confini di sistema Monica Lavagna, Andrea Campiol
5. Confini del sistema nel settore edilizio
Gli studi LCA relativi agli edifici reperibili in letteratura non sono sempre completi, ma ten- tano di esserlo e soprattutto sono andati raffinandosi negli ultimi anni.
Le fasi considerate con più facilità sono quella from cradle to gate, legate al profilo LCA dei prodotti utilizzati (i cui dati sono facilmente reperibili grazie alla disponibilità dei quanti- tativi di materiale coinvolti nella documentazione tecnica di progetto e alla disponibilità del profilo ambientale dei prodotti all’interno delle banche dati o attraverso le EPD), e di uso, legata ai consumi di energia (i cui dati sono facilmente reperibili grazie alla certificazione energetica degli edifici).
Vengono invece spesso trascurate le altre fasi per la maggiore difficoltà nel reperire le in- formazioni e per la necessità di fare riferimento a scenari per loro natura incerti.
La fase di trasporto dei materiali al cantiere è spesso trascurata, poiché si tratta di infor- mazioni impegnative da reperire (occorre informarsi sulla collocazione di tutti gli stabili- menti produttivi da cui il cantiere si è approvvigionato); in realtà tali informazioni sono spesso non ordinatamente disponibili, ma comunque reperibili. Anche gli studi che consi- derano questa fase spesso tendono ad assumere dati medi presenti in altri studi, procedu- ra che non va a cercare di definire quali parti dell’edificio abbiano effettivamente richiesto un trasporto particolarmente impattante (o per il peso del prodotto o per la distanza signifi- cativa), portando a un’eccessiva semplificazione (Kellenberger, Althaus, 2009).
La fase di messa in opera è spesso trascurata per la scarsità di studi LCA specifici al ri- guardo. Il cantiere è un luogo difficilmente monitorabile, con notevoli criticità nella valuta- zione dei flussi e con una notevole variabilità di impatti in relazione alle tecnologie utilizza- te. Spesso gli studi a letteratura si limitano ad attribuire una percentuale di impatto sul to- tale, con un livello di approssimazione notevole, soprattutto rispetto a processi realizzativi molto differenti.
Riguardo alla fase d’uso, viene spesso omesso l’impatto dei processi di manutenzione e sostituzione, che in realtà possono avere un’incidenza significativa (Cole, Kernan 1996: Lavagna, 2010). In questo caso il tema è particolarmente critico per la mancanza di dati a letteratura affidabili. Poche informazioni sono messe a disposizione dai produttori sulla du- rata dei prodotti e comunque la durabilità potenziale dei prodotti può essere compromessa dalle specifiche condizioni ambientali del progetto, per cui diventa difficile fare stime atten- dibili sugli intervalli di sostituzione. Gli studi LCA che considerano questa fase richiamano altri studi, senza una base dati di riferimento omogenea e con il rischio di influire sul risul- tato della valutazione in maniera significativa (la manutenzione ha una notevole incidenza) sulla base di dati poco affidabili e soprattutto variabili da studio a studio. Alcuni strumenti (Green Guide del BREEAM, banca dati LCA dell’IBO) affiancano al profilo ambientale an- che l’informazione della durata delle soluzioni costruttive. La norma EN 15804 prevede la dichiarazione della reference service life dei prodotti certificati EPD.
La stessa incertezza caratterizza anche la fase di fine vita, poiché anch’essa è uno scena- rio stimato. Sugli scenari di fine vita esiste una più ampia letteratura, ma molto variabile in relazione alle differenti interpretazioni che ancora esistono sul come allocare gli impatti di fine vita (tra prima vita e seconda vita del materiale), questione spinosa in edilizia vista la lunga vita utile.
La norma EN 15804 prevede la possibilità di realizzare EPD from cradle to gate, in cui non è obbligatorio dichiarare la vita utile di riferimento, oppure EPD cradle to gate with options dove è possibile inserire dati LCA relativi a fasi che il produttore vuole documentare.
Tipicamente le fasi aggiuntive che vengono compilate sono quelle relative al fine vita, con l’estensione dei confini di sistema al riuso o riciclo del prodotto, quando i prodotti ottengo- no un valore negativo a fine vita, e dunque un beneficio ambientale, grazie all’impatto evi- tato per la produzione di materiale vergine. Raramente viene inserito l’impatto relativo all’in-stallazione (aspetto generalmente carente dal punto di vista dei dati disponibili). Non sono invece mai state realizzate EPD complete from cradle to grave, previste dalla norma.
6. Conclusioni
A fronte di un crescente riferimento a strumenti LCA per la valutazione delle prestazioni ambientali in ambito edilizio, il quadro degli studi LCA del settore rivela una certa disomo- geneità nelle assunzioni che impedisce il confronto dei risultati. Soltanto attraverso la con- siderazione di un numero sempre più ampio di indicatori, l’individuazione di scenari atten- dibili per tutte le fasi del ciclo di vita, la definizione di valori di impatto ambientale di riferi- mento per gli edifici e per le singole fasi, si può evitare un’eccessiva semplificazione degli studi LCA che, attraverso la riduzione degli aspetti considerati e la restrizione dei confini di sistema, rende poco affidabile il profilo ambientale.
7. Bibliografia
AFNOR 2004, NFP 01-010 Qualité environnementale des produits de construction - Déclaration envi- ronnementale et sanitaire des produits de construction
Anderson, J, Shiers, D, & Steele, K 2009, The Green Guide to Specification, Wiley-Blackwell. BRE, BREEAM, www.breeam.org
BRE 2007, Methodology for environmental profiles of construction products - Product Category Rules for type III environmental product declaration of construction products, www.bre.co.uk
CEN 2011, EN 15978 Sustainability of construction works - Assessment of environmental performance of buildings - Calculation method
CEN 2013, EN 15804:2012+A1:2013 Sustainability of construction works - Environmental product declara- tions - Core rules for the product category of construction products
Cole, RJ, & Kernan, PC 1996, ‘Life Cycle Energy Use in Office Building’, Building and Environment, no. 4, pp. 307-317.
Cole, RJ. 1998, ‘Energy and greenhouse gas emissions associated with the construction of alternative struc- tural systems’, Building and Environment, no.34, p. 335.
CEN 2010, EN ISO 14025:2010 Environmental labels and declarations - Type III environmental declarations - Principles and procedures (ISO 14025:2006)
DGNB GmBH, The DGNB System, www.dgnb-system.de
Kellenberger, D, & Althaus, HJ 2009, ‘Relevance of simplifications in LCA of building components’, Building and Environment, no. 44, pp. 818–825.
ISO 2008, ISO 15686, Buildings and constructed assets - Service life planning
ISO 2007, ISO 21930:2007 Sustainability in building construction - Environmental declaration of building products
IBU, http://construction-environment.com/hp421/EPD.htm
Lavagna, M 2010, ‘Il ruolo della durata e della manutenzione nella valutazione ambientale del ciclo di vita’, in Cinzia Talamo, a cura di, Procedimenti e metodi della manutenzione edilizia. Il piano di manutenzione, Si- stemi Editoriali Esselibri, Napoli, pp. 115-127.