirinale poiché non interviene in una situazione carceraria con poteri di sorveglianza ma con istituzioni in meccanismi di persuasione morale), ma al tempo stesso di non poter “vedere” d’altra parte il proprio “persuasore”. Questo principio è espresso da Bentham nei seguenti termini: […] Inoltre
396 La modellabilità del controllo è garantita dalla possibilità per il Presidente di poter auto-
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più possibilità si danno ad un dato individuo di essere realmente sotto sorveglianza tanto più forte sarà la persuasione, tanto più intensa sarà la consapevolezza di essere in questa situazione […]”397. Di qui, si rinviene la coincidenza con il sistema di intermediazione continua degli Uffici del Segretariato, dove agiscono su delega presidenziale garantendo al Presidente la non presenza e la non esposizione o sovraesposizione diretta, nel senso di politica e mediatica, in situazioni di dialogo istituzionale o di risoluzione di conflitti.
Vi è un’altra situazione di “vantaggio” offerta da questo meccanismo comunicante, che si rinviene nella prassi del Segretariato: la possibilità o meno di mantenere la riservatezza su questi contatti tra controllore e controllati. Infatti, Bentham sul punto sottolinea che i tubi sono funzionali ad “[…] impedire ai prigionieri di sapere che il controllore è occupato con un altro prigioniero più lontano […]”, garantendo “[…] la tranquillità al controllore di dirigere i lavori senza abbandonare la sua posizione centrale […] e di eliminare la confusione […] data dall’emissione simultanea di ordini impartiti da più istruttori.”398
I principi enucleati si ritiene combacino in modo da rendere affini le due figure descritte. A questo punto, occorre confrontare oltre ai dati raccolti dalla prassi, anche quelli espressi dalla giurisprudenza e dalla dottrina. Cominciando dalle indicazioni fornite dalla via giurisprudenziale di Palazzo della Consulta, si ha già una prima risultanza di rilievo sul punto e cioè che l’accostamento Panòpticon-Quirinale sia stato, indirettamente, confermato dalla Corte costituzionale nella sentenza 1 del 2013 sul noto conflitto interorganico tra il Presidente Napolitano e la Procura di Palermo sull’intercettabilità e l’utilizzazione ai fini processuali delle intercettazioni a suo carico. Prescindendo da pur importanti profili procedural-penalistici, il punto nodale risiede nella posizione costituzionale del Presidente che, secondo la Consulta, risulta effettiva. Infatti, la Corte ha sottolineato nel punto 8.3 del Considerato in Diritto che “[…] per svolgere efficacemente il proprio ruolo di garante dell’equilibrio costituzionale e di “magistratura di influenza”, il Presidente deve tessere costantemente una rete di raccordi allo scopo di armonizzare eventuali posizioni in conflitto ed asprezze polemiche, indicare ai vari titolari di organi costituzionali i principi in base ai quali
397 BENTHAM J., op. cit., 47 398 BENTHAM J., op. cit., 39-40